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WestSide

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Secondo giorno - II parte

Post n°144 pubblicato il 05 Marzo 2007 da myk_dee
Foto di myk_dee

Il tassista deve essere pakistano oppure indiano oppure una combinazione delle due cose e parla al telefono nella sua lingua. Durante il tragitto percorriamo fino a Union Square la 5 Av, svoltiamo bruscamente a destra per una St (attorno alla 30esima), attraversiamo tra i mille clacson la 7 Av e capitiamo sulla Broadway dove svoltiamo a sinistra. Sfrecciamo davanti ai negozietti del quartiere di Soho, famoso per le sue case con le scale antincedio a zig-zag, e finalmente raggiungiamo il Municipio. La corsa ci è costata un totale di 15 dollari più la mancia obbligatoria al tassista. Sbrigate le faccende economiche scendiamo dall'auto e ci guardiamo attorno: maestosa sopra di noi si erge la City Hall, fiancheggiata da palazzi stile rinascimentale ed ai soliti immancabili grattacieli. Un cartello verde ci fa subito capire la nostra direzione: una freccia in sinistra indica Brooklyn Bridge. Ci precipitiamo all'incrocio dove comincia la zona pedonale con la quale si può attraversare il Ponte. Ed eccolo lì, il famoso Ponte di Brooklyn, proprio come è raffigurato negli involucri delle gomme da masticare. Il cielo è completamente azzurro ma soffia ancora forte il vento freddo dell'Atlantico. Specie quando raggiungiamo il centro del Ponte: qui, sospesi in mezzo al mare, dove alcuni battelli passano sotto di noi e le migliaia di auto sfreciano rumorose verso Brooklyn e Manhattan e laggiù in fondo, oltre i grattacieli dove fino a qualche annoa fa' sovrastavano le torri del WTC, vediamo la Statua della Libertà, qui, penso, è bellissimo. Continuiamo la nostra camminata fino all'estremità opposta del Ponte e decidiamo di avviarci verso la riva, dove dovrebbe essere possibile avere una vista stupenda su Manhattan. E infatti è così: veloci attraversiamo le Brooklyn Heights, giù per Clark St, fino alla Brooklyn Promenade. Lo spettacolo è indescrivibile. Davanti a noi si apre un panorama che lo si vede soltanto nei film, ma che, visto in TV, non rende l'idea di come è dal vivo. Scatto qualche foto per testimoniare tale bellezza. Sono ormai le quattro del pomeriggio ed è giunta l'ora di fare marcia indietro per andare a vedere qualche altra bellezza. I giorni sono pochi, per cui bisogna sbrigarsi. Risaliamo Clark St fino ad incontrare una stazione della metropolitana (chiamata "subway"). Facciamo il biglietto del costo ridicolo di 2$ e prendiamo il treno in direzione Manhattan. La metro è vuota, di tanto in tanto si vedono neri, messicani, cinesi, indiani e americani: tutti parlano tra di loro in inglese. Il tragitto è veloce e scendiamo alla fermata di Wall St, proprio di fronte alla famosa borsa. L'intera area è transennata e ci sono poliziotti dappertutto. L'edificio della Stock Exchange è piuttosto piccolo (se confrontato con i grattacieli che lo circondano) e sulla sua facciata è distesa un'enorme bandiera americana. Percorriamo Wall St in tutta la sua lunghezza e ricapitiamo sulla Broadway. Davanti a me scorgo alcune gru e ruspe e un grande muro di reti metalliche: non si tratta altro che di Ground Zero. Una grande tettoia sta a testimoniare la drammaticità di quel 09/11/2001 addobbata di foto e descrizione dei momenti salienti dell'attentato. Sul soffitto della tettoia ci sono 4 cartelloni enormi pieni zeppi di nomi: il titolo è The Heroes of September 11. Che dire? Il luogo dove un tempo sorgevano le Twin Towers è un'immenso cantiere dove lavorano giorno e notte gli operai per la costruzione della Freedom Tower. Percorriamo i due lati del cantiere fino a raggiungere il WFC (World Financial Center). Da qui riprendiamo la Broadway fino a raggiungere Wall St, svoltiamo e prendiamo la subway che ci riporterà diritti in hotel. Sono le 19 quando raggiungiamo l'albergo, saliamo in camera, una lavata in fretta e via di nuovo sulla strada, direzione Times Square.
Passiamo davanti al Rockefeller Center, dove c'è la famosa pista di pattinaggio e durante i giorni pre natalizi si erge alto il grande Albero. Scattiamo qualche foto d'obbligo e ci ripromettiamo che prima della partenza dobbiamo ritornare per pattinare. Di fronte al RC c'è la Radio City Music Hall, dove ci sono gli studi televisivi della NBC e sede di molte manifestazioni musicali (mi vengono ad esempio in mente i VMAs). Raggiungiamo finalmente la 7 Av, svoltiamo a sinistra e lo spettacolo è di passo in passo più bello. Un'infinità di luci, cartelloni pubblicitari, insegne di ristoranti e negozi, ci accolgono in una molyitudine di colori e di suoni. Grandissimi pannelli appesi ai palazzi circostanti informano il passante circa le condizioni meteo, gli andamenti in borsa, le ultime notizie, ci sono filmati di pubblicità di film, dischi, e quanto altro ci possa essere per poter trasmettersi in pubblico. Times Square è una grande TV fatta piazza. Spettacolare. Sono le 20.30 e decidiamo di cercare qualche posto (tra i 1000) per poter mangiare qualcosa. Lo troviamo nel Planet Hollywood, un locale dove al piano terra si vende la relativa merchandise mentre al primo piano c'è il ristorante. La cameriera ci porta il menu e i prezzi non sembrano poi così alti, essendo, tra le altre cose, nel cuore di New York. Io scelgo un pollo ai ferri con qualche condimento speciale che ora non saprei ripetere ed una coca cola. Dopo poco arrivano le pietanze fumanti: però, non male questo pollo, penso. Deve essere la fame. Alle nostre spalle c'è una tavolata di ragazze americane che sono giunte fin qui per festeggiare il sedicesimo compleanno di una di loro scortata dai genitori. Finita la cena, paghiamo e usciamo da locale. Nel frattempo la gente sta arrivando a flotte e gli italiani nemmeno si contano. Mi guardo attorno spaesato: mai, prima d'ora, avevo visto una tale frenesia. Folle. Sono le 23 e siamo piuttosto stanchi quindi ci incamminiamo verso l'albergo. Venti minuti e ci siamo. Entro in camera, mi lavo, metto il pigiama e vado a letto. E il secondo giorno nella Big Apple se n'è andato.



In foto: Brooklyn Bridge

 
 
 
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