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If a day goes by without my doing something related to photography, it's as though I've neglected something essential to my existence, as though I had forgotten to wake up - Richard Avedon

 

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Ciao Massimo

Post n°1103 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da WHITESHARK01
 
Tag: massimo
Foto di WHITESHARK01

Scritto da Laura Ferrante,

Pubblicato in : , CRONACA

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) - Un detenuto si è impiccato alla finestra della cella, scontava una pena che terminava nel 2017. Un termine forse troppo lungo, un’insofferenza tale che ha portato il poveretto ad attuare il folle piano del suicidio.

E’ accaduto martedì sera alle 23.30 circa, nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo si chiamava Massimiliano, nato l’11 marzo del 1976,  Massimiliano aveva alle spalle una lunga serie di reati che andavano dalla rapina alla rapina aggravata, all’uso e spaccio di stupefacenti nella sua città. Fu arrestato la prima volta qualche anno fa, fu condannato e trasportato nel carcere di Bollate a Milano. I reati
erano svariati e la permanenza era lunga. Nonostante tutto dopo qualche tempo che era ospite della comunità milanese, all’uomo erano stati dati i beneficio di poter disporre di alcuni giorni di permessi premio. Si trattava di 45 giorni
di permessi dilazionati nell’arco dell’anno.

Il beneficio nonostante i reati per cui era stato condannato, servivano, a non perdere del tutto i
contatti con la famiglia e con la realtà che lo circondava, in modo da non rendere troppo difficile il suo futuro reinserimento  nella società, il giorno in cui sarebbe stato rimesso in libertà. Invece l’uomo, durante uno dei permessi non era rientrato,
dopo dodici ore dalla sparizione è stato inoltrato l’allarme evasione. L’uomo oltre che per rapina era diventato un ricercato anche per il reato di evasione.

Riacciuffato poco tempo, alcuni giorni fa in provincia di Caserta, il detenuto è stato di nuovo arrestato e trasportato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e stavolta non avrebbe goduto di alcun beneficio premio. Il poveretto proveniva
da una situazione familiare molto difficile, anche per questo gli erano stati concessi i giorni di permesso, che dovevano servire a stabilire i contatti con i familiari.

Ma l’uomo non aveva rispettato gl’impegni presi ed è sparito. E’ solo da alcuni giorni che Massimiliano era ospite della comunità sammaritana, e stavolta non sarebbe uscito fino alla scadenza. Triste e solitario, purtroppo l’uomo pensava a tutto il tempo che avrebbe dovuto passare in cella, in compagnia solo dei suoi compagni. Allora, realizzato tutto ciò, l’altra sera, poco dopo il controllo del personale carcerario, si è impiccato. Ha preso e strappato un lenzuolo che ha usato come cappio, ha avvolto un lembo al collo e l’altro, lo ha legato alla griglia della finestra. E’ salito sul termosifone, ha stretto il cappio e poi si è lasciato cadere.

Tutto questo nel giro di circa cinque, dieci minuti. Poco dopo, mentre stava morendo, al successivo controllo, le due guardie
si sono accorte che all’interno della cella c’era del movimento strano, hanno aperto ed hanno visto il corpo penzoloni di Massimiliano. Immediatamente i due uomini si sono attivati per liberare il detenuto dal cappio, uno dei due ha preso le gambe e lo ha sorretto per evitare che la corda tirasse e stringesse ancora il collo, l’altro ha usato l’accendino per bruciare il lenzuolo nella speranza di fare in tempo per salvare il poveretto. Subito dopo i dipendentihanno chiamato in aiuto il medico della comunità, i sanitari sono arrivati con il defibrillatore ed hanno cominciato ad effettuare un massaggio cardiaco. Purtroppo non c’è stato nulla da fare.

Poco dopo è arrivata anche l’ambulanza locale con gli strumenti adatti, ma il poveretto era spirato, troppo tardi, per
lui non si è potuto fare altro che constatare il decesso per impiccagione. Il comandante della comunità carceraria e i dipendenti della comunità sono sconvolti, come sempre quando accadono queste cose. “Per noi è un fallimento” spiega il comandante “sono dispiaciuto per quello che è accaduto anche se il poveretto era qui solo da qualche giorno. Io stesso ho chiamato una sua sorella che si trova in Svizzera per lavoro e con grande rammarico, le ho dato la terribile notizia. La signora ora sta tornando a casa. La salma dello sfortunato giovane si trova nel reparto di medicina legale dell’ospedale San
Sebastiano e Sant’Anna di Caserta a disposizione dell’Autorità giudiziaria, in attesa di una visita autoptica disposta dal sostituto procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, il dott. Alessandro Cimmino. Aspettare una libertà agogniate era troppo dura, ed il poveretto ha deciso di porre fine alla sua vita in modo atroce. Dietro la sua fine si trova una storia pesante, fatta di sofferenze, di rapporti difficili, di povertà. Poi la droga e per questa, le rapine, più volte perpetrate ai danni dei cittadini.

Beh ricordarti cosi, in questi giorni, inserire tristemente anche il tuo nome nel mio diario virtuale

e ricordare... quando da ragazzini andavamo al centro di interesse insieme, 

quando si giocava il torneo di pallone insieme, come squadra di sfigati contro le squadre dei

figli di papà della scuola calcio, ricordarti quando ti prestavo il motorino sempre, ricordare i

tuoi bellissimi occhi, ricordare quanto eri buono, prima che la droga cominciasse a cambiarti.

Ricordarti i pomeriggi li davanti alla salagiochi, e tu li con le tue camel, il tuo codino,

il tuo triste e fottuto destino.

Ciao Massimo possa tu essere felice e libero ora, libero da tutto li su una nuvola,

magari con le tue camel ed una vecchia cassetta di Vasco. Ciao.

p.s. cito l'articolo all'interno del mio blog per un ricordo personale, la foto è eseguita ed

elaborata da me, ma l'opera è reale e realizzata da un artista ed esposta all'intero del festival

della creatività qui a Firenze, mi scuso per averla pubblicata senza permesso ma sono rimasto

diverso tempo a fissarla, finche non ho deciso di fotografarla, il triste caso ha valuto che la

usassi per questo pensiero.

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