#testdrive: #Skoda Scala Montecarlo novità bifuel a sorpresa dalla Casa boema

L’allestimento più performante con motore a benzina o a metano

Compatta e ben accessoriata con il tetto panoramico per godersi il viaggio

Una berlina compatta di fascia media, che offre grandi spazi interni, è maneggevole, e si presenta con un confort di buona qualità sia in viaggio che negli spostamenti più brevi. È la Skoda Scala, che ha sostituito la vecchia Rapid ed è arrivata nel panorama automobilistico europeo quasi in sordina, pur presentando elementi di interesse che la distinguono e sono quasi inaspettati. Una linea compatta ma aggressiva e accattivante, con potenti ed efficaci fari a led. LA Skoda Scala è un progetto verso la sostenibilità dell’auto della Casa boema interessante e singolare nella sua unicità. La prima sorpresa che la distoglie dalla media è infatti IMG_0010 IMG_0012 IMG_0023 IMG_0027 IMG_0032 IMG_0040 IMG_0028 IMG_0038 IMG_0039 IMG_0043l’alimentazione, che la rende sostenibile anche se il primo approccio aveva generato diffidenza: il modello provato, pur nell’allestimento Montecarlo, ovvero quello più performante, è alimentato sia a benzina che a gas metano. Ovviamente, ed è giusto così, quando ce l’hanno affidata si sono ben guardati dal consegnarci schede, manuali, libretti di istruzioni. E nel caso ci fossero stati, diligentemente risposti nel cassetto del cruscotto, non li avremmo consultati se non fugacemente, per non essere influenzati nella prova. Non voglio essere frainteso: non è certo rilasciando le istruzioni che la Casa, o chi per lei, può stimolare o indirizzare l’esito di un test drive. Più semplicemente, e proprio nell’ottica della massima trasparenza, sta al test driver valutare anche la facilità di approccio dell’automobilista al mezzo che si appresta a guidare. In questo caso, un po’ di diffidenza me l’aveva suscitata un approccio superficiale al cruscotto degli strumenti: la prima cosa che balza all’occhio è la presenza di

due orologi per il carburante, sistemati specularmente,

che apparentemente cominciano a segnare dalla metà del quadrante, la metà rispetto a come sono configurati nelle altre auto. Per questo abbiamo certato subito di approfondire il problema, perché avevamo progettato di iniziare la prova in una grande città per valutare duttilità dell’auto e i dati dei consumi, quindi, sarebbe stato indispensabile poter sapere di quanto carburante disponevamo, soprattutto per pianificare il rientro. La prima scoperta è stata l’impostazione singolare di questa Skoda Scala: due serbatoi, per un impiego quasi parallelo, ovvero per un’autonomia quasi analoga a benzina come a gas: il serbatoio del metano è da 18 litri, quello della benzina di soli 9 litri, ovvero, quasi la riserva di un’auto tradizionale. Quindi, l’autonomia dichiarata è di? Secondo la Casa potremo percorrere circa 330 km con l’alimentazione a gas, 110 con quella a benzina. Il motore è di 1000 cc che eroga 90 CV, è a trazione anteriore con il cambio manuale a sei marce e una buona curva di Coppia, quasi quella di una vettura con un propulsore più grande.

Un display al centro del cruscotto suggerisce la marcia più conveniente.

Beh, però è presto per svelarvi tutti i segreti della Skoda Scala. Veniamo così alla seconda sorpresa, quella che ha regalato anche ai passeggeri seduti sui comodi sedili posteriori il valore aggiunto di un grande spettacolo: il tetto della Scala è interamente finestrato, ovvero, è trasparente dal montante anteriore fino alle spalle dei passeggeri. Tanto che abbiamo che ipotizzato la scelta del nome sia stata ispirata dal fatto che dall’abitacolo si prova la sensazione di essere seduti su un dei balconi rivolti verso il Palco della Scala. Una opportunità accattivante sfruttata da subito dagli ospiti a bordo, scorrendo lungo le strade del cuore di Milano: ci ha infatti consentito di ammirare dettagli architettonici solitamente trascurati dei palazzi più arditi e delle ville storiche della capitale lombarda. Svelandoci una metropoli per certi aspetti segreta ai più.

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#testdrive : Un SUV ibrido leggero a suo agio in montagna è la Mazda 2

Motore 1500 cc a benzina da 90 CV con cambio manuale a sei marce

Arriviamo al Piancavallo per la Coppa del mondo di snowboard

Un mini SUV ibrido leggero, che usa la tecnologia e la parte elettrica per ottimizzare i consumi e migliorare il rendimento. Quindi, anche se monta una batteria ausiliaria, essa non è determinante per il funzionamento dell’auto. Ovvero, l’autonomia e le prestazioni del motore dipendono dal pieno di benzina e le variazioni della temperatura dell’aria non influiscono sul rendimento. Quindi? Andiamo direttamente in montagna per vedere come si comporta sulla neve. Il trasferimento sulle strade extraurbane conferma le valutazioni sui consumi che abbiamo già elaborato, con un consumo che si aggirava sui 3,5 l x 100 Km. Ciò, nonostante abbiamo accelerato nell’ultimo tratto prima della salita perché siamo stati raggiunti dalle vetture di testa dell’evento primaverile dell’Italian Bahia. Vedremo ora in montagna, dove ci attende un’altra sorpresa. La giornata è bellissima, sole, aria tersa, le strade per buona parte pulite perché la neve era caduta all’inizio della settimana, poi le temperature si erano alzate consentendo alle strade principali di essere percorribili senza particolari accorgimenti. Ma fortunatamente per noi, non tutte. La nostra meta è Piancavallo dove la stagione sciistica, anche se si avvia alla conclusione, è ancora in corso. La sorpresa? Consiste nel fatto che sull’impianto da sci principale è in corso

la tappa della Coppa del mondo di snowboard di slalom parallelo

assegnata alla montagna friulana. Così, prima di proseguire per il test drive ci avviciniamo alla base della pista per goderci lo spettacolo. Riusciamo a raggiungere la piazzola nella quale si conclude la performance degli atleti, dopo il traguardo. La gara è di slalom parallelo, quindi il divertimento è assicurato per noi, da spettatori, anche se, deformazione professionale, seguiremo la gara con un approccio tecnico visto che avremo la possibilità di confrontare direttamente le prestazioni dei concorrenti. Finiamo anche a ridosso delle postazioni dei media, e ciò ci permetterà di incontrare alcuni colleghi e colleghe. Lo spettacolo si fa entusiasmante, quando al cancello di partenza, in cima alla pista, e lo possiamo seguire nel maxischermo, si affaccia uno dei due finalisti che veste il colore azzurro: è uno degli atleti italiani che vincerà la finale tra le ovazioni entusiaste di una folla attenta e calorosa. L’entusiasmo trasmesso dalla condivisione delle performance degli atleti con un pubblico competente sarà palpabile, paragonabile a ciò che si prova all’interno di uno stadio di calcio, quando gioca la squadra di casa. Ovviamente, al termine ci rimettiamo subito in movimento per proseguire nel nostro lavoro. Ma dopo essere rimasti per un’ora fermi con i piedi sulla neve, senza gli scarponi anche se con scarpe tecniche invernali, andiamo alla ricerca della tradizionale fetta di torta Sacher e della cioccolata con panna dalla nostra ormai ‘quasi complice’ Gelsomina, nel suo accogliente locale all’uscita del ring del Piancavallo. All’arrivo in cima, o quasi, al termine della salita interamente esposta tutta sul lato sud della montagna, un tracciato tecnico e ottimo per i test perché si snoda su un percorso completo e articolato che la

Mazda 2 ha superato in maniera convincente,

per accelerare il nostro approccio con il clima avventuroso e coinvolgente di Piancavallo avevamo incrociato un appassionato di volo libero, immaginando lo scenario fantastico che stava ammirando dalla sua postazione mobile privilegiata, un po’ più alta della nostra. Ed è da quel punto che proseguiremo ora per cercare una strada tecnica e innevata. L’obiettivo è la strada panoramica che percorre in quota il versante del complesso del monte Cavallo affacciato sulla pianura pordenonese, con un panorama a 180 gradi che spazia dalla pedemontana friulana ai monti Berici. Ma di questo, parleremo la prossima settimana.

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Testdrive: Mazda 2 e con Skyactiv-g e tecnologia sostenibile

Un modello ibrido-leggero di SUV concentrato di innovazione

Una guida sicura e assistita con consumi di benzina ridotti

Nell’incertezza sul futuro dell’automobile prolificano i progetti, le proposte, le scelte innovative, frutto della ricerca motivata a individuare tecnologie capaci di rendere sempre più sostenibile la mobilità. Quale sarà lo scenario dell’auto tra una decina d’anni? Ci sposteremo con le vetture spinte da motori endotermici, elettrici, a idrogeno, oppure? Per il momento, demonizzato, come già spiegato, ingiustamente, il diesel, l’opzione delle Case cade inevitabilmente sui motori a benzina. La sfida è dunque aperta e sarà vinta da chi riuscirà prima degli altri e in modo convincente a mettere sul mercato un motore brillante, ma che nel contempo consuma poco. Alla Mazda il problema è stato affrontato per tempo, e la soluzione si chiama Skyactiv. Si tratta di una tecnologia ibrida concretizzata dall’abbinamento di un piccolo motore elettrico a quello principale a benzina. Nella Mazda 2 e-Skyactiv-g permette di risparmiare davvero: provata in autostrada,

a 120 km/h consuma tra i 3,1 e i 3,4 litri per 100 chilometri.

Il test al ritorno da Milano, dove l’abbiamo ritirata alla carrozzeria Carrozza, base del parco stampa della Mazda Italia a Milano per quanto riguarda il Nord Italia. Di colore grigio semiopaco con interni beige, pur essendo poco più grande di una citycar non solo offre spazi generosi rispetto alle attese, ma assicura un buon confort. La sua sostenibilità è maggiore nei tratti extraurbani, anche se il cambio manuale a 6 marce permette di sfruttare adeguatamente il motore a 4 cilindri di 1496 cc da 90 CV con 148 di coppia. La trazione è ovviamente anteriore. Skyactiv è una tencologia adottata da Mazda dal 2008, che inizialmente prevedeva un motore a iniezione diretta, cambio automatico e sospensioni modificate. Skyactiv-G è invece una serie di motori a benzina

a iniezione diretta con un rapporto di compressione elevato a 14,0:1.

Per ridurre il rischio di guasti al motore a alta compressione il gas residuo viene ridotto utilizzando particolari sistemi di scarico del motore e con una cavità nel pistone che ottimizza l’iniezione del carburante. La durata della combustione è ridotta intensificando il flusso d’aria e aumentando la pressione di iniezione e utilizzando iniettori multi foro. Di recente, l’introduzione della tecnologia ibrida ha reso ulteriormente giustizia a un propulsore così innovativo, caratterizzato da un basso consumo di  carburante. Dunque, trasferimento da Milano al Friuli Venezia Giulia avvenuto in modalità davvero sostenibile. In relax perché Mazda 2 e-Skyactive-g dispone di un buon impianto di climatizzazione e riscaldamento e anche di intrattenimento, il display è centrale non touch screen, le rifiniture dell’abitacolo sono di livello superiore mentre passando a un primo esame della guida i sistemi di assistenza sono di classe elevata, con controllo laterale e anticollisione avanzati e il cruise control adattivo.

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#testdrive : Mini Clubman Cooper SD 4 all JCW si impadronisce della strada di montagna

Con la neve verso il disgelo si ripristinano le strade del Rally

Ed ecco la PS ‘Icio Perissinot’ ma da Piancavallo a Barcis

La montagna friulana, d’inverno, presenta scorci e paesaggi suggestivi che si rinnovano curva dopo curva. Spesso, anche percorrendo poche decine di metri lo scenario cambia proponendo immagini sempre più accattivanti e tali da fidelizzarci al luogo, alla vallata. Ciò avviene con ancor maggiore efficacia quando la neve dei mesi più freddi comincia a lasciare qualche varco agli escursionisti, che debbono comunque sempre affrontare con rispetto la montagna, come avviene per il mare, consentendo di percorrere strade per diversi mesi bloccate dalla coltre bianca. Anche nella nostra palestra naturale, il Monte Cavallo, naturale perché il sito montano più vicino a casa, il momento del disgelo consente di riscoprire strade che hanno fatto la storia del rallysmo internazionale. Come la Barcis-Piancavallo, che è stata dedicata a Icio Perissinot, il navigatore ufficiale Lancia che aveva corso con Presotto, Bettega, Toivonen e altri assi del rallysmo, ma in particolare ha creato assieme a Giancarlo Predieri, allora presidente dell’Azienda di soggiorno del Piancavallo, e altri amici pordenonesi il Rally del Piancavallo, che sarebbe diventato internazionale, del quale sono stato a lungo l’addetto stampa. Appunto perché Piancavallo è la località di montagna più vicina a casa mia, questa ‘speciale’ potrò percorrerla in senso contrario, ovvero da Piancavallo al Lago di Barcis. Il modo per divertirci lo troveremo certamente, perché stiamo sempre provando la Mini Clubman Cooper SD 4all con allestimento JCW e motore diesel 2000 da 190 CV. Quattro ruote motrici gestite elettronicamente assieme alla curva di coppia generosa del motore diesel sono il mix ideale che ci darà modo di percorrere una strada di montagna, con molte variabili, tornanti in discesa, tratti di falsopiano, misto veloce. Ovvero, di tutto un po’. Volendo ottenere il massimo ci aiuteremo manualmente con il cambio manuale azionato dalle palette al volante, anche se quello automatico, sempre a 8 marce, di bordo,

vedremo che riesce ad assecondare bene le nostre necessità.

In effetti, la strada si presenta ormai quasi pulita e la Mini non fa difficoltà a destreggiarsi in mezzo al fitto bosco che pian piano si apre fino a restituirci la visibilità luminosa verso il lago, permettendoci di apprezzare anche le dimensioni maggiori di questa Mini, più lunga e con passo allargato, che la ancorano ancor di più all’asfalto. Tanto che dalla modalità Green utilizzata alla partenza, quella più sostenibile e morbida, passiamo alla Mid, che conferisce all’auto l’assetto intermedio. Finché, presa confidenza con la strada, arriviamo alla modalità Sport, quella più dinamica, che comunque mantiene ‘sostenibile’ l’utilizzo dell’auto. Ecco il lago e i colori del tramonto. Quasi quasi, ora, dirigendoci verso casa, dopo il sound della Mini Clubman Cooper ci godiamo un po’ di bella musica con l’impianto Harman Kardon di bordo.

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#testdrive : #Mini #Clubman in perfetto stile inglese è efficiente sulle strade innevate

Più larga e lunga anche sulla neve può competere come al Monte

Veloce e rassicurante anche nel misto veloce

Adesso capisco perché il mio naviga, che da poche settimane può finalmente aspirare alla Patente A, insisteva per disporre di un piumino nuovo, effettivamente quello in dotazione si era rimpicciolito dall’anno precedente o più probabilmente si era ingrandito lui, e mi indicava una svendita per poterlo acquistare a un prezzo più conveniente. Si sa, è una Casa di moda specializzata e anche i miei piumini con questo marchio hanno sempre garantito calore, duttilità, morbidezza, durata confacenti alle attese. Ma niente marchette pubblicitarie altrimenti penserete che si tratta di un nostro sponsor. Non è così. Per accontentarlo, a scuola si guadagna questi bonus, ma anche a casa, abbiamo girato per un grande magazzino centralissimo, specializzato, poi anche nella sede milanese della Casa: eravamo però stati preceduti, e l’unica prova dell’esistenza del piumino, meglio un piumone, rimasta, era l’esemplare in esposizione nel negozio ufficiale, peraltro, per regolamento interno non in vendita e comunque di colore celeste. Per quegli strani casi della vita, e della sorte, mentre gli era stato suggerito di verificare on line l’eventuale disponibilità in altri punti vendita italiani dai quali gli sarebbe potuto essere spedito, ha scoperto che l’ultimo rimasto si trovava, lo sapete dove? In un negozio a meno di un km da casa, peraltro di amici. Quando ho ritirato con lui questa Mini, mi è venuto il sospetto che avesse sbirciato nella mailing che intrattengo periodicamente con gli addetti stampa delle Case per concordare le prove. Perché il piumino era degli stessi colori della Clubman JCW, ovvero il verde corsa inglese con due fasce bianche. Infatti, l’abbinamento tra la nota casa italiana di capi anche tecnici invernali, e non solo, e un marchio tra quelli nati e cresciuti per i giovani nel mondo dei social, ha generato un giaccone da sci che, guarda caso, ha gli stessi colori della nostra Mini Clubman JCW. Quindi? Quindi andiamo a provarlo! O meglio,

andiamo a provare l’auto sulla neve e sul fondo con scarsa tenuta.

Quando ci mettiamo al volante, avvicinandoci alle 200 auto provate in 4 anni di #charlieinauto, a volte siamo colti da una crisi di identità: sono un driver, un pilota, un automobilista della domenica, un viaggiatore slow… Ma soprattutto, l’auto sulla quale sto seduto che cos’è, e qual è? Tanto sono stati rapidi i cambi, che spesso mi è successo, al termine di un convegno, un incontro, o anche alla uscita dal cinema, di non riconoscere l’auto che avevo in dotazione tra le tante nel parcheggio esterno. Ma che cosa mi posso o devo attendere in una staccata, in un tratto improvvisamente ghiacciato, schiacciando a fondo il pedale dopo un tornante, guidando ritmicamente nel misto veloce dall’auto che ho in prova: una guida sicura, l’emozione di un mezzo da poter portare al limite, la tranquillità di un’auto da gran turismo… Riepilogando: si tratta di un 2000 cc, diesel, da 190 CV. Infatti è la Mini Clubman Cooper SD4all con allestimento JCW. I posti a bordo sono comodi ma nel contempo sicuri per spostarci anche a lungo, mentre la parte ‘ciclistica’ è adeguata alle prestazioni che, con una curva di coppia alta, anche se apparentemente la potenza non è delle più elevate, sono rassicuranti. Il fatto che questa Mini sia più larga delle altre, con quel gioco a incastro che spesso i progettisti concretizzano per mettere insieme accessori, potenzialità e caratteristiche, le assegna una tenuta di strada sull’asfalto, anche veloce, che è molto elevata.

Abbiamo già detto che anche ‘tirando’ questa Mini ha consumi contenuti,

assicurati anche dal motore diesel, e il suo utilizzo in montagna è molto divertente. Così, puntiamo con decisione su una delle strade, aperte anche se innevate, a nostra disposizione. Non ci poteva che essere una conferma: l’avevamo già provata in anteprima su un circuito innevato, ma sull’imprevedibilità, che è sempre prevedibile, di una bella strada innevata ha confermato le sue doto di affidabilità e la sicurezza garantite dal sistema elettronico di controllo di trazione sulle 4 ruote, sulla frenata, sull’assetto. Il che ci permette di esagerare un po’ e guidare in puro divertimento tra il Piancavallo e il Lago di Barcis, sempre con consumi sostenibili.

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#testdrive : una Mini con allestimento di lusso non disdegna il fango

Maneggevole sul misto e rassicurante sulle stradine di campagna 

Una Mini lunga, che riprende l’idea progettuale della Mini Clubman Estate degli anni ’60, ovvero il concetto delle utilitarie di lusso divenendo in breve l’auto delle signore dell’alta borghesia e dei giovani professionisti. In Italia era importata dalla Leyland, per l’Italia Koelliker che proponeva una versione personalizzata con le fiancate in legno, i cerchi in lega specifici e interni in pelle e radica, desiderata dalle signore della Milano dei Vip. Sulla stessa onda di pensiero, la Mini Clubman Cooper SD 4All con l’allestimento sportivo JCW, che però sfrutta tutte le potenzialità dell’elettronica e della tecnologia applicata su questa generazione di Mini per sfruttare al meglio il motore diesel da 2000 cc e 190 CV, con 4 ruote motrici.

Già, 4 ruote motrici. Da dove cominciamo?

Dalla neve, visto che in montagna ce n’è ancora, o dal… fango. In effetti è piovuto da poco, e in campagna forse ne troviamo. L’obiettivo è quello di vedere come si comporta la Clubman con scarsa aderenza. Ci avviciniamo alla Mini con la chiave elettronica in tasca, e lei si apre automaticamente: una fatica i n meno. Ci mettiamo in viaggio, questa volta sarà abbastanza breve, e ci gustiamo la bella musica con l’impianto Harman Kardon di bordo. Il cambio è automatico a 8 marce, ma volendo si può intervenire con quello manuale, o con le palette al volante o con la leva a cloche. La Mini Clubman è docile e maneggevole anche sul misto lento nonostante la lunghezza. I limiti di velocità?

È bene prestare sempre attenzione al tachimetro

perché con la coppia bassa di questo motore diesel è facile ‘sforare’ anche se di poco i limiti di velocità. In questo caso siamo agevolati dallo split screen, lo schermo a scomparsa sul quale la Mini ci proietta le indicazioni principali sul funzionamento e la marcia dell’auto. Un’auto elegante, che non per questo trascura l’aspetto pratico. Per metterla alla prova troviamo un percorso adatto, a poca distanza dal fiume Tagliamento, tra l’argine e la campagna. Il fondo è incoraggiante… tra l’erba della campagna il percorso è tracciato da due solchi non sempre ben pronunciati, ricoperti a tratti dall’acqua piovana. Ovvero, sotto c’è il limo più viscido che ci si possa aspettare. Così faccio un paio di prove, accelerando e rallentando bruscamente: il sistema di controllo di trazione e anti-sbandamento è efficace e arriviamo in fondo alla strada senza incertezze. Provo a schiacciare bruscamente l’acceleratore, ma il controllo dell’auto non cambia e continuo a guidare in piena sicurezza.

L’ho provata con la modalità di guida Green, quella più ‘sostenibile’

che riduce i consumi e adegua l’assetto. Ora provo l’assetto intermedio, Mid, ma l’affidabilità della Mini Clubman non viene meno, e proseguiamo verso la fine del percorso off road, che per le caratteristiche del fango diviene sempre più estremo, in piena sicurezza. Prima parte del test-drive superata quindi. Così ci possiamo dedicare a un altro trasferimento in pieno confort aiutati dal sistema cruise control adattivo di fascia alta, senza lasciarci distrarre troppo dalla comodità che la Mini Clubman assicura al conducente e ai passeggeri.

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#testdrive : Non è solo Mini ma un’auto familiare comoda e accogliente

La Clubman Cooper SD riprende il primo modello con le fiancate in legno

Tecnologia confort e prestazioni con allestimento sportivo JCW

Mini dopo Mini, siamo arrivati alla Clubman. L’avevamo provata sulle nevi delle Dolomiti friulane, e nonostante la lunghezza maggiore rispetto alle ‘sorelle’, ne avevamo apprezzato la duttilità e l’affidabilità anche spingendo sull’acceleratore in condizioni di aderenza estreme. Questa volta si tratta della Mini Clubman Cooper SD 4All allestimento JCW, cioè quello sportivo. L’Aspetto è decisamente elegante, in stile inglese, ma ciò non dissimula la grinta che traspare anche dalla livrea, con la colorazione in verde bottiglia, è la tinta simbolo delle corse per la Gran Bretagna, come lo è il Rosso per l’Italia, il blu per la Francia, con elementi di colore bianco laccato. Saliamo a bordo, sempre partendo dalla luccicante sede di BMW Italia, alle porte di Milano, e ci lasciamo convincere dall’allestimento sportivo dei sedili, completamente regolabili quelli anteriori, elettronicamente fuorché nella seduta, che si può adattare con regolazione manuale di precisione al nostro stile di approccio al volante. Da che tipo di motore è spinta?

Da un diesel di 2000 cc da 190 CV, probabilmente lo stesso della

Countryman, gestito da un cambio automatico a 8 marce, anche con comando manuale, a palette al volante o con la cloche delle funzioni di guida posta sul tunnel centrale. Come nei modelli precedenti, è studiato con cura nei dettagli il confort assieme al benessere del conducente e dei passeggeri. Per esempio, l’illuminazione dell’abitacolo è assicurata da fasci di fibre ottiche protetti da finiture cromate che portano la luce multicolore, la tonalità è a scelta o varia a seconda delle funzioni impostate, nella zona delle maniglie delle portiere. Tonalità che è coordinata con le luci di cortesia e con quelle che circondano il grande display elettronico rotondo piazzato sul cruscotto al centro dell’abitacolo. I comandi sono a leva, stile vintage, replica di quelli classici in alluminio delle Mini Minor. Una sorpresa speciale è riservata ai passeggeri dei sedili posteriori, che possono essere fino a tre e ciononostante sono sistemati tutti comodamente sull’accogliente divano posteriore:

il tetto della Mini Clubman è interamente finestrato, ed è apribile

nella parte anteriore. La comodità degli interni è ‘aumentata’ dal fatto che oltre che più lunga è anche più larga degli altri modelli di Mini. Ciò le conferisce un spetto muscoloso e sportivo, al quale contribuiscono anche i due tubi di scarico laterali, posizionati appena sotto al portellone del bagagliaio che apre l’intera coda della Mini a compasso. L’apertura, elettrica, che avviene con un lento preavviso iniziale e poi più rapidamente, può essere comandata anche passando un piede sotto alla coda dell’auto, in modo da avere le mani libere per caricare valige, bagagli, la spesa ecc. Un’auto dallo stile elegante, ma molto confortevole, dalla quale ci attendiamo conferme anche rispetto alla sostenibilità. Il motore diesel ritorna infatti d’attualità, purché le emissioni rientrino nei parametri indicati dalle Direttive, perché nelle scorse settimane la Ue rimodulato i termini per la produzione delle vetture con motore endotermico. Il 2035 non sarà infatti il termine ultimo per la loro immissione sul mercato. Oltre potranno essere prodotte ancora le auto con motori endotermici ‘sostenibili’, ovvero quelli nei quali le tecnologie elettroniche ed elettriche riescono a ridurre la produzione di emissioni potenzialmente dannose per la salute e per l’ambiente. E comunque stiano le cose, al momento, le

emissioni dei motori a olio combustibile, o diesel, non contengono metalli

pesanti, come il mercurio, il piombo e l’alluminio, spesso invece presenti nelle benzine, che a lungo andare possono provocare nell’uomo gravi patologie. Ma questo è uno degli aspetti che, speriamo, siano o siano stati considerati dalla Ue. Al fatto che difficilmente entro il 2035, anche stante l’attuale situazione economica generale, molto difficilmente sarebbe stato possibile rimpiazzare i motori diesel, pensiamo a esempio ai settori del trasporto merci e delle persone, si è aggiunto l’aumento esponenziale del costo dei carburanti e altri fattori che qualche anno fa sarebbe stato difficile prevedere. Per il momento ci basta considerare che per quanto riguarda i consumi, la Mini Clubman diesel è sostenibile. Quanto, lo vedremo nelle prossime puntate. Per ora un giretto per i locali della città di Lignano Sabbiadoro in versione invernale prima di passare alla Riviera friulana. Una tappa al Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro, della famiglia lignanese Andretta, dove organizzerò a breve la nuova edizione del premio Voce dell’Adriatico, ideato assieme a Fortunato Moratto, il responsabile della struttura. Nelle edizioni precedenti, realizzate con il supporto dell’ARGA FVG, l’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, dell’ambiente e territorio del FVG, e dell’Associazione culturale La Riviera friulana, l’atteso riconoscimento è andato tra gli altri agli skipper Mauro Pelaschier e Cino Ricci, al conduttore televisivo, Patrizio Roversi, al metereologo Bergamasco, al biologo televisivo, Corrado Piccinetti.

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#Testdrive: alta tecnologia con motore ibrido per 230 CV sulla nuova Tucson

Il SUV di punta della Hyundai riduce al minimo i rischi in caso di collisione

Abbiamo visto che la nuova Hyundai Tucson Hybrid è proiettata verso il futuro. Si tratta della quarta generazione di questo modello di fascia media ma di larga diffusione, che pur essendo compatto è ricco di contenuti e di potenzialità. È infatti un SUV con alimentazione ibrida che lo spinge fino a 230 CV. Il motore 1600 cc a benzina, per un modello che è stato scelto dalla Casa coreana quale simbolo della innovazione tecnologica e della qualità. La prima versione era stata immessa sul mercato nel 2004. Tuscon è stata venduta in 1,4 milioni di esemplari in Europa e in 7 milioni nel mondo. La tecnologia che adotta nella versione più attuale, la nostra è N Line, è mild hybrid 48V, con la trazione anteriore programmata per offrire il massimo confort sia in città che in viaggio. La filosofia di questo modello, per i tecnici coreani è quella del design

Sensuous Sportiness, orientato a esprimere sportività che tocca i sensi.

Per arrivare a questo risultato i progettisti hanno realizzato le forme della carrozzeria attraverso algoritmi geometrici realizzati con un’avanzata tecnologia digitale. La nuova Tucson assicura anche spazi interni più ampi rispetto al modello precedente: è infatti lunga 4.50 m e larga 186 cm. Sempre parlando di design, a luci spente il frontale risulta coperto da motivi geometrici scuri che dissimulano le luci di posizione diurne a led integrate nella mascherina. Con una nuova tecnologia che si chiama half-mirror lighting, a luci accese la cromatura scura della griglia si illumina con forme che richiamano quelle sfaccettate dei gioielli. È un motivo che si ritrova anche nelle fiancate dalle superfici cesellate. Altri dettagli ne caratterizzano la carrozzeria, fino ad arrivare al tergilunotto che è integrato nello spoiler del portellone. Come nei modelli più recenti della Hyundai, il cruscotto contiene un ‘dual cockpit digital interamente configurabile: è un display da 10,25 pollici; delle stesse dimensioni è lo schermo al centro della consolle. La consolle è interamente touch, e i comandi a sfioramento, mentre

per l’illuminazione d’ambiente a Led 64 tonalità differenti con 1o livelli

di luminosità. Ma ritorniamo al motore: la trazione è anteriore e le ruote sono sospinte dal motore endotermico da 180 CV e da quello elettrico da 44,2 Kw. Ne risulta una curva di coppia massima di 265 Nm a partire da 1.500 giri. Il cambio è automatico a sei marce comandato con palette al volante. Le funzioni d’uso, Eco e Sport, si selezionano con una manopola sul tunnel. Queste sono alcune delle carature della nuova Tuscon N Line full hybrid. Ora non ci resta che andare un po’ più a fondo nella prova. Cominciamo dalle strade della Riviera friulana, verso Precenicco, lambita dal fiume Stella, per arrivare nella piazza suggestiva affacciata sulle sue acque di risorgiva. Prima però scorriamo lungo i percorsi tra campagne coltivate in parte con colture intensive, in parte a vigneto. Terre particolari,

argillose o ghiaiose, che assicurano una buona qualità ai vini prodotti,

per esempio, dall’Azienda Vittorino Baccichetto, di Alessandro e Paolo. Realtà che incontriamo lungo il percorso della strada che arriva da Lignano. Poco oltre il punto vendita Eccellenze friulane, guidato da Vera Pontone, che è punto di contatto con la Vecon-Coniglio natura, di Zeno Roma, azienda leader in Europa nell’allevamento dei piccoli animali e nella produzione di alimenti di alta qualità, sempre a base di coniglio. Fin qui ci siamo: la tecnologia ibrida della nuova Tucson ha ridotto i consumi negli spostamenti a poco più di 5 l per 100 km. Guidando con criterio siamo arrivati anche a 3 l per 100 km. Ora però ci è ritornato il desiderio di verificare sicurezza e performance della Tucson. Così ci dirigiamo verso la Carnia, la giornata è fresca, quindi dovremmo trovare anche un po’ di neve.

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#testdrive : arriva dal nuovo film di #Spiderman e ora vediamo com’è nella neve

La Hyundai Tucson da 230 CV trasmette sicurezza anche sul fondo gelato

Un’escursione fino in fondo in una delle valli più fredde

Abbiamo visto che la nuova Tucson della Hyundai guarda al futuro. Non a caso compare nel nuovo film Spiderman divenendo così un’auto simbolo per i giovani fan dell’Uomoragno. Il nuovo design mira a evidenziare il suo carattere deciso anche se non del tutto appariscente bensì quasi sotto profilo. In effetti 230 CV, anche se camuffati in parte dalle performance del motore elettrico da 45V che compensa quelle già brillanti del 1600 a benzina, non sono pochi. Così, come abbiamo fatto altre volte, non ci resta che andare a provarla laddove la tenuta di strada si può rivelare più critica. Ovvero, tra le montagne innevate. Per sicurezza, anche se è ancora inverno, ci andremo a infilare in una delle vallate più fredde del nostro arco alpino

che è la Valsaisera, nel Tarvisiano.

È una chicca per gli appassionati della montagna e del mondo della natura, il Paradiso dei fondisti per antonomasia, perché è percorsa da una pista che scorre tra il bosco, il torrente innevato, la malga, un’ex polveriera, e risale, o discende l’intera vallata, da Valbruna alle pendici del Jof Fuart. Proprio in quell’angolo sperduto e isolato da creste altissime si registrano le temperature più fredde del nordest. Anche a me è capitato di arrivarci, quando ancora lo sci nordico, o da fondo, si praticava esclusivamente spingendosi con il passo alternato, e non ancora con la tecnica più veloce e performante, meno faticosa, del passo pattinato, in una delle giornate trabocchetto. Il clima era splendido, sole lucente, l’aria tersa ancorché gelida, la temperatura fresca ma, sciando, sopportabile. Arrivato al nono km del primo di due giri, quindi già quasi al giro di boa, all’epoca i 40 km alla volta erano la prassi, ho deviato verso il fondo della vallata e seguendo la pista così com’era tracciata sono finito nella zona in ombra: quasi d’improvviso ho avuto una sensazione di gelo scendere fin dentro i polmoni, e mi si sono perfino congelate le lacrime accanto agli occhi, dove non erano riparati dagli occhiali. Preso alla sprovvista ho accelerato, ed è stata una fortuna perché aumentando la prestazione mi sono riscaldato per arrivare indenne alla malga e al punto di ristoro, un paio di km più a valle, sul tracciato di ritorno. L’oste, prudentemente al riparo all’interno del locale, mi ha confidato che due ore prima, gli Alpini che avevano un presidio oltre la Piana dell’Angelo, così chiamata perché gelida e un po’ più in alto, avevano registrato la temperatura di -27°!

Questa volta non andrà così, anche se è piuttosto fresco, innanzitutto perché fa meno freddo, poi perché sarò al riparo della Tucson, che assieme a un confortevole impianto di intrattenimento dispone di un ottimo sistema di riscaldamento, anche dei sedili e del volante. Imbocchiamo la strada che sale in mezzo al bosco e provo ad affondare sul pedale dell’acceleratore. Schiaccio a fondo e in breve chiedo all’auto di scaricare i CV custoditi tra il cofano e la trasmissione, nel modello in prova anteriore.

Ma la Tucson parte in progressione come se fossimo sull’asfalto asciutto

e accelera senza disperdere energia, e carburante, con lo slittamento delle ruote. Facile, direte voi, sul dritto e in salita… Per fortuna la strada prosegue in falsopiano permettendoci di apprezzare lo scenario da fiaba con gli alberi innevati fin verso il Santuario del Monte Lussari, che si trova qualche centinaio di metri più in alto raggiungibile con la cabinovia.

Ammiriamo tutto questo grazie al tettuccio quasi interamente finestrato.

Quindi, non mi resta che togliere improvvisamente il piede dall’acceleratore. Ma ‘la musica non cambia di molto’: la Tucson mantiene la direzione che le ho imposto e anche frenando si ferma senza bloccare le ruote, nonostante in questa zona di nel sottobosco il fondo passi spesso dall’innevato al ghiacciato. Ed ecco un tratto misto. Anche in questo caso la situazione non cambia e la Hyundai trasmette la sicurezza che è capace di assicurare. Ecco la Baita del Tedesco, il ristoro con i parcheggi, ma decidiamo di andare fino in cima, alla Piana dell’Angelo, oltre il torrente Saisera, fino ai piedi dei sentieri che portano al Rifugio Marinelli e su altri splendidi sentieri per le escursioni. Siamo arrivati a destinazione. Quindi, non ci resta che parcheggiare per goderci una bella passeggiata nella neve, ovviamente nei punti dove batte il sole.

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Testdrive: Un SUV di fascia media ma grande in prestazioni spazi e confort

La nuova Hyundai Tucson full-hibrid dispone di ben 230 CV

Docile e morbida in città e altamente tecnologica

Un SUV crossover performante e comodo dalla linea grintosa e …spaziale. Ho provato diversi modelli della Hyundai, ma questo mi ha incuriosito perché l’avevo scorto al cinema, tra i protagonisti del più recente film di Spiderman, quello nel quale il supereroe viene proposto facendo recitare contemporaneamente tutti e tre gli attori che hanno interpretato l’Uomo ragno. Si tratta della nuova versione della Tucson, che è full-hybrid, ovvero si ricarica da sola in decelerazione la batteria ausiliaria. Batteria, che alimentando un motore elettrico da 45 V consente all’auto di disporre di una potenza combinata di ben 230 CV. Che cosa mi aspettavo da questa nuova versione di un modello molto diffuso della Casa coreana?

Un’esplosione di potenza suggerita dal nuovo design del frontale

che lo rende davvero innovativo: ha i fari integrati nella trama della griglia del muso formati da triangoli di luci a led. La sostenibilità è espressa dal look della parte posteriore con il logo Hyundai che entra nel lunotto con fari sempre a led orizzontali sottolineati da due elementi rettangolari ciascuno. Saliamo a bordo, nel parcheggio della Hyundai Italia a Milano, ed ecco gli interno molto spaziosi e curati con uno stile tecnologico. Il cruscotto è digitale, configurabile e di pronta consultazione. Lo schermo touch sintetizza la ricca dotazione tecnologica, di assistenza e  multimediale.

Ciò che risalta immediatamente è il confort che circonda il conducente

e i passeggeri. Mettiamo in moto prima di farci un giro per la metropoli e prendiamo confidenza con i suoi contenuti. Il motore è a benzina di 1600 cc. È dotato di motore turbo mentre il motore elettrico si affianca alla turbina per accelerazioni che rendono la guida interessante e divertente. La guida in città è confortevole resa ancor più rilassante dal cambio automatico. Una città trafficata è densa di imprevisti, ma la ‘frenata automatica d’emergenza’ generata da un sistema di sensori e telecamere molto avanzato ci consente di muoverci in tutta tranquillità. Dispone anche dell’avanzato sistema di sicurezza anti abbandono dei bimbi a bordo: nel caso dovesse accadere

il dispositivo ROA (Rear occupant alert) invia un segnale al telefoIMG_7032 IMG_7028 IMG_7029 IMG_7020 IMG_7027 IMG_7035 IMG_7036 IMG_7039 IMG_7044no

cellulare. Due sono i display da 10,3” a disposizione: il cruscotto che crea due orologi più gli altri strumenti di controllo, e quello centrale entrambi con una grafica curata. Il sistema Bluelink tramite una app permette di controllare alcune funzioni dell’auto dal telefono cellulare, ovvero, anche mentre la Hyundai Tucson vi sta aspettando in via Brera e voi vi state gustando un piatto di una Regione italiana sul terrazzo panoramico della Rinascente. Il viaggio di rientro è, come ci si attendeva, confortevole. Rassicurato dal fatto che ci sono almeno sei sistemi di air bag di sicurezza a disposizione, compreso uno tra i sedili. Che sono in pelle e comodi per tutte e cinque le persone che possono rimanere a bordo. Avvolgenti quelli anteriori, dotati di riscaldamento e sistema di ventilazione. Quello del guidatore è a regolazione elettronica con memoria. Il clima è ‘tri-zona’. L’impianto è di buona qualità, e ci accompagna in una guida docile e morbida. Il resto lo esamineremo la prossima volta.

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