Stalker or alleged homosexsual ?

A7F30D33-38E3-4DB8-9ECC-F46D16B20A28Istituto primario d’elite, uomini (apparentemente) facoltosi, donne griffate ed annoiate, quale  migliore location per flirtare? Ottima idea se si vuole rendere meno monotona, anzi leggermente più interessante, la routine di portare i figli a scuola.

Un pomeriggio come tanti. Qualcuno(a), di inaspettato, trasgredisce la regola filosofica che sta alla base della saggezza social: non chiedere per primo(a) l’amicizia a chi già conosci, da anni, e che (forse) ti piace. Anche perchè, chi riceve la richiesta potrebbe essere colto di sorpresa…

Lei è la mamma, classe 1985, più giovane e bella di tutte. Vincitrice di selezioni regionali del noto concorso italico. Inizialmente convenevoli. formalismi, ovvietà ed ironia ” ..Sorpreso e lusingato …Finalmente l’età media dei miei contatti scenderà vertiginosamente…”. Ma non solo. La vena creativa del soggettista produce la sequenza cartoon :  una miss seduta davanti al suo mach book, e con in mano un omino, pescato nella rete, con cappellino e bastone di vecchiaia. Messaggio subliminale non criptato.

Dopo qualche settimana, complicità crescente. La ex miss: “…Se trovassi un lavoro, magari mezza giornata, farei tombola…conto su te…” . Non senza difficoltà, dopo breve tempo, l’offerta arriva. Ma lei gentilmente declina. Inspiegabilmente, o forse no.

Non capisco, o forse mi conviene non capire. All’orario di entrata e di uscita dei bimbi lei è sempre lì che aspetta solo un cenno. Bellezza (esotica) da capogiro. Sbaglio a non avvicinarla perchè (lo capirò dopo) forse offendo la sua emotività. Ma dovevo spiegare, parlare …forse volevamo lo stesso epilogo…

Impaziente. Come una belva ferita su fb attacca “…Fingere di amarsi a Parigi…”. E’ rivolto a me ed alla foto del mio profilo scattata oltre quindici anni fa a Praga.

Inizia il conflitto, la regola non scritta dei rapporti interpersonali: commentando un suo selfie che riceve centinaia di approvazioni osservo: “…Confondere Parigi con Praga potrebbe anche starci, ma testare tutti i giorni la propria popolarità sul social è veramente stucchevole…”. Avevo esagerato.

Da lì a qualche giorno mi accorgo di essere stato rimosso. E’ vero l’assioma secondo cui, se non ti ha ancora bloccato il profilo whatsapp o rimosso da facebook non ti mai amato !

A questo punto chiedo spiegazioni. La fermo una mattina all’entrata della scuola “…Mi perdoni ?…” e lei, stizzita “…Non c’è niente da perdonare … mio marito è arrabbiatissimo, lui legge tutto…e comunque, nella vita ci vuole più coerenza …”. Lascio ai lettori (o meglio alla gentile lettrice) decodificare il significato dell’ultima frase.

Forse era stata scoperta dal convivente che probabilmente aveva letto le nostre conversazioni, peraltro non compromettenti. O forse no. Magari gli inventò qualcosa. So solo che da quel momento in poi il suo compagno, mio conoscente d’infanzia, non mi saluta neanche. Evidentemente, a volte, fa comodo credere alle favole altrui.

Lei mi aveva già venduto ed il suo obiettivo era solo quello di vendicarsi. Per quasi tre mesi, fino alla conclusione delle lezioni, non c’è stato giorno (all’entrata ed all’uscita delle lezioni) che non me la trovo davanti.

All’inizio cerco timidamente di salutarla, ma poi capisco che si tratta di provocazione. Le tenta tutte.

Incroci “casuali”… parcheggi equivoci…mi aspetta quando arrivo con i bimbi, per poi uscire repentinamente dalla macchina.

Minigonne ascellari, top con grazie e forme in evidenza, trasparenze…una sfida infinita.

Cambio orari  più volte, pur di non incontrarla. Ma lei non cede

Ed anche ai compleanni perchè i figli erano compagni all’ultimo anno del ciclo.

Mi puntava ed all’improvviso girava lo sguardo; una volta mi ha pure pedinato con la macchina, tant’è che ho pure ricambiato…

Non capivo dove voleva arrivare. Ma ci arrivai presto.

Decido di produrre e sceneggiare un video-animazione – coinvolgendo artisti e webmaster, come ricordo di classe. Ne parlo con la dirigenza che mi prima mi assicurava  che sarebbe stato mostrato nella festa finale della scuola, ma successivamente cambiava idea e con scuse banali.

Fortunatamente termina la scuola, ma uno degli ultimi giorni (era la mattina del 30 maggio, qualche minuto dopo  mi sarei recato, in una nota palestra di Via Messina…) il direttore mi ferma “… Dottore, le devo parlare.. mi dispiace che non abbia potuto far vedere il suo lavoro all’auditorium… ma qualche genitore non era d’accordo che lei facesse il video… c’era già quello delle rappresentanti di classe… ma soprattutto una delle mamme … si .. quella lì … ma perchè ce l’ha tanto con lei … mi ascolti stia lontano da quella donna…”.

Due più due fa solitamente quattro.

A distanza di qualche settimana, all’uscita del Grest estivo ancora il direttore, questa volta confidenziale “… Senti … ma quella donna … non ho creduto ad una parola di quello che mi diceva …io ti conosco come una persona per bene … conosco lei però …. ogni mattina era da me a parlar male di te … diceva che la infastidivi continuamente, la perseguitavi … e lo diceva anche agli altri genitori…e che in quel video avresti potuto mettere immagini pornografiche e/o di pedofilia…mi ha anche detto che la scuola doveva far qualcosa contro di te …diceva che per mesi la disturbavi e molestavi … “.

Chissà a quanti avrà raccontato le sue deliranti follie. Per fortuna, la scuola chiude i battenti, arriva la bella stagione, ma la avrei incrociata ancora in un altra scuola dove i transfughi dell’istituto che chiudeva i battenti avevano iscritto i propri figli.

Prima che terminano le lezioni le lascio sulla maniglia della sua lussuosa auto una <intervista immaginaria> dove ripercorro tutta la vicenda in modo ironico simulando una intervista dove io pongo le domande, io risponde per lei.

La conclusione del colloquio virtuale è  “…ora lo cancello da fb e lo dimentico…FINE “. Speravo lo facesse. La sceneggiatura era conclusa.

Il giorno dopo nel suo profilo fb compare la scritta “…C’è poco da fare l’ironia appartiene all’intelligenza…”. A chi era rivolta quella frase ?

A Settembre, più motivata di prima. Ricomincia ad attendermi per modi di incrociarmi nelle scale che conducono alle classi: di mattina presto, all’uscita. Una provocazione costante, continua.  La evito accuratamente e lei comincia, dopo qualche settimana, a cercare volutamente di incontrare mia moglie per poi non salutarla; aspetta una sua reazione, magari per rovesciare tutto quello che ha dentro.

Basta poco per annientare agli occhi degli altri una persona: nessuna denuncia, zero accertamento giudiziale. Accuse di una psicopatica diventano prove perchè l’omino di mezza età non può non essere perdutamente innamorato della splendida (!?) trentenne.

Alcuni genitori della scuola – suoi amici, miei conoscenti – con cui avevo un rapporto di cordialità iniziano a prendere le distanza da me, passano dal tu confidenziale al lei formale, alcuni di loro – presumo informati dalla signora – non mi rivolgono più il saluto.  Una violenza flagrante, spietata ed intollerabile  e la vittima (in)cosapevole ero io. Come ci si difende dalle accuse di molestie in assenza di testimoni ?

Altri genitori della classe delle bimbe, prima molto gentili, non invitano più le mie figlie a casa loro. Mi sento osservato. Scrutato. Come un accusato, condannato preventivamente e giustiziato in modo tribale e sommario senza contradditorio, zero prove. Nessuno, dico nessuno dei genitori della scuola mi avvicina per informarmi di quello che racconta in giro la belva ferita.

Additato sulla pubblica piazza come (mica tanto) presunto colpevole e deprivato del bene più caro la reputazione personale di un papà con tre figli.

E’ troppo. Volutamente mi confido con un genitore che so essere suo amico (e spasimante). Racconto quello che è successo, ciò che mi ha confidato il direttore, ed i cambi di umore di alcuni genitori nei miei riguardi. Discuto velatamente di querele per diffamazione e calunnie, citazioni in giudizio civile e penale del direttore della scuola come teste, ed azioni di risarcimento del danno. Ed anche di farmi una passeggiata nello studio privato del convivente.

Ebbene, quel burattino, le racconta tutto e la mattina dopo me li trovo, tutte e due insieme, davanti le scale che danno sulle aule che fanno di tutto per incrociare il mio sguardo.  Ignoro il fantoccio e la pazza.

Dopo due giorni, mi ritrovo (casualmente) questa volta solo lei, in un noto iper di periferia proprio di fronte la scuola di mio figlio.

Lei cerca lo sguardo. Io la osservo e con la mano abbasso il cappello in modo da coprire gli occhi.

E’ metà novembre. Nel suo profilo scompaiono le foto ammiccanti e figura un tramonto. E’ finita.

Relax.

Il mondo è vario.

Sorrido.

Qualche settimana fà, casualmente, scorgo su di un profilo social una bellissima foto dove una nota modella con la mano sinistra si tocca i capelli lasciando scoperto un orecchio. Nascosta in una curva della memoria la vena artistica di un aspirante sceneggiatore immagina l’istantanea possa rappresentare idealmente lo spot visivo per il prossimo 17 maggio; giornata internazionale contro l’omofobia.

Una sequenza dove l’incantevole mannequin, con le sue raffinate movenze, rispetta ed esalta con orgoglio atteggiamenti e sentimenti di Esseri Umani (non io, dispiace deludere) che portano ad andare “controcorrente”per seguire la propria natura.

Omaggio della splendida indossatrice alla naturalezza di chi vuole annunciare al mondo, con coraggio e fierezza, la bellezza dei sentimenti, delle emozioni e dell’amore. In tutte le sue forme.

Perchè era certamente questo … lato luce ed ombra del femminile in un uomo … o del maschile in una donna… il significato del messaggio subliminale…

O forse no ? Look.

Au revoir.

cortometraggio

SINOSSI

Cortometraggio … in attesa di sponsor !

Seppur ispirati a fatti realmente accaduti, nomi, eventi e personaggi presenti nel soggetto sono di fantasia, frutto della libera espressione artistica degli autori. Pertanto ogni riferimento a fatti, luoghi e persone realmente esistenti è del tutto casuale.

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INT.scuola giorno (POMERIGGIO)

All’ingresso della sala docenti UOMO, QUARANTOTTO ANNI/CINQUANTA ANNI CIRCA, PIACENTE ALTO, STEMPIATO, OCCHIALI ROTONDI, FISICO PRESTANTE, ELEGANTE. si ferma a discutere con un amico COLLEGA, ALTEZZA MEDIA,GRASSOCCIO CINQUANTA/CINQUANTACINQUE ANNI CIRCA, BAFFETTI SCURI.

uomo piacente

Finalmente ….non ne potevo più. ENRICO che fai ora ?

UOMO GRASSOCCIO

SERGIO, credimi è da qualche giorno che mi sento così stanco… Torno alla base …

SERGIO

Riprenditi…piuttosto,mi sono iscritto in palestra. Mi accompagni ?

ENRICO

(ironico)

Ci vediamo lì …

SERGIO si allontana.

SERGIO

(divertito)

 …Ah Ah …

ENRICO saluta con un cenno.

SERGIO si dirige verso il posteggio, ed è attratto da un cartellone pubblicitario ove è raffigurata una modella che pubblicizza un intimo.

int. – studio fotografico – giorno

DONNA VENTISEI ANNI CIRCA, ALTA, BRUNA, OCCHI CHIARI, FORME SINUOSE, INCANTEVOLE davanti all’obiettivo del fotografo

Ultimo scatto, la modella scende dalla pedana, si dirige verso l’uscita seguita dal fotografo.

MODELLA

(ammiccante)

Grazie di tutto ALEX. Quando mi mandi le foto ?

ALEX

Forse anche oggi SIMONA. Che fai ora ? Prendiamo un aperitivo ?

SIMONA prende dalla borsa il telefono e guarda se sono arrivati messaggi. Senza guardare in viso ALEX perchè concentrata sul touch.

SIMONA

Magari un’altra volta. Vado di fretta…

ALEX

Dici sempre così..

SIMONA

(sorride)

int. palestra sera

SIMONA entra in sala dove sono presenti uomini di tutte le età, con prevalenza di giovani fisicati.

SIMONA, tuta aderente, trucco marcato, capelli raccolti in una coda, entra nella sala fitness. A proprio agio, attira lo sguardo dei presenti regalando pochissimi sorrisi appena accennati.

Inizia l’allenamento. Attrezzo <rematore con manubrio>.

SERGIO entra in sala, si aggira senza meta. Discute con l’istruttore di sala. Esce dalla sala si reca al bar, acquista una bottiglia d’acqua.

Rientra in sala fitness, interrompe la sua andatura e si sofferma ad osservare gli atleti impegnati negli esercizi. Infastidito dalla musica ad alto volume, ripone la bottiglia d’acqua sopra una cassapanca.

Titubante, inizia il suo allenamento, ma viene subito ripreso dall’istruttore di sala perchè l’esercizio che sta effettuando non è corretto.

SIMONA conclude il suo esercizio. Scorge SERGIO che è impegnato nell’attrezzo <croci ai cavi> di fronte ad uno specchio.

SIMONA destreggiandosi tra gli attrezzi, movenze da starlette, si dirige velocemente verso SERGIO e si colloca dietro di lui. Si snoda i capelli, poi li rilega fissando SERGIO dallo specchio che non può fare a meno di notarla.

SERGIO, perplesso, conclude l’esercizio si dirige pernsieroso verso una panca dove allena i bicipiti con i manubri. Si prende una pausa e beve un pò d’acqua dalla bottiglia che aveva riposto sopra la cassapanca, allontanandosi lentamente.

SIMONA, conclude l’esercizio, si reca al bar, acquista una bottiglia d’acqua, entra in sala fitness  prende il suo cellulare dalla borsa, ripone la bottiglia e l’i-phone nella stessa panca dove si trova la bottiglia di SERGIO.

Ci ripensa, riprende la sua bottiglia, strappa l’etichetta e la ripone nello stesso punto, accanto alla bottiglia d’acqua di SERGIO.

SERGIO, conclude l’esercizio si dirige nuovamente verso la cassa panca, prende la sua bottiglia d’acqua, sorseggia e si siede nella panca dove sono riposti bottiglia acqua ed i-phone della modella.

SIMONA si avvicina cercando di prendere il suo telefono non riuscendovi perchè SERGIO occupa, quasi interamente, lo spazio.

SERGIO si sposta leggermente per consentire a SIMONA di prendere il telefono

SERGIO

Mi perdoni …

         SIMONA

Non si preoccupi …grazie … stia pure … riesco lo stesso …

SERGIO e SIMONA incrociano lo sguardo. Ricambiato reciprocamente.

SIMONA si avvia verso un nuovo attrezzo. Concluso l’esercizio saluta la personal ed esce dalla sala pesi.

SERGIO, conclude l’allenamento. Prima di uscire dalla sala si guarda allo specchio controlla il suo viso, monitora le sue rughe e osserva la calvizie incipiente.

Si riveste ed esce dalla palestra. Si ferma in edicola, acquista un quotidiano e scorge il volto di SIMONA sulla copertina di un volantino pubblicitario.  Apre velocemente il volantino riuscendo a scorgere il viso della modella

Prende il suo i-phone, lo accende, entra in internet, canale di ricerca e digita il nome dell’evento pubblicizzato. Legge con attenzione i risultati della ricerca e scopre il nome della donna del volantino: SIMONA VINCI.

INT. CASA di SIMONa NOTTE

SIMONA apre la porta di casa sita in periferia in uno stabile in condominio, arredamento modesto ma dignitoso.

Poggia la borsa della palestra, entra nella sua stanza. Accende il PC e trova il file con le foto inviate da ALEX. Le guarda con attenzione e si sofferma su alcune di esse, salvandole nel desktop.

Cerca sul motore di ricerca: casting fotomodelle. Non fa in tempo a leggere i risultati della ricerca perchè viene interrotta da un messaggio vocale whatsapp.

Prende il telefonino ed ascolta il messaggio vocale.

ROBERTO – FERRAMENTA

Ciao SIMONA. Tutto bene ? Mi raccomando, domani pomeriggio confermato. Prima di passare ripassati la lezione. Collegati al  portale ….Ah dimenticavo. Regalo di Natale anticipato … sei euro l’ora. Contenta ? A domani!

SIMONA, intristita, legge il messaggio e risponde

Ciao Robi. Ok e grazie. ci vediamo lì.

Ritorna al PC. Cancella la ricerca e sul motore di ricerca scrive: DISSALATORI caratteristiche tecniche.

Si alza dalla scrivania e si dirige verso il finestra. Si specchia nel vetro. Osserva triste le luci della strada solitaria di periferia.

INT. AUTOVETTURA – NOTTE

All’interno del veicolo, SERGIO, una DONNA DI CIRCA 46/48 ANNI, DISTINTA, UN PO APPESANTITA , BEN VESTITA E CURATA NEI DETTAGLI, un RAGAZZO di CIRCA 14 ANNI, ALTO, TUTA DA GINNASTICA, smartphone in mano

RAGAZZO

Mamma, già che andiamo al centro commerciale mi compri le sneakers ? Sono l’unico della mia classe che non ce l’ha…

MAMMA

ALBERTO, mettiamoci d’accordo. Non puoi avere tutto quello che vuoi….SERGIO diglielo tu a tuo figlio che 300 euro di scarpe è troppo

SERGIO, pensieroso, annuisce. ALBERTO, seduto nel sedile posteriore, gesticola contro la madre.

MAMMA

E poi prima dobbiamo andare a fare la spesa. Poi vediamo

SERGIO posteggia nei pressi del centro commerciale.

         SERGIO

Ok voi scendete. ERMINIA ci vediamo dentro tra un pò. Vado un attimo dal negozio di Ferramenta. Solo lì trovo i tondini per le sedie.

ERMINIA

Mi raccomando… puntuale…

SERGIO entra nel negozio di ferramenta, i dirige verso il reparto <bricolage> e dopo aver curiosato scorge uno stand dove una giovane donna propone ai clienti depuratori d’acqua.

Riconosce la ragazza che aveva incontrato in palestra. Si avvicina velocemente allo stand

SERGIO

Buonasera signorina.

SIMONA

Buonasera.

SERGIO

Funzionano questi dissalatori ? Mi hanno detto che non sono affidabili…

SIMONA

E’ stato informato male. E poi i nostri prodotti sono garantiti per due anni.

SERGIO

Va bene, non posso non crederle ..Ma mi dica, scusi la mia impudenza, ma non ci siamo incrociati in palestra qualche giorno fa? Ricorda ?

SIMONA

Quindi lo compra ? Vendiamo anche a rate, con piccoli finanziamenti.

SERGIO

Va di fretta signorina… Mi faccia riflettere …

SIMONA

(ammiccante)

Ne ho già venduti tre solo nel pomeriggio. A chi lo compra ritorna in negozio a farci i complimenti. Sono sicura che lo farà anche lei …

SERGIO

Mi ha convinto ! Ne prendo uno per mia madre ed uno mia sorella. Ma non si ricorda proprio della palestra ?

SIMONA

Non so, sono qui dalle 15,00, ne vedo tanti di volti… Comunque, il costo totale è di € 1.210,00. Firmiamo ?

SIMONA poggia sul tavolo dello stand i contratti di acquisto che vengono firmati da un perplesso SERGIO.

Saluta con una stretta di mano SERGIO.

SIMONA

Bene, abbiamo finito. Ecco la sua copia. Lei è stato gentilissimo. A presto! E grazie.

SERGIO

(sconsolato e pensieroso)

Buonasera signorina e grazie a lei. Magari ci rivediamo in plaestra …

SERGIO, interdetto, conserva i contratti nella tasca posteriore dei pantaloni. Si dirige verso la vettura. Apre il cofano e poggia la busta con i dissalatori coprendola con alcuni teli presenti nel bagagliaio. Poggiati i depuratori dentro il bagagliaio, SERGIO incrocia lo sguardo di un  signore di circa sessantacinque/sessantotto anni, vestito casual, con cappello in testa.

SIGNORE SESSANTACINQUENNE

(inflessione dialettale)

Ma scusari… Ma di cose ca pigghiau n’aggiuvuno… n’accatuu uno me megghieri … L’ama ittato. Su na truffa !

SERGIO osserva l’uomo con sguardo incredulo e sospetteso.

EST/INT. Palestra pomeriggio

SIMONA posteggia la vettura. Entra in palestra, saluta le signore della reception ed entra negli spogliatoi.

Esce dallo spogliatoio ed entra in sala pesi affollata di atleti. Saluta la personal.

Dalla porta della sala fitness, entra un UOMO. ALTO, 48/50 ANNI CIRCA, CAPELLO MORO (TINTO) ABBRONZATO, PALESTRATO, CON ABBIGLIAMENTO ATTILLATO. INDOSSA UNA COLLANINA D’ORO. Con una bottiglia d’acqua in mano, si rivolge all’istruttore di sala

SERGIO arriva in palestra ed entra in sala. Si accorge della presenza di SIMONA cercando invano il suo sguardo.

SIMONA, inizia ad allenarsi e concluso il suo primo esercizio, volge lo sguardo verso l’angolo cardio ed incrocia lo sguardo di RAUL. Ignora SERGIO che le passa davanti.

RAUL è impegnato nell’attrezzo <croci ai cavi> di fronte ad uno specchio.

SIMONA destreggiandosi tra gli attrezzi, si dirige velocemente verso RAUL e si colloca dietro di lui. Si snoda i capelli, poi li rilega fissando RAUL dallo specchio che ricambia lo sguardo.

RAUL si prende una pausa e beve un pò d’acqua dalla bottiglia che ripone sopra una cassapanca. Si allontana dalla cassapanca e si dirige verso un nuovo attrezzo.

SERGIO scorge la scena tra i due, interrompe l’esercizio, si siede su di una panca ed osserva.

SIMONA, concluso il suo esercizio, si reca al bar, acquista una bottiglia d’acqua, entra in sala fitnees  prende il suo cellulare dalla borsa, ripone la bottiglia e l’i-phone nella stessa panca dove si trova la bottiglia di RAUL.

Ci ripensa, riprende la sua bottiglia, strappa l’etichetta e la ripone nello stesso punto, accanto alla bottiglia d’acqua di RAUL.

RAUL, conclude l’esercizio si dirige nuovamente verso la cassa panca, prende la sua bottiglia d’acqua, sorseggia e si siede nella panca dove sono riposti bottiglia acqua ed i-phone della modella.

SIMONA si avvicina cercando di prendere il suo telefono non riuscendovi perchè RAUL volutamente occupa, quasi interamente, lo spazio.

RAUL guardando negli occhi la modella le porge il telefono.

RAUL

(ammiccante)

Ciao io sono RAUL, questo deve essere tuo.

Simona

(distaccata – altera)

Si, la ringrazio è mio.

RAUL si alza dalla cassapanca, si dirige verso lo spazio addominali.

SERGIO va verso RAUL come se volesse parlargli. Si ferma. Esce dalla sala.

SIMONA conclude il suo circuito, si dirige verso la reception, senza guardare RAUL che resta in palestra.

RAUL Uscendo dalla palestra scorge SIMONA che discute con la reception ignorandolo. Si dirige pensieroso verso l’uscita della palestra.

Prima di uscire dalla porta si accorge che sul tavolo della reception sono collocati alcuni inviti per una serata in un locale. Prima di uscire ne prende uno e lo mette in tasca.

Posa il borsone nel bagagliaio della macchina. Esce dalla tasca l’invito dove è presente il volto di SIMONA, guest star della serata. Riconosce la donna.

INT. CASA di SERGIO SERA

SERGIO entra nel suo studio. Chiude la porta. Si siede sulla sedia della scrivania, accende il PC, controlla la sua mail.

Si alza e si dirige verso la libreria. Ci ripensa e si siede sulla sedia della scrivania dove sono posati alla rinfusa, all’interno di un libro, alcuni fogli di carta.

Prende una matita bi-colore rossa e blu, ed incomincia a leggere i fogli di carta. Utilizza la matita per correggere.

Allontana il foglio che stava correggendo. Si alza e va verso la finestra, osserva le luci della sera.

Prende dalla libreria la busta con i dissalatori. Esce dalla busta i prodotti e li poggia sulla scrivania.

musica Good by my lover – J.BLUNT ??

Si dirige verso lo specchio. Si osserva. Si siede sulla scrivania. Osserva i dissalatori. Si dirige verso la libreria dello studio, prende un testo.

Sfoglia qualche pagina. All’interno del libro è riposto un volantino, con il viso di SIMONA in evidenza, che pubblicizza un evento. SERGIO apre il libro dove è presente in volantino e si sofferma sul dipinto di Celestino Ferraresi <La bella burattinaia>.

Osserva, sorride.

Da dietro la porta dello studio la voce del figlio

ALBERTO

Papà, posso ?

SERGIO

Entra ALBERTO …

ALBERTO

Dai papà, basta correggere compiti… tra due minuti inizia la partita … la vediamo insieme no ?

ABERTO si alza dalla sedia, prende il libro e si dirige verso la libreria. Poggia il libro nella mensola più alta. Sguardo d’intesa con il figlio.

INT. CASA DEI GENITORI DI SOPHIA POMERIGGIO

SIMONA apre la porta di casa. Si dirige verso la sua stanza. Posa la borsa sul letto.

Si siede sulla sedia della scrivania. Accende il PC, inserisce una USB (musica di YIRUMA <River flows in you o EINAUDI Nuvole Bianche) controlla la mail. Un messaggio ROBY FERRAMENTA

Ciao SIMONA. Ieri sei stata perfetta ! Domani pomeriggio si ricomincia. Spero di poterti pagare domani stesso. Ciao bellezza.

SIMONA, gelida, cancella il messaggio. Aggiorna la posta ma non trova altri messaggi.

Scrive un messaggio

Ciao ALEX, come stai ? Apettavo una tua chiamata…Hai notizie dei casting ? A presto 🙂

Si alza dalla scrivania, prende la borsa dal letto, cerca e trova il suo iphone. Controlla l’arrivo di sms. Ma non trova nulla di nuovo.

Con un gesto di stizza sposta la borsa dal letto e si getta nel letto a faccia in su. Braccia e gambe aperte.

Si alza dal letto e si dirige verso la finestra. Osserva le luci della sera.

Scoppia a piangere.

THE END

Madame du Barry: un’eroina d’altri tempi ?

Uomini attempati, di successo e con conti in banca a sette zeri accompagnate da modelle super sensuali con presenza scenica difficile da dimenticare.

Lo scambio dovrebbe essere alla pari: il riccone di turno, tinteggiato o rizollato – che veleggia tra la mezza e la terza età – si nutre della giovinezza perduta esibendo la donna-trofeo urbi et orbi; la ragazza accetta una esistenza da bella statuina in cambio di denaro, viaggi, vacanze, alberghi di classe e locali alla moda, ma patisce le forme vecchie e cascanti dell’amato.

E’ questo il cliché, decisamente ipocrita e provinciale, con cui falsi moralisti e sedicenti benpensanti archiviano le coppie con distanze anagrafiche, estetiche, culturali, sociali, familiari ed economiche siderali.

Chi scrive, e non può fare altrimenti, si chiede la ragione filosofica per cui si debba ostinatamente pensare e parlare male delle giovani amanti, mogli, concubine, eccetera degli uomini potenti.

Potremmo anche immaginare che dove c’è interesse non può esserci emotività, coinvolgimento ed amore.

Ma poniamoci anche un altro interrogativo: cosa rimane di una relazione tra la giovane donna ed un uomo ricco e di successo, o magari anche di potere quando per lui la notte s’avvicina ?

Questo è il momento decisivo: rimanere accanto all’uomo amato quando folle sedotte ed osannanti di un tempo, in rapida metamorfosi, si trasformano in orde vocianti e giustizialiste pronte a chiedere la testa del potente.

Quando la vita perde la sua cornice smagliante ed il legame non è scalfito dagli eventi, ad intuito, immaginiamo che quella relazione sia proprio vera sincera schivando l’idea di un tornaconto.

Magistralmente scrive A. MOMIGLIANO, Rivista studio, 2016 “…se volere bene significa concedersi senza rete di protezione, mettersi nelle mani dell’altro, rendersi vulnerabili al suo potere, allora poche storie parlano d’amore quanto quella della giovane amante di un uomo potente, pronta a cadere in disgrazia non appena per lui il baratro s’avvicina…”.

Numerose, nel corso della storia, sono state le donne che hanno condotto vite parallele, sino al crepuscolo, con uomini dominanti, poi caduti in disgrazia.

Senza voler dimenticare due donne con non furono tanto fatali, quanto vittime della fatalità come Eva Braun e Claretta Petacci, il carattere mite e sensibile dell’Autore, che rifugge da scenari cruenti, preferisce ricordare la bellissima cortigiana bionda dagli occhi azzurri Marie-Jeanne Becu, meglio conosciuta come Madame du Barry.

I più preparati in storia contemporanea rammentano che all’interno del palazzo di Versailles in Francia, dopo la morte di Madame de Pompadour, nell’aprile 1764, riuscì a sedurre il re Luigi XV, influenzando, e non poco, gli affari di Stato.

Il re intorno al 1770, si ammalò ed al contempo cominciò a manifestare punti deboli e a essere politicamente scoperto.

La contessa Du Barry da perdere aveva tutto, ma qualcuno racconta che quando il re Luigi durante una sua passeggiata mattutina cadde da cavallo, primo presagio del morbo, la contessa gli abbia sussurrato nell’orecchio: <Ho soltanto voi, per me voi siete il sole>

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Cortometraggio

SINOSSI: Turbati dal cambiamento del loro corpo, riluttanti nell’osservare le regole ed a riconoscere l’autorità di genitori, a loro volta, in equilibrio nelle scelte educative sospese tra divieti e concessioni.
La storia narra del delicato rapporto tra ANDREA (tredicenne) e suo padre GUIDO (operaio) raccontato senza giudicare.
Un genitore che, d’istinto, riversa sul preadolescente, in crisi di identità, le sue frustrazioni lavorative, per poi sforzarsi di ascoltare l’emotività del figlio che, nella scena finale, accenna un percorso di maturazione.

 

SCENEGGIATURA

 

 

EST. – parco giochi – GIORNO (tardo pomeriggio) nuvoloso

 

Un RAGAZZINO, adolescente, di circa dodici anni, capelli corti castani, altezza media di circa m. 1,40-45, corporatura esile, vestito con jeans, felpa e scarpe da tennis, è seduto su una panchina di un parco. Ha con sè un pallone.

Il parco è frequentato da BIMBI accompagnati dai GENITORI, da alcuni ragazzini vocianti che giocano a pallone, da qualche ADULTO che passeggia il cane, e da una COPPIA (ragazza e ragazzo) che si scambia tenerezze.

Il ragazzino osserva due bimbi, un maschietto e una femminuccia, che si rincorrono sotto lo sguardo amorevole dei genitori attorno a uno scivolo.

Rivolge poi il suo sguardo verso l’altalena dove un ragazzo spinge delicatamente la sua ragazza. I due parlottano, sorridono e si baciano.

Si solleva il cappuccio della felpa e dopo aver girovagato, senza meta, per il parco, si risiede sulla panchina, estrae il suo telefonino dalla tasca giocandoci qualche secondo.

Si alza dala panchina e si dirige verso l’uscita. Si sofferma a guardare una foglia caduta da un albero che rotola sospinta dal vento senza direzione.

EST. – fabbrica – notte (sera)

Un UOMO di circa 45 anni, capelli scuri, di corporatura robusta, alto circa un metro e ottanta, si trova all’interno di una fabbrica manifatturiera.

Ultimato il turno, ancora in tuta da lavoro, è davanti alla porta della direzione aziendale. Sulla porta un’insegna : dott. LEONARDI RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE

L’uomo bussa alla porta

UOMO

Buonasera dottore, in segreteria mi hanno detto che mi cercava ?

Capo del personale

(uomo ben vestito, distinto, mezza età, quasi calvo)

(indifferente)

Ah …buonasera Sig. D’URSO, prego si accomodi… Gradisce qualcosa ?… un caffè …

D’Urso

No, non si disturbi, grazie. Mi attendono a casa per la cena, oggi è l’onomastico della piccola di casa …

leonardi

Benissimo, allora andrò subito al sodo …ma non si preoccupi nulla di grave.

d’urso

Mi dica dottore

Sulla scrivania, un foglio di carta, titolato figurano dei nomi cerchiati. Con una matita in mano il Responsabile delle risorse umane, facendo attenzione a non fare vedere il foglio, spunta con un asterisco, l’ultimo nominativo: GUIDO D’URSO .

DOTT. LEONARDI

(rassicurante)

Niente di importante caro D’URSO. Ricorda della contrattazione tra proprietà e i sindacati sulla proposta riduzione dei turni fino a fine anno ? Come saprà le commesse sono dimimuite … la gente compra meno …

D’URSO

(preoccupato)

Certo Dottore, ci sono novità ?

DOTT. LEONARDI

(rassicurante)

I sindacati hanno firmato l’accordo. E’ stato eliminato il turno pomeridiano … dalle 15,00 alle 19,00. Da lunedì prossimo, il pomeriggio potrà godersi la sua bella famiglia (sorriso …) Ma non si preoccupi, è solo per un breve periodo, dall’anno prossimo si ricomincia a pieno regime.

L’uomo, si alza dalla sedia, gira intorno alla stanza pensieroso

D’URSO

E ora … come farò ? Con metà stipendio non riuscirò a pagare il mutuo, le spese di casa …

E’ sicuro che presto riavrò le mie ore ? O forse devo aspettarmi il licenziamento ?

DOTT. LEONARDI

(cortese)

Vedrà, tutto si sistema. L’interesse della proprietà è quello di mantenere la forza lavoro e in particolare maestranze come lei, sig. VENTURA, fiore all’occhiello della struttura.

D’URSO

Dottore, io mi chiamo D’URSO, VENTURA è in mobilità dallo scorso anno …

DOTT. LEONARDI

(dispiaciuto)

Mi scusi ha ragione… ogni tanto anche io vado in cortocircuito. Comunque, non si preoccupi, vada via tranquillo a festeggiare la sua bimba. E ci vediamo domani mattina. Buona serata

D’URSO

(triste)

Speriamo Dottore che sia solo per qualche mese: io di quelle ore di lavoro ho realmente bisogno … Buonasera.

Il Responsabile del personale, sorridente, si alza dalla scrivania e accompagna un pensieroso e sconsolato D’URSO alla porta.

Chiusa la porta si siede, pensieroso e rabbuiato, nel foglietto cerchia il nome D’URSO GUIDO. Stacca il foglietto dal notes, lo stringe tra le mani e accartocciandolo, lo poggia sulla scrivania.

Si alza dalla sedia, osserva dalla finestra del suo ufficio l’officina vuota. Fuma una sigaretta, accende il PC, ed inizia a giocare al solitario, gelido.

int. – casa – notte

GUIDO, rientra in casa, bussa alla porta.

Apre una DONNA 35 anni, alta un metro e 70 circa,, bruna, occhi chiari, di bell’aspetto, che tiene in braccio una BIMBA di circa due anni e mezzo. La famiglia abita in un stabile in condominio; arredamento degli interni modesto ma dignitoso.

DONNA

Ciao amore.

GUIDO

Ciao Martina.

GUIDO, saluta la moglie MARTINA con un cenno poi si dirige verso la stanza da letto, apre l’armadio, si sveste. Entra in bagno, fa una doccia, indossa abiti di casa e visibilmente pensieroso, siede a tavola in attesa della cena.

MARTINA si avvicina lui.

MARTINA

Che succede ? Peroccupato ? Problemi in azienda ?

GUIDO

Martina, ti prego … ne parliamo dopo …

Bussano alla porta.

martina

Chi è ?

VOCE ragazzino (f.c.)

Mamma sono io…apri ?

Martina apre la porta

MARTINA

Ciao ANDREA, a quest’ora ? Presto, vai a lavarti le mani e vieni a cenare. Poi vediamo insieme se hai fatto i compiti…

ANDREA

Sono stato tutto il pomeriggio a scuola. Oggi laboratorio … il prof. non la finiva più …Per questo ho fatto tardi …

ANDREA, senza fermarsi e continuando a camminare si dirige verso la sua stanza chiudendo la porta.

GUIDO, e la piccola sono seduti a tavola. MARTINA inizia a distribuire le pietanze.

MARTINA

ANDREA, è pronta la cena, stiamo aspettando te…

ANDREA

(annoiato e infastidito)

Mamma, non ho fame …cenate voi …

MARTINA

(irritata)

ANDREA vieni subito a tavola! Quante volte debbo chiamarti ancora ??

ANDREA non risponde. In sottofondo dialoghi indistinti e confusi di ANDREA.

GUIDO, visibilmente irritato, si alza da tavola, si dirige verso la stanza del figlio, apre violentemente la porta

GUIDO

(furioso)

Alzati subito da quella sedia e vieni a cenare ! La mamma ti ha già chiamato più volte …

ANDREA, imperturbabile, cuffie nelle orecchie e consolle accesa, osserva il padre con sufficienza proseguendo a manovrare il telecomando della consolle.

GUIDO, esasperato, si dirige verso ANDREA, sfila con fare deciso le cuffie dalla testa del figlio gettandole a terra con forza . Allo stesso modo strappa dalle mani del figlio il telecomando della consolle lanciandolo in direzione del materasso del letto.

GUIDO

Vergognati ! Non ascolti più nessuno … non rispetti le regole … E vai malissimo anche a scuola … Che cazzo vuoi fare della tua vita ?

ANDREA si alza dalla sedia e rivolgendosi al padre

ANDREA

Sì, sì … sta parlando … lui che non ha neanche preso il diploma …

Il padre ha l’istinto di scagliarsi contro il figlio, ma si ferma. Esce dalla stanza e va sul balcone della cucina. Si accende una sigaretta.

ANDREA

(a bassa voce)

Pensa te… tutta la vita sfruttato a fare l’operaio …

ANDREA, scosso, chiude con decisione la porta della stanzetta.

Poggia la testa sulla scrivania. Si alza e siede a terra, appoggiando la schiena sul muro e con le mani tra le gambe.

All’interno della sua stanzetta buia illuminata dal monitor ove scorrono le azioni del gioco on line

in cucina

MARTINA termina di accudire CAROLA che finisce la sua cena. La piccola gioca sul pavimento con un pupazzetto.

MARTINA si dirige in balcone

GUIDO, lascialo perdere …E’ da qualche giorno che è intrattabile … vedrai … domani sarà lui stesso e chiederti scusa …

STANZA DI ANDREA

Si getta sul letto e si addormenta senza indossare il pigiama.

GUIDO, apre la porta della stanzetta, si accerta che il figlio dorma, raccoglie le cuffie e le viti staccate, riponendole con cura, insieme al telecomando, in un sacchetto di plastica che custodisce dentro l’anta dell’armadio.

int. CASA – giorno (mattina)

ANDREA, si sveglia, è solo in casa. Trova un biglietto

– LA MAMMA

ANDREA va in cucina e trova una brioche sulla tavola da pranzo, la apre e la mangia lentamente mentre osserva la casa vuota.

Girovaga per casa senza meta. Entra in bagno e si guarda allo specchio. Nota, incurisoito, una piccola peluria sotto il naso.

Esce dal bagno, cerca il suo i-phone, nella sua stanzetta, in cucina e infine in salotto, ma non lo trova.

Nel cercare, con ansia, il proprio telefono fa cadere dalla libreria, involontariamente, un album di vecchie foto.

Apre l’album e sofferma la sua attenzione su due foto. Una che ritrae il padre, adolescente, sopra una moto enduro DUCATI, capellone e con l’orecchino; l’altra foto sempre del padre, con lui in braccio appena nato.

ANDREA riflette e sorride.

fa un selfie seduto al suo notebook lo accende scaricando la foto,

stacca le due foto dall’album e le scannerizza;

clicca sul programma photoshop e realizza una composizione su due righe.

Nella prima riga, a sinistra della pagina inserisce la foto del papà tredicenne e, in corrispondenza, a destra, la foto del papà sorridente con lui, neonato, in braccio.

Nella seconda riga colloca a sinistra il suo selfie, e in corrispondenza a destra tre punti interrogativi.

ANDREA si alza dalla scrivania e va in cucina, prende una spugnetta, la imbeve d’acqua e pulisce le scritte sul muro del giorno prima.

Si avvicina alla finestra della sua stanzetta e si sofferma a osservare un uccellino sopra un albero che esce dal nido cercando, con fatica, di volare.

piu’ tardi

GUIDO ritorna dal lavoro, apre la porta di casa, posa le chiavi sul tavolo, ed entra nella stanza di ANDREA.

Dall’anta dell’armadio prende il sacchetto dove aveva riposto le cuffie con la vite staccata. Si siede sulla sedia della scrivania del figlio e comincia a riparare le cuffie.

ANDREA, in salotto con il suo i-phone in mano, si dirige verso la sua stanzetta.

ANDREA

Ciao papà … aspetta … forse quella vite va inserita più in basso …

GUIDO

Ciao Andrea .. hai proprio ragione .. ho già tentato più volte … dall’altra parte …

ANDREA, torna in salotto, prende una sedia e la colloca nella sua stanzetta, vicino a papà.

Padre e figlio proseguono nell’opera di ricostruzione delle cuffie. Sguardi e sorrisi compiaciuti d’intesa.

Suono di un sms

ANDREA, NABBO, CHE CAZZO FAI ANCORA A CASA ? DI CORSA, TI ASPETTO DAVANTI CASA DI ENRICO.

ANDREA

(al padre)

Papà, scusami, continui tu ? ENRICO mi ha invitato ad uscire un pò. Posso andare ?

GUIDO

Ok ANDREA vai. Ti aspetto. Ma non fare tardi che all’una si pranza.

ANDREA saluta il papà e frettolosamente si dirige verso la porta d’ingresso.

ANDREA apre la porta di casa: prima di uscire ritorna indietro va nella sua stanzetta dove il papà sta completando la riparazione delle cuffie.

ANDREA guarda il padre seduto sulla sedia e lo abbraccia. GUIDO si gira verso di lui. I due si guardano negli occhi. Simultaneamente incrociano il pugno della mano destra.

ANDREA, guarda l’orologio del suo I-phone e velocemente, esce di casa, scende le scale, apre il garage. Prende il suo hoverboard, chiude il garage e si dirige verso l’appuntamento.

GUIDO, ancora assorto nel lavoro di riparazione delle cuffie, inavvertitamente pigia un tasto del notebook di ANDREA.

Sul monitor compare la fotocomposizione creativa elaborata dal figlio il giorno prima.

Il volto di GUIDO dapprima incuriosito si trasforma in un sorriso

EST. VIALE ALBERATO – GIORNO

ANDREA, sopra il suo hoverboard, nel marciapiede che conduce a casa dell’amico.

Durante il percorso incrocia un papà, affannato, che aiuta il figlio (età 6-7 anni circa), ad andare in bicicletta. ANDREA si ferma ed osserva la scena.

Riparte verso l’appuntamento.

Nei pressi della scuola dell’infanzia, ANDREA si ferma. E’ il momento dell’uscita. Sofferma la sua attenzione sulla corsa di un bambino verso la mamma che, trepidante, lo attende a braccia aperte.

ANDREA sorride

Un uccellino esce dal nido.Ha quasi imparato a volare.

THE END

Iphone Whirpool e … dintorni

di Doppiaerre
Il colosso Apple ha recentemente raggiunto il traguardo di ben un miliardo di dispositivi in tutto il mondo. Ciò significa che sono attivi un miliardo di iPhone, iPad, iPod Touch, Macbook, iMac, Apple Watch ed altri congegni Apple, che vengono utilizzati dagli utenti in tutto pianeta.
Una cifra strepitosa, se consideriamo che ci sono circa 7,125 miliardi di persone al mondo: in sostanza, se ognuna di loro fosse in possesso di un dispositivo Apple, circa un settimo della popolazione globale utilizzerebbe i sistemi digitali della Mela.
E’ innegabile come il costante avanzamento tecnologico della società odierna abbia sollecitato utenti di qualsiasi età, mestiere, professione ed estrazione sociale, a dover interagire con gli altri attraverso strumenti in grado di svolgere praticamente qualsiasi azione. Un interessante osservatorio sulle dinamiche sociali è certamente rappresentato dai frequentatori dei centri di rivendita, assistenza e riparazione dei dispositivi Apple. La platea è certamente vastissima e variegata.

Partiamo dagli ultrassessantacinquenni: l’accesso al web per questa fascia di età è in costante aumento. Per un pensionato accendere un pc, navigare su internet, mandare una mail o iscriversi a Facebook non è certamente evento rivoluzionario, ma al contrario lo aiuta a tenersi in contatto con amici e parenti. Non di rado, e con estrema competenza, i (le) cd. “cyber-nonni/nonne” disquisiscono con le addette alle vendite (rigorosamente di bell’aspetto come nei migliori atelier di lusso) di new technology, di comunicazione (telefonia mobile, televisione digitale terrestre, ipad, Iptv ecc.) di accessori wireless, sfoggiando padronanza nelle tematiche del web.

Tra i frequentatori più assidui dei centri di vendita ed assistenza Apple segnaliamo gli under 20. Cresciuti in piena rivoluzione digitale, (molti di loro) risucchiati dai videogiochi, youtubers e social network, spesso si aggirano senza meta all’interno dei locali curiosando tra i nuovi modelli di melafonino che rappresenta uno dei pochi spazi di socializzazione loro rimasti. Ciò evidentemente con la complicità dei genitori cui fa comodo lasciare i propri figli, per ore, davanti ai touch screen, per potersi dedicare al proprio lavoro, agli hobby preferiti e ad altre amenità. .

E poi, c’è la popolazione attiva (range 20-65 anni). Donne e uomini che svolgendo un’attività lavorativa, fanno parte integrante dell’ecosistema digitale nelle relazioni con colleghi, clienti, fornitori, collaboratori e partner.
Bisogna ammetterlo, IPHONE o IPAD sono strumenti indispensabili che consentono di superare i confini dello spazio e del tempo. Ma chiediamoci: se improvvisamente non funzionassero ? Trascorsi i primi attimi di panico (e di isteria) sarebbe certamente il momento di realizzare. Cioè prenotare un appuntamento al centro assistenza e riparazione dove tecnici pazienti e competenti risolvono (o tentano di farlo) qualsiasi problema di hardware e software, Mac o pc.
Varia umanità, persone normali che hanno bisogno di soluzioni semplici, chiare, economiche e tempestive, ma anche gente un po’ improbabile. Qualche esempio ?
Entra una studentessa. Mostra un telefono, un IPHONE 5 con il più tipico dei problemi: il vetro in frantumi. Il tecnico prende i riferimenti, li scrive sul post-it e chiede di tornare dopo un’ ora. La ragazza, evidentemente una cliente abituale, sbotta candidamente “…perché non si può fare in mezz’ora … ?”
Nel laboratorio degli informatici si avvicina, qualche minuti più tardi, in un momento di overbooking, un ruvido e spigoloso artigiano con un problema al suo IPAD : è senza prenotazione perchè è stato indirizzato al centro assistenza direttamente dal call center della Apple. L’informatico, garbatamente, rappresenta della procedura di prenotazione che consente di ricevere assistenza ma la risposta elaborata dal corpulento e sanguigno interlocutore è di questo tenore “…Pì veniri cà piddii na iunnata i travagghiu… ora tu mi l’abbissari …”
Le persone hanno spesso bisogno di cose che normalmente si domandano all’amico smanettone, ma nel corso della riparazione al tecnico (il cui capo lentamente, nel corso della giornata si cinge in una aureola) si richiede di rimettere a posto il desktop o cancellare le applicazioni scaricate che rallentano il sistema.
E’ il turno del sedicente uomo d’affari che, griffato e laccato, tira fuori dalla valigetta Louis Vuitton l’ultima generazione di APPLE MACBOOK 12′ RETINA, ove un’applicazione non viene avviata ed un’altra si arresta in modo improvviso. La riparazione è veloce ed anche il costo non è eccessivo: solo 50 euro. Ma l’uomo in doppiopetto chiede clemenza per il pagamento: “…Egregio gentile signore, posso farle un post datato …?”. Sommessamente, l’unico metodo infallibile per conoscere il prossimo è non giudicarlo dalle apparenze.

A fine serata le collaboratrici addette alle vendite, moderatamente snervate, ricevono una telefonata. Dall’altro capo del telefono interloquisce un uomo, dall’età indefinita, che chiama dalla provincia di una sperduta cittadina del Nord Italia. Chiede informazioni generiche sui prodotti di telefonia per poi domandare, a bruciapelo: “…Vendete l’iphone whirpool…? ‘”

Il profilo dell’amante perfetto tra ideale ed utopia

di Doppiaerre

Le leggende tramandate dai nostri avi raccontano che un significativo numero di donne sposate o comunque già impegnate, ad un certo momento della propria vita, decidano per le ragioni più svariate di concedersi una parentesi trasgressiva-erotica. In termini tecnici l’hobby collettivo, che vede statisticamente le femmine di ceto medio alto in prima linea, diventa quello di ricercare il cd. <amante “per sfizio”>. La nostra indagine, basata su percezioni della vita reale, filtrate evidentemente dalla sensibilità dell’Autore, consente di assentire con un inevitabile grado di incertezza che le donne avrebbero ben in mente un identikit di compagno ideale con cui ritrovare la passione perduta. Finché dura. Ecco il ritratto del possibile fortunato (?).

  1. Sentimentalmente impegnato

Non ci sono dubbi: l’amante ideale deve essere già … impegnato! Sposato o fidanzato, non fa differenza, l’importante è che non abbia troppe aspettative, anzi deve essere in grado di capire le esigenze di una donna che cerca una relazione eticamente immorale. E solo un uomo che conosce <da vicino> la vita di coppia è in grado di percepire bisogni ed intensità delle attenzioni. Flirtare (ed oltre) con un uomo single si corre seriamente il rischio che lui si possa affezionare in fretta senza considerare che l’essere umano per eccellenza (leggasi femmina), per natura si sente attratto(a) da ciò che non può raggiungere. Il piacere del proibito sarebbe, secondo una corrente di pensiero filosofica, l’essenza della passione. Sara vero ?

 

  1. Benestante (e generoso)

Uomo d’affari o professionista affermato, che veleggi tra i 40 ed i 50 anni, parrebbe che il conto in banca abbia sempre il suo significativo ascendente nella oculata scelta del potenziale fedifrago. Sembrerà singolare, ma i soldi fanno la differenza nella preferenza dell’amante clandestino anche se, per ovvie ragioni, la donna non possa godere di particolari privilegi (ed ostentare) il ricercato benessere economico del prescelto. Forse. Perchè le infedeli <in fieri>, se in grado di gestire liberamente i propri orari e nascondere i tradimenti dietro viaggi di lavoro, potrebbero far scegliere la location degli incontri, indirizzando il benestante a prenotare lussuosi ed eleganti resort in capitali europee, non alla portata di metalmeccanici e giardinieri (altro che www.scappatelle.it …) . Il nuovo accessorio in pelle, L. Vuitton, indossato in una cena di famiglia, o l’anello della collezione Bulgari, impreziosito da diamanti, sfoggiato nella comunione del figlio potrebbero essere giustificati come un gentile regalo di mamma e papà…o magari di una vecchia zia.

 

  1. Imprevedibile, divertente e …creativo

Le donne impegnate, tendenzialmente interessate ad una relazione extraconiugale, evitano con cura di incrociare copie (sbiadite) della loro metà ufficiale. Figure rassicuranti, abitudinarie, meticolose e finanche scontate sono accuratamente scartate. Al contrario, le donne desiderano, un uomo che riesca a provocare in loro scariche di adrenalina simili al bungee jumping, vere e proprie montagne russe emozionali che diano una scossa (letteralmente <turning plot> per chi conosce le regole di scrittura cinematografica) alla loro vita di tutti i giorni facendole uscire dalla monotona routine. Ma l’amante ideale deve saper stupire ed avere il senso dell’umorismo perchè è noto che i profili dotati di ironia risultano quelli più ricercati, come anche deve sapersi destreggiare tra citazioni letterarie ed aforismi. E se il profilo del cd. <compagno per noia> possedesse anche creatività, fantasia e vena artistica ? Alzi la manina chi non sarebbe lusingata di diventare la musa ispiratrice di ritratti, racconti, slide-story, poesie e sculture attraverso cui il virtuoso e raffinato tomber de femme possa sfoggiare il suo elegante stato d’animo …

 

  1. Bell’aspetto e moderatamente palestrato

La vita è breve: concediti una scappatella recitava la home page di Ashley Madison, il sito che favorisce incontri per chi cerca una relazione extraconiugale. Ma, se proprio deve essere idealizzato, certamente, non il panzone di turno. Maniglie dell’amore e bicipiti flaccidi ricorderebbero, nove su dieci, il proprio marito o compagno. Quindi, non si pretende la tartaruga, ma quantomeno spalle, pettorali e lato B, in discreta evidenza. Elegante e charmant ma senza esagerazioni: va dunque evitato l”uomo effeminato dedito a depilarsi le sopracciglia o inondarsi di profumo. Particolare attenzione allo sguardo valutato come uno dei primi segnali che queste esemplari di donne – evidentemente ancora all’oscuro del recondito significato del nono comandamento che aiuterebbe a vivere la santa purezza nei pensieri e nei desideri – interpretano per capire la personalità dell’uomo.

  1. Ottimo amante

Ultima caratteristica, ma non per questo meno importante, anzi …, talentuoso sotto le lenzuola ! Una sagoma come quella fin qui idealizzata, piena di virtù, potrebbe non necessariamente essere anche esperto a letto… Perchè, è chiaro, che deve innanzitutto preoccuparsi dei bisogni sessuali della sua partner, magari, ma non pienamente soddisfatti dal marito o compagno abituale. Ama i preliminari ? Gli piace sperimentare? E’ un amante appassionato, paziente ed altruista ? L’intesa sessuale non si inventa nè può essere “ipotizzata” ma andrebbe ricercata nel tempo. Qualcuno suppone che regalare baci languidi e passionali preluda ad un incontro bollente in camera da letto… Ma belle Signore, suvvia … dissertiamo di uomini adulti con livelli di testosterone decrescente …quindi, un consiglio: in borsetta non fatevi mai mancare una aiutino per lui … (colore azzurro o bianco non fa differenza !).

Conclusioni

Bene. Care lettrici, ora che siete rimaste in poche chi scrive vi fa una confidenza: l’identikit dell’amante fin qui tratteggiato NON ESISTE, è una vostra spontanea costruzione mentale. Piuttosto, se gravitate nella stagione della vita in cui, purtroppo, i distacchi dai genitori non sono troppo lontani ed i figli stanno per diventare grandi riavvicinatevi emotivamente ai vostri mariti che desiderano solo che la PROPRIA donna li rispetti e li apprezzi per ciò che sono come esseri umani, con pregi e difetti. A meno non ci si ostini a vivere all’insegna di un ideale, e quindi credere a babbo Natale o alla fatina dei denti.

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Au revoir.

Facebook: cinque buoni motivi per cancellare (definitivamente ?) l’account

di Doppiaerre

Un’ indagine del CENSIS, resa nota nel suo ultimo Rapporto sulla situazione sociale in Italia, rileva che nel 2015 un italiano su due (50,3% dell’intera popolazione adulta) utilizza Facebook, il social network per antonomasia, lanciato dodici anni fa dall’imprenditore ed informatico statunitense Mark Zuckerberg. E’ noto tuttavia, come la dipendenza da Fb distrugga, gradatamente, l’esistenza dei cybernauti inducendoli a prendere cattive abitudini isolandosi dalla realtà .

I VERI AMICI DA <FB>. O SOLO CONTATTI ?

Facebook aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita. Evidentemente al fondatore del social sarà sfuggito il segmento del celebre film di Carlo Verdone “Compagni di scuola” 1988, ove nella scena dell’appello, l’alunno Cantamessa invitato all’incontro tra ex compagni di scuola a quindici anni dal diploma, faceva pervenire un telegramma rifiutando la patetica e tragica riunione preferendo ricordare i suoi compagni di classe con tutti i capelli. Pur non di meno   “Aggiungi images[5]agli amici” ed “Invia una richiesta di amicizia” sono incoraggiamenti che compaiono sulla pagina del profilo. Una volta accettata, l’amicizia è inserita nella lista dei contatti. L’Autore V. Comodo, nello scritto <dalla relazione alla connessione, antropologia dei social network> si chiede che senso abbia qualificare un amico come un contatto e viceversa se non quello di alimentare una forma di nomadismo relazionale lontana (per usare un eufemismo) dalla definizione di amicizia elaborata da Aristotele quale virtù fondata non su sensazioni ed emozioni bensì su abitudine e libera scelta. Alzi la mano chi, tra i frequentatori più incalliti del social, non abbia mai inviato la richiesta di amicizia solo per rendere più numerosa la propria lista di contatti al fine di apparire alla collettività come circondato da amici. Gli utenti si chiedano ora se sia accaduto loro di ignorare le stesse persone incontrate magari occasionalmente per strada. E’ quindi innegabile che facebook abbia esteso l’applicazione del termine ‘amicizia‘ al web, alterandone il significato e trasformando i semplici contatti in amici. Quindi millanta.

IL RITO DEI COMPLEANNI E DEL SOCIAL POSTING

Non ce lo nascondiamo: gestire la propria pagina Facebook richiede preparazione, impegno, capacità, costanza, e soprattutto un’accurata attenzione verso le dinamiche relazionali virtuali. Sottraendo tempo prezioso alla vita sociale (quella vera), alla lettura ed agli altri interessi artistici ed impedendo di avere rapporti profondi con gli altri. Come non ricordare l’ansia da bacheca augurale quando il giorno del proprio compleanno diventa un vero e proprio test di popolarità. Il numero dei messaggi ricevuti a fine serata diventa un metro di giudizio per confrontarsi con amici, parenti e partner per testare il proprio “share di gradimento” con la collettività. Oppure image[1]vogliamo dissertare sulla cd. febbre da <social posting> ? Semplici istantanee di segmenti di vita perfetti, come una vacanza di lusso (magari dopo 11 e mezzo mesi trascorsi tra ufficio ed abitazione), od anche dei sorrisi e delle tenerezze immortalate nei selfie con il proprio partner (probabilmente poco dopo un incontro di boxe). Ci chiediamo quale reazione possa suscitare negli altri l’ostentazione di una filtrata vita <felice>: ebbene secondo recenti studi di psicologia, una persona su tre si sente più insoddisfatta della propria esistenza dopo aver saputo di nuovi posti di lavoro, gravidanze, viaggi e successi che i nostri <amici> e conoscenti postano sul social causando un vero dolore emotivo e risentimento. Quindi, perchè insistere ?

LIBERI PENSIERI E FAKE NEWS

Non bastava la vita reale ove (quasi) tutti esaltano esteriorità e parvenza di felicità ? Evidentemente no, perchè i navigatori social hanno una irrefrenabile necessità di celebrare, giornalmente, la propria vita fatta di apparenza digitale (e spesso di miseria analogica aggiungiamo noi, sommessamente). Ed ancora, i fans dei social trasferiscono, candidamente, la complessità del pensiero, delle emozioni, o dello stato d’animo sulla bacheca più famosa del web. Tutto bene se non fosse che la stragrande maggioranza delle frasi che si leggono sulle vetrine virtuali non sono altro che “prelievi non autorizzati” di contenuti digitali: siano essi testi, poesie o stralci di articoli pubblicati da Editori, tutti coperti da copyright (o meglio, “diritto d’autore”). Questo vuol dire che l’ideatore, quello vero, del contenuto potrà pretendere dall’usurpatore, in qualsiasi momento, la rimozione della copia non autorizzata ed, eventualmente, il risarcimento del danno. In termini giuridici plagio, cioè appropriazione della paternità di un’opera dell’ingegno altrui !.

Facebook-cancellare-account[1]Senza considerare, poi come basti veramente poco per fabbricare una bufala su Facebook, cd. <fake news> e farla diventare virale. Scegliere un tema “attraente” (politica, religione, salute, sentimentalismi …) selezionare una foto d’impatto, utilizzare un testo enfatico e coinvolgente. In pochi minuti è possibile impacchettare una vera e propria “bomba” che potrebbe portare a delle conseguenze negative su diversi piani quali, disinformazione, ignoranza, incompetenza e finanche danni alle persone..

SOCIAL DISTINCTION

La piattaforma software fb, fondata ad Harvad negli USA, era stata originariamente progettata esclusivamente per gli studenti della prestigiosa Università poi, successivamente fu accessibile a chiunque dichiarasse di avere più di 13 anni di età. Da luogo virtuale di scambio culturale ed accademico, certamente elitario in una sua prima fase, il servizio di rete ha assunto rapidamente (e biecamente) una forte matrice popolare, dove l’utente fb precipita consapevolmente in una omologazione comunicativa e relazionale. Senza volermi inoltrare in imprudenti analisi antropologiche sulle involuzioni del genere umano e/o sulle motivazioni – o vocazioni egocentriche – che attraggono o spingono ad essere presenti nei Sns, con sopracciglio sollevato chi scrive suggerisce, sommessamente, di levare gli ormeggi da fb prendendo decisamente il largo dalla massa di navigatori intrappolati per chissà quanto tempo nell’occhio indiscreto del social. Distinguendosi dal mucchio.

DIPENDENZA DA FB

Un ultimo argomento che intendiamo affrontare, teso anch’esso a dissacrare il social più utilizzato nel pianeta, vuole indagare sul dilagante disturbo emotivo concepito proprio dalla dipendenza da facebook. Ci riferiamo al cd. FOMO (“Fear of missing out”), testato da una indagine pubblicata sulla rivista <l’huffington post> vale a dire la paura “di essere tagliati fuori”, una forma di ansia sociale da nuovo millennio che Facebook-logo[1]stimola a fare costanti paragoni con le vite social degli altri, trovandole infinitamente più interessanti della propria rendendo la sensazione di perdervi sempre il meglio delle cose. Ebbene … omissis …

Gentili lettori e lettrici…avrei dovuto proseguire e concludere la mia dissertazione … proprio in questo momento il mio iphone che ho lasciato in salotto sta vibrando perchè è arrivato un messaggio privato da Facebook …ciò ha scatenato in me una serie di pensieri …emozioni .. fibrillazione,.. sento anche innalzarsi il battito cardiaco…

Scappo….scusate A presto !!

 

 

Sentirsi desiderate dopo gli anta ? Per le donne bastano moine e …fuga

Uno dei temi più caldi della contemporaneità, soprattutto in un’Italia che non fa largo ai giovani ma allo stesso tempo è pronta a rottamare donne ed uomini con qualche capello bianco, è certamente quello della crisi dell’età adulta.

Essa rappresenta una delle stagioni della vita che donne ed uomini sono chiamati ad affrontare perchè, inevitabilmente, conduce a fare un bilancio di com’è andata la nostra esistenza fino a quel momento e di quello che può riservarci il futuro.

Raggiunti gli obiettivi di una vita <borghese> cioè, realizzazione professionale, indipendenza economica, e procreazione di un figlio (o forse ricerca di una egoistica immortalità ?) un vortice di improvvisa insoddisfazione ed inquietudine può stravolgere vecchi valori e priorità rischiando di generare un vero e proprio cortocircuito delle rassicuranti consuetudini.

Le donne che affrontano la crisi degli “anta” solitamente si trovano a vivere una situazione che provoca, a volte, frustrazione e disagio.

Midlife Crises Just Ahead Green Road Sign and Clouds

Lontani gli attimi di onnipotenza emotiva che solo occuparsi di un neonato può regalare (leggasi allattamento) i primi fisiologici e biologici mutamenti del corpo, una relazione di vecchia data diventata monotona quotidianità, oppure eccessive responsabilità, possono generare una pericolosa situazione di ansia o peggio depressione.

L’angoscia esistenziale tipica degli <anta> appare ancora più dilatata per le donne rispetto agli uomini cui potrebbe bastare un goal della squadra di calcio del cuore per rivivere emozioni sopite e ritornare, anche per un solo istante, felici come dei bambini.

Ma non preoccupatevi. Anche per le (avvenenti) signore che rincorrono la felicità sondando percorsi interiori tortuosi, e non sempre facili da decifrare, esiste una via d’uscita. Alcune tentano di esorcizzare l’incedere del tempo godendosi la vita; altre attraverso un viaggio, un’uscita con le amiche, un massaggio rilassante, una seduta dal parrucchiere, un corso di pilates, una passeggiata nella natura. Palliativi.

Il cambiamento e la rigenerazione nasce dall’esigenza di una libertà che va oltre la dimensione fisica e raggiunge quella emotiva. Occorre un atteggiamento nei confronti della vita che deve trasformarsi in un meraviglioso risveglio, in una forte motivazione, magari ripercorrendo percorsi adolescenziali. Ma cosa ?

Notoriamente le donne amano essere al centro dell’attenzione e rimanerci il più possibile. E quindi ? Avete ben intuito: si fa sempre più strada una nuova corrente new age di cui sembrano aderire non dichiaratamente (belle, a volte molto belle …) donne, quarantenni, impegnatissime sentimentalmente, ma che non disdegnano affatto di ricevere attenzioni  e complimenti anche da altri uomini. La strada è tracciata !

Per loro il (potenziale) flirt è gioco, ricerca di emozioni, piacere di farsi corteggiare, civettando con eleganza, senza avere implicazioni sentimentali, senza dover costruire una relazione. Pareja mujer seductora vinculación concepto silueta — Foto de Stock #31159063

 

Una situazione per provare attraverso il gioco della comunicazione seduttiva le conferme rispetto alle proprie insicurezze. Ma anche per sentirsi sempre e comunque giovani e desiderate, al centro dell’attenzione, per colmare una necessità o una sensazione di solitudine, alla pari di un antidepressivo. Il gioco delle parti vissuto attraverso sguardi, ammiccamenti e linguaggio non verbale, ma senza andare oltre.

Cariche di un languido e irresistibile fascino erotico, come se si concentrassero in loro tutte le delizie della femminilità uniche ad incarnare degnamente il prototipo dell’eterno femminino. Così come magistralmente osservato da F. LAMENDOLA, Arianna editrice, 2009,
” … la lusingatrice lascia intendere: “Tu potresti vincermi, ma io non mi lascio prendere”. Quella che eccita e ad un tempo disprezza pare che dica: ” …Io vorrei lasciarmi vincere, ma sei tu che non ci riesci, non sei uomo abbastanza”…”.

Sorrisi maliziosi, sottilissime provocazioni, disponibilità accennate, pupille dilatate, ma anche atteggiamenti contraddittori ed ambigui non fanno altro che esaltare e mantenere attivo magnetismo e carica erotica. Prede preferite ? Nessuna in particolare: manager benestanti, raffinati intellettuali, ma anche ruvidi artigiani e benzinai sottocasa; unici scartati con fermezza narcisi e vanesi (niuru cu niuru non tinci !).

tre-civette[1]Ma ad un certo punto viene da chiedersi il senso del tutto. Spesso queste donne non si sentono in dovere di prendere una decisione e non hanno la benché minima intenzione di prenderla. Amano farsi corteggiare e basta. Poi, arrivati ad un ipotetico ed eventuale appuntamento romantico si tirano indietro prima ancora di poter dare una risposta. Ed il malcapitato corteggiatore (indotto…) si accontenta di seguire confuso l’inebriante scia di profumo di questa donna da capogiro … La speranza è sempre quella che prima o poi si deciderà. E proprio quella speranza mantiene vivo il corteggiamento. Invece la donna ha le idee chiarissime, nel frattempo.

Conclusione: questo esemplare egogentrico, ma anche (parrebbe) tormentata da una radicale mancanza di autostima, decide che qualcuno debba corteggiarla ma solo per nutrirsi di fatua vanità, ma poi, in realtà, non è interessata a nessun approccio. Quindi uomini, dopo il primo o secondo rifiuto, dileguatevi elegantemente nel nulla.

Ma per chi non è abituato a perdere occorre solo avere pazienza: l’inesorabile incedere del tempo giocherà a vostro favore …

 

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La bella burattinaia Liberamente ispirata all’opera di C. Ferraresi

Uomini ed (in)fedeltà: istruzioni per l’uso

di Doppiaerre

La fedeltà è una virtù, un impegno morale, con cui  una persona manifesta rispetto ed amore verso il proprio partner. Punto.

Detto ciò, è tuttavia di pubblico dominio – inutile girarci attorno – come la società attuale, rispetto al recente passato, sia ricca di tentazioni e nuovi stimoli. Ciò vale, evidentemente, tanto per gli uomini quanto per le donne.

Solitamente gli uomini (o quantomeno coloro che tradiscono) esplorano territori diversi, vanno a escort, cerano l’amante istituzionale, vanno in Internet. Al contrario, le donne non sono, solitamente, alla ricerca del fast food maschile. Per loro non è solo attività aerobica: hanno bisogno del corteggiamento, delle parole, ma soprattutto inseguono storie passionali, di grandi sentimenti ad alto quoziente emotivo.

A differenza degli uomini che <convivono> con l’adulterio e rimangono bigami anche per decenni, per le donne l’infedeltà, invece, rappresenta (ma non sempre) l’ultima spiaggia: prima provano a far capire al compagno che qualcosa non va, ma se vengono ignorate e si convincono che nulla potrà davvero migliorare, allora forse iniziano a cercare un’alternativa. Seria.

Ma parliamo di uomini. Il movente è quasi sempre una forte attrazione sessuale nei confronti di una donna diversa dalla propria, la noia che provano all’interno del proprio rapporto di coppia o semplicemente la voglia di alimentare (e coltivare) la grandezza del proprio ego. Ma non tutti gli uomini sono dediti all’adulterio.

Distinguiamo la platea in tre categorie: il fedelissimo/moralista, il romantico/passionale, il primitivo/benefattore. Ce ne sarebbe anche un’altra che possiamo definire per certi versi <trasversale> rispetto alle prime tre: leggete bene, l’idealista/vanesio.

Il fedelissimo/moralista

Fedeli si nasce. In un mondo dove il tradimento del partner rappresenta la <normalità> l’eccezione è proprio la fedeltà. Immerso e sommerso per lo più negli impegni lavorativi e familiari il fedelissimo cerca (invano) di non trascurare i bisogni della propria partner. Padre affettuoso e presente ma tremendamente <conservativo>.

Volete terrorizzarlo ? Proponete loro un giro di shopping per comprare un abito nuovo, una cena al ristorante e magari anche un drink. È molto probabile che il solo pensiero lo sgomenti perché geneticamente propenso a restare stare a casa al calduccio, lontano dalla confusione, dalle code, dal rumore, e magari davanti all’IPAD, o peggio a partite di calcio…

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Rassicurante e sensibile, se solo riuscisse anche a condividere con la propria compagna esperienze ed interessi, piccole e grandi gioie e talvolta anche sprazzi di pura felicità – e non solo incombenze familiari – sarebbe proprio perfetto ! Ma questa è pura utopia.

Il romantico/passionale

Cosa spinge un uomo con moglie e figli che non abbandonerà mai ad avere un’ amante? Perchè preferisce fare una doppia (complicatissima) vita, dire mille bugie sia all’una che all’altra e non lo fa decidere a scegliere una sola? Misteri

Il romantico, da una parte, percorre la tortuosa strada dell’emancipazione dalle catene di una convivenza trascinata da troppo tempo in nome, magari, del conformismo, dall’altra ricrea con la nuova partner le stesse esplosive dinamiche emotive già vissute con la moglie.

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Dolce, tenero, romantico, sentimentale, passionale, ed attento alle esigenze dell’amante, ma anche della moglie, dopo un primo periodo ove prevale la componente ludica con piena intesa sessuale e divertimento, transita rapidamente alla fase delle promesse (che mai verranno mantenute).

Ma una volta distante dalle braccia di Cupido il passionale inizia a temporeggiare perchè chiamato alla scelta. Moltissimi non decidono. O meglio dentro di loro hanno già deciso perché non lasceranno mai la moglie e i figli ma in realtà non lasceranno mai l’amante. Aspettano che decidano per lui. Le altre.

Il primitivo/benefattore

Evita relazioni impegnative ma è fortemente dedito alla partner occasionale che provoca in lui scariche di adrenalina simili al bungee jumping. Ama accompagnarsi con donne molto giovani comprese nella fascia di età compresa tra 20-30 anni al picco del periodo fertile, inevitabilmente escort di <fatto> o di <diritto>.

Pur alla ricerca di una soluzione semplice e per niente impegnativa dal punto di vista sentimentale, non limita la sua richiesta a banali prestazioni sessuali per il soddisfacimento dei propri istinti, bensì esorcizza la propria angoscia esistenziale nascondendo una immaturità di fondo, una forte fragilità ed un’incapacità di comunicare.

 

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Il continuo e compulsivo ricorso a (bellissime e giovani) donne di piacere lo tranquillizza generando in lui effimero sollievo, che però innesca pericolosi circoli viziosi. E difatti può accadere che non si faccia alcun scrupolo a dilapidare patrimoni personali e familiari per ricompensare con regali di ogni tipo (compresi mono-locali ed autovetture) le donne che compra perchè non sempre il rapporto economico impedisce l’entrata in gioco dei sentimenti e del senso di gratitudine.

L’idealista/vanesio

Può essere considerato un tradimento il pensiero di avere un rapporto sentimentale (e non necessariamente solo sessuale) con una persona diversa dal vostro partner ? O per renderlo tale è necessario l’atto fisico? Non per l’idealista che, per istinto, di fronte alla bellezza dell’ignara malcapitata, esprime per lei tutto il suo talento artistico permeato da un introverso esibizionismo.

Fiamma del passato, conoscenza superficiale o semplicemente vicina di casa, il prodotto della fantasia, concepito comunque da una figura femminile reale, diventa improvvisamente la musa ispiratrice di racconti, fiabe, poesie, ritratti e sculture (e slide-story…)  attraverso cui il virtuoso manifesta il suo elegante stato d’animo, le sue raffinate montagne russe emozionali ed il totale – per il tempo necessario alla realizzazione dell’opera – coinvolgimento emotivo.

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Se si specchiasse nelle acque di uno stagno, è probabile che, come Narciso, troverebbe qualche difettuccio nel proprio riflesso. Ed infatti, dedito al culto di se stesso, con ego sufficientemente sviluppato ed una significativa generosità d’animo (evidentemente solo potenziale) per vie traverse riesce a mettere in scena la sua vena creativa avendo cura di scegliere palcoscenico appropriato e parterre qualificato.

All’angosciosa ricerca del (solo) applauso dell’inconsapevole dea delle arti, scompare nel nulla se avesse solo la minima percezione di aver toccato le corde giuste. Diagnosi e cura ? Secondo blocco, terzo piano, reparto psichiatria.