Marco Rubio

Di origine cubano-americana[1], nasce a Miami, terzo di quattro figli, da Mario Rubio (1927–2010) e Oriales García (1931) e trascorre parte dell’infanzia a Las Vegas in Nevada (dal 1979 al 1985), dove il padre lavora come barista e la madre come donna delle pulizie in uno dei tanti hotel della città. Frequenta il college grazie alla sua bravura nel giocare a football americano e con una borsa di studio per atleti. Tornato in Florida, si laurea in legge a pieni voti nel 1996.[2][3]È stato commissario della città di West Miami, prima di essere eletto alla Camera dei Rappresentanti della Florida nel 111º distretto.

Rubio nel 2005

Dal novembre 2006 al gennaio 2009 è stato Speaker della Camera dei rappresentanti della Florida. Al 2006 risale la pubblicazione del libro 100 idee innovative per il futuro della Florida (100 Innovative Ideas For Florida’s Future), in cui propone delle strategie per attuare nuove riforme nello stato.

Il 5 maggio 2009, Rubio annunciò sul suo sito web l’intenzione di concorrere per il Senato degli Stati Uniti. Inizialmente i sondaggi lo davano in svantaggio già nelle primarie, ma nonostante questo riuscì a vincere e divenne il candidato del partito repubblicano. Il 2 novembre 2010, Rubio vinse le elezioni con ampio margine, battendo il membro della Camera dei rappresentanti federale Kendrick Meek (democratico) e l’ex governatore della Florida Charlie Crist (candidatosi come indipendente), e divenendo così senatore. [4] Visto il successo della sua elezione al senato, il partito repubblicano lo propose come candidato alle presidenziali del 2012, ma Rubio decise di non percorrere quella strada. [5]

Bernie Sanders

Bernie Sanders in January 2016 by Gage Skidmore (cropped).jpg

Bernard Sanders, detto Bernie (New York, 8 settembre 1941), è un politico statunitense, senatore per lo Stato del Vermont e già componente della Camera dei rappresentanti.

È un esponente indipendente affiliato al Partito Democratico e si qualifica come un socialista democratico.[2] Dagli anni cinquanta, ovvero dal periodo della persecuzione anticomunista e antisocialista del maccartismo, è stato l’unico membro del Congresso ad autodefinirsi espressamente «socialista» e non genericamente progressista o liberal.

Laureato in scienze politiche presso l’Università di Chicago, in gioventù fu un attivista del movimento per i diritti civili; prima di intraprendere l’attività politica, ha lavorato come carpentiere e come regista. Già sindaco di Burlington e in seguito cofondatore del Congressional Progressive Caucus, Sanders è un propugnatore del modello nordico e un sostenitore delle posizioni dell’economista post-keynesiano Warren Mosler, uno dei principali autori della «teoria della moneta moderna».[3][4] Nella sua carriera politica ha inoltre promosso azioni a sostegno dei diritti degli omosessuali, delle minoranze etniche e dei disoccupati; si è opposto alla guerra in Iraq ed è contrario alla pena di morte.

È stato uno dei candidati alle primarie del Partito Democratico in previsione delle elezioni presidenziali del 2016.

Hillary Clinton

Hillary Clinton by Gage Skidmore 2.jpg Hillary Clinton

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Hillary Diane Rodham Clinton (pronuncia americana: [ˈhɪləɹi daɪˈæn ˈɹɑdəm ˈklɪntən]), nata Hillary Diane Rodham (Chicago, 26 ottobre 1947), è una politica statunitense del Partito Democratico, già senatrice e Segretario di Stato.

Prima di intraprendere l’attività politica, ha esercitato la professione di avvocato e docente di diritto penale, diventando la prima donna a essere ammessa come socio nel «Rose Law Firm», uno degli studi legali più antichi degli Stati Uniti; ha inoltre fatto parte dei consigli d’amministrazione delle multinazionali Walmart e Lafarge.

È sposata con Bill Clinton dal 1975; a seguito dell’elezione del marito alla carica di presidente degli Stati Uniti d’America, è stata first lady dal 1993 al 2001. Successivamente prestò servizio per otto anni come senatrice in rappresentanza dello Stato di New York (2001-2009), venendo eletta per il suo primo mandato mentre era ancora first lady e diventando quindi la prima moglie di un presidente a ricoprire una carica elettiva. Durante la sua permanenza al Congresso, sostenne apertamente l’intervento armato in Afghanistan e in Iraq, ma in un secondo momento criticò la gestione delle operazioni militari da parte dell’amministrazione di George W. Bush.

Nel 2008 prese parte alle elezioni primarie del proprio partito in previsione delle consultazioni presidenziali dello stesso anno; malgrado i sondaggi della vigilia la vedessero largamente favorita, dopo un aspro confronto fu sconfitta a sorpresa dal senatore Barack Obama, conseguendo tuttavia il maggior numero di suffragi popolari (quasi 18 milioni) nella storia delle primarie statunitensi. La senatrice annunciò in seguito il proprio appoggio nei confronti di Obama, che fu eletto presidente. Hillary Clinton svolse le funzioni di Segretario di Stato fra il gennaio del 2009 e il febbraio del 2013, rinunciando all’incarico al termine del primo mandato di Obama e venendo sostituita da John Kerry.

Nel 2016 partecipò nuovamente alle primarie democratiche: avendo conseguito il maggior numero di delegati, ottenne la candidatura ufficiale per le successive elezioni presidenziali, diventando così la prima donna a concorrere per la Casa Bianca in rappresentanza di uno dei due maggiori partiti.