se potessi….

Jorge Louis Borges: “Se potessi vivere di nuovo la mia vita prenderei poche cose sul serio … Se potessi tornare indietro, mi rilasserei di più, correrei più rischi, sarei meno igienico. […] Mangerei più gelati e meno fave […] avrei più problemi reali e meno immaginari […]
Se potessi tornare indietro cercherei soltanto momenti buoni …

(Da “Istanti”)

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in una notte….

Ho sognato …… o era un incubo?
ho sentito il tuo respiro che lento e profondo
mi ha penetrato la carne
e mi ha fatto salire brividi gelidi lungo la schiena che inarcandosi si è scoperta abbronzata sotto il chiarore di una luna sempre più pallida e stanca…
una luna che mi guardava perplessa dall’alto e invidiava i miei gesti… i tuoi gesti…..
anche il vento voleva spaventarmi, voleva farmi rabbrividire ancor di più……
ma un abbraccio può riscaldare più d’ogni altra cosa…
e questo il vento non lo sapeva…
avvolto nella sua ira,soffiava stordendoci nella notte estiva…
Stretta nelle tue braccia ho sentito anche la pioggia …..
stava scendendo per osservarmi da più vicino…
mi scrutava con quell’aria bagnata
brillante di goccioline d’acqua iridescenti
e ingelosita da ciò che vedeva prendeva a cadere più forte ,
infrangendosi e sparendo rabbiosa tra l’erba sottile…..
mi odiavano, la luna, il vento e la pioggia …… gelosi….
ma sono loro grata per questo…

Sono grata a chi mi vuole male
perchè è grazie a loro che adesso mi amo di più…

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il rumore del silenzio

Silenzio denso.  Vischioso.
Silenzio che si appiccica alle dita come una caramella gommosa che un bimbo si toglie dalla bocca.
Silenzio pieno.  Pieno di quelle parole che non sappiamo dire e di quelle altre che premono,
ma che deglutiamo insieme alla saliva.
Silenzio rumoroso.   Che fa da controcanto
al troppo detto troppo presto.
Silenzio.  Che non riesce a rompere fili.
Casomai, assurdamente, li rinforza.
Ma resta … silenzio….

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once upon a time….

Per me è stato qualcosa di davvero importante…
Mi stavo innamorando dell’eroe di mille avventure.
Di un sogno assopito fra le pieghe del tempo.
L’illusione di un mattino di primavera
mentre ancora la neve scende a fiocchi, inaspettata.
Eri questo e qualcosa di più.
Ma forse eri soltanto un principe
rinchiuso nella torre di un castello che ti eri costruito da solo.
Ed io non avevo la corazza e le armi per espugnarlo.
La vita è un volo di farfalle che si perdono nella notte.
E sapessi quante notti ti ho cercato…..

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la pioggia, il deserto, la notte e la luce.

Fu nella notte,
nella danza della sabbia,
nel rimbombo lontano delle fronde delle palmeche frustano l’aria rabbiose,
che cominciò la pioggia.
Gocce d’argento.
Una, due, cinque. Dieci.
All’inizio potevi cercarle e contarle, una ad una.
Nelle notti senza luce, anche l’ultima torcia era stata spenta dalla sabbia e dal vento e ogni goccia è luce.
Ogni luce è fragore nel nero assoluto di un cielo che sembra così basso e vicino.
Erano luce quelle gocce. Erano perle luminose.
Scendevano inclinate e dalla tenda socchiusa l’uomo le guardava scendere una dopo l’altra, sempre più fitte.
Parallele ai tronchi che il vento piegava rabbioso.
Nessuna rabbia però nel loro moto.
Solo la luce della loro caduta.
Infittirono, fino a farsi trina.
Piovevano stelle.
In una notte senza luna ne contò fino a non sapere più che numero venisse dopo ancora. E dopo ne vide ancora una.
Nella tenda la donna dormiva,
nelle tende vicine non si udiva rumore.
Al risveglio le raccontò di quella pioggia miracolosa.
Non era più nemmeno così sicuro che ci fosse stata davvero. Ma lui aveva visto la notte che le stelle caddero dal cielo.

E lei gli sorrise.

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i ricordi…..

Vi siete mai accorti di come
giorno dopo giorno i ricordi sbiadiscono?
E’ un lento appassire..
Prima il suono della voce..
ma quante volte l’hai sentita sussurrare il tuo nome,
chiederti un bacio,
litigare urlando.
Poi i tratti del viso…,
le immagini diventano piatte
non c’è più movimento
il colore sbiadisce e i contorni non esistono più
come una foto dove a fuoco c’è solo il primo piano.
E in quell’istante ti accorgi di quanto stai perdendo
e allora ti aggrappi agli espedienti,
ai momenti che più ti hanno segnato
e li ripeti, li ripeti, li ripeti
come per fissarli su di una pellicola che solo tu vedi .
Quando ogni tanto rispolvero il mio libro dei ricordi
fatto di polvere e colori
che con gli anni si fanno sempre più evanescenti
mi ritrovo spesso a sorridere da sola
o a piangere silenziose lacrime di malinconia.

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specchio, mio specchio…

Mi avvicino, mio specchio, confusa immagine riflessa…

Chi sei tu che dal vetro mi guardi con quegli occhi giudici?
Non credere che solo perché mi copi nella forma tu abbia il diritto di farmi a pezzi ogni volta che mi specchio.
In fondo siamo amici, io e te. Davanti a te ho pianto, ho riso, sono cambiata, sono cresciuta.
Adesso guarda la mia faccia: così simile a quella di una donna, così tanto lontana da quella di una bambina. Ricordi com’era il mio viso allora? Liscio e bianco, pulito dall’innocenza di quell’età. Si cammina anche nel fango per crescere, e adesso eccolo qui: sporco ma adulto. Non abbastanza ma più di prima.
Ogni segno che è apparso ed è sparito da questa pelle tu l’hai visto. Non ho potuto nasconderti niente, né i graffi né le macchie. Però quello che il mondo non doveva vedere l’abbiamo nascosto insieme.
Ho urlato davanti a te, mi sono odiata ma qualche volta mi sono anche sentita la più bella del mondo.
Ricordi quante cose ti ho confidato, quante domande ti ho fatto credendo che tu potessi rispondermi? E mai mi rispondevi. Io parlavo e tu ti limitavi a fissarmi con il mio stesso sguardo pieno di domande, con quegli occhi azzurri grandi come laghi.
Sei testimone della mia vita da sempre.
Allora perché adesso continui a guardarmi così? Come se tutto l’errore del mondo sedesse in me? Sappiamo entrambi che non è così ma tu mi guardi con aria di sfida. A cosa giochiamo, specchio?
Tu vorresti essere come il Mago di Grimilde che protetto dal suo vetro gioca con la vita di due donne, ma dimentichi che entrambe loro, di qua e di là da te, sono sempre parte di me. E per quanto tu ti ostini a sdoppiarmi, si riuniranno sempre nella mia persona, appena ti volterò le spalle.
Perciò smettila di giudicarmi coi miei occhi.

Ecco, mi volto. Tu ci sarai ancora, ma io non ci sarò più.

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vola…

Pretendono che tu voli perchè ormai sei grande. A volte ti aiuteranno a farlo, ti incoraggeranno per darti forza. Ma appena prima di alzarti in volo, di fare le tue scelte da grande, te le taglieranno quelle ali, senza pietà. Perchè? Non ci sono perchè, forse perchè il tuo volo è diverso dal loro, magari ti porta verso rotte scomode ai più o la lunghezza d’onda è sbagliata. E allora il tuo volo andrà in fumo con tutta la rabbia e la tua delusione. A che serve essere diventata grande se non ti verrà permesso di volare? piccola, sbagliata, incosciente mocciosa …

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