La coda

Odio stare in fila indiana agli sportelli, alle casse dei supermercati, ai caselli autostradali. Interminabili ed inutili attese per il sacerdote di turno che ci benedice tra sorrisi, resti e scontrini.

L’attesa che preferisco è quella che mi separa dalla tua bocca, quando furtiva, scendi in ginocchio aggrappata alla fune invisibile e tesa dei nostri sguardi. E’ un dolce scorrere di istanti che mi dondolano verso la mia volta.

Tocca a me quando le tue mani attraversano i capelli e li organizzano in una splendida coda.

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Una donna con le palle

A meno che non si stia parlando di transessualità, questa espressione, usata spesso da molte donne per rivendicare la loro capacità di gestire anche le situazioni più intricate, altro non è che un riconoscimento involontario della supremazia dell’uomo. Gli si riconosce una specifica peculiarità di cui lui (ma quando mai???) sembra essere l’unico detentore.E così se per caso una donna dovesse arrivare a tagliare importanti traguardi, necessariamente lo si dovrebbe a una sua mascolinità nascosta.

Che un paio di sfere destinate alla riproduzione possano conferire così tanto prestigio è materiale da approfondimento per gli studiosi. Così pensando possiamo continuare ad augurare figli maschi in nome di questo superpotere acquisibile solo col fiocco azzurro.
Ma non ci viene in mente che se il buon Dio per generare la donna ha dovuto togliere una costola all’uomo è solo perché non aveva di meglio da cui attingere? Il cervello è troppo piccolo e per di più alimentato dal sangue a brevi tratti, solo quando è il suo membro a non averne bisogno.

Capite quindi che un appello va fatto a tutte le donne: smettete per favore di usare la brutta espressione “sono una donna con le palle”. Se arrivate a prestigiosi traguardi il merito è soltanto vostro. L’uomo qui non c’entra un bel niente. Non riconoscetegli meriti che non ha. Vedrete che così facendo, piano piano, passo dopo passo, con altri passi accanto a questo passo, la nostra società sarà meno patriarcale e più equilibrata nelle questioni di genere.

Di questo ne sono sicuro. Ma voi donne per sicurezza…    toccatevi le palle!!!.

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La linea dei due mondi: il costume perizoma

Ci sono due mondi che la quarta dimensione (il tempo)  per natura tende a dividere: i giovani dai meno giovani. Due ecositemi che non hanno punti in comune se non i legami interpersonali e le relazioni che ne derivano. Tuttavia non si può negare la distanza tra questi due mondi nella sfera delle possibilità. I corpi che li racchiudono come contenitori sono lì a sottolinearlo.

Inutile che voi signore più in là con gli anni ancora non vi rassegnate ad aver perso per sempre quel culetto sodo e quelle tette che stanno su che è una meraviglia, alla faccia di Newton e delle teorie gravitazionali!. Avete provato a riconquistare quel mondo a colpi di lifting e botulino  e ad un certo punto della storia vi è sembrato anche di averlo riconquistato. Siete state brave c’è da ammetterlo, con la cura e dedizione e spendendo parecchio di palestra e farmacia siete riuscite ad accorciare le distanze col mondo delle giovani.

Fino a quando però non è arrivato lui: il costume perizoma.

Ormai spopola sulle spiagge e chi può esibirlo non esita ad indossarlo. E’ la riscossa delle giovani. Voi meno giovani non ci provate nemmeno ad indossarlo, date retta… il paragone potrebbe essere impietoso. Lasciate stare! Tanto è nella natura delle cose, inutile illudersi: c’è e ci sarà sempre quella linea sottile a separare i due mondi.

E’ questo il gran culo che abbiamo e facciamo bene a dividerlo con un perizoma.

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La terza dimensione

coordinate-cartesianeLe dimensioni compongono il tessuto dell’universo in cui viviamo. Ogni evento può essere descritto attraverso quattro dimensioni : lunghezza, larghezza, profondità e tempo. Ma è la terza a rendere concreta la vita. In un mondo che vuole sempre più essere bidimensionale, appiattito come un foglio di carta, quello che possiamo fare è tornare a ridare spessore alle cose.