Favola: Sostento e l’amico Didin (per ragazzi)

scrittore59   31 agosto 2017   Commenti disabilitati su Favola: Sostento e l’amico Didin (per ragazzi)

 

Vector hand drawn illustration of spider phaeton. Open sporty carriage drawn by one horse. Black and white, isolated on white. In vintage engraved style.

(racconto di tipo verde e bianco)

FAVOLE DI EGIDIO

SOSTENTO E L’AMICO DIDIN
INTRODUZIONE: Ad un povero ragazzo morirono i genitori, ma egli non restò veramente solo, da quel momento una voce amica gli dava dei consigli utili alla sua ricerca della felicità….il ragazzo infatti ebbe un destino fortunato….
INIZIO
Favola: Sostento e l’amico Didin
A volte accadono nella realtà, cose non normali per la gente, cose che è meglio non raccontare, cose da tenere segrete, cose che se le raccontiamo rischiamo di essere giudicati dei visionari o passare per scemi, ma credo che queste cose impossibili possano essere comunque un buon soggetto per una fiaba, ed ecco per voi questa storia.
C’era una volta nel paese delle favole, ambientato nel 1820 d.c., un ragazzo di 21 anni, di nome Sostento.
Che passava il suo tempo a giocare a scacchi con gli amici, non era un campione a quel gioco però ci sapeva fare.
Ma la vita spensierata e felice non dura per sempre, ed a questo ragazzo un giorno morirono i genitori, in quanto una brutta epidemia colpì l’intero paese causando molte vittime tra gli abitanti anziani.
Restato solo, disperato e senza lavoro, e senza amici poiché qualcuno diceva che gli orfani portano sfortuna, a causa di questa sofferenza e della solitudine di quei giorni, Sostento si ammalò di un esaurimento nervoso, questa malattia dei nervi fece ammalare il suo metabolismo, i neuroni del cervello si alterarono e la sua mente all’improvviso dimostrò stranezze a lui finora sconosciute, e da quel giorno Sostento cominciò a sentire una voce telepatica che gli parlava nella testa.
Sostento pensava di essere malato, ma quella voce però diceva cose sensate e sembrava dimostrare saggezza, tantè che Sostento pensava, smettendo di avere paura di lei, “forse la voce non è sintomo di malattia, forse non sono malato, forse è un potere magico nuovo, che fortuna posso ricevere consigli, sono solo al mondo è vero, non ho più i genitori, ma non sono veramente solo, ho una voce amica dentro di me..ed è telepatica con me.”
Sostento decise di non rivelare a nessuno questa presenza amica, temeva che la gente lo prendesse per matto o che lo ritenesse un diverso da loro, che forse erano invece normali, temeva di diventare un fenomeno da baraccone vittima della curiosità del prossimo, Sostento voleva per se una vita normale, quindi mantenne segreto il potere magico che era in lui.
La voce amica si presentò:” io che ti parlo, sono uno spiritello con voce mentale umana e mi chiamo Didin, e sono uno spirito a cui i tuoi genitori, quando erano vivi, hanno dato il compito di aiutarti a essere felice..dimmi Sostento quali sono i tuoi sogni segreti?” chiese la voce amica.
Sostento non si scompose, ebbene si, anche lui aveva dei sogni segreti e quindi affermò: “ voglio sposare una bella ragazza e diventare un signore benestante e abitare in una grande villa…puoi tu aiutarmi…si! è questo il mio sogno segreto!”
“Tutto qui, Sostento” rispose il Didin, “sarà facile renderti felice….domani raccoglierai le tue cose in uno zaino e partiremo insieme in cerca della nostra fortuna…che ne dici?”
L’indomani Sostento prese il suo zaino e ci mise dentro poche cose, un panino e una borraccia di acqua, e partì in cerca della realizzazione dei suoi sogni.
Cammina e cammina, Sostento giunse in un piccolo paese in mezzo alla campagna, proprio nel giorno dove era di ricorrenza la festa patronale.
Camminando tra la gente che festeggiava e beveva vino rosso e mangiava polenta e carne alla brace, Sostento vide in un angolo della piazza una tenda, di fronte a questa tenda un imbonitore chiedeva alla gente di entrare .
Quello strano imbonitore vestito come un mago, diceva alla gente che passava di li, di partecipare alla lotteria, avrebbero vinto un premio da vero signore..ad esempio una carrozza, un cavallo, ed un bel vestito elegante.
Sostento decise di entrare in quella tenda e con i suoi pochi risparmi volle partecipare a quella lotteria.
All’interno della tenda c’era un grosso bancone, ed un incaricato aveva disposto sull’ampio tavolo…tante carte colorate..egli chiedeva a tutti di comperare una carta per soli due soldi, e quelli che lo facevano avrebbero in questo modo partecipato alla estrazione della lotteria.
Arrivò il turno di Sostento di scegliere le sue carte.
Sostento pensò: “Spiritello di nome Didin questa carta vince?..e una voce nella testa rispose:” No! Non vince.” Rispose lo spiritello . “E quindi io non la compro.” disse il ragazzo.
Sostento pensò indicando una altra carta:” Spiritello di nome Didin questa carta vince?..e una voce nella testa rispose:” No! Non vince!” E quindi io non la compro!” affermò di nuovo Sostento.
Così per molti minuti, in quella tenda, Sostento sceglieva le carte, ma di qualche carta Sostento fu dissuaso a comperare, e quindi il ragazzo era indeciso, tanto è che l’incaricato stava pensando di mandare via quel ragazzo troppo ritardatario….ma all’improvviso lo spirito parlando nella mente disse al ragazzo:” quella vince..si!…quella vince…quella che hai indicato… vince si… comperala subito …svelto! Disse la voce amica in modo telepatico.
“Prendo questa!”…disse il ragazzo all’incaricato che aspettava impaziente, Sostento indicando una carta che raffigurava sul retro un asso di denari e ripeté..”Prendo questa carta!”
“Finalmente ti sei deciso ragazzo..dammi due soldi ed eccoti la carta…complimenti partecipi alla estrazione” aggiunse l’incaricato.
Giunse la sera, ed arrivò l’ora della estrazione della carta vincente.
E cosa accadde? Pensate un pò, dopo un po’ di fervida attesa, dall’organizzazione della lotteria fu estratta proprio la carta di Sostento, il ragazzo vinse il primo premio, lo spiritello Didin aveva indovinato…la carta con l’asse di denari era la carta vincente …fu quella estratta.
Il giorno dopo, Sostento era proprietario legittimo di una bella carrozzella trainata da un cavallo e tutti potevano vedere che egli indossava un vestito elegante da vero signore.
Il cavallo trotterellava per la strada in fretta in fretta, Sostento che era un bel giovane ed ora aveva indosso un bel vestito, arrivò in città e parcheggiò la sua carrozza ed il cavallo nella piazza nel centro del paese e ne discese.
Proprio in quel momento per le via del centro stava passando una carrozza più grande della sua, una carrozza che senz’altro apparteneva ad un ricco signore e su quella carrozza Sostento potè vedere la donna dei suoi sogni..e subito si innamorò di lei… fu amore a prima vista …tanto è che Sostento chiese ad un commerciante che stava li vicino…”Ditemi chi è quella bella ragazza su quella carrozza che ora è ferma davanti al municipio?”
Il commerciante rispose: “ quella ragazza è la figlia di un ricco fattore, padrone di mandrie, di vigne e di cantine di vino, il padre si chiama Don Riccardo, come vedi è già in età da marito è molto bella eh! ragazzo, il suo nome è Valeria”.
Sostento pur essendo poco distante, la guardò negli occhi e subito provò un emozione per lei, si era già innamorato di quella ragazza…la ragazza lo vide e ricambiò con un sorriso il suo sguardo complimentoso.
Sostento decise che l’indomani sarebbe andato nella villa dove abitava don Riccardo per chiedere in sposa la mano di sua figlia, avrebbe fatto qualsiasi cosa per sposarla, poiché ne era veramente innamorato, eh si! l’amore è come una malattia, soprattutto quando si é giovani, quando ci si ammala di amore, bisogna farlo sfogare.
Dovete saper che Don Riccardo era si molto ricco, ma proprio per questo aveva problemi…aveva delle paure.
Questo ricco signore era tormentato da malavitosi, bracconieri, ladri di bestiame e vandali del raccolto…che durante l’assenza dei guardiani rubavano e danneggiavano le ricchezze delle sue ampie terre, causando un ricatto…
Dovete sapere che li vicino, si nascondeva nel bosco poco distante, un capo brigante, molto astuto e furbo che si chiamava Fra Ribaldo, era noto questo brigante per la sua cattiveria.
Egli minacciava di saccheggiare la proprietà di Don Riccardo e dovete sapere che nessuno gendarme o guardia era mai riuscito a catturarlo.
Sostento si presentò alla villa ed ottenne il permesso dal maggiordomo di incontrare Don Riccardo, quindi giunto in presenza del ricco signore, Sostento si tolse il cappello e fece un bell’inchino e vedendo di fianco a lui la bella figlia, sorrise anche a lei, con uno sguardo di amore intenso e le baciò la mano….la figlia che si chiamava Valeria in quel momento, ebbe l’impressione di sentire una voce nell’aria che le diceva: “Questo bel giovane è innamorato di te!” era la voce dello spiritello Didin che faceva da intrigante.
Subito dopo una voce nella mente di Sostento diceva: “ ragazzo la tua strategia in questo momento sarà di dire la verità, chi dice la verità vince sempre!”
“Oh! Don Riccardo..dovete sapere che io sono un povero ma onesto cittadino, ma lei gentile signore, deve anche sapere che ho incontrato in città vostra figlia e mi sono subito innamorato di lei, sono innamorato di vostra figlia Valeria, per averla in moglie farei qualsiasi cosa per lei, ma ho con me soltanto la mia onestà e la mia sincerità di bravo ragazzo”.
Don Riccardo restò a guardarlo sbigottito e poi sbottò, “caro ragazzo, non siete nobile l’ho capito, avete modi eleganti è vero, ma non siete ricco e volete fidanzarvi con mia figlia… ohibò!
E’ vero che siete un bel giovanotto, dai modi gentili ed educati, e sembrate sano di salute, ma lo sposo di mia figlia, deve dimostrare fortuna e doti al di sopra della norma, deve essere superiore a molti.
Mia figlia, per di più, come vedete è anche molto bella, avete coraggio ragazzo a chiederla in moglie visto che non siete nessuno in paese…ragazzo nonostante i bei vestiti.. siete una nullità.
Non mi sembra infatti che voi giovanotto abbiate poteri e qualità superiori a chiunque altro..ve lo farò dire da mia figlia..questo lo meritate per il coraggio e la sfrontatezza che state dimostrando..”
Don Riccardo si rivolse a sua figlia Valeria e le disse:
“Questo giovanotto mia cara è innamorato di voi, cosa ne pensate?
Vedendo che Sostento era un bel giovanotto e avendo intuito che era veramente innamorato di lei, la figlia Valeria ne fu compiaciuta e rispose:
“Padre mettetelo alla prova, mettete alla prova le sue doti morali e qualità intellettive!” disse la ragazza contenta per la richiesta.
Si sentì un colpo di tosse nella stanza, era il maggiordomo che aveva sentito tutto, e che attirava l’attenzione del padrone: “il Fra Ribaldo….” disse il maggiordomo…”il bandito che affligge la vostra proprietà ..Ribaldo è una continua minaccia per voi…potrebbe questo ragazzo essere la soluzione.”
“E’ vero!”.. disse ad un tratto Don Riccardo….”cosa abbiamo da perdere se mettiamo alla prova la volonterosa devozione di questo giovane per la nostra famiglia”.
“E’ vero, lei giovanotto ha detto che per farmi piacere farebbe qualunque cosa..ebbene…la metterò alla prova..metterò alla prova le sue capacità e la sua intelligenza.
Dovrete cercare di scoprire il nascondiglio dei briganti che tormentano la mia proprietà, dovrete incontrare il Fra Ribaldo e convincerlo a desistere dal minacciare le mie terre…non mi importa come farete, ne cosa direte….ma se ci riuscirete, ed i briganti se ne andranno dai nostri confini….e tutto ciò per vostro merito..se ci riuscirete giovanotto, avrete dimostrato di avere doni di intelligenza e di diplomazia superiori a tutti…e quindi é giusto che io, che so apprezzare questi doni, la premierò.
Se ci riuscirete le donerò la mano di mia figlia in sposa..che vedo tutta contenta di questo vostro amore, poiché lei appare come un bel giovanotto molto educato…e il vostro amore per Valeria è grande…e mia figlia lo ha capito.” Disse don Riccardo
“A vostro rischio e pericolo però..badate giovanotto che state rischiando la vostra vita, poiché si sà che Fra Ribaldo e molto permaloso e facilmente ordina ai suoi briganti di uccidere…egli secondo me è molto crudele.. ahimé! ragazzo rischiate la vostra vita per amore!.”
“Come ho detto gentile signore, io per vostra figlia farei qualsiasi cosa..e quindi non ho paura!”. Rispose Sostento.
Sostento l’indomani prese la carrozza e pur senza armi decise di avviarsi nel bosco alla ricerca del nascondiglio dei briganti….con le redini aizzò il cavallo e si incamminò per i sentieri bui del bosco…
Mentre Sostento si trovava nel centro del bosco, ecco che da dietro gli alberi uscirono all’improvviso tre brutti ceffi armati di schioppo tutti mascherati nel volto che gli intimarono: “altolà…mani in alto…sei vuoi salva la vita…alza le mani!”
“Chi sei tu che ti aggiri nel oscuro bosco come se niente fosse, non sai tu che questa è zona nostra… zona dei briganti…stai con le mani ben in alto… su!”
“Mi chiamo Sostento, sono disarmato, e voglio parlare con Fra Ribaldo il bandito, mi presento come ambasciatore di pace, mi manda don Riccardo…non sparate!” Affermò Sostento un po’ intimorito dalle armi che gli puntavano contro.
I tre banditi prima perquisirono Sostento, poi gli legarono le mani e gli bendarono gli occhi e lo portarono quindi all’accampamento di tutti i briganti.
Fra Ribaldo vide il giovanotto, ed ordinò di rubargli la carrozza ed il cavallo e poi disse: “mettetelo al sicuro ben legato nel capanno..in seguito lo interrogherò questo ragazzo, però ha del coraggio costui eh!”
Giunse la sera, ed i briganti presero Sostento e lo portarono nella ampia tenda dove si trovava Fra Ribaldo come da lui deciso.
Sostento stava improvvisando, non aveva un piano, decise quindi di utilizzare la strategia che più riesce facile ai principianti, dire la verità.
“Parla ragazzo che vuoi da me!” disse Fra Ribaldo pulendo il suo pugnale…che ti porta in questi luoghi sinistri a rischiare la tua vita!”
“Mi chiamo Sostento, sono un ragazzo povero, molto innamorato della figlia di don Riccardo, padrone di queste terre che voi conoscete bene.
Dovete sapere oh! grande capo dei briganti, che otterrò il permesso di sposare Valeria, solo se riuscirò a convincere voi ad andarsene da questa regione. “
“ah ah ah! ” il brigante Fra Ribaldo a sentire quella intenzione scoppiò in una sonora risata.
Dovete sapere cari lettori, che Fra Ribaldo non era crudele come diceva la sua fama, egli aveva origini umili e ricordava molto spesso con nostalgia la sua gioventù, e quindi provò commozione ad ascoltare il sogno di amore che aveva Sostento.
Così non obbedendo ai doveri di immagine di essere un capo severo, Fra Ribaldo confidò a Sostento, dopo aver ordinato al brigante di sentinella di uscire dalla tenda dove stavano, il suo parere se restare o andare via:
“Ragazzo devi sapere, ma è un segreto, che nemmeno io voglio restare a lungo nel bosco, fa freddo è umido qui, il giaciglio è duro da dormire, devi sapere che vorrei tanto ritirami a godermi il frutto delle mie ruberie, ma non posso purtroppo, i miei briganti sono avidi e vogliono ancora rubare e danneggiare, quindi non ti posso accontentare, non è che non voglio, non posso, come faccio a convincere i miei briganti che non è per paura che me ne vorrei andare da qui…ma solo perché sono vecchio e stanco..non so!”
“Però sarebbe bello ritirami e godermi la vita in altro luogo” disse Fra Ribaldo.
Fu allora che Sostento ebbe una idea, avendo capito che il capo dei briganti che gli stava di fronte non era così cattivo, il ragazzo disse: “Facciamo una scommessa, Fra Ribaldo, che gioco ti piace fare?”
“Bravo ragazzo, in questo bosco l’unico divertimento e mia distrazione, è di giocare a scacchi con i miei amici briganti..”
E così astutamente Sostento ebbe un idea:
“Decidiamo insieme di dare un opportunità anche a me, che sono così sincero, e facciamo una promessa solenne davanti a tutti i briganti dell’accampamento…si! una scommessa!”.
Sostento si avvicino con la sua testa alla testa del capo dei briganti e continuò parlando a bassa voce, fu cosi che poco dopo, i due uscirono dalla tenda, fra Ribaldo radunò tutti i briganti e disse loro:
“Compagni di avventura, miei briganti!
Come sapete io Fra Ribaldo vostro capo, sono un campione del gioco degli scacchi, il migliore di tutti voi, dovete sapere che questo ragazzo mi ha sfidato, ha osato sfidarmi ad una partita di scacchi, che non si dica che io ho paura di costui, ne va della mia fama di essere un bravo giocatore, ma tranquilli di certo costui non mi vincerà, e se il ragazzo perderà a scacchi, io stesso gli taglierò la testa. ..così ho deciso che non ho niente da perdere ad accettare la sfida richiesta..comunque dovete sapere che tanto ho deciso io e questo vi basti! .”
E qualcuno dei briganti chiese: “E se vince il ragazzo cosa succederà?”
“Ormai la scommessa è decisa, ma non accadrà che questo ragazzo avrà la fortuna di vincere me, se vincerà allora ci consoleremo così….. eh eh! …ce ne andremo tutti quanti dalla foresta.
Ma aspettate a lamentarvi, ho deciso che prima divideremo il bottino, si! compari!…ci divideremo il nostro cospicuo bottino e ce ne torneremo in altro luogo a casa nostra…ah ah ah! ma siccome questo ragazzo perderà di certo, ci divertiremo a torturarlo!.”
Poi Fra Ribaldo rivolto al ragazzo aggiunse: “Giochiamo a scacchi se vinci tu ragazzo tutti i miei briganti se andranno, ma se per caso vinco io la partita a scacchi, tu ragazzo sarai giustiziato e decapitato all’istante… zac!” disse il capo brigante facendo un gesto con la sua mano all’altezza del collo.
Sostento sapeva un poco giocare a scacchi, le regole del gioco le sapeva, ma non era un campione, vedendo quel gesto con la mano che imitava una spada tagliare la gola, si spaventò, ma una voce mentale in lui lo rassicurò, era la sua voce amica che gli disse in telepatia: ”Accetta la scommessa ragazzo, io ti aiuterò, io Didin sono un campione a quel gioco e poi mi pare che tu non hai altra scelta!.” disse la voce amica nella mente.
Il giorno dopo all’ora di pranzo la partita ebbe inizio.
Tutti i briganti erano nel centro del campo del loro rifugio..su un tavolo una scacchiera già pronta, e li vicino di fronte l’uno all’altro…Sostento l’innamorato e il capo brigante Fra Ribaldo, essi stavano per sfidarsi ad una partita a scacchi il cui risultato poteva avere conseguenze determinanti e drammatiche.
La partita ebbe inizio, cominciò fra Ribaldo, lui aveva gli scacchi bianchi, aprì di pedoni e successivamente mosse di cavallo.
Sostento, che aveva gli scacchi neri, si difese bene, nonostante fosse inesperto.
Didin intanto rivelava a Sostento le intenzioni del suo avversario: “Attento ragazzo vuole mangiarti la regina..ti avverto del pericolo!”
Sostento con una contro mossa, evitò la trappola dell’avversario.
La voce amica suggerì ancora a Sostento:
” Fra Ribaldo è più preparato di te a questo gioco, non ci resta che semplificare la partita facendo molti scambi ..si molti scambi di pezzi… però alla pari eh!..forza ragazzo..fai gli scambi tra i tuoi pezzi e i suoi..obbliga!”
Dopo qualche quarto d’ora, sulla scacchiera c’erano pochi pezzi… ma Sostento stava per perdere, il ragazzo ora si trovava in svantaggio.
Il ragazzo era in pericolo, il Didin decise una furbizia per aiutarlo: ”Devo barare e aiutarti in modo irregolare, disturberò la concentrazione del tuo avversario, lascia fare me è giusto..in palio c’é la tua vita ragazzo… eh si! devo barare a fin di bene!”.
Fu così come per magia, che dalla testa di Sostento uscì un ectoplasma invisibile di energia luminosa verde, questo vapore ecto-plasmico entrò nella testa di Fra Ribaldo e raggiunse il suo cervello.
Fra Ribaldo si sentì all’improvviso intontito, ma doveva giocare ugualmente, tutti lo stavano osservando, non poteva ritirarsi, i suoi pensieri erano diventati confusi, la sua memoria anche, fu così che il capo dei briganti in seguito all’intontimento sbagliò una mossa decisiva.
Sostento poté affermare a suo vantaggio: “pezzo toccato.. pezzo da muovere!” fra Ribaldo fu costretto a muovere la regina  poiché poco prima l’aveva presa in mano e cadde nella trappola di Sostento, che mosse l’alfiere e disse. “Ecco!… scacco matto!”
Sostento con abilità….era riuscito a fare scacco matto.
Il capo dei briganti si stropicciò gli occhi e le sue grosse sopracciglia si inarcarono…e guardò la scacchiera stupito…purtroppo era scacco matto…fra Ribaldo, con la sorpresa di tutti, aveva perso.
“Ho vinto!” dice il ragazzo..”tu brigante hai perso la scommessa, adesso tu e i tuoi briganti dovrete andarvene da qui, mi hai dato la tua parola di onorato capo-brigante..ricordi Fra Ribaldo?” affermò deciso Sostento.
Ci fu un momento di silenzio, fu così che dal gruppo dei briganti che si trovavano intorno ai giocatori qualcuno urlò: “Capo! io non me ne voglio andare da qui… uccidilo comunque questo ragazzo” disse un brigante..
“I ladri come noi non sono obbligati ad essere obbedienti alla parola data!” disse ancora lo stesso brigante.
“No! la parola mia e la parola di un capo, ed ha molto valore, anche Fra Ribaldo crede nell’onore”. Rispose il capo brigante mentre teneva la mano sulla pistola che stava nella cintura…
Intanto lo spiritello Didin ritornò, in forma di ecto-plasma di luce verde, traslando da un corpo all’altro, nella testa di Sostento.
“Questo ragazzo mi ha battuto come vedete quindi merita rispetto!” urlò fra Ribaldo..che adesso ragionava meglio.
“Uccidi comunque il ragazzo.. ma che hai paura di essere malvagio? Continuava a dire l’altro brigante.
“No!…Io Ribaldo .. non ho paura di essere cattivo…. infatti ucciderò te….aprì il grilletto della sua pistola, prese la mira rapidamente e con un sol colpo fra Ribaldo uccise il brigante che contestava le sue intenzioni…PUM!
Il brigante con su il volto una espressione di stupore..si mise le mani sul petto bagnato di sangue e cadde morto sul terreno.
“Che ce qualcun altro che vuole guai!…io ho una sola parola!….dividiamoci il bottino e andiamocene!…. torniamo a casa a goderci la vita… siamo ricchi. Questo rompiscatole adesso è morto… uno di meno con cui dividere il frutto delle nostre ruberie!”
Fu così che quel giorno, il gruppo dei briganti, dopo essersi diviso il loro tesoro accumulato rubando, salirono a cavallo e si dileguarono per i diversi sentieri del bosco… ognuno per la sua strada…
Fra Ribaldo allora, tenendo nella sua bisaccia la sua parte di bottino si avvicinò a Sostento, prese carta e penna e si mise a scrivere un messaggio:
“Don Riccardo, è per te questo scritto, noi siamo nemici, ed io non ho paura di te, ma è grazie a questo ragazzo innamorato di tua figlia, che le tue proprietà, che per lungo tempo ho depredato, ora avranno pace….firmato il bandito fra Ribaldo.
“Tieni questo messaggio ragazzo e consegnalo a don Riccardo, ritorna libero a casa tua anche te, e vivi felice… tu che hai incontrato l’amore.. e sei un ragazzo fortunato!” fu così che Fra Ribaldo colpendo con una sberla la groppa del cavallo imbrigliato alla carrozza di Sostento gli causò il mettersi al galoppo.
Il brigante ridendo… salutò il ragazzo da lontano… Sostento intanto tentava di controllare con difficoltà le redini, il cavallo imbizzarrito e la sua carrozza ora correvano in modo disordinato… Ma Sostento ci riuscì e finalmente se ne tornò verso la strada che portava all’uscita del bosco, finalmente verso la pianura
Quella stessa sera nella villa di don Riccardo.
Il ricco signore non poteva credere ai suoi occhi, il messaggio datogli da Sostento, diceva proprio questo, finalmente il brigante sanguinario che devastava le sue terre se ne era andato e tutto questo grazie a questo ragazzo.
“Bravo Sostento, tu hai dimostrato qualità superiori alla norma, io so riconoscere chi ha capacità, e quindi ti permetto di frequentare mia figlia Valeria.”
Passarono gli anni e fu così che Sostento, dopo due anni di fidanzamento con Valeria, ebbe il permesso finalmente di sposare la figlia di don Riccardo..i due erano molto innamorati, tutti lo avevano capito.
Sostento aveva dimostrato capacità superiori agli altri, Don Riccardo si sentiva onorato di imparentarsi con lui, pensate egli diceva ai paesani:
”Questo ragazzo da solo ha mandato via dalle mie terre, il crudele Fra Ribaldo, noto bandito, che spargeva il terrore in tutta la regione, sono felice di dargli in sposa mia figlia, poiché è un valoroso.”
Fu così che Sostento e la sua fidanzata Valeria sI sposarono, fu un bel giorno ci furono dei festeggiamenti, dopo qualche anno ai due innamorati nacquero due bambini…due bei gemelli.
Qualche anno dopo, purtroppo durante un viaggio in medio oriente per motivi commerciali, a causa della malaria morì per malattia don Riccardo, fu così che Sostento ereditò tutto il patrimonio di suo suocero e divenne di conseguenza molto ricco.
Sostento e Valeria vissero nel benessere economico e furono contenti poiché governarono i loro possedimenti ed educarono i loro figli al rispetto delle opinioni e del libero arbitrio.
Sostento non era solo in questo..nella sua mente viveva un segreto, lo spiritello Didin, che lo consigliava sempre, come una voce amica, suggerendo a lui il modo giusto di governare la proprietà ed il modo migliore di consigliare i figli.
Morale: noi non siamo veramente soli, molto spesso c’é qualcuno che ci consiglia, soltanto che non sempre ce ne rendiamo conto.
Abbiate in voi il coraggio di credere nei sogni che desiderate, abbiate fiducia in voi, perché molto spesso anche i sogni impossibili si realizzano.
Fine
Autore: Egidio Zippone
(Milano, Luglio 2015)
Giudizio: interessante, originale
voto (da 5 a 10): 9

 

 

Favola: Sostento e l’amico Didin (per ragazzi)ultima modifica: 2017-08-31T12:17:22+02:00da scrittore59