Lunga vita a Luciano Moggi

Ammettiamolo, nell’anno del signore 2018 la Francia è sul tetto del mondo e noi siamo contentissimi. I mondiali più strambi che il calcio ricordi hanno visto avanzare nazionali che di solito vincevano solo nei cartoni animati. Anzi nemmeno in quelli.

Bastava un briciolo di voglia in più e ci sarebbe stata anche l’Italia. Se i professionisti del pallone scesi in campo contro la Svezia non avessero avuto il posto fisso assicurato, si può scommettere che la nazionale italiana sarebbe uscita agli ottavi, o anche prima, facendo chissà quali figure da mezze seghe, però partecipando.

Ci vorrebbe un altro Luciano Moggi, ci vorrebbe  un’altra calciopoli (mamma mia che nome orribile), e allora si, li vedresti quei bei tomi scattare sul prato con una sacra voglia di pararsi il culo, di disinnescare l’antipatico proseguire delle indagini, di evitare la sciagura di vedere le proprie carriere falciate dalla giustizia mediatica e sportiva. Perché, ammettiamo anche questo una volta per tutte, senza soldi non si corre. Fine, stop, non c’è più niente da aggiungere se non questo disperato appello che, speriamo, qualche divinità raccoglierà affinché non resti lettera morta;

Luciano Moggi dove sei? Cosa aspetti a ritornare?