Che brutta fine, le mascherine: intervista ai Deviate Damaen di Metal Skunk – Il mio commento

DeviateDamaen.1

Ho letto questa intervista e vi invito a leggerla con attenzione. Indipendentemente dai gusti musicali, sono espressi concetti, ragionamenti, analisi che possiamo ritrovare in altre forme dell’arte e della comunicazione. Senza contare gli approfondimenti relativi alle ricerche, alle sperimentazioni e ai dettagli, che difficilmente possiamo averli a portata di click o dietro l’angolo.

Poiché a generosità e autenticità si risponde lealmente con la stessa moneta, dedico ben volentieri questo spazio ai Deviate Damaen, a Metal Skunk e soprattutto ai miei lettori che dal 5 Dicembre 2023 seguono il mio blog.

Che brutta fine, le mascherine: intervista ai Deviate Damaen di Metal Skunk:  https://metalskunk.com/2024/03/06/che-brutta-fine-le-mascherine-intervista-ai-deviate-damaen/

Commento di Giannina Demelas  7 Marzo 2023.

Molto bella questa intervista, anzi, necessaria. Anche se lo schema del testo è una conversazione, nella sostanza è un inventario.

Un inventario di lavori, ricerche sperimentazioni e panoramica che racchiudono sia  una cronologia storica che  la descrizione  dei precorsi per preparare l’opera musicale con dettagli specifici sia nell’uso degli strumenti che nell’uso della voce.

Le argomentazioni e i dettagli non li ho trovati solo interessanti, ma incantevoli. In ambito musicale c’è un aspetto che, secondo me, si fa molta fatica a comprendere che vorrei tentare di spiegare dall’osservatorio dell’ascoltatore.

Un artista è concepito dall’ ascoltatore consapevole (non parliamo di fan rincoglioniti, con testa emulsionata da falsi miti) , come una persona fatta di corpo, di spirito e di anima come tutti gli altri esseri umani, ma che ha in più degli altri, il talento con il quale crea.

La creazione o opera artistica è allo stesso tempo contenuto e veicolo. Questo contenuto/ veicolo si propone come l’artista lo ha pensato, lo ha concepito, lo ha forgiato. Viene, ovviamente presentato, di volta in volta, in un certo modo: la cover, la descrizione, la costruzione estetica con la sua filosofia d’immagine.

Tutto l’insieme è un prodotto. Anche se sembra poco sentimentale, definire in questo modo l’insieme di sensazioni, di sogni, di poesia, di ispirazioni, che l’artista ci ha messo dentro, nella sintesi, è un prodotto. Se ti piace lo compri e lo ascolti. E se non ti piace lo ignori. Nel momento in cui lo ascolti quel prodotto si svela, come un prezioso scrigno nel quale c’è un mondo da scoprire. Avviene la magia perché quei suoni, quella voce , entrano dentro il cervello e poi in circolo, e nel cuore e nell’anima. A quel punto avviene il dialogo con l’opera  o creazione (non con l’artista).

L’opera, in modo, talvolta presuntuoso, l’artista, te la propone nella sua interezza, come dire: “questa è l’opera finita, con il mio sigillo e la mia firma”.

Nel caso dei Deviate Damaen non penso che la loro musica e canzoni, attirino l’attenzione dei cervelli condizionati o anestetizzati,  ma piuttosto di chi non ha paura di confrontarsi o di essere sfrontatamente sincero, fregandosene di tutto e di tutti a 360 gradi.

Che la musica dei Deviate Damaen sia al momento riservata a una ridotta cerchia di persone, come dicono gli stessi autori, su questo non c’è dubbio.

Anche se il concetto a mio avviso non si deve fermare qui. Lasciarlo in quel contesto, apre due soluzioni: 1) Ne sottolinearne la particolarità, detto in termini grezzi ma schietti: “Non è roba per fessi, ma per spiriti eletti” 2) Lo si chiude in gabbia, e la gabbia va contro ogni regola di libertà.

A questo punto accade ciò che è inevitabile. Artista e ascoltatore devono per forza di cose confrontarsi e capire cosa vuole l’uno e cosa vuole l’altro.

L’avversione e le critiche negative, inflitte ai Deviate Damaen, in tutti questi anni, a mio avviso sono pura ignoranza, e anche paura. Piuttosto che uscire dalla zona confort per capire, o semplicemente per curiosare, la massa preferisce demolire ciò che si propone e che in qualche modo spaventa.

C’è però anche un altro aspetto da tener conto. In mezzo alla mischia di ascoltatori, ci sono individui non hanno bisogno di stimoli o di insegnamenti per difendersi dalle varie forme di condizionamento, dai quali i Deviate Damaen ci vorrebbero allertare e proteggere, perché sono a loro volta “combattenti” in altri ambiti.

Questa “qualifica” , se così la possiamo chiamare, consente di identificarne la generosità autentica, come dire: “Tu di là e io di qua, ognuno nel proprio campo e  ruolo, stiamo andando nella stessa direzione”. Inoltre, gli stimoli, le provocazioni, i discorsi, non sono palle lanciate a vuoto, ma hanno fatto il loro lavoro, diretto o indiretto.

Le comuni persone, ogni giorno, attraverso la loro personale evoluzione, che è stata per l’appunto in buona parte stimolata, raggiungono un maggiore livello di consapevolezza, di senso critico, di capacità di analisi e si vanno a sommare agli altri.

Alla constatazione: “ il numero dei cretini, o dei tonti , o delle cosiddette pecore del gregge è in aumento” , personalmente rispondo, “sei cieco se non vedi che invece è esattamente il contrario: la consapevolezza è in incremento e inoltre sei presuntuoso se vuoi ergerti ad un gradino più alto, rispetto agli altri, in quanto, sono proprio i gradini i primi ad essere demoliti da un nuovo modo di pensare”. Questa condizione è riconoscibile da chi, per sua natura, ha il cervello selettivo, perché è allenato a “filtrare”.

In tutto questo contesto capita, che quell’opera che l’artista ti ha proposto nella sua interezza con la sua firma e con il suo sigillo, mentalmente la smonti, la fai a pezzi e prendi tutto ciò che ti piace con la tua capacità di ricezione, di ascolto e di scelta,  e assimili, ciò che gradisci e che ti fa stare bene.

E in questo modo  quell’opera te la godi sul serio, nella sua essenza, ma soprattutto nella sua benefica azione. Come si farebbe con un integratore, con una vitamina o un principio curativo.

Io credo che la filosofia “mens sana in corpore sano” avrà un’evoluzione molto più potente di come è stata concepita nella sua creazione storica, perché ora, in questa epoca, abbiamo la consapevolezza e l’esperienza di tutto ciò che ci ha fatto male.

L’ industria chimica fallirà e al suo posto ci saranno soluzioni e cure con principi attivi naturali, senza alcuna controindicazione e fra questi principi attivi, i suoni, e quindi la musica avrà un ruolo fondamentale.

Per il mio gusto personale alcune opere dei Deviate Damaen sono pronte e cioè completamente assimilabili, io lo ascolterei anche dieci volte di seguito e fanno bene nel vero senso della parola, perché i suoni / voci, stimolano la secrezione di serotonina e nel contempo sono energetici , producono un effetto corroborante.

Però ci sono anche prodotti, con altra roba dentro, che l’artista ha voluto veicolare ma che io percepisco come  “scorie”.

Inizialmente queste scorie un po’ mi davano fastidio. Ora, ho trovato il modo per riciclarle: diventano ragione di burla, di ironia, di barzelletta e bonaria presa per il culo indirizzata a quei “barrosi” e volgari maschilisti. Come loro trovano le argomentazioni di attacco verso un femminile che ha deluso, cosi io, che non soffro di complessi di inferiorità, scherzando e  ridendo, ogni tanto glielo ricordo che le idee non ce le hanno abbastanza chiare.

Qualunque forma di dissenso si realizza quando, nella costruzione mentale o nella linea di pensiero si opera la sostituzione “meccanica”.

Se ho ben chiaro ciò che voglio, tutto il resto, per esclusione e ciò che non voglio.

Se il messaggio poetico o filosofico che mi perviene è : non voglio, non va bene, non mi piace, che si esprima in modo gentile o in modo volgare la sostanza non cambia: mi stai dimostrando che non sai cosa vuoi.

Chiaramente non c’è niente di personale e nulla di offensivo, anzi, lo vivo come un divertente gioco: io, che sono l’ascoltatore, alla versione del prodotto dei Deviate Damaen che vorrebbero a tutti i costi dimostrare di avere “le palle” ironicamente  contrappongo che chi non sa cosa vuole, non ha le palle.

Alla versione Deviate Damaen che vuole, sputare, pisciare, offendere, stupire e soprattutto scandalizzare, contrappongo il piacere di farmi due risate utilizzando allegramente quelle scorie che altrimenti, con l’indifferenza, andrebbero dritte nel cesso.

Per similitudine mi viene in mente il palestrato, con le mani sul bilanciere, pronto a fare la sua performance. Per esperienza vissuta ha paura che io passi nelle vicinanze perché sa, che, se parlo, ride, diventa molle mole e non riesce più a sollevare.

Comunque tutto evolve. Il miglior modo per evolvere è lavorare in completa libertà. L’ artista deve sentire pienamente questa libertà senza doverla conquistare con una costruzione estetica da “rambo” per difendersi dalla censura o dalla ignoranza.

L’ ascoltatore deve sentire la libertà di scelta senza dover percorrere induzioni pilotate dalla propaganda nociva e aggiungo in alcuni casi, come nel caso specifico dei Deviate Damaen, senza doversi sorbire dei sermoni conditi con merda, piscio e sborra che di buon gusto artistico non hanno proprio niente.

E poi mi domando: a cosa servono?

Secondo l’artista per rimarcare, il concetto: “ io sono come mi piace essere, e non composto, non ordinato e non  ben educato o “addomesticato” come vorrebbero che fossi”.

Secondo me: l’ascoltatore, le esternazioni volgari e anche schifose, servono per camuffare, in modo assolutamente temporaneo, una nuova visione della realtà, che è in preparazione da molto tempo. Come tutto evolve, anche l’artista evolve e sostituirà quella veste, quell’impronta, quella corteccia, nell’istante in cui la considererà ormai superata.

Tiro a indovinare? Fra qualche mese o fra qualche anno, dipende da quanto tempo ci vuole, vedremo i Deviate Damaen in versione estetica assolutamente raffinata, con uno stile unico e perfettamente coerente con la loro musica e le loro voci, quella di Gab Volgar in particolare, che raffinate… lo sono già da diverso tempo.

Quando dentro e fuori di noi esistono presupposti per una bella virata, accade e basta, come è sempre accaduto.

Ne frattempo ci godiamo le divertenti botte e risposte. Con il buon umore si lavora meglio.

Giannina Demelas

Che brutta fine, le mascherine: intervista ai Deviate Damaen di Metal Skunk – Il mio commentoultima modifica: 2024-03-07T14:29:28+01:00da GianninaDemelas

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.