ASTROLOGIA oracolo antico e modernissimo

Una bussola formidabile, una lingua molto diffusa che non abbiamo ancora imparato del tutto. Gli astrologi sono vedette nella società in cui operano.

Quando l’uomo ha incominciato a trasferire segni, colori, visioni, codici di caccia, alle pareti delle grotte, e parliamo del Magdaleniano, circa 18.000 anni fa, ha posto al centro del suo vivere il mistero e la conoscenza.

Mistero e conoscenza
Il mistero come rito di ingresso e d’uscita dall’esistenza e la conoscenza quale scambio di informazioni per migliorare la qualità del viaggio nel tempo tra le persone. Si trovava allora di fronte a delle certezze potenti, non tanto diverse da oggi, a delle entità e furie naturali che non facevano sconti. L’inconscio, il caos, il caso, i fenomeni, l’inspiegabile, la fortuna e le forze primitive della Natura, parlavano in continuazione un linguaggio coerente, spesso totalizzante. Che non comunicava con gli essere viventi, se non attraverso la realtà dei fatti o gli allarmi. Non si poteva abbracciare il fulmine senza venirne bruciati. Non si poteva addomesticare, cavalcandolo con il morso e la sella, l’uragano.

Rubare la luce a una stella
Non si poteva rubare la luce ad una stella, tenendola per sé, per poi farsi illuminare la notte. Non si poteva convincere un animale a farsi preda. Erano tante le presenze, le divinità pagane e totemiche. Eppure nel buio della notte, nel sogno, nell’intuizione che faceva restare vivi, nei miraggi dei deserti, qualcosa risuonava di comune e di magico. L’uomo era parte del Tutto. Come durante la nascita e la morte che erano “tagli” rispetto alla normalità quotidiana. Uno spunto, l’arte del divinare, al di sopra della singola esistenza, che veniva dall’interno, dalla profondità del sentire, anche dalle paure o dalle emozioni e che cercava uno schema fisso, una logica comune per dominare il Futuro e per trovare il nesso tra gli avvenimenti. Oggi lo chiameremmo senso.

fonte: arcanimaggiori.it