Ministro Tria

Rassicuriamo che in Italia non esiste nessuna forza politica che dica di voler uscire dall’euro“. Lo ha affermato il neo ministro dell’Economia, Giovanni Tria, al ricevimento del Quirinale per le celebrazioni della Festa della Repubblica. “Il nostro team di governo – ha poi aggiunto – è un’ottima squadra”.

Sig. Ministro, provi a fare un referendum sulla questione di voler o meno uscire dall’euro e vedrà che bella sorpresa si trova !!!

Francia e Spagna … figli di gran puttagna !!!

Migranti: quando la Spagna apriva il fuoco e la Francia sigillava i porti.

Quando Spagna e Francia chiudevano i porti ai migranti – di Federico Cenci e Luca La Mantia

l segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è detto ieri “molto preoccupato per il fatto che lo spazio per la protezione dei rifugiati in Ue si stia restringendo”. È lecito supporre che la sua preoccupazione derivi dalla scelta del ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, di chiudere i porti alle navi delle Ong che trasportano migranti.

Ma chissà se lo stesso sentimento attraversava l’animo di Guterres anche nel recente passato, quando altri Paesi europei chiudevano i propri porti lasciando all’Italia l’onere dell’accoglienza delle imbarcazioni cariche di donne, bambini e uomini disperati.

Era il 3 luglio 2017, nemmeno un anno fa, quando a Parigi si svolgeva un vertice tra i ministri dell’Interno di Francia, Germania e Italia e Dimitris Avramopoulos, commissario Ue per le migrazioni.

Al centro dell’agenda il dossier migranti, con la proposta dell’allora capo del Viminale, Marco Minniti, di farli sbarcare non solo in Italia, ma anche in altri porti europei. Una richiesta di mutuo soccorso in piena sintonia con i principi dell’Unione.

I “porti sigillati” della Francia. La richiesta dell’Italia, tuttavia, non fece breccia nel cuore degli altri Paesi che affacciano sul mar Mediterraneo. Il fallimento venne registrato nero su bianco dall’attacco dell’articolo di Repubblica: “Francia e Spagna si dicono pronte a sigillare i loro porti”.

Il presidente francese Emmanuel Macron (cui è stata affibbiata l’etichetta del sincero liberale, non del populista) ci tenne a sottolineare che non può essere abbandonato “l’indispensabile mantenimento delle nostre frontiere”.

Gli fece eco il vicesindaco di Marsiglia, Dominique Tian, che disse chiaramente: “No all’apertura del nostro porto alle navi umanitarie che soccorrono i migranti nel Mediterraneo, se ogni settimana facessimo entrare navi con centinaia se non migliaia di migranti saremmo nell’incapacità totale di alloggiare queste persone.
Perché una volta sbarcate, queste persone bisogna alloggiarle, ma non abbiamo i mezzi, non possiamo accogliere dei migranti in queste condizioni”. Proprio Oltralpe, del resto, il clima nei confronti di chi fugge dall’Africa è molto rigido.

Lo testimonia quanto avvenuto a Bardonecchia a marzo, in mezzo alla neve, quando i gendarmi francesi hanno scaricato una donna nigeriana incinta, gravemente malata e respinta alla frontiera, spirata dopo qualche giorno in un ospedale di Torino dopo aver dato alla luce il figlio.
L’eco di quel modus operandi è poi giunta fino a Parigi: il 23 aprile l’Assemblea Nazionale ha infatti votato una legge più restrittiva sull’asilo e l’immigrazione, la quale prevede di facilitare le espulsioni.

Spagna “fortezza inespugnabile” per i migranti. Espulsioni che nella confinante Spagna si tingono di scontro politico. Nell’aprile scorso il gruppo di sinistra Podemos al Senato ha accusato il Governo di “nascondere i respingimenti di massa non registrandoli, in modo da non lasciarne traccia e non dover affrontare le critiche e soprattutto i procedimenti giudiziari contro questa pratica, inclusi i frequenti richiami delle Nazioni Unite e di numerose organizzazioni non governative e associazioni umanitarie sia spagnole che internazionali”.

E ancora, il 22 maggio Francisco Fernandez Marugan, defensor del pueblo spagnolo (colui che vigila affinché vengano assicurati i diritti dei cittadini nel rapporto con lo Stato) denunciava che diversi profughi dei centri di internamento per stranieri (Cie) di Madrid sono stati espulsi “senza aver avuto la possibilità di presentare la richiesta di asilo o comunque di accedere al procedimento previsto in questi casi”.

Fonti governative di Madrid, d’altronde, avevano fatto trapelare la risposta negativa alla proposta italiana di far sbarcare le navi delle Ong anche nei loro porti. “Ripartire i migranti fra i Paesi del sud non è la soluzione … dissero.
Ci deve essere una risposta europea davanti a una situazione eccezionale, come si è fatto per la crisi dei rifugiati che arrivavano sulle coste greche”. Il tema dell’accoglienza per la Spagna è alquanto spinoso.
A tal proposito basta citare l’organizzazione Open Migration, che nel marzo 2016 descriveva le frontiere con il Marocco di Ceuta e Melilla come “fortezze inespugnabili” diventate “l’emblema della chiusura” dei confini iberici.

E la stessa organizzazione ricordava un episodio di oltre dieci anni fa, quando “11 migranti rimasero uccisi dal fuoco delle guardie di frontiera mentre provavano a scavalcare le reti”. Da quel giorno, tuttavia, riferiva Open Migration, “la violenza non è diminuita”.

Diritto incerto. Il cambio di atteggiamento da parte della Spagna, che si è offerta di accogliere i 629 migranti trasportati dall’imbarcazione dell’ong “Sos Mediteranee”, non chiuderà la vicenda della Nave Aquarius.

Al contrario, essa costituirà un precedente, tale da rendere necessario (e urgente) un intervento del legislatore europeo e di quello internazionale. La situazione normativa, al momento è complessa, e il caso aperto dall’Italia ha messo a nudo le lacune dell’ordinamento marittimo su situazioni di questo genere.

Le fonti internazionali. Sul punto è intervenuta la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, spiegando che “in base al diritto internazionale la decisione sullo sbarco è lasciata al Paese che coordina l’operazione di ricerca e soccorso, non specifica se debba essere il Paese stesso o quale debba essere”.

Il termine Sar (“search and rescue”) indica l’area entro cui ciascuno Stato, sulla base della Convenzione di Amburgo del 1979, si impegna ad assicurare l’attività di ricerca e salvataggio in mare. L’area di competenza dell’Italia è di 500 mila chilometri quadrati.
L’indicazione del cosiddetto “porto sicuro”, in genere il più vicino al punto del soccorso, spetta a chi ha coordinato l’attività Sar. Lo sbarco avviene, di solito, all’interno del territorio dello Stato che ha diretto l’attività di salvataggio. In mancanza di una norma specifica si tratta, tuttavia, di una prassi, frutto dell’interpretazione prevalente del diritto internazionale.

La Convenzione di Amburgo, in ogni caso, è spesso disattesa. Tra i firmatari ci sono, infatti, anche Tunisia e Libia, Paesi che raramente intervengono costringendo le nostre autorità ad agire al di fuori dei propri confini.
Altra fonte è la Convenzione di Montego Bay, considerata la carta Onu per i diritti del mare. Il trattato, cui hanno aderito 164 Stati, prevede che ogni nazione costiera debba organizzarsi per assicurare la ricerca e il soccorso sulla base di autonomi accordi regionali.
Tuttavia, esso nulla chiarisce circa l’obbligo di far attraccare una nave (come Aquarius) non in avaria. La stessa Corte europea per i diritti dell’uomo, nelle sue sentenze, non ha stabilito una regola univoca per via giurisprudenziale.

Nazionali. A livello nazionale c’è l’articolo 2 della Costituzione, che, fra le altre cose, impegna la Repubblica a richiedere “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Enunciazione nobile ma di principio. Il codice della navigazione, da parte sua, punisce con la reclusione chi “omette di cooperare con i mezzi dei quali dispone al soccorso di una nave, di un galleggiante, di un aeromobile o di una persona in pericolo”. Nulla è previsto, però, per il caso in cui non esista una situazione di oggettivo rischio.

Ong. Chiudiamo la rassegna con il Codice di condotta delle Organizzazioni non governative, voluto dal ministro Minniti e approvato anche dall’Ue, il quale prevede che le navi delle Ong completino l’operazione di salvataggio sbarcando le persone a bordo “in un porto sicuro sotto il coordinamento dell’Imrcc competente”, salvo in particolari situazioni di emergenza.

Fonte: interris

Vedere anche questi link, grazie !!!

https://www.remocontro.it/2017/07/04/migranti-francia-spagna-chiudono-porti-laustria-brennero/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/03/migranti-francia-e-spagna-chiudono-porti-alle-navi-delle-ong-la-ue-promette-ma-litalia-resta-sola/3702950/

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/migranti-francia-spagna-austria-frontiere-soccorso-caritas-inaccettabile-dbd0453f-4b39-4234-8f3f-c66b4ea190d8.html

https://www.intelligonews.it/il-colmo/articoli/4-luglio-2017/63558/intesa-migranti-ko-francia-e-spagna-chiudono-i-porti-in-faccia-all-italia/

http://arianna.libero.it/web/ricerca?f=hp&qs=2016+francia+e+spagna+chiudono+i+porti+ai+migranti

Ci prendono pure per il culo !!!

Stranamente strada facendo perdono tutti i loro documenti, ma non i cellulari... e soprattutto: come fanno a funzionare dato che serve una sim dei nostri gestori per funzionare qua in Italia e che questa si ottiene solo facendo un contratto con documenti alla mano...
Stranamente strada facendo perdono tutti i loro documenti, ma non i cellulari… e soprattutto: come fanno a funzionare i loro cellulari dato che serve una sim dei nostri gestori per funzionare qua in Italia ? … e che questa si ottiene solo facendo un contratto con documenti alla mano…

Migranti ? Nuova proposta !!!

Da qualche giorno cani e porci, danno contro al nostro OTTIMO governo per la questione dei migranti. Io avrei una proposta da fare che salverebbe la situazione e finalmente farebbe chiarezza su chi veramente vuole i migranti in Italia assumendosene ogni tipo di responsabilità.

La Proposta !

  1. Indire un referendum Popolare rivolto ai soli Italiani veri ed effettivi (e non acquisiti … !!!);
  2. ad ogni elettore sarà data una scheda nominativa, cioè con tutti i dati anagrafici del votante;
  3. la scheda conterrà solo 1 domanda, questa: “volete voi qualsiasi tipo di migranti in Italia?” l’elettore dovrà apporre una croce su una casella con il SI oppure una con il NO;
  4. la stessa scheda conterrà anche 2 semplici spiegazioni, queste: (1) “coloro che voteranno SI sappiano che essendo la scheda nominativa, saranno costretti dallo Stato a mantenere in tutto e per tutto i migranti, perciò, in base al numero di migranti in Italia (numero estremamente variabile) sarà obbligato a dei versamenti mensili per il loro mantenimento ” – (2) “tutti gli elettori che non si presenteranno al voto, saranno considerati come votanti SI e come tali trattati“.
  5. il referendum sarà vinto a maggioranza, cioè il 50% degli elettori + 1.

Ecco una soluzione molto democratica di richiesta di consulto Popolare, ogni elettore deve avere la coscienza, l’onestà e la responsabilità delle proprie azioni … e non nascondersi dietro un voto anonimo e segreto, troppo semplice e troppo facile. Per usare una vecchia frase di un mio vecchio amico: ” … è troppo facile e semplice fare il culattone (finocchio), con il culo degli altri … !!!”.

Con questo semplice sistema potremmo entro brevissimo tempo sapere con estrema certezza, senza dubbi ed errori, sapere chi sono i favorevoli e/o i contrari ai migranti e di conseguenza potremo agire, senza più discussioni, senza accuse, senza dare la responsabilità ai nostri governanti sul da farsi.

Cari comunisti merdosi, se si riuscisse a portare a termine questo ambizioso progetto … sarete nella merda e chiederemo la vostra espulsione dal territorio Italiano e lo scioglimento di ogni partito comunista, socialista, democratico e comunque di colore ROSSO … per tradimento, sfruttamento, violenza, furto e anche induzione al suicidio ai danni del POPOLO SOVRANO ITALIANO !!!