Più diritti per l’Autore

PennaNera

Ave Socii

Siamo e saremo sempre per la libertà di espressione. Siamo e saremo sempre per la libertà di cultura. Tutti coloro i quali vengano a contatto con la cultura dovrebbero essere liberi. Il fruitore come l’autore di opere.

Spesso tendiamo ad appiattirci su chi fruisce della cultura, senza mostrare adeguata attenzione a chi la cultura la crea. L’autore è la fonte della cultura, senza di lui chi ne fruirebbe? Le idee muovono dalla creatività dell’autore, mentre i fruitori possono apprezzare o meno le opere frutto di quelle idee.

Di quali tutele gode l’autore di opere oggi? Siamo nell’era dei social e della dematerializzazione diffusa. Perfino la cultura si sta quasi completamente dematerializzando. Se prima il genio si serviva della materia per plasmare la propria idea, ora la materia prima più pregiata sembra esser diventata la “non materia”.

Ormai l’opera viaggia soprattutto attraverso la rete. Questo ha consentito a tanti autori di emergere, fornendo loro la possibilità di condividere le proprie opere con una maggiore platea potenziale di fruitori. D’altro canto, tuttavia, li ha fatti scontrare con la possibilità di cadere nell’anonimato e nell’assenza di tutele.

Chi tutela l’autore di opere oggi? Il diritto d’autore è sacrosanto e dovrebbe essere rafforzato. Quello delle idee è un mercato potenzialmente redditizio, ma spesso ciò non viene compreso. Dal lato della domanda, i fruitori possono servirsi della rete per scaricare (anche gratuitamente) opere di molteplici autori. Dal lato dell’offerta, cosa raccolgono gli autori? Sembra poco elegante affermare che gli autori “vendono idee”, ma nella realtà è così veramente. Come è vero che i fruitori “consumano idee”.

Volendo trattare le idee alla stregua di beni, potremmo annoverarle tra i beni cosiddetti “intangibili”. Quindi, a differenza dei beni materiali suscettibili di usura, le idee non subiscono logorii e possono essere “utilizzate” più volte e per molteplici scopi. Vero è che nuove idee possono rimpiazzare le più vecchie, ma ciò non diminuisce il prestigio di queste ultime e, a fronte di una eventuale riscoperta della loro modernità, apre loro la strada alla possibilità di rilasciare utilità persino in futuro.

In passato era molto più facile difendere la paternità delle idee, perché queste erano quasi sempre legate ad un risultato materiale. Con l’avvento delle nuove tecnologie, l’autore rischia di avere sempre meno tutele a fronte di un’esplosione di possibilità per i fruitori di opere. Chi diffonde le idee in rete potrebbe danneggiare chi quelle idee le ha concepite, in termini di mancato guadagno per quest’ultimo. Ciò potrebbe scoraggiare gli autori a produrre nuove idee. Il che è, a nostro avviso, inaccettabile. Le idee potrebbero invece costituire il più proficuo capitale del presente e del futuro.

In tempi in cui l’informazione è cruciale pure nella vita quotidiana, la tutela delle idee dovrebbe essere inserita in ogni ordinamento che si professi “democratico”. E’ tuttavia difficile e complesso, per l’autore, controllare la “vendita al dettaglio” delle idee. Così come è difficile e complesso costringere ogni fruitore a pagare per l’opera che scarica dalla rete. Perciò le norme sul copyright, applicate alla rete, dovrebbero tutelare i rapporti non tanto fra autori e fruitori, quanto fra autori e intermediari. Sono gli intermediari, infatti, quelli che rendono possibile la circolazione dell’opera in circuiti difficilmente controllabili come la rete.

Ogni accordo fra autore e intermediario, perciò, dovrebbe prevedere che questi riconosca al creatore d’opere un compenso a titolo di copyright. Tale compenso assolverebbe a una duplice funzione: di semplificazione e di garanzia. Semplificazione perché consentirebbe all’autore di trattare con un numero limitato di intermediari, anziché rivolgersi ai fruitori della rete. Garanzia in quanto tale compenso garantirebbe comunque un minimo di riconoscimento al lavoro dell’artista, anche in previsione di eventuali atti pregiudizievoli a danno dell’autore. Una sorta di “risarcimento preventivo” dovuto all’autore, la cui opera viene distribuita gratuitamente (e non senza rischi) a una platea indistinta e numerosa come quella della rete.

Solo in questo modo è possibile creare un circuito proficuo tra le molteplici necessità in gioco. Da un lato, i consumatori potrebbero continuare a fruire gratuitamente delle opere scaricabili sulla rete. Dall’altro lato, gli intermediari dovrebbero preventivare dei “costi di diffusione” delle opere quantificandoli nel risarcimento all’autore. Da ultimo, ma certamente non ultimo, gli artisti vedrebbero riconosciuta la dignità del proprio lavoro, mediante il diritto al suddetto risarcimento.

Nonostante la nostra semplicistica schematizzazione, crediamo di aver toccato il nucleo della questione. Che i consumatori fruiscano di ogni bene (idee comprese) nelle migliori condizioni è cosa buona. Altrettanto buono ci sembra il riconoscimento di diritti per chi ha prodotto quei beni (idee comprese). Come in un qualsiasi incontro tra domanda e offerta. Ci aspettiamo pertanto maggior coraggio di intervento a favore di autori e artisti. Chiediamo che non si ceda alle richieste di chi vorrebbe addirittura abolire il copyright. Almeno questo. Ne va della dignità di ogni autore.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Più diritti per l’Autoreultima modifica: 2019-05-23T17:17:50+02:00da MovimentoPennaNera