Uno spettro verde s’aggira per l’Europa

PennaNera

Ave Socii

Le elezioni europee appena conclusesi ci hanno consegnato un risultato chiaro. Gli equilibri sono cambiati in tutta Europa, è indubbio. Tuttavia il pericolo della famigerata “avanzata dei sovranisti”, paventato dai fascio-buonisti, è stato in buona sostanza evitato. La musica è evidentemente cambiata anche qui in Italia, come era prevedibile. Ciò avrà sicuramente ripercussioni all’interno della maggioranza di governo. In Europa… beh, lì è tutta un’altra vicenda. Staremo a vedere come evolverà la situazione, sia dentro che fuori l’Italia.

Oggi intanto i giornaloni dei fascio-buonisti parlano di “onda nera”, come se l’avanzata in Europa di determinate forze politiche fosse quasi una cosa di cui vergognarsi. Una cosa riprovevole. Come se le persone che si schierano da una certa parte non meritassero di essere accostati alla civiltà. Come se credere in certi ideali o in certi partiti facesse tornare indietro l’orologio della Storia. In compenso, però, sono arrivati i salvatori: proprio loro, quelli dell'”onda verde”. Intendendo per “verde” non il “verde leghista”, non sia mai, bensì il “verde ambientalista”. Colore scelto soprattutto dai giovani dell’Europa. Colore che va alla grande, in particolare nei Paesi dell’Europa del Nord. Un buon auspicio, secondo molti.

L’attenzione all’ambiente è uno dei cavalli di battaglia del progressismo moderno. Con esso i fascio-buonisti potrebbero seriamente sperare di tornare a competere alla pari coi populisti e i sovranisti (il cui consenso è, come abbiamo visto, tutt’altro che dilagante in Europa). Nessuno si sognerebbe di trovare pecche nella sacrosanta battaglia a favore dell’ambiente. Eppure non tutto quel che riluce potrebbe essere oro. Forse l’ambientalismo non è tutto candido e innocente come vorrebbero farci credere. Forse troppo ambientalismo potrebbe addirittura nuocere all’Europa.

Quanti si domandano chi c’è veramente dietro i sostenitori dell’ambientalismo? La lotta contro i cambiamenti climatici, contro le emissioni inquinanti, contro lo scioglimento dei ghiacci, contro il buco nell’ozono… Tutte bellissime cose, chi lo metterebbe in dubbio? Ma le belle forme fanno abbassare la guardia, inevitabilmente. L’energia non si crea a chiacchiere, ma sfruttando comunque l’ambiente. Responsabilmente, certo. Starete sicuramente pensando alle fonti rinnovabili e allo sviluppo sostenibile. Sappiate che le fonti rinnovabili, da sole, non riusciranno mai a coprire il fabbisogno di una Nazione intera. E’ impensabile, perlomeno con l’attuale stato della tecnologia.

Eppure in questi anni si è investito molto in rinnovabili… Vero. E spesso a rimetterci sono stati interi agri di terreno fertile, espropriati e resi sterili per ospitare pannelli fotovoltaici. La bellezza e l’attrattività dei nostri paesaggi, sovente messe in discussione dall’installazione di pale eoliche lungo i versanti collinari. E, ovviamente, le nostre tasche: i colossali investimenti sulle rinnovabili ricadono soprattutto sulle bollette che paghiamo. Ma perché investire tanto sulle rinnovabili, se poi non potranno comunque coprire il fabbisogno nazionale? Per fare un favore ai mafiosi? Può darsi, ma potrebbe esserci anche dell’altro. La verità, che nessuno vuol ricordare, è che le rinnovabili non possono funzionare senza combustibili fossili. Forse un giorno la tecnologia cambierà, ma per ora così è. Aprite bene le orecchie: a finanziare i promotori dell’ambientalismo sono i petrolieri.

Nei negoziati internazionali non c’è spazio per i buoni propositi, a meno che non servano a qualcuno per far cassa. L’ambientalismo rientra fra questi casi. Avere un mondo pulito è bellissimo, chi potrebbe negarlo? Eppure non esistono produzioni che non siano inquinanti, mettiamocelo in testa. Immaginare un futuro pulito è un diritto sacrosanto, ma guai se si tentasse di perseguire un fine (incrementare l’influenza dei petrolieri) facendo credere che si stia combattendo per un fine palesemente contrario (un mondo che non utilizzi più energia da fonti fossili). Magari servendosi pure di ragazzine sedicenni che facciano leva sul bisogno dei giovani di credere in un futuro diverso. E, perché no, anche sul senso di colpa dei meno giovani per la loro scarsa attenzione sui temi ambientali.

Non ci sembra giusto (ma purtroppo così funziona il mondo degli affari) che alcuni adoperino simili strategie ipocrite di manipolazione, per favorire i detentori e gli sfruttatori del fossile. In maggioranza, guarda caso, provenienti da Paesi arabi: quei Paesi, in buona sostanza, che fanno dell’Islam (= sottomissione) il loro credo. Le loro ambizioni di conquista dell’Europa cristiana, infatti, non si sono mai del tutto sopite. Invece che con una guerra santa, potrebbero sottometterci proprio attraverso i buoni propositi dell’ambientalismo. In maniera silenziosa, senza destare troppi sospetti. In questo modo l’ambientalismo, da bandiera in cui credere, potrebbe trasformarsi in un cavallo di Troia per l’Europa.

Abbiamo detto no al nucleare non certamente per gli elevati costi d’impianto, ma soprattutto perché nell’immaginario collettivo il “nucleare” non è ben visto. Di questo dobbiamo ringraziare gli ambientalisti, ovvero i petrolieri: così saremo sempre costretti a dipendere da qualcuno che ci fornisca l’energia. Se proprio non vogliamo il nucleare perché è brutto, almeno pensare agli inceneritori sarà lecito? No, nemmeno quello… Fino a che punto saremo succubi del volere dei petrolieri? Prima si dice no agli inceneritori, si paga per trasportare e far incenerire all’estero i rifiuti che produciamo, si paga un’altra volta per comprare dall’estero l’energia proveniente anche dai nostri rifiuti… Poi magari si incendiano i cassonetti, o si sotterrano i rifiuti tossici, e ci si lamenta delle “terre dei fuochi”. Si parla tanto di “economia circolare”, ma allo stato attuale sembrano solo parole.

Quanto detto potrebbe essere annoverato tra le semplici “opinioni” o “chiacchiere da bar”. Crediamo sia comunque lecito esprimerle, pure se ad alcuni può non piacere. Speriamo che le nostre siano davvero solo opinioni! Qualora vi fossero anche riscontri nella pratica, saremmo seriamente preoccupati per il futuro dell’Europa. Un’Europa che crede di essere libera e aperta e all’avanguardia, ma in realtà succube dei petrolieri e, magari, pure sottomessa alla Mecca.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Uno spettro verde s’aggira per l’Europaultima modifica: 2019-05-27T13:12:38+02:00da MovimentoPennaNera