La XE 300 Sport per provare le emozioni dell’accelerazione

E il gusto della comodità e dell’affidabilità

Metti che un giorno ti dicano che ti fanno provare una Jaguar. E già pensi alle emozioni provate testando quella precedente. Una Jaguar XE, all’inizio della primavera. Un amico ne possiede una, della seri XF, e si premura di dirti che è il modello più piccolo del suo. Poi la vai a ritirare e l’incaricata della consegna ti dà la chiave elettronica, e ti dice: “dovrebbero avergliela preparata nel parcheggio esterno. Così, vedendone di diversi modelli e colori, senza consultare per pigrizia il numero di targa sul portachiavi che ti hanno assegnato premi il pulsante di apertura delle porte. E una splendida berlina nera ti ammicca con i fari allo xeno a poca distanza. Chissà se è diesel o benzina? Nera. Mi avvicino in una delle tiepide serate milanesi di primavera, e non tardo a notare sulla classica calandra nera a nido d’ape, che sprizza grinta ed energia, una palese applique dorata: 300. Chissà se è a gasolio o a benzina? A quel punto è l’ultimo degli interrogativi che mi pongo.

Poi vedo che la scritta 300 campeggia in più parti, perfino, noto scrutando l’interno, sui poggiatesta

dei sedili in bella pelle nera con le cuciture gialle. Guardo le ruote: spalla bassina. E dietro ai cerchi le pinze dei freni, di colore rosso sia davanti che dietro. La cosa mi insospettisce. E prima di salire vado verso la coda: 300 Sport. Capito… Salgo, premo il pulsante di accensione, palpeggio le romantiche quanto aggressive palette del cambio dietro al volante, giro il tradizionale e praticissimo variatore delle funzioni dell’auto a manopola situato al centro del tunnel, e metto in moto. Il rumore, all’interno, è limitato. Manovra in retro, facile come con un’utilitaria grazie alla telecamera ad alta definizione con grandangolo, e ruoto la manopola su marcia avanti. Modalità normale. Ormai è tutto chiaro. Mi hanno fatto uno scherzo e… anche questa volta mi è stato affidato un modello al top di gamma. Il vialetto nella zona di una delle sedi RAI è libero, così do gas. Vai…!

Da meno di 1000 a 6000 giri in un momento e già metto la seconda.

La terza… beh quella proprio in questo rettilineo urbano proprio non è il caso di inserirla. E forse nemmeno ci riuscirei. Quindi, butto l’occhio sul tachimetro e mi precipito sul pedale del freno, arrestando l’auto in uno spazio esiguo. Primo bilancio: affidabilità, tenuta, assetto, frenata, accelerazione… Sono quelle di un’auto da pista. Con la comodità e le rifiniture di una gran turismo. Ormai è tutto chiaro: mi hanno dato la XE da 300 CV. I casi sno ora due. Visto che la terrò in prova per un periodo: o mi adatto io a lei, o si adatta lei a me. Cercherò dunque un compromesso temporaneo. Dopo averla rimirata in bella mostra in un parcheggio nel centro di Milano (mi devo ricordare di pagare con il cellulare il ticket della zona C) mi avvio al rientro. L’unico modo per provare a

vedere che cosa succede stimolando i 300 CV di un propulsore a benzina,

è provare lo star a un casello dell’Autostrada. Possibilmente di quelli con tante corsie a disposizione. L’ora è tarda, e nonostante il tratto autostradale sia sgombro, il test vale finché l’auto non raggiunge i 120 km/h. Poi ci sono i limiti, il controlli, il rischio di non essere capiti dagli altri automobilisti e di trovarsene uno da scansare davanti al muso dell’auto. Ritiro il biglietto e schiaccio a fondo con decisione: sorpresa, emozione, concentrazione, un obiettivo imprescindibile, la necessità di frenare. Tutto questo, e sono passati meno di dieci secondi. Perché la Casa del giaguaro ve la dà per meno di 6 secondi da 0 a 100. Capito? Non è certo un’auto da affidare a chi non ha le idee chiare sul suo utilizzo. Salvo che prima o poi realizzino un manuale d’uso. Vediamo il trasferimento: consumo accettabile, rumorosità limitata, ventilazione al top, stereo di alta qualità, comodità dei sedili elevata. E… beh, ne parliamo la prossima volta.

#charlieinauto2/145