Perché è solo sperimentando e obbedendo all’opera di Dio incarnato che si può conoscere Dio?

Perché è solo sperimentando e obbedendo all’opera di Dio incarnato che si può conoscere Dio?

Versetti biblici di riferimento:

“E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplato la sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito venuto da presso al Padre” (Giovanni 1:14).

Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete veduto” (Giovanni 14:6-7).

[…] ch’io sono nel Padre e che il Padre è in me…” (Giovanni 14:10).

Io ed il Padre siamo uno” (Giovanni 10:30).

Parole di Dio attinenti:

Quando Dio non Si era ancora fatto carne, le persone non capivano molto di ciò che diceva perché le Sue parole venivano dalla totale divinità. La prospettiva e il contesto di ciò che diceva erano invisibili e irraggiungibili per l’umanità; erano espressi da una dimensione spirituale che le persone non potevano vedere. Per gli uomini che vivevano nella carne, essi non potevano passare attraverso tale dimensione. Dopo esserSi fatto carne, tuttavia, Dio parlò all’umanità dalla prospettiva umana, uscendo dall’ambito della dimensione spirituale e oltrepassandolo. Poté esprimere la Sua indole, la Sua volontà e il Suo atteggiamento divini attraverso cose che gli uomini riuscivano a immaginare e che vedevano e incontravano nella vita, e usando metodi che essi potevano accettare, in un linguaggio che erano in grado di intendere, con conoscenze che potevano comprendere, per permettere loro di capire e di conoscere Dio, di intuire la Sua intenzione, e i criteri da Lui imposti, nell’ambito della loro capacità, nei limiti delle loro possibilità. Questi furono il metodo e il principio della Sua opera nell’umanità. Sebbene i modi e i principi secondo cui Egli operò nella carne siano stati perlopiù raggiunti tramite o grazie all’umanità, ottennero risultati che non si sarebbero potuti conseguire operando direttamente nella divinità. La Sua opera nell’umanità era più concreta, più autentica e più mirata, e i metodi erano molto più flessibili, e nella forma superarono quelli dell’Età della Legge.

da “L’opera di Dio, l’indole di Dio, e Dio Stesso III” in La Parola appare nella carne

Dio intraprende una nuova fase dell’opera negli ultimi giorni. Egli rivelerà ancor più della Sua indole, e non sarà la compassione e l’amore al tempo di Gesù. Poiché avrà una nuova opera a disposizione, quest’ultima sarà associata a una nuova indole. Pertanto, se quest’opera fosse realizzata dallo Spirito, se Dio non diventasse carne e fosse invece lo Spirito a parlare direttamente attraverso il tuono, così che nessuno avesse modo di avere contatti con Lui, l’uomo sarebbe in grado di conoscere la Sua indole? Se fosse esclusivamente lo Spirito a compiere l’opera, l’uomo non avrebbe modo di arrivare a conoscere la Sua indole. Le persone possono contemplare con i propri occhi l’indole di Dio soltanto quando Egli Si fa carne, quando la Parola appare nella carne ed Egli esprime tutta la Sua indole attraverso la carne. Dio vive in modo reale e autentico tra gli uomini. Egli è tangibile; l’uomo può effettivamente interagire con la Sua indole e con quello che Egli ha ed è; soltanto così l’uomo può arrivare realmente a conoscerLo.

da “La visione dell’opera di Dio (3)” in La Parola appare nella carne

Lo scopo dell’incarnazione di Dio, in effetti, è principalmente quello di consentire alle persone di vedere le Sue vere imprese, di materializzare lo Spirito informe in una forma fisica tangibile e di permettere all’uomo di vederLo e toccarLo. In questo modo coloro che saranno resi completi da Lui Lo vivranno, potranno essere conquistati e vivere secondo il Suo cuore. Se Dio parlasse solo in cielo e non fosse mai realmente venuto sulla terra, allora gli uomini non sarebbero ancora in grado di conoscerLo; essi predicherebbero le Sue gesta avvalendosi di teorie vuote, senza considerare la Sua parola come realtà. Dio è venuto sulla terra in primo luogo per essere un esempio e un modello per coloro che devono essere da Lui conquistati. Solo in questo modo le persone potranno realmente conoscerLo, vederLo e toccarLo; solo allora esse potranno veramente essere guadagnate da Lui.

da “Dovresti sapere che il Dio concreto è Dio Stesso” in La Parola appare nella carne

Nell’ambito dell’opera che il Signore Gesù completò nell’Età della Grazia, puoi vedere un altro aspetto di ciò che Dio ha ed è. Fu espresso attraverso la Sua carne, e fu reso visibile e comprensibile per le persone attraverso l’umanità di Dio. Nel Figlio dell’uomo, esse videro come Dio incarnato vivesse la Propria umanità, e videro la Sua divinità espressa attraverso la carne. Questi due tipi di espressione permisero loro di vedere un Dio molto reale e di farsi un concetto diverso di Lui. Tuttavia, nel periodo tra la creazione del mondo e la fine dell’Età della Legge, cioè prima dell’Età della Grazia, gli uomini potevano vedere, sentire e sperimentare soltanto l’aspetto divino di Dio. Non potevano invece vedere né toccare ciò che Egli faceva e diceva in una dimensione intangibile, e le cose che esprimeva dalla Sua vera persona. Spesso queste cose inducevano gli uomini a pensare che Dio fosse molto grande e inavvicinabile. Di solito Egli dava loro l’impressione di apparire e di scomparire, e addirittura essi credevano che ogni Suo singolo pensiero e ogni Sua singola idea fossero così misteriosi e sfuggenti da non poter essere raggiunti in alcun modo, né tantomeno capiti e compresi. Per gli uomini, tutto ciò che riguardava Dio era molto lontano, al punto di non poter essere visto né toccato. Sembrava che Egli fosse in cielo e che non esistesse affatto. Per loro, dunque, comprendere il Suo cuore e la Sua mente o i Suoi pensieri era un’impresa ardua, se non addirittura impossibile. Benché, nell’Età della Legge, Dio abbia svolto un’opera concreta, benché abbia anche pronunciato alcune parole specifiche ed espresso alcune indoli specifiche per consentire alle persone di apprezzare e percepire una certa conoscenza reale di Lui, alla fine quella fu la Sua espressione di ciò che Egli ha ed è in una dimensione intangibile, e quello che gli uomini compresero e conobbero riguardava ancora l’aspetto divino di ciò che Egli ha ed è. L’umanità non riuscì a derivare un concetto concreto da questa espressione di[a] ciò che Egli ha ed è, e la sua impressione di Dio era ancora confinata nell’ambito di “uno Spirito cui è difficile avvicinarsi, uno Spirito che appare e scompare”. Poiché Dio non usò un oggetto specifico o un’immagine della dimensione materiale per manifestarSi alle persone, esse non riuscirono ancora a definirLo utilizzando il linguaggio umano. Nei loro cuori e nelle loro menti volevano sempre adoperare il loro linguaggio per fissare un modello per Dio, allo scopo di renderLo tangibile e di umanizzarLo, per esempio stabilendoNe la statura, le dimensioni, l’aspetto, le predilezioni particolari e la personalità specifica. In realtà, in cuor Suo Dio sapeva che le persone ragionavano in questo modo. Aveva le idee molto chiare sulle esigenze degli uomini, e naturalmente sapeva anche cosa doveva fare, perciò nell’Età della Grazia svolse la Sua opera in un modo diverso, insieme divino e umanizzato. Nel periodo in cui il Signore Gesù operò, le persone poterono vedere che Dio aveva molte espressioni umane. Per esempio, poteva ballare, partecipare a matrimoni, metterSi in comunione con gli uomini, parlare e discutere con loro. Inoltre, il Signore Gesù completò anche una notevole parte dell’opera che rappresentava la Sua divinità, e ovviamente essa era un’espressione e una rivelazione dell’indole di Dio. Durante questo periodo, in cui la divinità di Dio si concretizzò in una carne normale che le persone potevano vedere e toccare, gli uomini non ebbero più la sensazione che Egli apparisse e scomparisse, che fosse impossibile avvicinarsi a Lui. Al contrario, potevano provare a capire la Sua volontà o a comprendere la Sua divinità attraverso ogni movimento, attraverso le parole e l’opera del Figlio dell’uomo. Costui, fattoSi carne, espresse la divinità di Dio tramite la Sua umanità, e Ne comunicò la volontà agli uomini. Mediante l’espressione della volontà e dell’indole di Dio, Egli rivelò alle persone anche il Dio che non poteva essere visto né toccato nella dimensione spirituale. Ciò che esse videro era Dio Stesso, tangibile, in carne e ossa. Così il Figlio dell’uomo, fattoSi carne, rese concrete e umanizzate cose come l’identità, la condizione, l’immagine, l’indole di Dio e ciò che Egli ha ed è. Sebbene l’aspetto esteriore del Figlio dell’uomo avesse alcune limitazioni riguardanti l’immagine di Dio, la Sua essenza e ciò che Egli ha ed è erano assolutamente in grado di rappresentare la Sua identità e la Sua condizione. C’erano semplicemente alcune differenze nella forma d’espressione. A prescindere dal fatto che si tratti dell’umanità o della divinità del Figlio dell’uomo, non possiamo negare che Egli rappresentasse l’identità e la condizione di Dio. Durante questo periodo, tuttavia, Dio operò attraverso la carne, parlò dalla prospettiva della carne e si presentò dinanzi al genere umano con l’identità e la condizione del Figlio dell’uomo, e ciò diede alle persone l’opportunità di incontrare e di sperimentare le vere parole e la vera opera di Dio tra gli uomini. Permise loro anche di penetrare la Sua divinità e la Sua grandezza tra l’umiltà, e di acquisire una conoscenza e una definizione preliminari dell’autenticità e della realtà di Dio. Benché l’opera compiuta dal Signore Gesù, i Suoi modi di operare e la prospettiva da cui parlava differissero dalla persona reale di Dio nella dimensione spirituale, tutto ciò che Lo riguardava rappresentava davvero il Dio Stesso che gli uomini non avevano mai visto prima. Questo non si può negare! In altre parole, in qualunque forma Dio Si manifesti, da qualunque prospettiva parli o con qualunque immagine Si presenti all’umanità, Egli rappresenta soltanto Sé Stesso. Non può rappresentare alcun essere umano, alcun uomo corrotto. Dio è Dio Stesso, e questo non si può negare.

da “L’opera di Dio, l’indole di Dio, e Dio Stesso III” in La Parola appare nella carne

L’avere e l’essere di Dio, l’essenza di Dio, l’indole di Dio: tutto è stato reso noto tramite le Sue parole all’umanità. Quando ha esperienza delle parole di Dio, l’uomo, nel processo di metterle in pratica, giungerà a capire lo scopo alla base delle parole pronunciate da Dio, a capire la fonte e l’antefatto delle Sue parole e a capire e apprezzare l’effetto desiderato delle Sue parole. Per l’umanità, queste sono tutte cose che l’uomo deve sperimentare, comprendere e fare proprie per avere accesso alla verità e alla vita, comprendere le intenzioni di Dio, trasformare la propria indole e divenire capace di sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio. Nello stesso tempo in cui l’uomo sperimenta, comprende e fa proprie queste cose, a poco a poco avrà acquisito una certa comprensione di Dio e in quel momento avrà anche acquisito gradi diversi di conoscenza di Lui. Questa comprensione e questa conoscenza non provengono da qualcosa che l’uomo ha immaginato o composto, ma piuttosto da ciò che apprezza, sperimenta, percepisce e corrobora in sé stesso. Solo quando queste cose sono state apprezzate, sperimentate, percepite e corroborate, la conoscenza di Dio da parte dell’uomo acquisisce contenuto; solo la conoscenza che l’uomo ottiene in questo momento è effettiva, reale e precisa, e questo processo – di conseguire un’autentica comprensione e conoscenza di Dio apprezzando, sperimentando, percependo e corroborando le Sue parole – non è altro che la vera comunione fra l’uomo e Dio. Nel pieno di questo genere di comunione, l’uomo giunge veramente a capire e comprendere le intenzioni di Dio, giunge veramente a capire e conoscere l’avere e l’essere di Dio, giunge veramente a capire e conoscere la Sua essenza, giunge gradatamente a capire e conoscere la Sua indole, arriva a una reale certezza e a una corretta definizione della realtà del dominio di Dio sull’intero creato e acquisisce un orientamento sostanziale e una conoscenza dell’identità e della posizione di Dio.

dall’Introduzione a La Parola appare nella carne

Dovete conoscere l’opera di Dio. Soltanto dopo aver seguito Gesù, Pietro conobbe gradualmente gran parte dell’opera che lo Spirito Santo compì in Gesù. Disse: “Affidarsi alle esperienze dell’uomo non è sufficiente per raggiungere una conoscenza completa di Dio; ci devono essere molte cose nuove dell’opera di Dio che ci aiutino a conoscere Dio”. Inizialmente, Pietro credeva che Gesù fosse stato mandato da Dio come apostolo e non riteneva che Gesù fosse Cristo. Quando Pietro venne chiamato a seguire[b] Gesù, Gesù gli chiese: “Simone, figlio di Giona, vuoi seguirMi?” Pietro rispose: “Devo seguire colui che è stato mandato dal Padre celeste. Devo riconoscere colui che è stato scelto dallo Spirito Santo. Ti seguirò”. Dalle sue parole, si può notare che Pietro non aveva alcuna conoscenza di Gesù; aveva sperimentato le parole di Dio, aveva affrontato sé stesso e aveva attraversato molte difficoltà per Lui, tuttavia non conosceva la Sua opera. Dopo un periodo trascorso facendo esperienza, Pietro vide in Gesù molte azioni di Dio, assistette all’amabilità di Dio e notò molto dell’essere di Dio in Gesù. Così vide anche che le parole di Gesù non avrebbero potuto essere proferite da un uomo e che l’opera che Gesù aveva compiuto non avrebbe potuto essere realizzata da un uomo. Nelle parole e nelle azioni di Gesù, inoltre, Pietro vide molta saggezza in Dio e molta opera divina. Nelle sue esperienze, non aveva semplicemente conosciuto sé stesso, ma si era concentrato anche sull’osservazione delle azioni di Gesù, da cui aveva scoperto molte cose nuove; vale a dire che c’erano molte espressioni del Dio pratico nell’opera che Dio aveva compiuto per mezzo di Gesù e che le parole e le azioni di Gesù, i modi in cui guidava le Chiese e l’opera che aveva fatto erano diversi da qualsiasi uomo comune. Quindi, da Gesù aveva appreso molte lezioni che doveva imparare, e quando ormai Gesù stava per essere crocifisso, aveva acquisito una certa conoscenza di Gesù – una conoscenza che era alla base della sua fedeltà di una vita dedicata a Gesù e della sua crocefissione a testa in giù per amore di Gesù.

da “Soltanto coloro che conoscono Dio possono renderGli testimonianza” in La Parola appare nella carne

Pietro, accettata la chiamata di Gesù, Lo seguì.

Durante questo tempo al seguito di Gesù, Pietro ebbe modo di farsi molte opinioni su di Lui, giudicandoLo sempre dalla sua personale prospettiva. Sebbene possedesse un certo grado di discernimento dello Spirito, Pietro non era del tutto illuminato, ed ecco il motivo delle sue parole quando disse: “Io devo seguire colui che è stato inviato dal Padre celeste. Sono tenuto a riconoscere colui che è stato scelto dallo Spirito Santo”. Non capiva le cose che Gesù faceva e non aveva ricevuto alcuna illuminazione. Dopo averLo seguito per qualche tempo, crebbe in lui l’interesse per quello che Egli faceva e diceva e in Gesù Stesso. Giunse a sentire che Gesù ispirava sia amore che rispetto; gli piaceva accompagnarsi a Lui e starGli accanto, e le Sue parole gli fornivano aiuto e approvvigionamento. Durante il tempo in cui seguì Gesù, Pietro osservò e prese a cuore ogni aspetto della Sua vita: le Sue azioni, le Sue parole, i Suoi movimenti e le Sue espressioni. Ebbe così modo di comprendere profondamente che Gesù non era un uomo ordinario. Sebbene il Suo aspetto umano fosse del tutto ordinario, Egli era pieno di amore, compassione e tolleranza nei confronti dell’uomo. Tutto quello che faceva o diceva era di grande aiuto agli altri e, al Suo fianco, Pietro vide e apprese cose che non aveva mai visto né appreso prima. Vide che, sebbene Gesù non avesse né una grande statura, né un’insolita umanità, era circondato da un’aria straordinaria e non comune. Sebbene Pietro non fosse in grado di spiegarlo fino in fondo, poteva vedere che Gesù Si comportava in modo diverso da qualsiasi altra persona, poiché faceva cose molto diverse da quelle fatte dalle persone ordinarie. Durante il tempo passato a contatto con Gesù, Pietro si rese anche conto che il Suo carattere era diverso da quello di una persona ordinaria. Si comportava sempre in modo controllato e senza fretta, evitando sia di esagerare che di minimizzare un soggetto, e conduceva la Propria vita in modo al tempo stesso normale e ammirevole. Nelle conversazioni, Gesù era raffinato e cordiale, aperto e gioioso ma pacato, e non perdeva mai la dignità durante lo svolgimento del Proprio lavoro. Pietro vide che Gesù era talvolta taciturno, talvolta invece parlava ininterrottamente. Talvolta era così felice da divenire agile e vivace come una colomba, talvolta invece così triste da non dire più una parola, come una madre esposta alle intemperie. A volte era pieno di iroso sdegno, come un valente soldato pronto ad affrontare il nemico e talvolta persino come un leone ruggente. Talvolta rideva, altre volte pregava e piangeva. Indipendentemente da come Gesù Si comportasse, Pietro maturava nei Suoi confronti sconfinato amore e rispetto. Le risate di Gesù lo riempivano di gioia, la Sua tristezza lo colmava di dolore, la Sua ira lo spaventava, mentre la Sua misericordia, la Sua disposizione al perdono e la Sua severità lo portarono ad amare sinceramente Gesù, sviluppando per Lui un’autentica venerazione e un intenso desiderio. Ovviamente, Pietro solo gradualmente si rese conto di tutto questo, durante gli anni in cui visse a fianco di Gesù.

da “Come Pietro giunse a conoscere Gesù” in La Parola appare nella carne

L’amabilità di Dio si esprime nella Sua opera: solo quando sperimentano la Sua opera, queste persone riescono a scoprire la Sua amabilità, solo nelle loro esperienze reali possono apprezzarla e nessuno può scoprirla senza osservarla nella vita reale. C’è così tanto da amare in Dio, ma se non entrano realmente in contatto con Lui, le persone sono incapaci di scoprirlo. Vale a dire, se Dio non fosse diventato carne, le persone sarebbero incapaci di entrare realmente in contatto con Lui e, in tal caso, non sarebbero neanche in grado di fare esperienza della Sua opera – e così il loro amore per Dio sarebbe contaminato da molta falsità e immaginazione. L’amore di Dio in cielo non è così reale come l’amore di Dio sulla terra, perché la conoscenza che le persone hanno di Dio in cielo è costruita sulle loro fantasie e non su quello che hanno visto con i propri occhi e su ciò di cui esse hanno personalmente fatto esperienza. Quando Dio viene sulla terra, le persone sono in grado di contemplare le Sue opere reali e la Sua amabilità ed esse possono vedere tutto della Sua indole pratica e normale, il che è migliaia di volte più reale della conoscenza del Dio in cielo. Indipendentemente da quanto la gente ami Dio in cielo, non c’è nulla di reale in questo amore ed esso è pieno di idee umane. Non importa quanto sia piccolo il loro amore per il Dio sulla terra, questo amore è reale; anche se è poco, è pur sempre reale. Dio induce la gente a conoscerLo attraverso le Sue opere reali, ed è attraverso questa conoscenza che Egli guadagna il loro amore. È come Pietro: se non avesse vissuto con Gesù, gli sarebbe stato impossibile adorarLo. Così, anche la sua fedeltà verso Gesù era costruita sul suo contatto con Gesù. Per indurre l’uomo ad amarLo, Dio è venuto tra gli uomini e vive insieme all’uomo, e tutto ciò che Egli rende visibile e sperimentabile per l’uomo è la realtà di Dio.

da “Coloro che amano Dio vivranno per sempre nella Sua luce” in La Parola appare nella carne

Se Dio non Si fosse fatto carne e non avesse operato e guidato le persone faccia a faccia, se non fosse stato in contatto con gli uomini e non avesse vissuto con loro per tutto il tempo, comprendere davvero il Suo amore non sarebbe facile per gli esseri umani.

Gli uomini e Dio sono fondamentalmente diversi e vivono in due dimensioni differenti. Le persone non sono in grado di comprendere il linguaggio di Dio, né tantomeno di conoscere i Suoi pensieri. Soltanto Lui capisce gli uomini ed è impossibile per loro comprenderLo. Egli deve farSi carne ed essere simile all’uomo (nell’aspetto esteriore). Dio sopporta un’umiliazione e un dolore tremendi per salvare l’umanità e permetterle di capire e di conoscere la Sua opera. Perché Dio salva sempre gli uomini senza mai arrenderSi? Non è per il Suo amore nei loro confronti? Vede l’umanità che viene corrotta da Satana e non sopporta l’idea di mollare o di rinunciare. Perciò esiste un piano di gestione. Se Egli distruggesse gli uomini nei momenti di collera, come essi immaginano che faccia, non ci sarebbe alcun bisogno di salvarli dolorosamente come fa ora. Poiché Si è fatto carne e ha patito dolore, il Suo amore è manifesto, viene scoperto a poco a poco dalle persone ed è noto a tutti. Se non fosse per quest’opera e se gli esseri umani sapessero soltanto che c’è un Dio in cielo e che ama l’umanità, sarebbe solo dottrina ed essi non vedrebbero mai il vero amore di Dio. Soltanto grazie alla Sua incarnazione e alla Sua opera le persone possono avere una vera comprensione di Lui, che non sia vaga o vuota e che non sia neppure una serie di frasi fatte, bensì una cognizione autentica. Questo, perché l’amore che Dio dà alle persone è tangibilmente benefico. Quest’opera si può compiere soltanto mediante l’incarnazione e non può essere sostituita dallo Spirito.

da “Capisci l’amore di Dio per l’umanità?” in Registrazione dei discorsi di Cristo

Per tutti coloro che vivono nella carne, cambiare la propria indole richiede obiettivi da perseguire e conoscere Dio richiede la testimonianza delle Sue reali gesta e del Suo vero volto. Entrambi possono essere raggiunti solo dalla carne incarnata di Dio ed entrambi possono essere realizzati solo dalla carne normale e reale. Questo è il motivo per cui l’incarnazione è necessaria e ciò è necessario per tutti gli uomini corrotti. Dal momento che le persone sono tenute a conoscere Dio, le immagini delle divinità vaghe e soprannaturali devono essere scacciate dai loro cuori e, dal momento che sono tenute a gettare via la loro indole corrotta, devono prima conoscerla. Se l’uomo compisse solo il lavoro di dissipare le immagini delle vaghe divinità dal cuore della gente, non riuscirebbe a ottenere l’effetto corretto. Le immagini delle vaghe divinità nel cuore delle persone non possono essere svelate, gettate via o completamente rimosse solo con le parole. Così facendo, in ultima analisi, non sarebbe comunque possibile sradicare dalla gente queste cose profondamente radicate. Solo il Dio pratico e la Sua vera immagine sono in grado di sostituire queste cose vaghe e soprannaturali, per permettere alle persone di conoscerle a poco a poco, e solo in questo modo si può raggiungere l’effetto dovuto. L’uomo riconosce che il Dio che egli ha ricercato in tempi passati è vago e soprannaturale. Ciò che può ottenere questo effetto non è la guida diretta dello Spirito, né tantomeno gli insegnamenti di un certo individuo, bensì il Dio incarnato. Le concezioni dell’uomo sono messe a nudo quando il Dio incarnato compie ufficialmente la Sua opera, perché la Sua normalità e la Sua realtà sono l’antitesi del Dio vago e soprannaturale dell’immaginazione dell’uomo. Le concezioni originali dell’uomo possono essere rivelate solo attraverso il loro contrasto con il Dio incarnato. Senza il confronto con Lui, le concezioni dell’uomo non potrebbero essere rivelate; in altre parole, senza il contrasto con la realtà, le cose vaghe non potrebbero essere rivelate. Nessuno è in grado di usare le parole per compiere quest’opera e nessuno è in grado di articolare quest’opera utilizzando parole. Solo Dio Stesso può compiere la Sua opera e nessun altro può compierla in Sua vece. Non importa quanto ricca sia la lingua dell’uomo, egli è incapace di articolare la realtà e la normalità di Dio. L’uomo può conoscere Dio più praticamente e può vederLo più chiaramente solo se Egli opera personalmente tra gli uomini e rivela completamente la Sua immagine e il Suo essere. Questo effetto non può essere raggiunto da nessun uomo carnale. Naturalmente, anche lo Spirito di Dio non è in grado di raggiungerlo. […] Pertanto, l’umanità corrotta ha più bisogno della salvezza del Dio incarnato ed ha più bisogno della Sua opera diretta. Il genere umano ha bisogno che il Dio incarnato possa pascerlo, sostenerlo, dissetarlo, nutrirlo, giudicarlo e castigarlo e ha bisogno, da parte Sua, di più grazia e di più redenzione. Solo Dio nella carne può essere il confidente dell’uomo, il suo pastore, l’aiuto sempre presente per lui, e tutto questo rivela la necessità dell’incarnazione, oggi e nel passato.

da “L’umanità corrotta ha maggiormente bisogno della salvezza del Dio incarnato” in La Parola appare nella carne

Le fantasie dell’uomo sono, dopo tutto, vuote e non possono sostituire il vero volto di Dio; l’indole intrinseca di Dio e l’opera di Dio Stesso non possono essere impersonate dall’uomo. Il Dio invisibile in cielo e la Sua opera possono essere portati sulla terra solo dal Dio incarnato che compie personalmente la Sua opera tra gli uomini. Questo è il modo più ideale in cui Egli appare all’uomo, in cui l’uomo Lo vede e viene a conoscere il Suo vero volto e ciò non può essere ottenuto da un Dio non incarnato.

da “L’umanità corrotta ha maggiormente bisogno della salvezza del Dio incarnato” in La Parola appare nella carne

Oggi tu sei in grado di adorare questa persona, ma in realtà stai venerando lo Spirito. Questo è il minimo da ottenere nella conoscenza delle persone a proposito di Dio che si è fatto carne: comprendere la sostanza del Suo Spirito attraverso la carne, capirne l’opera divina e l’opera umana nella carne, accettando tutte le espressioni e le parole dello Spirito e comprendendo in che modo lo Spirito dirige la carne e manifesta la Sua potenza attraverso di essa. Questo significa che l’uomo arriva a conoscere lo Spirito che è nei cieli attraverso la carne; l’apparizione del Dio concreto fra gli uomini ha dissipato il Dio vago nella concezione che l’uomo aveva di Lui. L’adorazione del Dio reale ha, inoltre, permesso alle persone di accrescere la loro obbedienza nei confronti di Dio. Attraverso l’opera divina dello Spirito di Dio e l’opera umana, entrambe nella carne, l’uomo riceve la rivelazione e la pastura e ottiene dei cambiamenti nella sua indole di vita. Questo è l’unico vero significato dell’incarnazione dello Spirito nella carne ed è, sostanzialmente, il modo con cui le persone possono entrare in contatto con Dio, affidarsi a Lui e conoscerLo.

da “Dovresti sapere che il Dio concreto è Dio Stesso” in La Parola appare nella carne

La cosa migliore della Sua opera nella carne è che Egli può lasciare parole ed esortazioni accurate e la Sua precisa volontà per l’umanità a coloro che Lo seguono, in modo che, poi, i Suoi seguaci possano trasmettere più accuratamente e più concretamente tutta la Sua opera nella carne e la Sua volontà per l’intera umanità a coloro che accettano questa via. Solo l’opera di Dio nella carne tra gli uomini compie veramente il fatto che Dio sia e viva con l’uomo. Solo questa opera soddisfa il desiderio dell’uomo di contemplare il volto di Dio, testimoniare la Sua opera e ascoltare la Sua parola personale. Il Dio incarnato pone fine all’età in cui erano mostrate all’umanità solo le spalle di Jahvè, e conclude anche l’età della fede dell’umanità in un Dio vago. In particolare, l’opera dell’ultimo Dio incarnato porta tutta l’umanità in un’età che è più realistica, più pratica e più piacevole. Egli non solo conclude l’età della legge e della dottrina; cosa ancora più importante, Egli rivela all’umanità un Dio che è reale e normale, che è giusto e santo, che sblocca l’opera del piano di gestione e dimostra i misteri e la destinazione del genere umano, che ha creato l’uomo e porta a termine l’opera di gestione, e che è rimasto nascosto per migliaia di anni. Egli porta l’età della vaghezza ad una fine completa, conclude l’epoca in cui l’intera umanità desiderava cercare il volto di Dio, ma non era in grado di farlo, Egli pone fine all’epoca in cui l’intera umanità serviva Satana, e conduce tutta l’umanità lungo l’intero percorso, all’interno di una nuova era. Tutto questo è il risultato dell’opera di Dio nella carne, anziché dello Spirito di Dio.

da “L’umanità corrotta ha maggiormente bisogno della salvezza del Dio incarnato” in La Parola appare nella carne

Il gruppo di persone che il Dio incarnato vuole guadagnare oggi sono coloro che si conformano alla Sua volontà. Le persone devono solo obbedire alla Sua opera, non preoccuparsi sempre delle idee riguardo al Dio in cielo, né vivere nell’incertezza, né rendere le cose difficili al Dio incarnato. Coloro che sono in grado di obbedirGli sono coloro che assolutamente ascoltano la Sua parola e obbediscono alle Sue disposizioni. Queste persone non prestano alcuna attenzione a come sia realmente il Dio in cielo o a quale genere di opera il Dio in cielo stia attualmente compiendo nell’umanità, ma dedicano pienamente il proprio cuore al Dio in terra e pongono il proprio intero essere davanti a Lui. Non prendono mai in considerazione la propria incolumità e non fanno mai storie riguardo alla normalità e alla praticità del Dio incarnato. Coloro che obbediscono al Dio incarnato possono essere perfezionati da Lui. Coloro che credono nel Dio in cielo non conquisteranno niente. Questo perché non è il Dio in cielo ma il Dio in terra a impartire promesse e benedizioni agli esseri umani. Gli esseri umani non devono sempre magnificare il Dio in cielo e considerare il Dio in terra una persona normale. È ingiusto. Il Dio in cielo è grande e meraviglioso e ha una sapienza strabiliante, ma questo non esiste proprio. Il Dio in terra è assai comune e insignificante; ed è anche assai normale. Non ha un intelletto straordinario né compie atti clamorosi. Si limita a operare e a parlare in maniera assai normale e pratica. Pur non parlando mediante il tuono né chiamando a raccolta il vento e la pioggia, è veramente l’incarnazione del Dio in cielo ed è veramente il Dio che vive fra gli esseri umani. Le persone non devono magnificare colui che sono in grado di capire e che corrisponde alle loro fantasie riguardo a Dio, né considerare modesto Colui che non possono accettare e assolutamente non possono immaginare. Tutto questo è la ribellione delle persone; è tutta qui la fonte della resistenza dell’umanità a Dio.

da “Coloro che sanno essere assolutamente obbedienti alla concretezza di Dio sono coloro che veramente amano Dio” in La Parola appare nella carne

Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente

Perché è solo sperimentando e obbedendo all’opera di Dio incarnato che si può conoscere Dio?ultima modifica: 2019-07-25T11:52:32+02:00da jiaotashidi