Il discorso del Papa sul perdono e pace

Cari giovani,
vi saluto con tutto l’affetto. Il vostro amico che ha parlato a nome di tutti, ha detto che il vostro simbolo è il bananier, perché il bananier è un simbolo di vita: sempre cresce, sempre si riproduce, sempre dà i frutti con tanta energia alimentare. Il bananier è anche resistente. Io penso che questo dice chiaramente la strada che vi è proposta in questo momento difficile di guerra, odio, divisione: la strada della resistenza.
Diceva il vostro amico che alcuni di voi vogliono andarsene. Fuggire alle sfide della vita non è mai una soluzione! E’ necessario resistere, avere il coraggio della resistenza, della lotta per il bene! Chi fugge non ha il coraggio di dare vita. Il bananier dà la vita e continua a riprodursi e a dare sempre più vita perché resiste, perché rimane, perché sta lì. Alcuni di voi mi faranno la domanda: “Ma, Padre, cosa possiamo fare? Come si fa per resistere?”. Io vi dirò due o tre cose che forse saranno utili per voi, per resistere.
Prima di tutto, la preghiera. La preghiera è potente! La preghiera vince il male! La preghiera vi avvicina a Dio che è l’Onnipotente. Io vi faccio una domanda: voi pregate? Non sento… [i giovani gridano: sì!] Non dimenticatelo!
Secondo: lavorare per la pace. E la pace non è un documento che si firma e rimane lì. La pace si fa tutti i giorni! La pace è un lavoro artigianale, si fa con le mani, si fa con la propria vita. Ma qualcuno mi può dire: “Mi dica, Padre, come posso fare, io, l’artigiano della pace?”. Primo: non odiare mai. E se uno ti fa il male, cerca di perdonare. Niente odio! Molto perdono! Lo diciamo insieme: “Niente odio, molto perdono” [tutti ripetono nella lingua sango]. E se tu non hai odio nel tuo cuore, se tu perdoni, sarai un vincitore. Perché sarai vincitore della battaglia più difficile della vita, vincitore nell’amore. E attraverso l’amore viene la pace.
Voi volete essere sconfitti o vincitori, nella vita? Cosa volete? [i giovani gridano: “Noi vogliamo essere quelli che vincono!”] E si vince soltanto sulla strada dell’amore. La strada dell’amore. E si può amare il nemico? Sì. Si può perdonare a quello che ti ha fatto male? Sì. Così, con l’amore e con il perdono, voi sarete vincitori. Con l’amore voi sarete vincitori nella vita e darete vita sempre. L’amore mai vi farà sconfitti.
Adesso vi auguro il meglio, per voi. Pensate al bananier. Pensate alla resistenza davanti alle difficoltà. Fuggire, andarsene lontano non è una soluzione. Voi dovete essere coraggiosi. Avete capito cosa significa essere coraggiosi? Coraggiosi nel perdono, coraggiosi nell’amore, coraggiosi nel fare la pace. D’accordo? [i giovani rispondono “sì” in lingua sango] Lo diciamo insieme? “Coraggiosi nell’amore, nel perdono e nel fare la pace” [i giovani ripetono in sango].
Cari giovani centrafricani, sono molto contento di incontrarvi. Oggi abbiamo aperto questa Porta. Questo significa la Porta della Misericordia di Dio. Fidatevi di Dio! Perché Lui è misericordioso, Lui è amore, Lui è capace di darci la pace. Per questo vi ho detto all’inizio di pregare: è necessario pregare per resistere, per amare, per non odiare, per essere artigiani della pace.
Grazie tante della vostra presenza. Adesso andrò dentro a sentire le confessioni di alcuni di voi…
Siete col cuore disposto a resistere? Sì o no? [giovani: “Sì!”] Siete col cuore disposto a lottare per la pace? [“Sì!”] Siete col cuore disposto alla riconciliazione? [“Sì!”] Siete col cuore disposto a amare questa bella patria? [“Sì”!] E torno all’inizio: siete col cuore disposto a pregare? [“Sì!”]
E vi chiedo anche di pregare per me, perché possa essere un buon vescovo, perché possa essere un buon Papa. Mi promettete di pregare per me? [“Sì!”]
E adesso vi darò la benedizione, a voi e alle vostre famiglie. Una benedizione chiedendo al Signore che vi dia l’amore e la pace.
(Benedizione)
Buona serata e pregate per me!

Ama il prossimo sempre

PARTE TERZA
LA VITA IN CRISTO

SEZIONE SECONDA
I DIECI COMANDAMENTI

CAPITOLO SECONDO
«AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO»

Gesù disse ai suoi discepoli: « Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri » (Gv 13,34).

2196 Rispondendo alla domanda rivoltagli sul primo dei comandamenti, Gesù disse: « Il primo è: “Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. E il secondo è questo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più importante di questo » (Mc 12,29-31).

L’Apostolo san Paolo lo richiama: « Chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti, il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore » (Rm 13,8-10).

Perdona

Questa Parola di vita è tratta da uno dei libri dell’Antico Testamento, scritto, tra il 180 e il 170 avanti Cristo, da Ben Sira, un saggio, uno scriba, che svolgeva la sua funzione di maestro a Gerusalemme.

Egli insegna un tema caro a tutta la tradizione sapienziale biblica: Dio è misericordioso verso i peccatori e il suo modo di agire deve essere da noi imitato. Il Signore perdona tutte le nostre colpe perché “è buono e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore” (Cf Sl 103,3.8).

Chiude gli occhi per non vedere più i nostri peccati (cf Sap 11,23), li dimentica gettandoseli dietro le spalle (cf Is 38,17). Egli infatti, scrive ancora Ben Sira, conoscendo la nostra piccolezza e miseria, “moltiplica il perdono”. Dio perdona perché, come ogni padre, come ogni madre, vuol bene ai figli suoi e quindi li scusa sempre, copre i loro sbagli, dà loro fiducia e li incoraggia senza stancarsi mai.

Perché padre e madre, a Dio non basta amare e perdonare i suoi figli e le sue figlie. Il suo grande desiderio è che essi si trattino da fratelli e sorelle, vadano d’accordo, si vogliano bene, si amino. La fratellanza universale, ecco il grande progetto di Dio sull’umanità. Una fraternità più forte delle inevitabili divisioni, tensioni, rancori che si insinuano con tanta facilità per incomprensioni e sbagli.

Spesso le famiglie si sfasciano perché non ci si sa perdonare. Odi antichi mantengono la divisione tra parenti, tra gruppi sociali, tra popoli. A volte c’è addirittura chi insegna a non dimenticare i torti subiti, a coltivare sentimenti di vendetta… Ed un rancore sordo avvelena l’anima e corrode il cuore.

Qualcuno pensa che il perdono sia una debolezza. No, è l’espressione di un coraggio estremo, è amore vero, il più autentico perché il più disinteressato. “Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete?” – dice Gesù – questo lo sanno fare tutti: “Voi amate i vostri nemici” (cf Mt 5,42-47).

Anche a noi viene chiesto di avere, imparando da Lui, un amore di padre, un amore di madre, un amore di misericordia nei confronti di quanti incontriamo nella nostra giornata, specialmente di chi sbaglia. A quanti poi sono chiamati a vivere una spiritualità di comunione, ossia la spiritualità cristiana, il Nuovo Testamento chiede ancora di più: “Perdonatevi scambievolmente” (Cf Col 3,13). L’amore reciproco domanda quasi un patto fra noi: essere sempre pronti a perdonarci l’un altro. Solo così potremo contribuire a creare la fraternità universale.

Perdona l’offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.

Queste parole non soltanto ci invitano a perdonare, ma ci ricordano che il perdono è la condizione necessaria perché anche noi possiamo essere perdonati. Dio ci ascolta e ci perdona nella misura in cui sappiamo perdonare. Gesù stesso ci ammonisce: “Con la misura con la quale misurate sarete misurati” (Mt 7,2). “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7). Se infatti il cuore è indurito dall’odio non è neppure capace di riconoscere e di accogliere l’amore misericordioso di Dio.

Come vivere allora questa Parola di vita? Certamente perdonando subito se ci fosse qualcuno con cui non ci siamo ancora riconciliati. Ma questo non basta. Occorrerà frugare negli angolini più riposti del nostro cuore ed eliminare anche la semplice indifferenza, la mancanza di benevolenza, ogni atteggiamento di superiorità, di trascuratezza verso chiunque ci passa accanto.

Più ancora, occorre un’opera di prevenzione. Ed ecco che ogni mattina vedo con sguardo nuovo quanti incontro, in famiglia, a scuola, al lavoro, al negozio,  pronto a sorvolare su qualcosa che non va nel loro modo di fare, pronto a non giudicare, a dar loro fiducia, a sperare sempre, a credere sempre. Avvicino ogni persona con questa amnistia completa nel cuore, con questo perdono universale. Non ricordo affatto i suoi difetti, copro tutto con l’amore. E lungo la giornata cerco di riparare uno sgarbo, uno scatto di impazienza, con una domanda di scusa o un gesto di amicizia.

Ad un atteggiamento di istintivo rigetto dell’altro faccio subentrare un atteggiamento di accoglienza piena, di misericordia senza limiti, di completo perdono, di condivisione, di attenzione alle sue necessità.

Allora anch’io, quando innalzerò la preghiera al Padre, quando soprattutto gli chiederò perdono per i miei sbagli, vedrò esaudire la mia richiesta: potrò dire con piena fiducia: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt 6,12).

Chiara Lubich

John lennon

Dal 1962 al 1970 fu compositore e cantante del gruppo musicale dei Beatles, dei quali, in coppia con Paul McCartney, compose anche la maggior parte delle canzoni. Con McCartney formò una delle più importanti partnership musicali di successo della storia della musica del ventesimo secolo. È il cantautore di maggior successo nella storia delle classifiche inglesi seguito da McCartney. Nel 2002, in un sondaggio della BBC sulle 100 personalità britanniche più importanti di tutti i tempi, si è classificato ottavo.[6]

Terminata l’esperienza con i Beatles, John Lennon fu anche musicista solista, autore di disegni e testi poetici, nonché attivista politico e paladino del pacifismo. Questo gli causò problemi con le autorità statunitensi (FBI), che per lungo tempo spiarono tutte le sue attività e quelle della moglie Yōko Ono, considerandolo un sovversivo e rifiutandogli più volte la Green Card. Fu assassinato a colpi di rivoltella da un suo stesso fan, Mark David Chapman, la sera dell’8 dicembre 1980 a New York.

Lennon si sposò due volte: dal primo matrimonio con Cynthia Powell ebbe il figlio Julian, mentre dal secondo matrimonio con l’artista giapponese Yoko Ono nacque il figlio Sean. Entrambi i figli hanno seguito la carriera artistica del padre. Dopo il matrimonio con Yoko, John cambiò legalmente il proprio nome in John Winston Ono Lennon.

John Lennon è al 5º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone.[7] Si trova inoltre al 55º posto della lista dei 100 migliori chitarristi secondo Rolling Stone.[8]

Il mio nuovo Libero blog!

Questo è un articolo (o post) di esempio per il tuo nuovo blog su LiberoBlog 🙂
Puoi modificarne titolo o testo, inserire immagini e video o, se vuoi, cancellarlo.
Inizia subito a scrivere sul tuo blog ciò che più ti piace e ti interessa, pensa alle persone che lo leggeranno e buoni post!
Scopri tutto quello che puoi fare in Libero Aiuto