Aforismi – Buon Natale

“Lode al gaio ceppo festivo!

Balzate, fiamme, balzate gioiose.

salute alla coppa colma di vino!

spumeggia allegro, roseo liquore.

Dorme nella mangiatoia il bambino.

Ragliare d’asini, muggire di buoi,

chiocciar di galline e canti di galli.

trabocca di gente stasera l’albergo,

in alto una stella splende e riluce,

prega il pastore accanto al suo gregge,

recano i Magi il dono regale,

cantano gli angeli in alto, nel cielo,

annunciano il dono divino d’amore.

Presto, bambini, svegliatevi tutti,

svegliatevi e udite l’angelico canto,

lasciate il sonno, è giunto ormai il giorno,

il giorno glorioso, è giunto Natale!”

(Agatha Christie)

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Con questi bellissimi versi della famosa scrittrice Agatha Christie, auguro a tutti un sereno Natale da trascorrere nell’accogliente tranquillità dei luoghi familiari e un nuovo anno ricco di sogni e speranze di cui abbiamo tanto bisogno per andare avanti, nonostante il mondo con le sue brutture cerchi di annientarli.

Ci vediamo nel 2017!!!

Lavoro, giovani in fuga e frasi fuori luogo

Frasi fuori luogo, espressioni infelici, molti nostri politici ne hanno sempre una a portata di mano, incapaci di collegare il cervello alla bocca ed evitare di darvi solo aria.

Per non smentire tale abitudine, il Ministro Poletti ha deciso di rivolgersi ai centomila giovani in fuga dall’Italia, affermando che è meglio che alcuni di loro non stiano più tra i piedi. Poi, le scuse tardive, del tipo “non volevo dire ciò che ho detto“.

Ascoltando queste parole, mi è venuto in mente un episodio legato alla campagna referendaria, quando Renzi scrisse lettere ai giovani italiani all’estero e una ragazza in video gli rispose dicendo che dopo il voto di sicuro il Premier si sarebbe nuovamente dimenticato di loro. Mi chiedo cosa abbia pensato quella ragazza ascoltando le parole di Poletti.

Poletti

Ragazzi che in Italia non hanno trovato le opportunità che cercavano, che hanno avuto il coraggio di affrontare una nuova vita all’estero per mettere finalmente a frutto le proprie capacità, lasciando familiari e affetti, forse meriterebbero un po’ più di rispetto e considerazione da parte dei nostri vertici, che negli anni si sono sbizzarriti con vari termini, da “bamboccioni”, a “choosy” e “pistola”.

Nel frattempo, si stanno spegnendo sempre più le speranze che la giovane Fabrizia Di Lorenzo non sia tra le vittime della strage di Berlino di ieri sera. Anche Fabrizia è un “cervello in fuga”, laureata a Bologna, ma trasferitasi nella capitale tedesca per lavorare in un’azienda di trasporti. Anche lei all’estero, via dal nostro Paese e ora questa terribile sorte.

Fabrizia

Intanto, il dibattito politico sterilmente va avanti tra leggi elettorali e discussioni infinite sul curriculum della Ministra Fedeli. Che avrà certamente commesso qualche “inciampo lessicale” nell’illustrare i suoi titoli di studio, che magari non vanterà gli altisonanti titoli dei Professori del Governo Monti (che tanti danni hanno fatto e ancora oggi ce ne lamentiamo), ma che forse potrebbe tranquillamente iniziare a lavorare ed essere giudicata per il suo operato.

A farci tornare con i piedi per terra ci prova Marco Furfaro, un politico di cui ammiro l’onesta intellettuale e l’oggettività degli interventi, che tra lauree e fughe all’estero, ci ricorda un altro dramma del mondo del lavoro, le morti bianche: “Gli mancavano 15 minuti per finire il turno e tornarsene a casa, da sua moglie e dai suoi bimbi. Stava lavorando una billetta, un semilavorato a forma di sbarra che si usa in metallurgia. Parte una scheggia, gli penetra nell’occhio, arriva al cervello. Viene ricoverato subito in condizioni critiche, troppo critiche. Morirà qualche ora dopo. Aveva 39 anni, Marcello. Lavorava alla Pandolfo di Lentiai, in provincia di Belluno. E oggi abbiamo il dovere di parlare di lui. Lasciamo ai talk show e alla brutta politica il commento sulle battute di Giachetti, i mancati post di Di Maio, la laurea della Fedeli. La sinistra ha un senso se torna a parlare di ciò di cui non parla più nessuno, di chi muore sul lavoro e finisce su un trafiletto di cronaca. Perché le morti bianche sono ancora troppe e la modernità ha un senso se garantisce sicurezza”.

Non penso di dover aggiungere altro, nella speranza che queste parole si concretizzino in interventi che diano più dignità e sicurezza ai lavoratori.

Morti bianche

Aforismi – I sogni di Walter

“Tutti i sogni possono diventare realtà se solo abbiamo il coraggio di inseguirli” (Walt Disney)

Walt Disney (5 dicembre 1901 – 15 dicembre 1966) viene considerato a buon diritto l'”uomo dei sogni”, colui che da un topolino ha creato un vero e proprio impero, nonché un immaginario che ha influenzato e fatto sognare generazioni di bambini, piccoli e grandi.

Dal primo cortometraggio con Michey Mouse, “Streamboat Willie” del 1928, arrivò subito un grande successo, che proseguì con i suoi straordinari classici: “Biancaneve e i sette nani”, “Fantasia”, “Bambi”, “Dumbo”, “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

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Molti suoi pensieri sono dedicati ai sogni e, soprattutto, alla necessità di adoperarsi per realizzarli. Sicuramente, è vero che non ci può limitare ad una vita riflessiva e a sognare l’esistenza che vorremmo: il pensiero deve diventare azione e i sogni devono essere inseguiti e concretizzati. Tuttavia, bisogna considerare anche che tanti sono gli ostacoli cui si imbattono molti giovani alla ricerca dei propri ideali, ostacoli che li costringono, a volte, a desistere e a considerare quei sogni irrealizzabili. Ma è giusto arrendersi di fronte a tali impedimenti?

Forse, una risposta a tale dilemma potrebbe arrivare in parte da una poesia attribuita a Walt Disney che ho trovato sul web e che non ha bisogno di molti commenti:

“E così, dopo aver aspettato tanto, un giorno qualunque decisi di trionfare…

Decisi di non attendere le opportunità, ma cercarle io stesso

Decisi di vedere ogni problema come l’opportunità per trovare una soluzione

Decisi di vedere ogni deserto come l’opportunità di trovare un’oasi

Decisi di vedere ogni notte come un mistero da risolvere

Decisi di vedere ogni giorno come una nuova opportunità per essere felice

Quel giorno scoprii che i miei unici nemici non erano altro che le mie proprie debolezze,

e che in esse risiede l’unico e il miglior modo per superare noi stessi

Quel giorno smisi di aver paura di perdere e iniziai ad avere paura di non vincere”

Per concludere, qualche curiosità sulla figura di Walt Disney. Pare che da giovane sia stato scartato come fumettista per un giornale perché “considerato senza fantasia”, per cui anche lui ha dovuto affrontare gli ostacoli di cui si è parlato sopra. Inoltre, affidò alla manifattura “Zaccagnini S.p.A.” di Firenze la realizzazione in ceramica di personaggi dei suoi cartoons, per cui furono realizzate circa 150 diverse statuette in ceramica colorata, oggi carissime e introvabili.

Morì per un tumore al polmone sinistro e secondo una leggenda, che dovrebbe ormai essere stata smentita, si sarebbe fatto congelare per risvegliarsi una volta trovata una cura contro il cancro.

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Curiosità sulla Netiquette

Netiquette è una parola che mi ronza nella testa da un po’ di giorni, il ricordo di un corso di informatica che ho avuto modo di seguire qualche anno fa. E così sono andato a ripassarne il significato. Si tratta di una parola composta da un termine inglese (network ovvero rete) e da un termine francese (étiquette ovvero buona educazione).

Dunque, la Netiquette è il cosiddetto Galateo della Rete, il complesso delle regole di comportamento volte a favorire il reciproco rispetto tra gli utenti di Internet. Sono ovviamente regole di buon senso finalizzate ad evitare atteggiamenti invasivi, irrispettosi e provocatori da parte dei “naviganti“.

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L’elenco delle regole è abbastanza lungo, comprendendo divieti ormai ben noti, tra cui inviare spam, violare la privacy degli utenti pubblicando messaggi privati, diffondere notizie false e tendenziose Alcune regole, in particolare, hanno attirato la mia curiosità:

1)Non scrivere i propri messaggi, via e-mail, sui social o nei forum, in maiuscolo o grassetto. Infatti, spesso si è portati a scrivere in maiuscolo per dare evidenza ad alcuni passaggi del proprio discorso. Tuttavia, tale modalità di scrittura viene intesa dagli altri utenti come un urlo, un tentativo di prevaricazione da parte dell’interlocutore. Dunque, su internet la forma ha molta importanza ai fini di una corretta comunicazione del proprio pensiero.

2) Non inviare e-mail prive di oggetto. In effetti, ammetto di provare un po’ di fastidio nel ricevere e-mail senza oggetto e spesso sono tentato di rispondere inserendone uno da me scelto. D’altronde, la posta di Outlook, in caso di invio di messaggi senza oggetto, chiede prima una conferma. Si tratta di una regola volta a garantire il rispetto nei confronti di chi riceve molte e-mail e proprio grazie all’oggetto riesce a valutare le priorità di lettura.

3) Non inviare e-mail ad un gran numero di persone inserendo nel campo to (in italiano A) gli indirizzi di posta. Tale regola è finalizzata a garantire il rispetto della privacy dei titolari di tali indirizzi privati, oltre che a evitare il diffondere di virus che si trasmettono via posta e che potrebbero essere legati al computer di uno dei destinatari, per cui tutti gli indirizzi inseriti nel messaggio potrebbero essere catturati dal virus.

4) Scrivere in maniera accurata i propri messaggi leggendoli almeno tre volte. Infatti, in giro per i social si leggono continuamente messaggi scritti in maniera pedestre, sgrammaticati e a volte privi di senso. Nello stesso tempo, il Galateo informatico consiglia di non accanirsi contro gli errori altrui, umiliando pubblicamente eventuali strafalcioni degli utenti. D’altronde, questi prima o poi potrebbero vendicarsi!!!

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L’idea di un Galateo informatico si fece strada già nel corso degli anni novanta quando navigare su Internet era molto più arduo e gli utenti meno esperti avevano bisogno dei consigli di coloro che erano più abili. Questi ultimi, a loro volta, si aspettavano in cambio un comportamento educato e rispettoso. La netiquette venne dunque fissata in una forma definitiva dall’ottobre 1995 con il documento RFC 1855 che contiene tutte le regole ufficialmente e universalmente riconosciute per un buon uso della rete.

Ovviamente, non si tratta di norme di legge, ma, come detto prima, di regole di buon senso. Chi non le rispetta non sarà certamente soggetto ad alcuna sanzione, ma avrà comunque la disapprovazione degli altri utenti (che difficilmente fanno sconti a qualcuno). D’altronde, si tratta di qualcosa di molto simile a quelle regole che sono alla base della civile e quotidiana convivenza (rispettare la fila, non parlare ad alta voce nei luoghi pubblici, non parcheggiare in doppia fila). Chi le segue, mostra di avere rispetto degli altri e si conquista, quindi, l’apprezzamento generale nella consapevolezza che “è sempre meglio non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te“.

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