Music box – La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)

“Son morto con altri cento, son morto ch’ ero bambino,

passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento….

Ad Auschwitz c’era la neve, il fumo saliva lento

nel freddo giorno d’ inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento…

Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:

è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento…

Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello

eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento…

Ancora tuona il cannone, ancora non è contento

di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento…

Io chiedo quando sarà che l’ uomo potrà imparare

a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà…

Io chiedo quando sarà che l’ uomo potrà imparare

a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà..”

(Francesco Guccini)

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In occasione della Giornata della Memoria, propongo un brano che ammetto di aver scoperto pochi istanti fa, scritto da Francesco Guccini, registrato inizialmente nel 1966 dall’Equipe 84 e l’anno successivo dallo stesso Guccini, inserito nella raccolta Folk beat n. 1, con il titolo “La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)“.

Guccini decise di affrontare il tema dell’olocausto dopo aver letto il romanzo autobiografico di Vincenzo Pappalettera “Tu passerai per il camino”, in cui lo scrittore aveva raccontato le sue memorie sulla permanenza nel campo di concentramento di Mauthausen.

Il protagonista del brano è un bambino morto nel campo di concertamento di Auschwitz: “son morto con altri cento, son morto ch’ ero bambino, passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento”.

Di fronte a queste morti assurde, l’autore non può che porsi tante domande “Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello …Io chiedo quando sarà che l’ uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare”. Domande ripetute ossessivamente, ma che purtroppo rimangono senza risposta ancora oggi.

Le verità relative di Beppe

Secondo un ormai ben noto e collaudato leitmotiv di Beppe Grillo, la colpa è sempre dei giornalisti che deformano il punto di vista dei leader politici e falsano le notizie. Al punto che il comico, nonché leader pentastellato, tempo fa aveva addirittura proposto una giuria popolare che avrebbe dovuto valutare la veridicità delle notizie pubblicate dai quotidiani.

E così, mentre Trump si insedia alla Casa Bianca e da avvio alla sua politica protezionistica, in netta controtendenza con quella di Obama, Beppe afferma, in un’intervista al Journal du Dimanche che la politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come Trump e Putin e che lui li vede come un beneficio per l’umanità. Salvo, poi, smentire il giorno dopo, affermando di non aver pronunciato quelle parole e scagliandosi contro i “traduttori traditori”.

A quanto pare, per i grillini c’è sempre un “complotto” dietro. Peccato, però, che le parole sopra riportate siano l’esatta traduzione dell’intervista rilasciata in francese da Grillo, nello stralcio riportato sul sito di David Puente, bravissimo blogger, molto abile nello stanare i “bufalari” e i complottisti.

Dunque, Trump e Putin sarebbero un beneficio per l’umanità. Devo ammettere che fatico molto ad accettare e condividere questo punto di vista, mentre penso alle numerose manifestazioni di protesta che hanno accompagnato l’avvio dell’attività del Presidente Trump, proteste che sono state definite da un giornale nostrano di “sapore antico”, forse perché dopo tanti anni migliaia di donne si sentono costrette a tornare a manifestare per diritti che si consideravano acquisiti.

Putin, Trump, Grillo

Ancora di più, mi sembra assurdo considerare Putin come un beneficio per l’umanità: leggi che vietano qualsiasi manifestazione in favore dei diritti degli omosessuali – perché bisogna pensare solo alle coppie che generano prole – autoritarismo ai limiti della dittatura, culto della personalità, violazione dei diritti umani, accuse di eliminazione fisica dei dissidenti … e si potrebbe continuare a lungo.

In realtà, dovremmo essere abituati alle cosiddette “verità relative” grilline ovvero “affermo qualcosa, ma volevo intendere altro”. Potremmo pensare al tanto sbandierato referendum sull’euro. Molti esperti di diritto si sono affrettati a ricordare ai pentastellati che il nostro ordinamento costituzionale (articolo 75) non consente i referendum abrogativi sulle leggi di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali. Da qui la precisazione di Di Battista: in realtà, l’obiettivo è adottare un referendum di “indirizzo” che consenta di consultare in maniera non vincolante la popolazione su una determinata questione politica, come accadde nel 1989. Peccato che anche in tal caso occorrerebbe una legge costituzionale e, nel caso in cui la popolazione dovesse decidere di abbandonare l’euro, l’unica procedura prevista dai Trattati europei sarebbe quella di abbandonare l’Unione europea. In pratica, o in Europa con l’euro o fuori dall’Europa.

Aspetto, infine, di avere notizie e sviluppi sull’ultima verità relativa :”governeremo sempre e comunque da soli, ma stavolta ci alleiamo con Salvini”.

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Aforismi – Oroscopo e segni sbagliati

Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo” (Umberto Eco)

Umberto Eco, grande scrittore e filosofo scomparso da circa un anno, è una continua fonte di ispirazione, grazie alla sua particolare capacità di indagare i numerosi campi del sapere.

E così il suo pensiero sugli oroscopi mi consente di parlare di un tema che ha attirato la mia attenzione nei primi giorni di questo 2017.

astrologia

Sappiamo, purtroppo, che il recente Capodanno è stato funestato dalla strage di Istanbul, in cui un folle attentatore ha fatto fuoco in un locale della capitale turca, uccidendo 39 persone e ferendone almeno una settantina. L’ennesimo attentato rivendicato dall’Isis che mostra sempre più la follia di chi arma ragazzi sbandati promettendo loro la salvezza eterna in cambio dell’uccisione degli infedeli.

In quell’occasione, la RAI decise di non mandare in onda l’oroscopo di Paolo Fox, dedicato alle previsioni annuali. Una decisione assunta nel rispetto delle vittime dell’attentato, ma che ha destato numerose proteste tra i telespettatori, irritati per tale scelta di palinsesto.

Non mi esprimo sulla correttezza della decisione della RAI (basata comunque sul buon senso), ma ammetto che la protesta dei telespettatori inizialmente mi ha innervosito, denotando una certa insensibilità di molte persone di fronte ad una assurda tragedia in cui erano stati anche coinvolti tre italiani, per fortuna illesi. Poi, però, questa reazione mi ha fatto riflettere. Nel 2017 ancora tante persone continuano ad affidarsi all’astrologia, al punto da arrabbiarsi se per caso l’oroscopo preferito viene meno.

L’astrologia, questo complesso di tradizioni e credenze basate sull’assunto che le posizioni e i movimenti dei corpi celesti rispetto alla Terra (in una visione geocentrica) possano influire sugli eventi umani, ha certamente origini molto lontane. Molte civiltà antiche hanno mostrato, infatti, grande attenzione all’osservazione dei fenomeni celesti (Babilonesi, Indiani, Cinesi) elaborando teorie e studi poi ereditati dalla nostra cultura occidentale.

Tuttavia, oggi quella che allora era considerata la “regina delle scienze”, viene giustamente trattata dal mondo scientifico come una pseudoscienza o scienza patologica, ovvero priva di alcun fondamento. E credo che questa conclusione sia ormai di dominio pubblico, anche al di fuori del mondo scientifico.

Astri

Nonostante ciò, gli oroscopi continuano ad avere successo, soprattutto nella loro accezione da rotocalco, quella pubblicazione di predizioni generiche sul destino delle singole persone, in base al proprio segno zodiacale di nascita, su quotidiani e riviste che molti si accaniscono a leggere. E gli astrologi sono diventate vere e proprie star, molto ricercate dai salotti televisivi (e profumatamente pagate).

Sicuramente, la genericità è ciò che mi ha colpito particolarmente ascoltando per caso Paolo Fox domenica scorsa: predizioni talmente onnicomprensive, generali e facilmente adattabili, che prima o poi dovranno avverarsi per qualcuno.

Umberto Eco, invece, prende una direzione completamente diversa e a me molto congeniale. Ovvero, parte dal presupposto che il nostro oroscopo, qualunque esso sia, deve considerarsi sbagliato, ovvero il nostro futuro, se ci lasciamo andare al caso, potrebbe quasi certamente non soddisfarci. Allora, è necessario, per vivere meglio, agire e correggere, per quanto possibile il nostro oroscopo, lasciando da parte gli astrologi. Certo, come dicevo nel post precedente, gli eventi imprevisti che il destino ci riserverà potrebbero non essere favorevoli, ma il nostro impegno, in qualche modo, potrebbe aiutarci a vivere meglio giorno dopo giorno.

SPETT.UMBERTO ECO A NAPOLI (SUD FOTO SERGIO SIANO)

L’anno nuovo e i vecchi propositi

Il pomeriggio del sabato trascorso a rimettere a posto gli addobbi natalizi è un modo molto efficace per archiviare mentalmente il periodo appena trascorso e l’atmosfera festiva e iniziare a pensare seriamente al nuovo anno.

I minuti che precedono lo scoccare della mezzanotte del primo gennaio sono in genere per me carichi di ansia. Quasi vorrei che quei minuti non trascorressero più, per poter rimanere ancora nel vecchio anno, come se avessi paura di quello che sta per arrivare.

Non saprei davvero dare una spiegazione a tale sensazione e mi chiedo cosa ci sia realmente da aver timore (e da festeggiare) in questo passaggio che in fondo rappresenta una semplice e convenzionale suddivisione di una sequenza temporale.

Comunque, accantonate anche questa volta tali strane sensazioni, arriva inevitabilmente il momento dei bilanci e dei buoni propositi.

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Se guardo indietro al 2016 vedo un anno segnato da tragici avvenimenti a livello mondiale (inutile elencarli, sono fin troppo noti), ma nel mio piccolo posso elencare anche fatti positivi, piccole soddisfazioni professionali, iniziative intraprese magari da ripensare, un viaggio che sognavo da tempo e che ho finalmente realizzato. Certo, anche eventi negativi a livello familiare, per fortuna risolti senza conseguenze troppo negative.

Come sarà questo nuovo anno? Nel formulare gli auguri del primo gennaio mi è venuto in mente il famoso dialogo leopardiano tra il venditore di almanacchi e il passante. Il venditore, incalzato dalle insistenti domande del potenziale acquirente, esprime il desiderio di una vita futura così come viene, senza saper nulla e senza altri patti, mentre il passante afferma che “quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce, non la vita passata, ma la futura”.

Allora, traendo spunto dal saggio venditore, si potrebbero davvero mettere da parte in questo nuovo anno gli irrealizzabili e mai mantenuti vecchi propositi e pensare al futuro così come viene. Senza rinunciare, ovviamente, ai propri sogni e desideri, ma senza nemmeno aspettarsi o augurarsi chissà quale anno scintillante, solo per non rimanere delusi.

I primi dieci giorni di questo nuovo anno ci stanno regalando eventi purtroppo molto in linea con l’anno appena trascorso, come era naturale attendersi. Per cui, meglio procedere a piccoli passi e approfittare man mano di ciò che di buono si spera possa arrivare.

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