Quando è troppo è troppo

Quando è troppo è troppo. Mi illudevo di essere immune da polemiche e calunnie, considerato che sono entrato qui dentro semplicemente per stringere qualche amicizia e non per prendere in giro nessuno come fanno tanti. Poi ho pensato che potesse essere un luogo ideale per mettere a frutto la mia passione per la scrittura. Altro non ho mai voluto e mai vorrò.

Qualcuno, invece, in queste ore si è messo in testa idee strane, una persona sconsiderata (magari in fondo un troll o un fake, non saprei e non mi interessa) che vorrebbe andarsene in giro a dire che io ho molti profili e diverse personalità. Evidentemente, ama diffondere calunnie inventate al momento per il semplice gusto di far male alle persone.

Cosa dire? Posso solo confermare che mi chiamo Lorenzo, che vivo a Roma, che nel mio unico profilo ci sono le foto di come sono realmente (visibili ai soli amici) e che alcune persone del mio spazio amici di libero che mi conoscono nella realtà non virtuale sanno che non ho mai mentito su nessun aspetto della mia vita. Forse chi dice questo è il primo a mentire per sé e per gli altri.

Detto questo, non nascondo di essere abbastanza offeso, anche se dovrei averci fatto l’abitudine ad imbattermi in persone cattive. Ovviamente non sparirò, anzi, non voglio certo dare soddisfazione alla persona di cui sopra, anche se è possibile che la mia presenza continui a essere meno assidua. Ovviamente, siete liberi, qualora crediate a queste calunnie, di cancellarmi dal vostro Spazio Amici.

Un saluto a tutti

 

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La spaventosa idea dell’orrore

Domenica mattina. Mi alzo dal letto per fare colazione e il mio sguardo, a un certo punto, cade distrattamente su uno stralcio di notizia che mi fa allarmare. Comincio a pensare, illudendomi, che possa trattarsi di un errore o di uno scherzo di chi ha voluto riproporre una vecchia notizia. Ma, poi, capisco che è tutto reale, che l’orrore ha di nuovo travolto altre vittime.

Tragicamente, ancora vittime a Londra, tre attentati nel Regno unito nel giro di poche settimane. I nervi sono ormai allo stremo, al punto che quasi contemporaneamente a Torino un falso allarme procura un migliaio di feriti.

L’orrore del reale è nulla contro l’idea dell’orrore”. Questa frase del Macbeth di Shakespeare continua a risuonarmi in testa. Nella tragedia shakespeariana è pronunciata in un contesto diverso (I miei pensieri, solo virtuali omicidi, scuotono la mia natura di uomo; funzione e immaginazione si mescolano; e nulla è, se non ciò che non è), eppure rende l’idea di ciò che siamo diventati, talmente condizionati dalla paura che finiamo per creare l’orrore anche quando non esiste. E, magari, finendo per dare luogo a estenuanti dibattiti con insulti connessi.

Strage

L’orrore degli attacchi terroristici e delle stragi ce lo portiamo dentro da sempre, purtroppo abituati ormai ad avere nella nostra patria capi spietati che hanno stabilito di avere diritto di vita e di morte su chiunque rappresenti un ostacolo.

Eppure, siamo in uno Stato di diritto che deve far rispettare le regole e applicarle a tutti nella loro interezza. Di conseguenza, se il supremo organo giurisdizionale, competente nell’applicazione uniforme del diritto, sancisce che una decisione di diniego di differimento della pena debba essere motivata in modo più adeguato (che non implica che sia stata decisa alcuna scarcerazione, come molti giornali vogliono lasciare intendere), quelle motivazioni andranno integrate e riviste.

Anche se fa male anche solo pensare di poter parlare di diritti e dignità nei confronti di chi il rispetto della dignità altrui non lo ha mai avuto – con negli occhi le immagini delle stragi, l’orrore straziante di vite stroncate – bisogna ricordarsi che uno Stato di diritto rispetta le regole, quelle stesse regole che un’associazione mafiosa calpesta inesorabilmente.

Poi, si possono aprire infiniti dibattiti sulle profonde disuguaglianze nell’applicazione dei diritti, sulla indegna situazione delle carceri, dibattiti che si auspica siano costruttivi e non solo basati su insulti reciproci. Ma, in assenza di uno Stato che applichi il diritto, c’è solo giustizialismo, fondato sulla quella spaventosa idea dell’orrore.