Aforismi – Cuore di cane

È noto l’amore del cane per il suo padrone; e tutti sanno che nell’agonia della morte egli accarezza il padrone; e ognuno può aver sentito dire che il cane che soffre mentre viene sottoposto a qualche vivisezione, lecca la mano dell’operatore; quest’uomo, a meno di avere un cuore di sasso, deve provare rimorso fino all’ultima ora della sua vita” (Charles Darwin)

Charles Darwin, celebre per la sua teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali sulla base della selezione naturale, oltre a schierarsi contro le pratiche della vivisezione, ha descritto in maniera ammirevole i sentimenti di un cane per il suo padrone, un amore potente e disinteressato, che riesce ad andare oltre i confini imposti dalla vita terrena. Un amore non sempre ricambiato.

Rileggendo questa bellissima frase, mi è venuto in mente un episodio di alcuni fa, mentre ero in vacanza dai miei genitori a Potenza. In quei giorni io e una mia amica avevamo notato un cane nero, un grosso batuffolo peloso, che gironzolava senza sosta per il quartiere. Sembrava quasi che non riuscisse a prendere pace.

Ci venne in mente di chiamarlo Nerone, senza sapere che, casualmente, quello era il suo vero nome. Più tardi, incontrammo una signora che viveva dalle nostre parti e ci disse che il padrone di quel cane era morto da un po’ di tempo, ma i suoi figli non volevano saperne di tenerlo in casa e prendersene cura. E così Nerone si era ritrovato all’improvviso in mezzo ad una strada, a girovagare per le vie cittadine.

Quella signora ci raccontò che la tappa privilegiata del cagnolone era il cimitero in cui era seppellito il suo padrone: si avvicinava all’ingresso del cimitero e rimaneva lì immobile per un po’, magari desiderando avvicinarsi alla tomba del suo amico umano senza poterlo fare. Chiunque ascoltando quella storia non poteva fare a meno di commuoversi.

La nostra vicina di quartiere ci rassicurò dicendoci che ogni tanto si occupava di Nerone, dandogli da mangiare, anche se di più non poteva fare. Noi, allora, quella sera andammo a comprare un po’ di cibo per lui, anche se ci accorgemmo che era molto diffidente e faticava a lasciarsi avvicinare. Poi con il suo andamento placido si allontanò. Lo rivedemmo girare il giorno dopo, ma da allora non abbiamo avuto più sue notizie.

Certamente, in giro ci sono tanti cani come Nerone abbandonati e bisognosi di affetto. Il blog di Debora si occupa in maniera attenta e costante di loro, diffondendo appelli e informazioni. Una storia che merita di essere condivisa è quella di Geremia, ritrovato nel cimitero di Bra con del filo spinato intorno al collo e che ora è ospitato presso il Rifugio di Fido di Pollenzo. Per ogni informazione, ecco il link del blog:  Zoe Bau.

Geremia