Aforismi – Vivere in eterno

Cani abbaiano alla luna, galli cantano, ranocchie gracidano, le stelle in cielo guardano dall’alto e ammiccano, e Dio stesso si appisola tra le nubi. L’Onnipotente è vecchio, non è una cosa da nulla vivere in eterno“.

La citazione è tratta dal racconto “La distruzione di Kreshev” di Isaac Bashevis Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978. È la storia, raccontata in prima persona dal maligno che arriva in una piccola frazione polacca, dove insinua lussuria, falsità, adulterio e sacrilegio portando la comunità alla distruzione.

Mi colpisce l’espressione “non è una cosa da nulla vivere in eterno”. Quando ero piccolo e frequentavo le lezioni di religione, mi immaginavo spesso Dio che stava da qualche parte e viveva lì da sempre, tutto solo. Poi, ad un certo punto, stanco di stare da solo, aveva deciso di creare l’Universo, con il Mare, il Cielo, le Stelle e, infine, quell’essere così piccolo che si crede tanto grande e che si chiama Uomo. Cosa avesse fatto Dio fino ad allora per secoli e millenni era un mistero che mi incuriosiva tanto.

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Attualmente, la mia fede va e viene, forse, più che altro, per l’atteggiamento ostico, contraddittorio e spesso paradossale di gran parte della Chiesa. Tuttavia, mi capita spesso di pensare alla possibilità di una vita eterna dopo la morte, anche se mi riesce molto difficile immaginarla concretamente, soprattutto adottando canoni tipicamente umani. Anzi, a dire il vero, l’eternità, qualunque forma essa abbia, mi spaventa un poco.

Quando si parla di vita eterna e immortalità, mi vengono in mente anche i santoni dell’Himalaya, che vivono ad alta quota, in perfetta solitudine, dediti alla meditazione e alla preghiera. A questi santoni viene attribuita un’età molto più avanzata di qualsiasi essere umano, anzi pare che siano stati visti ad intervalli di secoli sempre con il medesimo aspetto.

Si tratta, ovviamente, di una leggenda, così come è una leggenda quella dei vampiri, che nella letteratura fantasy sono dipinti come giovani stupendi e immortali, alla continua ricerca di sangue.

Ebbene, dopo aver mischiato il sacro con il profano, non posso fare a meno di pensare che immortalità è anche lasciare qualcosa di sé agli altri, qualcosa in grado di sopravvivere in maniera duratura, oltrepassando i secoli e rimanendo sempre vivo e attuale. I grandi autori come Manzoni, Shakespeare, Goldoni (per citarne solo alcuni) in fondo ci sono riusciti.

Immortalità