Music box – Notturno

“C’è tempo domani, per tutte queste idee

Per chi parte o rimane seguendo le maree

Io adesso ho bisogno di bagnarmi il viso

Nell’umido autunno che scende all’improvviso

C’è tempo domani per la velocità

Di questa esistenza che sogni più non ha adesso

Vorrei solamente credere a un istante

In un treno notturno che scavalchi il blu

Di questa mia notte irraggiungibile

Che porti pensieri invisibile

Esattamente come, io non so più, però dovunque fossi tu

E può essere lieve la malinconia

È come la pioggia che cade in questa via, lo sai

Lo sai non ricordo quanti anni avrai

Avrai gli anni di allora e cambiare non potrai ancora”

Mia Martini, come non ricordare la sua voce, la sua sofferenza, la sua capacità di trasmettere emozioni?

Vittima della stupidità altrui, per anni venne ostracizzata dalla scena musicale italiana fino a costringerla ad un temporaneo ritiro nel 1983. Lei stessa raccontò che la sua vita era diventata impossibile e tutte le porte le si chiudevano in faccia perché la gente aveva paura di lei e si rifiutava di partecipare a manifestazioni che prevedessero la sua presenza.

Queste sciocche e assurde superstizioni si accompagnarono a profonde delusioni da parte di persone di cui si fidava. Fu, infatti, tradita anche dal suo “amico” Gianni Boncompagni che in qualche modo contribuì a diffondere queste dicerie.

Fortunatamente, nel 1989 riuscì a tornare al successo con la partecipazione al Festival di Sanremo in cui interpretò una delle canzoni più belle di sempre “Almeno tu nell’universo”.

martini

Nell’album che fu inciso subito dopo il Festival, “Martini Mia…” è contenuto il meraviglioso struggente brano che voglio presentare oggi, “Notturno”. Il testo parla di una donna che di notte ricorda un amore finito. Tutte le idee, i pensieri, la velocità di una vita frenetica senza sogni possono essere rinviati a domani, adesso vorrebbe soltanto che un treno arrivasse a scavalcare quella “notte irraggiungibile” portandola da chi è talmente lontano nel tempo e nello spazio da sembrare sempre giovane, come se avesse gli stessi anni di allora e non potesse mai cambiare, almeno nella  mente di lei.

La morte di Mimì nel 1995 è ancora avvolta dal mistero: c’è chi ha parlato di suicidio, anche se questa tesi è stata smentita dai familiari, e chi, invece, di abuso di farmaci e stupefacenti, legato anche alla malattia di cui soffriva in quel periodo. La sorella Loredana non ha escluso un coinvolgimento del padre, accusato di violenze verso moglie e figlie.

Una storia triste quella di Mia Martini che non può, comunque, mettere in ombra il suo talento e le interpretazioni che ci ha lasciato in eredità. Una storia che, purtroppo, rischia di ripetersi, considerato che questi ostracismi nel mondo della musica non sono rari e hanno colpito anche altri artisti. Basta pensare ad una brava e giovane interprete come Arisa che di recente si è sfogata sui social dichiarando “Non mi faranno fare la stessa fine di Mimì”. Qualcosa su cui riflettere.