Queste donne pretenziose…

Eh insomma. Lo dice pure Augusto che pretendiamo troppo e lo vogliamo anche gratis.
Eh beh sì. Gratis lo vogliamo gratis. Adesso, va bene tutto ma pagare per avere un coso peloso che staziona sul divano a guardare il calcio anche no. Gratis sì lo voglio, assolutamente, ma a pagamento no.
Poi certo…qualcuno potrebbe obiettare che ho speso dei soldi per comprarmi due cani pelosi che, effettivamente, stazionano sul divano…però dai, è diverso.
Cioè. Snup ed Eros sono piccolini, puccini, dolcini dolcetti, mi fanno le feste e mi riempiono di baci e soprattutto non capiscono quello che dico. Il che, come tutti ben sapete, è meglio.
E poi mi danno sempre ragione. Anche perchè non parlano. Cioè sì, parlano. Ma la vocetta gliela faccio io e gli faccio dire tutto quello che voglio io. Basta, sorvoliamo.

Torniamo a noi.
E’ vero che noialtre portatrici sane di estrogeni siamo pretenziose?
Io dico no. E lo dico fermamente. Convintamente. Sono pronta a scendere in piazza per sostenere ‘sta causa. Magari di venerdì pomeriggio così ne approfitto per guardare due vetrine che io ho visto una borsa lilla che son tre giorni che ci penso e ancora non ho avuto tempo di andare a controllare se si abbina bene con…insomma appena ho due minuti me la vo a comprare.
Pretenziose…ma…in fin dei conti che cosa chiediamo?

Poche piccole cose. Innanzitutto i pari diritti. Certo che chiediamo i pari diritti!
Perchè mai io donna non potrei votare? ( perchè tu voti Berlusconi, Tiffany…embè? Che c’entra. L’ho votato quella volta perchè aveva detto quella cosa…ma poi…cioè mica è detto…prossime votazoni si vede…eh ma vedi, la coerenza, la fede politica Tiffany…ma la fede si cambia, voglio dire, chi l’ha detto che la fede è fedele? La parola stessa, ok. Ma insomma…petaloso! Ecco. )
Pari diritti anche sul lavoro. Perchè io donna non posso guidare un treno, per dire? ( perchè non sai guidare neanche la macchina…ok ma che c’entra? Il treno è più facile…ha i binari. Certo Tiffany però non è che tu ti metti sopra ed è telecomandato tipo il trenino dei bambini…ah no? Vabbè ma io non lo voglio guidare il treno, io lo dicevo per le altre che lo sanno fare )
Quindi: pari diritti e, ovviamente, pari dov…no. Momento. Con molta calma.
Pari doveri…ecco…dipende. Pari doveri al netto della galanteria di base. Si sa. Cioè mo non è che perchè so guidare il treno allora non mi devi più fare la carineria, che discorso è. Giusto? Eh sì, direi che è giusto. Non mi pare grinzi da nessuna parte ‘sto discorso.

Cos’altro chiediamo? Che ci trattiate in modo carino. Che ci facciate i complimenti e le moine. Che poi lo sapete…che pure quando siamo isteriche e stiamo strillando come cocorite…due moine giuste e ci inteneriamo e ci passa tutto e alla fine la spuntate sempre voi…su e che vi costa. La lusinga, si sa, sulla donna, paga. Poi sì ci son quelle che dicono che non è vero, che blabla, che il medioevo è finito…seee seee. Il complimento, nel 2016, funziona ancora, lassate perde, con tutte quante.
Che noi siamo un po’ gatte eh. Diffidenti che non ci avviciniamo manco se cercate di attirarci con un paio di Jimmy Choo figuriamoci con una polpetta…cucinata da voi poi…seeee. Ma la lisciatina per il nostro verso…e ci piace, sì. E ci caschiamo sì, ammettiamolo. A noi in fondo piace essere coccolate come se fossimo delle gattine, le fusa son già pronte dietro l’angolo.
Che poi del resto ci comportiamo anche come delle gatte. Che fa il gatto? Si lecca tutto il santo giorno e guarda tutti con schifo malcelato.
Noi uguale. Ci pettiniamo, ci esfoliamo, ci strofiniamo, ci incipriamo e, nel frattempo, sputiamo veleno sul mondo intero.
E qualcuna ha pure i baffi.
Bon. Miao. E caso chiuso.

Poi? Ah sì. Qualche altra piccola bazzecolina…
Tipo che ci siate fedeli. Che non vuol dire evitare di andare a letto con un’altra. Ma vuol dire evitare proprio di guardarle tutte le altre. E come si fa…come si fa. Ve lo devo dire io come si fa? Cecatevi. Che ci vuole! Vi serve proprio la vista? Cioè, è sopravvalutata, eh. Sai come sviluppi meglio il tatto se non ci vedi più? Guardate che il tatto è più importante eh!
Che ci portiate all’Ikea. Di sabato pomeriggio. Dalle 14 alle 20. Continuato. Sì. Oh. Bisogna sceglierli bene i colori delle candele.
Che non ci facciate fare brutta figura con le nostre amiche. Anche perchè tanto ci riusciamo già da sole, ci mancate solo voi.
Che siate disposti a tenere in braccio il chihuahua mentre noi ci fiondiamo “cinque minuti giusto cinque minuti” nel negozio di turno. Mi rendo conto che, per un uomo, stare impalato in mezzo alla strada con in braccio un topo vestito di rosa e azzurro con un guinzaglio di strass che gli lecca il naso a ripetizione non è il massimo. Soprattutto perchè attira un sacco di donne che lui non può neanche guardare. Eh lo so. La vita è dura.
Che mangiate quello che cuciniamo. Rischiando la vita tutte le volte.
Che passiate le precedenti due ore a qualsiasi uscita ad assistere alle nostre improbabili sfilate per consigliarci cosa mettere. Tanto alla fine decidiamo noi e il vostro parere non sarà servito a una ceppa. Però ci piace avervi lì, tipo pubblico. Però dovete fare la faccia giusta. E l’applauso. Tutte le volte. Anche all’accappatoio.
Che ci comprendiate. Nei nostri momenti difficili. Sì lo so che noi abbiamo almeno diciotto momenti difficili al giorno ma mica è colpa nostra! Quello è il progesterone! Voi non lo conoscete ma è cattivo, perfido, antipatico e crudele. Ci tiene in pugno, capite? Ci fa piangere. Ci stalkera psicologicamente. E voi dovete capirci!
Che ci consoliate. Da cosa? E che ne so. Consolateci. Magari la sera, prima di dormire, così, per sicurezza.
Che non ci urliate che noi ci spaventiamo. Se invece urliamo noi no, non ci spaventiamo. Anzi, ci serve da sfogo.
Che siate gelosi. Ma no al modo di “non metterti la minigonna e non uscire con le amiche”. Cioè noi abbiamo bisogno di vestirci in modo appariscente e di uscire con le amiche. E’ proprio il progesterone che ce lo chiede. Se non lo facciamo ci picchia. Gelosi più al modo di “oddioooooo tutti vogliono la mia donna e io come Otello mi trasformo in Hulk e King Kong e…” uhm…capito no cosa intendo? ( non è vero ma fate finta cribbio…state sempre a fa’ i giochi di ruolo…mo cavillate? )
Che siate affettuosi. A noi piacciono i puccipucci. Bacini, bacetti, gesti carini, presente? Il mento tra le dita, la carezzina sulla nuca, i grattini…i grattini. Segnatevi ‘sta parola. Il grattino risolve persino le sindromi premestruali più pese.
Che siate gentili. Ma al contempo decisi. Permissivi ma autorevoli. Protettivi ma non oppressivi. Dolci ma convinti.
Insomma. Chiediamo tanto? Ma non mi sembra affatto.

Vogliamo parlare di quello che chiedete voi? Eh?
Dunque. Voi chiedete di:
– mangiare tre volte al giorno ( e non è detto che lo vogliate da noi, ormai, anzi, cucinate pure meglio…di me di sicuro )
– dormire 8 ore a notte
– essere lasciati in pace durante la partita una volta la settimana ( ma nelle pause possiamo cagarvi il cazzo e di solito non vi arrabbiate )
– un po’ di sesso. Ognuno coi suoi tempi personali. Mediamente neanche poi così tanto spesso. Fatto bene lo volete, eh. Magari meno spesso ma meglio fatto. Su quello transigete poco, in effetti.

Ecco. Vi pare il caso di pretendere tutte ‘ste cose? Per chi ci avete preso, aho’! Ma non vedete come siamo oberate? Qua tra il progesterone, le scarpe, il treno da guidare, la sfilata e il gatto miao e i grattini…sta a vedere che possiamo far fronte a tutte le vostre pretese? Maschilisti!

( che si scherza lo dobbiamo specificare o ci arriviamo con la nostra intelligenza sopraffina? Si scherza…cioè…si scherza abbastanza, ecco. )

 

 

Procediamo Scientificamente

“Tanto io ci ho rinunciato. L’uomo giusto per me deve ancora nascere, è chiaro.”
“No no, Alice. E’ che tu sbagli metodo.”
“Metodo di che?”
“Di selezione, Alice. E mi stupisce che proprio tu, laureata alla Bocconi, mi cadi su ‘sta cosa.”
“Quale cosa Tif? Non mi rompere i maroni con le tue stranezze eh, che è sabato, è pomeriggio e fa caldo. Se hai dire, dì, se devi fa’ gli indovinelli vai a farli in tangenziale.”
“In tangenziale mi tirano sotto…”
“Appunto.”
“Vabbè. Sentimi. Sentito mai parlare di segmentazione di mercato?”
“Io sì. Mi chiedo dove cazzo ne abbia sentito parlare tu. Con che razza di gente ti stai mescolando?”
“E’ che ultimamente fodero le lettiere dei gatti col Sole24ore.”
“Ah…”
“Dunque. Ti spiego. Tu devi innanzitutto fare un identikit preciso ma preciso eh del prodotto che intendi trovare sul mercato.”
“Un uomo tra i 25 e i 35 anni non pazzo.”
“Se vabbè. Allora tesalutomariagiovanna. Ho detto un identikit preciso no la letterina a Babbo Natale. Rifacciamo. Te lo dico io cosa ti serve. Un uomo tra i 35 e i 40 anni disposto ad avere una relazione più o meno normale, diciamo accettabile, di bell’aspetto, abbastanza intelligente, molto paziente, molto comprensivo, disposto a coccolarti almeno quanto coccolerebbe un cucciolo di cocker…anzi no…almeno quanto coccolerebbe il decoder di Sky.”
“Tif…questo è quello che cerchi tu…no io.”
“A parte che io non cerco un bel niente che son già abbastanza occupata. Ma se…e sottolineo se…nell’eventualità…che io cercassi un moroso…lo cercherei sopra i 50 e che mi dà sempre ragione e mi consola quando frigno. Punto.”
“Sì ma a me non piace il tipo che hai descritto tu. Non lo voglio. Neanche a mercato segmentato.”
“E invece te lo fai piacere perchè questo c’è per te. Aho’, belladecasa. Il ventitreenne supergnocco e magari di belle speranze e cervello vivace e abbondantemente dotato, se viene con una come noi, è idiota. Capisci? Cosa vuoi, un idiota?”
“Vai avanti va’…non ti rispondo neanche…”
“E fai bene perchè tanto sai che ho ragione. Dunque. Torniamo alla segmentazione del mercato. Abbiamo focalizzato il prodotto da cercare. Bon. Adesso bisogna escludere tutte le branche che contengono soggetti che non corrispondono alla descrizione. Quindi. Escludiamo gli sposati, i conviventi, i fidanzati, i preti, tutti quelli fuori dalla fascia d’età…”
“I mammoni.”
“Gli assassini.”
“I fissati con le serie tv.”
“I fissati coi film polacchi in madrelingua.”
“Quelli che pensano ancora alla ex.”
“Gli appassionati del bondage.”
“Beh no…aspetta…lì dipende…”
“Dipende cosa? Ah che è pericoloso eh.”
“Ma che ne sai te…”
“E non ne so, appunto e non ne voglio sapere. Quelli che stanno tutte le sante sere su youporn e poi vengono a letto e crollano addormentati…e così abbiamo finito il mercato mi sa…bah…”
“I bigotti.”
“I traditori.”
“Gli adolescenti mai cresciuti.”
“Ma se volevi il ventitreenne! Deciditi, eh!”
“Appunto, ventitreenne, no quattordicenne con la prostata, scusa eh.”
“Ah be’, in effetti. Quelli che broccolano con le clienti barra amiche barra nonsicapiscechisianomadevonomoriresubito…”
“Quelli fissati con la dieta che se mangiano un cioccolatino poi si puniscono col cilicio la sera…”
“I prepotenti, gli arroganti, i passivi…”
“Passivi?”
“Sì…quelli che aspettano sempre che gli caschino le polpette dal cielo. Quelli che non prendono iniziative e non hanno slanci trascinanti…i passivi.”
“Ah ecco. Gli insicuri, gli indecisi…”
“I non maschi alfa…”
“Giusto. Bon. Chi rimane, Tif, esperta di segmentazioni di mercato? Dove andiamo a investire il nostro capitale con poco rischio e alto margine di soddisfazione?”

“…e niente…di nuovo, resta solo Zeus.”
“E quindi abbiamo parlato per un cazzo?”
“No. Abbiamo parlato manco per quello. Niente. Non ci sono cazzi disponibili nella categoria richiesta.”
“Tiffany…”
“E che vuoi da me…”
“Ma Tiffany…”
“Oh mica colpa mia…sai com’è il mercato…quello fluttua…va su e giù…lui…impenna e torna indietro…oh il mercato è mobile, come la donna. E anche come la scala.”
“Ma Tiffany…”
“Eh ma Tiffany. Ma Tiffany una benemerita! Che colpa ne ho io? Sarà il Down Jones. Sarà la chiusura a Tokio. Un giapponese, Alice. Valuta un giapponese. Con un bel ristorante di sushi. Secondo te, Tokio, è bella?”
“…”
“Io voglio andare a Bali.”
“…”
“Bali è bella, eh.”
“…”
“Secondo te, gli abitanti di Bali, si chiamano Balini, Balinesi, Balesi, Balinoidi o Baliani? O Ballelesi? Balinetti? Balisari? ”
“…”

Non mi parla da quasi 24 ore. Ma le passerà. Lo so.

In risposta a…

Ho letto un post.
Di una donna. Un post sofferto che potrebbe sembrare un momento di fragilità messo nero su bianco e invece no. Proprio per niente. Io l’ho trovata una riflessione talmente lucida che l’ho letta tre volte perchè a me, le cose lucide, lo sapete, mi confondono.

Argomentone: il new fidanzato e la ex che ritorna.
Oh classico dei classici.
Partiamo dal presupposto che, se la Legge Divina funzionasse a dovere, gli ex dovrebbero autodistruggersi nel momento stesso in cui una relazione finisce. Tutti. Uomini e donne indistintamente.
Ma purtroppo questo non è possibile sennò saremmo tutti morti. Ed essere morti non è bello.
Partiamo anche dal secondo presupposto che tutti siamo gli ex di qualcuno e tutti abbiamo un tot di ex, chi più chi meno, e tutti dobbiamo convivere con questa iattura inevitabile.
A meno che di non relazionarci con qualcuno che non ha mai avuto una storia in vita sua e ve lo sconsiglio caldamente perchè se arrivano a quarant’anni senza manco una ex, secondo me, i problemi che hanno sono molto più seri di quelli che potrebbero darvi le ex.

Benissimo. Veniamo al cuore del carciofo. Del problema, volevo dire.
Il rapporto di un uomo ( in generale ) con le ex si basa, sostanzialmente, con la fissazione che hanno loro del possesso. Per dire. Loro campano pensando che se una donna è stata la loro donna, un po’, lo resterà comunque per sempre.
Marcano il territorio, ecco. Questi so’ capaci che se vedono la fidanzatina dell’asilo sposata e con sette figli…un po’ si ingelosicono. La vivono come un’onta.
Alla fidanzata attuale ‘sta cosa fa rodere da morire il kiul ma, per dirla finemente, si gratta da sola perchè tanto non ci fai niente, quelli so’ fatti così.
Difficile che restino innamorati delle ex. Semmai restano infastiditi dal non essere stati ritenuti i loro uomini ideali. Come si sono permesse di non averli considerati i Principi Azzurri Guerrieri Senza Macchia e Senza Paura?
Il rapporto delle donne ( in generale ) con gli ex è invece già più complicato. Noi restiamo sempre un po’ più legate affettivamente. Li guardiamo con tenerezza, infine. Un po’ sospirando. Un po’ con malinconia. Un po’ chiedendoci chissà come sarebbe stato se. Poi li vediamo con la nuova compagna e magari siamo pure felici per loro, ecco, con la tenerezza materna che, mortacci sua, ci mette sempre in situazioni di inferiorità tattica.

Ma la domanda è.
Un uomo che inizia una relazione nuova…tornerebbe poi con la ex?
Mah. Sì. Purtroppo la risposta è sì. Non insieme, eh. Quello è difficile. Specie perchè spesso non vuole lei. Ma, se si crea l’occasione, il masculo medio, il tuffetto temporaneo nel passato, lo fa. Quantomeno per accertarsi se quella, addosso, porta ancora il suo odore o si è permessa di levarselo.

E allora che si fa se, all’inizio di una relazione, come tanto succede SEMPRE, spunta la ex a rompere i coglioni perchè quella è femmina e se non rompe i coglioni al mondo si sente male?
Nulla, mia cara.
Assolutamente nulla.
Li lasci fare. Tu stai lì, continui a fare la tua vita come se niente fosse, trallallero e trallallà, continui a comportarti come se non fosse successo niente e porti avanti la tua relazione senza sollevare più l’argomento per nulla al mondo.
Perchè può essere che non succeda assolutamente nulla. Anzi, spesso è esattamente così.
Se invece, poi, per caso, dovesse succedere che si crea la situazione di cui sopra…che mai potrà capitare? Al massimo si ritroveranno a una cena…a un dopocena commemorativo dei bei tempi andati e…

…e niente. E si ricorderanno i motivi per cui si sono lasciati. Semplicemente. Perchè è l’unica cosa possibile. Perchè quando le storie finiscono, finiscono. Hai voglia a marcà il territorio, se è finito è finito.
A quel punto, però, dopo essersi ricordato i motivi per cui non sta più la ex imparerà contestualmente i motivi perchè non sta più con te.
E tu diventerai la sua ex. Perchè lo mollerai ancora prima che lui abbia finito di chiudere la porta.
Ma tu non tornerai a cercarlo. Mai. Per nessun motivo al mondo.
Perchè quando le storie finiscono, finiscono.
Ma non possono finire prima ancora di cominciare per un’eventualità che potrebbe verificarsi ma anche no.
Perchè se poi fosse “anche no”…si rischia di perdere un bel sì.

Eh, lo so, la vita è dura. E purtroppo, i benedetti uomini mezzi Principi Eric e mezzi Christian Gray son figure mitologiche come i Minotauri.
Bisogna sapere trovare l’equilibrio. Il nostro, non il loro. Sennò questi ci manderebbero tutte ai matti prima ancora di aver raggiunto la maggiore età!

ps: così…en passant…io non abito in Valcamonica. Nè tantomeno in zona Borno. Quando si inventano cose per far passare cose bisogna almeno avere le informazioni giuste. Io abito proprio dalla parte opposta, anzi, bassa bassa bassina no alta alta altissima come la Valcamonica. Ah che la provincia di Brescia è grande grande eh. Difficile imbroccare la zona, figuriamoci il paese.

50 Sfumature di Indignazione

Questo è un post trasversale. Lo dichiaro. Anzi no, è proprio una risposta diretta a un post che mi è piaciuto.
Devo dire che negli ultimi due giorni, in un certo blog, ho letto tre o quattro frasi che mi hanno fatto sorridere ma non di ironia, di speranza. Un ritorno a principi che mancavano da un po’. E fa piacere, a prescindere da tutto, rendersi conto che in fondo, anche se dopo acredini forti, le persone non le avevi giudicate così sbagliatamente di primo acchitto. Poi, gli sbarelli, tra gente, ci stanno. Ma la prima impressione forse non era così sbagliata.

Indignarsi, si dice. Indignarsi di fronte alle ingiustizie del mondo.
Lo si fa poco. E’ vero. Innegabile. Se lo si facesse in modo giusto non ci sarebbero ingiustizie, ça va sans dire. E finchè ci sarà un solo bambino che non potrà entrare agevolmente in carrozzina in un istituto vorrà dire che non ci stiamo indignando come dovremmo. Figuriamoci oggi quanto ce ne stiamo fottendo viste le situazioni attorno a noi.
Si è detto che, ai tempi, nessuno si indignò di fronte a post estremamente razzisti.
Questo è parzialmente vero. Io, alcuni, non li ho mai letti, per esempio. Dove ho letto ho sempre parlato. Discussi in maniera ben poco ortodossa con la mia grande amica, tutt’oggi amica, maestra elementare, che scrisse un post dove velatamente…molto velatamente faceva una differenza tra bimbi.
Qualcun altro parlò sotto al post incriminato.
Io stessa qualcosa dissi lì sotto.
Vero. Non con la veemenza che ci si sarebbe aspettati. Non lo nego. Si doveva intervenire con più piglio. E su questo non ci piove.
Vero anche però che, dopo, grazie all’intervento di chi indignarsi a mille sa farlo, tanti si sono esposti. Sì, certo, 800 commenti di insulti tra di noi. Ma in quegli 800 ce n’erano più della metà che invece parlavano di campi rom da non dover vedere come il demonio o di reti da non erigere o di barconi da non affondare. Questo non può essere dimenticato. Gli insulti sono arrivati proprio perchè ci si è messi contro il campo rom da bruciare, il barcone da sparare e la vignetta della bambina che impersonificava l’ebola.
Va detto anche questo, per correttezza verso tutti quelli che hanno speso tempo ad avallare l’indignazione, anche se non partita esattamente da loro.

Penso che, alla luce del passato, le posizioni di ciascuno di noi siano piuttosto chiare.
Credo che nessuno possa pensare o avere il dubbio che io ( e parlo di me non per protagonismo…ma perchè qua se fo nomi mi mandate all’aria di nuovo e io di riaprire poi non son capace, è uno sbattone indicibile! ) sia razzista o non mi interessi del bambino che non viene trattato nel giusto modo o non me ne freghi dei corpi che restano, purtroppo, senza vita a dieci metri dalle nostre coste.
Almeno questo penso mi si possa riconoscere. Non sono certamente il tipo di persona che non offre il caffè, laddove sia carino ( e non oso dire “necessario” ) farlo. E non sono certamente il tipo di persona che fa queste cose per ricevere un grazie. Del resto, a parte in pochi post “ad hoc” ho mai parlato di quanto faccio o non faccio, nel mio piccolissimo? E non credo ci sia neanche bisogno…faccio ciò che è NORMALE e GIUSTO che qualsiasi persona con un tetto sulla testa e uno stipendio redistribuisca nel mondo.
Anzi, faccio pure molto poco. Molto molto poco. Troppo poco. Come la maggior parte di noi.

Detto questo. Indignazione. Concetto. Giustissimo. Concordo. Al mille per mille.
Allora perchè sorge la lite e il problema? Per il seguente motivo.
Indignarsi sotto un post razzista o scendere in piazza a urlare per difendere i diritti umani, fanculizzare al parco la mamma idiota che impedisce al proprio principino biondo di giocare col principino moro, metterla giù dura contro chi si lamenta del ragazzino autistico che urla al ristorante, schifare chi fa i locali child free o dog free o biondo free…sono tutte azioni molto molto giuste.
Ma, a mio avviso e sottolineo a mio avviso, azioni da fare al momento. Fermamente.
Se poi, verso chi compie queste azioni parte un atteggiamento di rifiuto totale…non hai insegnato la lezione.
La lezione si insegna con la bastonata ma poi con l’esempio.
La bastonata te la dò ma poi ti tratto come un essere umano come tutti altrimenti diventano fazioni che si fanno la guerra e non integrazione.
Ti serviranno diecimila bastonate e diecimila ritrattamenti da essere umano? Ho pazienza e lo fo. Ne basterà una? Ottimo. Non cambierai mai? Pazienza, il fallimento è umano e ci sta.
Indignarsi per il concetto, anche qua sopra, è giusto. E ci siamo indignati. Lo abbiamo fatto. Abbiamo parlato di campi rom per mesi, indignandoci su certe frasi. Ci siamo indignati per la vignetta. Ci siamo indignati anche verso amici che hanno scagato in qualche affermazione inaccettabile.
Ma se l’indignazione sfocia poi in un togliere il saluto, girare la faccia, mettere all’angolo e sputare in faccia, a mio avviso, ripeto, non si ottiene nulla.
Indignarsi sul discorso specifico è assolutamente obbligatorio e non discuto.
Indignarsi sulla persona…soprattutto qui…dove non sappiamo esattamente chi c’è dietro, dove non sappiamo cosa andiamo a toccare, esattamente, se parliamo di un corredo o di un passato o di uno smeraldo o di regalare i caffè ( sì, ho sbagliato…nel rebelot io credo che abbiamo tutti sbagliato e io non meno di altri, pure io voglio rientrare nel concetto di non togliersi dal mucchio ) … è pericoloso.
Effettivamente, come si diceva un tempo, il personalismo andrebbe completamente levato da certi discorsi. Ma levato non nel senso “non parlo di me” “non parlo di te”.
Levato nel senso che anche di fronte al concetto razzista, una volta risposto per le dovute rime, andrebbe poi vista la persona per quello che è: uno sconosciuto che, da dietro una tastiera, spara odio. E’ possibile che sia solo una persona di merda che meriterebbe solo ceffoni a due a due finchè diventano dispari. Possibilissimo e probabile, pure.
Ma è possibile che sia una persona con alcune problematiche. Chi odia, spesso, ha delle problematiche.
Nel dubbio…io eviterei la messa all’angolo e la discriminazione del razzista o dello stupido o del dispensatore di odio.
Per l’esatto stesso principio che si utilizza nell’accogliere chi ha altri tipi di problemi e necessita di aiuto.

Per me integrazione è questa. Qui, come nella vita. Il bambino che a scuola picchia gli altri probabile non sia il Franti della situazione, sempre probabile che a casa ne prenda tante ma così tante da non riuscire a portarle.
L’adulto incattivito e incarognito che gode nel sottomettere le persone con le sue cattiverie, probabilmente pure lui ne prende tante dalla vita.
Va scusato? No. Va randellato. Di brutto proprio.
Ma una volta randellato, secondo me, senza lo step del “ti parlo ancora, ti ho randellato perchè avevi torto ma comunque ti parlo ancora, non mi fai schifo, parliamoci” non si arriva alla chiusura del cerchio del concetto di integrazione o, meglio, di tentativo di convivenza civile.
E’ questo a cui auspichiamo, no?
Nessuno vuole che tutti decidano di amare i profughi. Profondamente. Anche perchè sarebbe una cazzata: facciamo fatica ad amare il marito, a volte, come si può pretendere che qualcuno ami di slancio degli sconosciuti? Che siano profughi o avvocati di grido, eh.
Ma in molti vogliamo che tutti lavorino e si adoperino per garantire la dignità umana e i diritti civili di base a tutte le persone del mondo. Tutte. Indistintamente. Compresi gli assassini in carcere. Sei assassino, ti fai l’ergastolo…ma devi avere il cibo tre volte al giorno, i vestiti puliti e lo psicologo che ti supporta.
E’ difficile da digerire. Qualcuno che magari ha ucciso un ragazzino indifeso lo si vorrebbe vedere, probabilmente, appeso a un palo per i coglioni. In effetti sì…ma bisogna capire che non è nostro compito stabilire questo. La giustizia Divina non sappiamo nemmeno se esiste. Non possiamo farla noi.
Quidi anche il razzista…si fa “il carcere” ( nel senso, si prende la sua risposta bella decisa ) ma poi non va lasciato lì appeso…perchè non è giusto. Perchè è un essere umano pure lui. E non va discriminato in toto nemmeno lui. Fermo restando che non va mai mai mai mai mai “lasciato dire”.

Questa è la sfumatura d’indignazione che applico io nella vita. Per questi motivi.
E’ vero. Non è quella dura e pura che ti fa diventare come Gino Strada o Madre Teresa o Gandhi nè come i grandi uomini e donne delle cause umane nel mondo.
Me ne rendo conto. Ma io non ho le capacità per diventare uno di loro. Che devo fa? Non ho quel pelo sullo stomaco, quel coraggio, quella combattività e quel “non me ne frega di nessuna conseguenza” che hanno loro.
Li ammiro, profondamente, ma non sarò mai come loro. Faccio le cose come le so fare. Con le mie motivazioni. Nessuno deriderà mai un bambino con una pelle diversa davanti a me senza che io dica nulla. Ma non toglierò il saluto a chi l’ha fatto. Perchè il saluto a mio avviso è un diritto civile, anche per gli idioti. E a me piacerebbe un mondo dove il diritto civile lo hanno tutti. Tutti tutti tutti. E a volte fa anche male. A volte è difficile salutare qualcuno per cui nutri zero rispetto. Ti nausea anche un po’. Ma lo fai. Perchè è giusto. E anche farsi un minimo di violenza per trattare tutti tutti tutti come esseri umani è in fondo una piccola lotta. Non al pari delle grandi lotte dei Grandi…certo. Ma la maggior parte di noi non è un grande. La maggior parte di noi è un piccolo e, secondo me, se già facciamo piccole lotte, un po’ di aiuto lo dai.

E…e magari ora partirà la domanda? Ma è scema questa? Prima se la prende, poi sbraita, poi dice brutte cose, poi invece dice bella frase, ma che gioco sta a fà, l’acqua e l’olio per ottenere chissà che cosa?
Ma no. Forse sono solo fatta così. Forse, e sì, lo ridico, forse proprio per la vita che ho avuto sono fatta davvero così. Che oggi ti fanculizzo perchè dici una cosa che non mi piace e però poi riesco a passare oltre la fanculizzazione e vedere domani con occhi nuovi che giudicano solo la cosa del momento.
Non è un pregio, eh. Forse è un limite. Un difetto. Un modo di fare del cazzo, qualunquista, non lo so.
Però io non me la sento di spiccicare un’etichetta addosso a qualcuno e lasciargliela a vita…non son capace, ho imparato che nella vita non puoi farlo perchè tutti dipendiamo in qualche modo dagli altri che ci stanno attorno e non puoi escludere qualcuno, non puoi per te nè per lui. Forse credo davvero nelle favole del “saremo tutti amici prima o poi”. Sarà stupidità. Non lo so. Ma io dico quello che penso al momento, senza filtri. E se oggi penso “che stronzo” e domani lo stronzo dice qualcosa che mi viene da dire “che bella cosa ha detto”…io purtroppo non sto zitta nè quando devo di’ stronzo nè quando devo di’ che bello e sembro un’incoerente rimbambita. Forse lo sono. Boh.

Giri di Giostra

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Bella eh, la giostra dei cavalli. E’ il simbolismo che la fa apparire così affascinante. Quale simbolismo? Ma che cazzo ne so, che domande fate, una volta che dico una cosa apparentemente intelligente subito a chiedere spiegazioni faziose.
Ricorda anche un po’ l’Esotico Minipony secondo me. No?
A mia figlia manco piacevano ‘ste giostre qua da piccolina, quella è sempre stata alternativa, fin da mocciosa. Mai ‘na soddisfazione.

Comunque, che c’entra la giostra che gira nel mondo gira nello spazio senza fine?
C’entra. Perchè noi abbiamo un problema. Cioè, in realtà ce l’ho io ma siccome non posso fare che l’unica torda al mondo so’ proprio io ho deciso d’ufficio di diagnosticare il problema a tutti.
Non sappiamo comunicare in maniera diretta. Oh sì, lo so, con Twitter un sacco di gente s’è allenata. Ma i risultati son scarsi comunque. Non è la quantità di parole a fare la differenza ma la qualità.
E perchè non sappiamo comunicare in modo liscio o, quantomeno, effervescente naturale e invece spariamo bollicine a gogò che poi creano caos e gli altri non capiscono una santacippa?

Perchè siamo pudici. Il pudore è il più grosso problema comunicativo tra mammiferi appartenenti alla razza Homo Sapiens. Che Sapiens cosa poi? Che non sappiamo gneeente. Le lucertole sanno più di noi e infatti se si mozzano la coda, loro, se la fanno ricrescere. Noi non siamo capace di farci ricrescere un dito. Solo i peli ci ricrescono a noi.
Se ci pensate è vero: il grosso problema e quello che fa portare avanti le discussioni per millenni e, in qualche caso, le fa risolvere a bombe atomiche, è che ci vergogniamo di dire cose.
Siamo sempre lì a pensare “eh ma se dico questo magari pensa quello…” e in realtà…se pensasse “quello”…altro non penserebbe che la vera cosa che gli vuoi dire…ma tu ti vergogni.
Non s’è capito, eh? Pensiero contorto.
Esempio pratico alla lavagna. Disegnino.
A volte si ha vergogna di dire “ti voglio bene”. Magari ci si conosce da poco. Magari si ha paura di sentirsi dire “io no”. E ci starebbe, eh. Non è che se ti voglio bene è matematico che me ne debba volere anche tu. E se succede che io te ne voglio e tu no…sticazzi voglio dire. Non devo volerti bene solo se mi ricambi, sarò pur libera di voler bene a chi voglio io decidendolo con la mia testa e non in base a un tornaconto che mi rende meno ridicola agli occhi dell’umanità? A me, il ridicolo, non ha mai preoccupato più di tanto. Sono altre le cose che evito accuratamente. Ad esempio di essere chiamata disonesta, per dire. Ma ridicola…mica è poi brutto essere ridicoli.
A volte si ha vergogna nel dichiarare che una persona ti piace. Come se fosse un’onta insuperabile l’eventualità che quella persona non ricambi. Cioè gnari…pota. E’ pieno il mondo di gente che dichiara che gli piace qualcuno e si piglia un due di picche, insomma, guardate “Uomini & Donne” son lì in cinquanta per un ragazzo e alla fine lui ne sceglie una, non è che le altre quarantanove le prendiamo in giro e mettiamo le loro foto per le città con la didascalia “ah ah ah sfigata” eh…
A volte si ha vergogna di dichiarare le proprie intenzioni. Non so. Ci son coppie che han ballato tutta la compilations dei tanghi argentini tra le lenzuola e, ancora, se chiedi loro se stanno insieme, rispondono “uhm…ci frequentiamo…siamo buoni amici”. Ma buoni amici cosa? Ma io metterei una legge. Se due si baciano in bocca sono fidanzati. Caso chiuso. Ora, non so voi, ma io mica limono tre ore con tutti i miei amici…cioè, sbaglio io? Fatemelo sapere.
Stesso dicasi per comunicare cose brutte. Se mi stai antipatico e mi irriti anche solo a dieci metri…ma non è meglio che te lo dico? Invece si creano tutte quelle dinamiche di dispettucci, sgarbetti, mossette e faccette molto sul filo del rasoio che non fanno mai capire se devi chiarire qualcosa, scusarti o sputare in faccia direttamente a Colui.
E’ che “non si dice che uno non mi piace”. Ok. E invece si fa che lo si sgarba ogni sei secondi? Ma tantovale che parli, quello se ne fa ‘na ragione eh, mica si vende casa e va a vivere in Papuasia nutrendosi di gusci di paguri per la disperazione. Essu.

Diciamola tutta: manchiamo di un filo di spina dorsale, in certi casi. E pecchiamo di troppa “oddio se dico così che figura ci fo”. E che figura ci fai? Di uno che la pensa così. Dove starà il grande problema? Fortunatamente il pensiero è ancora gratis. E legale, tra l’altro.
Che non è poco al giorno d’oggi. Cioè. Io col pensiero ne ho uccisi un tot, eh. Con l’aggravante della crudeltà. E devo dire che non ho mai beccato neanche una denuncia. Sono una professionista.

Per me, personalmente, questa faccenda è un problema grosso come una montagna.
Perchè io, ve l’ho detto, sono tonta. Ma tonta tonta eh. Io parlo come magno e vorrei che mi parlassero in ugual modo. Perchè non capisco.
Per dire. Quando ho iniziato a entrare in confidenza con una certa persona…lui mi ha detto che voleva fare una vacanza dalle mie parti, sui laghi.
E io…gli ho consigliato tutte le migliori località del Garda! E mi ci ero pure impegnata, per far bella figura. Mica che poi uno torna a casa e dice che la provincia di Brescia è una chiavica.
E mica l’avevo capito che l’intenzione non era solo quella di vedere le meraviglie lacustri di Garda o Sebino.
Tempo fa c’era un altro che mi scriveva le poesie. E mi chiedeva sempre…è bella? E io, leggendo attentamente e sentendomi posseduta dallo Spirito Critico di Sgarbi…dicevo sì o no.
Alla fine è saltato fuori che voleva solo far quattro salti in padella.
Cazzo ma dimmelo subito. Mi son pippata mesi di critica letteraria, due palle così…ti rispondevo subito e ci levavamo il molare.

Insomma. Cosa vuoi da me? Dimmelo chiaro! Ma chiaro! Poi vabbè a questa richiesta non fate come il mio collega che mi ha risposto così tanto chiaro che mi è toccato tirargli qualcosa dietro. Cioè diciamolo chiaro ma accettabile, ecco. Che sia chiaro che sia in termini che non richiedano il bollino rosso della seconda serata. Che io son delicata, lo sanno tutti. Mi traumatizzo subito.

Ah gente. Come siete complicati. Ma tutti, eh. Che qua sembra che la strana sia io…invece secondo me son strani tutti gli altri. Ma semplifichiamo…semplifichiamoci. Come per le equazioni, vi ricordate com’era bello? Equazione lunga lunga lunga…che soddisfazione quando come prima cosa barravi qua e là dicendo soddisfatta “questi s’annullano questi s’annullano” … poi vabbè…l’equazione la sbagliavo lo stesso, ça va sans dire, che io in matematica ci avevo 6 solo perchè copiavo da uno che aveva 9…e sbagliavo anche a copiare, evidentemente, vista la differenza di voto.

Bon. Pipponato anche oggi. Può darsi ripipponi nel week end ma n’è detto. Anzi ora che ci penso sì, è detto, ho da dire un’altra cosa su un altro argomento che mi sta a cuore ma adesso non ho tempo perchè devo andare a controllare su Mediaset Extra se la ceretta a Bettarini è venuta bene… che quella Alessia lì non mi sembrava tanto ferrata eh…

Palate di Modestia

Cioè, diciamocelo.
Qua a qualcuno dò un fastidio bestiale e, ciclicamente, cerca di sotterrarmi con pala e badile.
Ma una come me, qua sopra, serve, gnari, dai, la realtà è questa.
Il mio blog, nel firmamento delle stelle lucenti dalla letteratura e della sociologia presenti su ‘sta community, ha la sua funzione da anni.
Fa da cuscinetto. E’ così. Ora non dovrei essere io a dirlo ma voi ( infatti…perchè non l’avete mai detto? Non mi fate mai i complimenti, siete antipaticissimi, tiè! ) ma è così.
Qua dentro si son sempre riversati quelli che erano stati suonati altrove e poi zittiti.
Qua dentro si è sempre venuto a lanciare messaggi trasversali diretti a chi aveva imbavagliato.
E a me sta bene. E’ sempre stato bene perchè credo fermamente che, in ogni discussione, dalla più stupida alla più importante, sia un diritto fondamentale delle persone ribattere.
A tutti i costi.

Questo è un blog nato anni fa. Ha sempre trattato cazzate. Si è sempre usato un linguaggio colloquiale, spiritoso, sarcastico.
A volte è stato usato anche per racconti di vita, momenti di malinconia, discorsi impegnati e guerre.
Ma questa sono io, nè più nè meno di come sono nella vita, chi mi conosce lo sa.
Io sono in grado di scherzare a mo’ di scaricatore di porto ( e spero che non arrivi l’Associazione per la Difesa Del Povero Scaricatore di Porto a protestare…che qua è un attimo ) e in grado di ascoltare una storia di vita pesa e dire una parola di conforto. O di comprendere una situazione delicata. Io sono fatta così.
E qui porto esattamente ciò che sono nella vita.
Che potrebbe sembrare una cretina. E invece no. Il punto è che io sono, purtroppo, sgamatissima su certe cose perchè per ovvi motivi ho dovuto far l’occhio lungo su alcune situazioni…ma ingenua come un agnello idiota su altre.
Ed effettivamente io sono convinta che parlando con le persone si risolva sempre tutto.
Effettivamente sono sicura che se tu spieghi perchè hai fatto una cosa la gente lo capisce. Che non vuol dire condividere o dar ragione. Significa capire il motivo e tenerne conto sul giudizio finale.
Io sono una persona completamente priva di malizia. Non sono furba. Non arrivo a capire “le manovre” perchè io non ne fo e quindi non le riconosco.
Non riesco a vedere “cosa c’è dietro il buonismo”. Se a me uno mi dice “oh che simpatica che sei” io penso che questo mi trovi simpatica punto! Non riesco a capire se dietro c’è  o meno un disegno in cui io servo in qualche modo, mi spiego?

Però sono una che provoca. E questo in pochi l’hanno capito. Non è che io “mi impunti” su determinate questioni perchè per me son di somma utilità. A me, se vado d’accordo con Peppo o con Duccio su ‘sta cazzo di community, tutto sommato, ai fini della mia vita, non me ne frega ‘na sega.
Cerchiamo di capirci: io c’ho un lavoro, c’ho una figlia, ho dodici tipologie di Somatoline da spalmarmi sul kiul, c’ho da fà…chiuso il pc, il 95% delle persone qua sopra, nella mia testa, non esistono più.
Ma finchè sto qua partecipo alle discussioni e il modo di fare è quello: io provoco. La maggior parte delle cose che dico, in bene o in male, sono provocazioni. Io ti voglio provocare, lo voglio fortemente. Perchè?

Proprio perchè son poco furba e poco maliziosa e poco sgamata su certi atteggiamenti dovrei evitare, direte voi. E lasciar uscire il mio lato puccipuccioso di quella che ama il rosa e i gattini e limona coi cuccioli facendo “ommiooooodddioooo quanto sei cariiiiino amooooore”. Cosa che faccio, eh. Svariate volte al giorno.
Ma invece io sono una Gemelli. E quindi incasinata mentalmente.
Quindi, pur essendo questa e pur sapendo di non essere assolutamente in grado di giocare ad armi pari con certi volponi che della vita ne sanno…io resto fedele a un principio imparato in tenerissima età.
“La gente la conosci in guerra”. Punto. Ed è vero.
Siamo tutti bravi ad andar d’accordo con chi la pensa come noi. Se io trovo una persona che a ogni mia parola dice “oooh sì, hai ragione!” per me quella è una persona meravigliosa. Ovvio.
Ma il vero gioco della vita non è questo, gente. Questo è vincere facile. Questo è fare il cruciverba guardando le soluzioni.
Le vere persone le vedi e le giudichi quando si è in disaccordo. Quando sono sotto pressione.
La gente non si giudica dall’azione ma sempre dalla reazione. ( primo teorema di Tiffany Ingegnera Fisica Nucleare…non esiste l’ingegneria fisica nucleare? Male. Dovrebbe! Il mondo ha estremo bisogno di ingegneri fisici nucleari! )

Però accade questo, al momento.
C’è troppa gente rabbiosa. E in mezzo a ‘sta gente rabbiosa, a mio avviso, un blog rosa che parla di stronzate, serve. E anche che butta tutta la discussione in mezzacaciara. Serve. Alleggerisce. Sposta i margini. Ridimensiona.
Perchè è vero che la discussione è l’arma più intelligente che gli esseri umani hanno a loro disposizione ( primo teorema di Tiffany Sociologa ) ma è vero anche che la discussione dev’essere finalizzata a uno stracazzo di risultato ( Tiffany Sociologa alla seconda vodka alla pesca ) altrimenti il tutto si riduce a una manica di pirla di si sberleffano…ggiano…sberleffaggiano…come si dice? Petaloso. Tiè. ( Tiffany Impiegata della Crusca…vi rendete conto che sto diventando come la Barbie? Se questa cosa mi prende la mano, ve lo dico, è finita eh…)

In conclusione. In verità vi dico ( Tiffany Gesù…vabbè ora sto esagerando, lo ammetto ) io la penso così: va bene ed è utile discutere solo se si arriva a una conclusione.
E questo lo dico pure al mio ragazzo che pure noi due, eh, quando ci imbarchiamo nelle discussioni…
Per me la lite dovrebbe svolgersi così:
– focalizzazione del problema ( senza sottilizzare se sia davvero un problema o una scemenza…se per qualcuno è un problema lo è, punto )
– spiegazioni dei comportamenti che hanno portato al problema ed eventuali giustificazioni personali
Non risoluzione così?
Come lo risolviamo? Opzioni pratiche. E scelta della migliore.
Alla fine di ogni discussione dovrebbe esserci la soluzione. Ma vera. No che domani stiamo punto e a capo sullo stesso problema.
Non mi piace che tu dica questo. Non lo dico più. E perchè l’hai detto? Perchè ho sbagliato.

Visto come si risolve tutto bene? ( unico e indiscusso teorema di Tiffany Ambasciatrice Per la Pace Nel Mondo )
Secondo voi Bob Dylan mi cederà il suo Nobel? Perchè per me lo merito, eh. Cioè…dai. Sì. Se non me lo danno poi piango, che io sono piccola indifesa col passato difficile e mi merito dei privilegi, uffa. ( esempio pratico di provocazione )

 

 

Oh Bonjour, à Nouveau

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Eccoci qua n’altra volta.
Visto, abbiamo rinnovato tutto. Adesso, posso dire? Che sia stato bannato il vecchio blog, chiaramente, non è una cosa importante perchè i blog son così, vanno, vengono, cambiano colore, si fanno esplodere per protesta, uh, io ne ho cancellati centordici per capriccio, capirai.
Però se volevate scassami la minchia, devo dire, ci siete riusciti. Per il semplice fatto che ci ho messo due giorni a riuscire ad aprirne un altro e ho pure dovuto chiedere l’aiuto di una gentile Maestra di Sostegno, che ringrazio. 🙂

Bene, veniamo a noi. Che non so se vi rendete conto ma siamo in ritardo con le notizie sul GfVip e la cosa è piuttosto grave.
Devo darvi delle notizie imperdirbili e succosissime.
Vi avevo già parlato di Damante Principe Indefesso Indiscusso e Modello Extra Lusso?
Sì, vero?
Però scusate ma non riesco a fare a meno di risottolineare quant’è stato eroico e macho a difendere la fidanzata…tra l’altro dalla donna che ha rappresentato il sogno erotico di un tot di ex ragazzetti che guardavano “Non è la Rai”, qualunque cosa sia.
Pare lo guardassero tutti. Odio quando tutti sanno cos’è qualcosa e io no.
Comunque, lasciamo da parte Damante e sentite la nuovissima notizia sulla Mosetti.
La Mosetti, che non so quanti anni abbia ma pare attorno ai quaranta, è fidanzata con un trentenne.
Lo chiama “il mio cavallo di razza”. Quale razza non si sa. Speriamo non un ronzino.
E dice che fanno l’amore dieci volte a settimana.
Be’. Vogliamo fare un minuto di silenzio?
E soprattutto, ci rendiamo conto quanto poco abbiano da fare ‘sti Vip nella vita? Ma beatialllloro.
Ma lo scoop non è questo. Questo è volgarissimo gossip.
La vera notiziona è la seguente. La Signora Mosetti, candidamente, ha dichiarato, al Gf, in diretta h24, a tutt’Italia: “Io sto con un trentenne perchè a me, gli uomini della mia età, fanno schifo”.
Quando si dice la classe.
Ora: sorvolando sul fatto che una roba del genere, oltre che abbastanza stupida, è anche poco carina da dire…posso ammettere che quando l’ho sentita una risatina gorgogliante di soddisfazione in gola m’è venuta spontanea?
Ma tiè! Ma tiè veramente.
Vi piace trattarci tutte come cachi marci dopo i venticinque anni? Che pare che superata la boa del liceo ormai siamo dei poveri relitti provati dalle gravidanze e dalle iatture della vita? ( cosa tra l’altro vera ma sorvoliamo pure qui )
Vi piace umiliarci tutti i santi i giorni girandovi a guardare le ragazzine fresche e spensierate che non hanno neanche idea di cosa sia la Somatoline?
Vi è sempre piaciuto pensare che, invece, le donne, abbiano la fissazione per l’uomo maturo e il capello brizzolato? ( cosa tra l’altro vera ma non è il momento di dirvelo, tutto sommato mi sto a piglià una soddisfazione )
E adesso vi beccate la supergnocca Mosetti, una bella di proporzioni bibliche e indicibili che dice in diretta nazionale che sopra i trent’anni le fate tutti schifo.
Ah ah. Aaaaah e anche ahahahahaha. E anche ah ah. E anche trallallero.
E si sappia che, ultimamente, come la Mosetti la pensa un sacco di gente. C’è una richiesta di toyboy che non se n’ha un’idea. I ventitre-trentenni vanno via come il pane. Sono impegnatissimi. Speriamo quantomeno che imparino qualcosa, così, quando si stuferanno della stagionata di turno e decideranno di ridarsi alle coetanee quantomeno loro beneficeranno dell’esperienza.
Che poi sto parlando proprio io che ho sempre dichiarato che uno più giovane di me non lo vorrei neanche per sbaglio…quindi che avrò fatto a fare tutto ‘sto teatrino non lo so. Così. Per spregio gratuito. Per darmi un tono da donna di mondo. Sembravo donna di mondo?

Ah ecco, poi devo dire un’altra cosa. Urgente. Urgentissima.
Fedez e la fidanzata hanno rotto il cazzo.
Non so trovare parole più delicate per esprimere il concetto.
Che poi la cosa irritante è che ora pare che questa sia un genio del marketing e del business. Un impero di dieci milioni grazie al suo favoloso cervello.
Eh no eh. Che pare che è brava solo lei. Un impero di dieci milioni che l’ex fidanzato le ha messo in piedi e che lei probabilmente e sottolineo, probabilmente, gestisce.
Bene, indubbiamente. Quindi brava bravissima. Ma non esageriamo eh.
Che anche a me se mi dessero in mano un impero sarei capace a gestirlo.

“Tiffany…ti ricordo che tu non hai saputo gestire una pianta grassa…ed è morta”.

Odio la mia vocina interiore che mi impedisce di fare l’acida contro una bella, ricca e famosa. Son quelle soddisfazioni che tutte le donne dovrebbero, costituzionalmente, avere. E invece io ci ho la vocina che mi rompe i maroni ogni volta che sto iniziando seriamente a divertirmi. Fanculo. Me ne ritorno sul sito di Bon Prix. Da quando la pubblicità mi ha informato del nuovo settore “lingerie esclusiva” mi è partito l’embolo e, praticamente, sto dilapidando un intero stipendio in mutande.
Il che dà ragione alla mia vocina. Io, un impero milionario, non so se lo saprei gestire. Quantomeno finchè il sito di Bon Prix è aperto. Voglio dire, chiudetelo. Metti che domani passa uno e mi regala un impero poi un’imprenditrice di fama mondiale mancata ve la tenete sulla coscienza, eh. Ve lo dico.