Chi non capisce?

Io non ho mai detto che “chi non è madre non capisce”.
Io ho detto e ribadisco che la maternità è una cosa talmente particolare che finchè non la vivi non riesci a comprenderla appieno in determinate sue espressioni. Punto.
Questo non significa che tra me e una non mamma io sono migliore. O lo è lei. Nè tantomeno che non siamo uguali. Siamo due donne e quindi siamo assolutamente sullo stesso livello solo che io sono mamma e probabilmente capisco un po’ più di maternità…l’altra magari è commercialista e ti calcola l’imu a mente che io ancora non ho capito quando cazzo si paga ‘sta imu. E’ così grave avere esperienze e “competenze” diverse? E’ così svilente? Io non mi sento svilita quando qualcuno mi parla di sua mamma e mi dice “ma cosa ne vuoi sapere tu di che significa essere figli…” è vero…non ne so ‘na mazza. Quindi? Sono meno? Ma non penso.

E non  ho mai detto che “chi non ha fatto questo o quello deve stare zitto perchè non sa niente”.
Ho detto che chi non prova determinate situazioni veramente difficili può essere empatico, può mettersi nei panni ma difficilmente capirà appieno il turbinio di sentimenti che si provano. Io per esempio non capisco i malati di depressione. E’ più forte di me. Mi faccio anche un po’ schifo per questo ma è un concetto che in me non esiste proprio, non mi ha mai sfiorato e mi rendo conto che arrivo a comprendere certe cose. Ascolto, mi dispiace, empatizzo, cerco di calarmi nel ruolo…ma dentro di me so di non essere assolutamente la persona giusta per stare vicino a chi soffre di questa patologia perchè sono una capra!
E questo stessissimo concetto l’ho rifilato anche alla mia amica famosa eh…nel famoso post dove dicevo di provare a vivere una giornata “con niente” e proprio chi mi accusa di far differenze mi aveva fatto pure i complimenti per la risposta data!

Io sono stufa di essere descritta tramite citazioni mal declinate. Citatemi per le stronzate che dico…ne dico tante, eh. Non penso esista persona più brava di me a dire puttanate di proporzioni bibliche qua sopra. Datemene tutti gli atti. Ma non mi girate frasi e concetti solo perchè vi fa comodo interpretarli a uso e consumo e come trampolino di lancio per aver la scusa di sputarmi in faccia. Non serve mica un motivo valido per sputare in faccia a qualcuno, eh. Personalmente, se sento la necessità di sputare in un occhio al primo che passa, io, lo fo. Poi magari prendo una fraccata di botte, meritatissime, però io lo fo.

Son la ragazzina scema e annoiata, sìsìsì, lo confermo. Annoiata magari no ( che ce n’ho da fa…per fortuna, eh…cioè…una vacanzina la farei…però per fortuna ) ma ragazzina scema sì, dai, devo ammetterlo. Io caratterialmente son proprio una mocciosa, eh. Me ne rendo conto ( e non so se sia positivo o negativo questo ) a volte ho la stessa maturità di un neonato che gattonando si scatafratta giù dalle scale e poi se la prende con la mamma.
Non è sempre un difetto essere infantili perchè permette di rimanere piuttosto puri di cuore. Certo, con un sacco di effetti collaterali. Ma nessuna ciambella riesce perfettamente col buco.
E non urliamo all’onta, per una parola. Di epiteti e apostrofi, da quella zona là, ne son volati a mazzi da cinquanta. Non s’è salvato nessuno. Streghe, bulli, Cicci, Magnifici, Logorroici, Signore, Smeraldate, Disonesti, Arrampicatrici Sociali, Approfittatrici di Esperienze Personali Conto Vantaggi Non Meglio Identificati, Zitelle, Marpione, Babbei e Babbione…se la “consistenza” delle persone si valutasse dall’apostrofio agli altri…dietro a ‘sti pc ci sarebbero solo lenzuoli bianchi con sotto il fantasma. Perciò non facciamo tanto i mammamia. Non facciamo gli occhi a palla e la bocca a culo di gallina con la manina davanti in posizione da scandalizzati. Che qua non si deve fa’ chi figli e chi figliastri che si tocca un simpatico allora parte la zumba e se si tocca un antipatico allora non si deve fare un plissè. Plissettiamoci per tutti, se proprio. O facciamoci i cazzettoni nostri che siamo tutti grandi e in grado di difenderci.

Ultima cosa: non li ho pubblicati i suoi commenti, no. Adesso c’ho questo vezzo. Visto che aver sempre fatto quella che dava retta a tutti ha prodotto solo il risultato di crearmi un sacco di problemi e non vedermi riconosciuto un tubo…nemmanco la volontà ( e non capacità ) di trattare con dignità le persone…mo faccio pure io quella che te parli e te no. Parametro di giudizio: totalmente a cazzo. Non è vero che non ho fatto rispondere: i commenti li ho letti quindi la possibilità di risposta è stata data. C’è bisogno del palcoscenico? Non credo. Quello che doveva dire l’ha detto, un po’ fanghiglia ppppiccicosa se l’è tolta di bocca, io, che ero l’interlocutrice, ho letto…mi pare che il protocollo di correttezza sia stato rispettato. Le ho evitato una figura di merda pubblica ( dati i contenuti e gli epiteti e il modo di apostrofare…e dato il frigno…perchè frigna eh…quella frigna quasi come me…non bene come me ma quasi ) che si vuole di più?

 

 

Doppiamente uhm

“A me non interessa di esser benvoluta!” ( però se non sei d’accordo con me te ne vai )
“A me non interessa della gente!” ( però è bastato che io lanciassi un fiammiferino e han preso parola in ogni dove persone a cui prima non si concedeva )
“A me non interessa niente…però ho cercato il blog…” ( sì certo, l’ha cercato…senza indicazioni, naturalmente, perchè è meglio dei SS…e no…non pubblico il tuo commento perchè, nonostante tutto, ti rispetto. Un piagnisteo…un gnegnelogneo che…minchia…se io non fossi io penserei quasi che l’ho scritto io! )
“Se a una manca un’amica la contatta in privato!” ( ma non si fa trovare perchè i puccipucci pvt non si fanno, s’è sempre detto e mai si son fatti, oltretutto )
“Che schifo chi tiene amiche persone che si comportan male!” ( però se l’amichetto dice peste e corna si glissa elegantemente )

Cosa voglio io?
Ma cosa volete che possa volere io. Soldi? Pubblicità? Curarmi una qualche disfunzione caratteriale facendo di Libero il mio palcoscenico sul quale ottengo consensi, applausi e la parvenza di una vita reale che non ho? ( ?? )
Io voglio dimostrare la mia teoria. Io son zuccona, gente. Ma son zuccona vera. Mica come gli zucconi che dicono di esserlo e invece poi gnagnolano appena dici “cippete”.
Io son tosta vera, gnari, voi ancora non l’avete capito.
E la mia teoria è che SIAMO TUTTI UGUALI. Ma tutti. Ma tutti ma tutti.

Ci son quelli che sputano sul cinese e poi quelli che si indignano dello sputo al cinese e quindi sputano su chi ha sputato sul cinese diventando identici a quelli che sputano sul cinese.
Questo voglio dimostrare io.
Ci si accusa di prendere e rompere alleanze…come se un commento in un blog fosse dimostrazione di alta amicizia…ma ce l’avete mai avuta un’amica per poter fare le dovute distinzioni tra amicizia e “parliamoci sul blog”?
Ce la fate?
E non contenti, una volta accusati di questo, si fa la stessa cosa. Dalla posizione del “io non darò mai parola a chi usa brutte parole” al “è tutto aperto qui, dentro pecore, c’è fieno per tutti”.

E io sono qui solo e soltanto a dimostrare la mia teoria. Siamo tutti uguali. E va benissimo. Ed è per questo che dovremmo cercare di interagire da pari a pari, essendo d’accordo, mandandoci al diavolo, scambiandoci idee, opininioni e anche litigando, sì, perchè “comunità” vuol dire questo e io l’ho sempre detto l’ho sempre sostenuto e mi sono sbattuta come una matta per portare avanti sempre e solo questo principio. E sono rimasta anche sola, relativamente a questa comunità, proprio per sostenere comunque sempre questo principio. L’incoerente, qua. Col suo palcoscenico e le sue turbe mentali.

Ignorante? Naaa. Ecco qui: ho speso tante parole per quell’unico motivo che poteva non essere capito. Qual è il motivo che non ho detto? Che mi interessa.
A me interessava spendere queste parole. Perchè mi interessano le persone per cui le ho spese. L’orgoglio a me non serve. Posso permettermi di dirlo cento volte che mi è dispiaciuto di come sia andata una determinata situazione non devo fare la superiore davanti a nessuno io.

Siamo tutti uguali. Tutti. Stesse dinamiche. Con caratteri diversi, idee diverse ma tutti uguali.
“Mai cavarsi dal mazzo, mai mai mai” è stato un concetto che a me è stato insegnato. E l’ho fatto mio. Perchè l’ho ritenuto giusto.
Ma dov’è finito però ‘sto concetto?

ps per la commentatrice censurata: …vengo a casa tua a chiarire? 😀 ma chi ti conosce. Ma, oltretutto, vengo a casa tua a chiarire che cosa? Cosa penso di te? Ma che te ne frega di cosa penso di te. Ma secondo te io c’ho tempo di venì un attimo a casa tua a chiarire il tuo pensiero? Ma io lavoro, gioia, non è che mo posso andare in giro per l’Italia a chiarire il pensiero di tutta la gente che punzecchio 😀 😀 Mi ci vorrebbero sette vite come i gatti. Io sono una scassamaroni. Punzecchio spesso. Non te la prendere, su. Punzecchio ma non sono cattiva. Non lo faccio più. Promesso.

Uhm…

Troppe parole.
Davvero troppe parole.
E quando si risponde con troppe parole il motivo è solamente uno ma non lo dirò altrimenti userei troppe parole e il motivo sarebbe solo uno.
Concetto sottile e difficile. Non sarà capito. Pazienza.
Del resto, se non capisce un cazzo Trump che è il Re Del Mondo e ha in mano le sorti di un intero pianeta…sarà mica grave che qualche utente di Libero non capisce un concetto. Movalà… ( da leggere con simpatico accento emiliano )

Oh oh oh…ma guarda un po’ che succede

Certi lupi non perdono proprio mai il vizio.
Io neanche, del resto. Più lupa di tutte le lupe spelacchiate, proprio, la capolista.
Del resto ho sempre detto che io non sono per “l’ignorare da superiore” perchè non sono superiore, semplicemente, anzi, sono abbastanza una zecca, una di quelle che a costo della dignità, quando qualcosa le rode…insiste. Diciamo un tarlo, va’, che è un po’ più carino della zecca, non buttiamoci troppo giù.

Ripartono le zuffe, con una new entry, una meravigliosa gattamorta quasi quarantenne che per qualche strano motivo ha bisogno di leccare il kiul in una maniera imbarazzante.
Non sa più che meravigliose parole trovare per entrare nelle grazie del clan dei buoni selezionatori. Quando si dice “calarsi le braghe dinnanzi al potere”…eh sì. Perchè, vi piaccia o no, la gente “selezionatrice”, quelli che danno confidenza a pochi selezionati elementi, agli occhi del popoletto, cioè tutti perchè tutti siamo il popoletto, diventano potenti. E’ così eh. E’ psicologia da cucinino che tanto si schifa ma è tanto vera.
E la sciuretta è da mo che non vede l’ora di entrare di chiatto nel clan dei potenti per dimostrare a tutti quant’è brava. E infatti brava lo è. Si fa marionettare come nessuno mai su questo portale. Un genio. Una sviolinatrice da concorso mondiale.
Parlo incattivita dalla gelosia? Ma ovvio! Mi conoscete. Io ho tanti difetti ma le cose le dico schiette e chiare. Anche quando mi fanno fare la figura della povera scemotta. Che me ne frega a me di far la figura della scemotta, meglio farla e dire esattamente ciò che si prova che passare per “superiore” che non si è.
Certo che è gelosia la mia. Perchè quando vedi che perdi un’amica con la quale hai tantissimi principi in comune, tantissimi ideali in comune…perchè lei ti considera, alla fine, indegna di stima ( e quindi falsa? sbagliata? ruffiana? boh…Dio lo sa…ma Dio non esiste quindi capite la difficoltà della situazione ) e poi la vedi stimare una povera deficiente che non ha due pensieri propri e viaggia sulla scia del dar sempre ragione perchè è palese che chi adula in modo così totale e completo sta semplicemente slecchinando per qualche strana turba caratteriale…beh, sì, la gelosia ti viene. Che poi gelosia. Ovviamente non la gelosia che si può provare per il fidanzato, si sa! Ci mancherebbe. Se fosse quella ce l’avrei io la turba caratteriale. A parte che io ne ho un sacco. E ne vado fiera. Ma intendo quella “gelosia…” uhm…ma neanche…tipo “fastidio”…”dispiacere”…boh…ci siamo capiti tanto no?

Adesso siamo arrivati…e ci arriveremo…a rivalutare anche i peggiori elementi. Eh sì. Dopo aver fatto piazza pulita di tutti, dopo aver ridotto praticamente tutti a mollare il balino e anche l’hobby di Libero, dopo aver messo spalle al muro per sfinimento e dopo aver rifiutato qualsiasi tipo di avvicinamento…adesso, dopo periodo di solitudine e noia, si arriva a ritrovare il piacere del confronto. E per averlo si iniziano a rivalutare pure quelli che erano considerati i peggiori soggetti.
Adesso cominciamo, pianino pianino, una parolina qua e una là a trovare del buono nei cattivoni.
Eh perchè forse i cattivoni sarebbero gli unici che salverebbero un suicida. Il che probabilmente è vero.
Forse i cattivoni non sono cattivoni ma quasi quasi simpatici che strappano la risata.
Ah beh. Del resto questo era il concetto per il quale io ho litigato con tutti: saper vedere anche la parte carina di qualsiasi persona che nel complesso è considerata ben poco carina.
Tutto sommato non posso manco dire che lo trovo sbagliato perchè è esattamente ciò che ho sempre profondamente sostenuto.
Quindi la gattamorta sviolante si adegui. Non c’è più il trend di guerra a tutti i costi, adesso c’è il trend diverso, mettiti bene in carreggiata che vista la scarsità di personalità e cervello tocca dirtelo prima che mi sbagli e canti fuori dal coro come una gallina stonata e poi come si fa.

Elementare…

A: “Tif…”
T: “Uhm.”
A: “Che stai facendo, Tiffany?”
T: “La mia attività preferita: fissare un punto nel vuoto con aria ebete.”
A: “Beh. Sei molto brava. Ti riesce bene.”
T: “Che vuoi fa’, so’ talenti…”
A: “Vabbè comunque adesso smetti di allenarti che ho un argomento su cui farti pipponare.”
T: “Uh. La mia seconda attività preferita. La terza è spalmarmi creme sul corpo. E la quarta fare vocine idiote attribuendole ai cani. E la quinta è…”
A: “Sì vabbè. Va bene. Ascoltami. Te lo ricordi il discorso del ristorante che facevamo qualche giorno fa?”
T: “Ti sembra il caso di parlarmi di ristorante quando sono a dieta? Tu lo sai che io da ‘stamattina ho mangiato solo cinque mandorle?”
A: “Tif di nuovo ‘sta dipendenza dalla frutta secca?”
T: “Non so che farci…Alice aiutami a uscire dal tunnel delle noci di macadamia ti prego…piuttosto orientami verso quella della cocaina. O del whisky. O di entrambi. Anzi guarda: poker. Bevendo whisky e sniffando cocaina.”
A: “Ma senza noci 😀 ”
T: “Assolutamente bandite.”
A: “Comunque te lo ricordi il discorso?”
T: “E certo, te l’ho fatto io. Ora, va bene tutto ma non è che son scema eh. Tra l’altro discorso che ha fatto incazzare lachiunque. Dove per “lachiunque” s’intende un solo soggetto che però nella mia vita vale per centotre.”
A: “Ok. Riprendiamo il discorso.”
T: “Sei sicura? Guarda che non è prudente. Che io poi ci fo la puntata del blog, quello il blog è pubblico, scoppia un caso.”
A: “E chissenefrega.”
T: “Giusto.”
A: “Dunque. Dicevamo. Chi non mangia a casa va a mangiare al ristorante. Quindi, secondo te, è giusto anche dire che chi non mangia a casa è perchè ha già mangiato al ristorante?”
T: “Non è che è giusto dirlo. E’ esattamente quello che volevo dire.”
A: “Pippona. Su.”
T: “Davvero, posso?”
A: “Sì.”
T: “Ohh Mes Dieux che emozione! Son così euforica che quasi quasi non mi ricordo più cosa volevo pipponare…”
A: “Tiffany…”
T: “Alice…allora dunque. Il concetto è il seguente. Non è una minaccia. Nel senso: guarda se non mi cucini la parmigiana di melanzane…oh Signur…la parmigiana di melanzane…sto per avere un’allucinazione calorica…”
A: “Tiffany! Cazzo! E’ un discorso serio…”
T: “Ah sì. Allora. Non è una minaccia. Tipo: se non mi fai mangiare a casa guarda che io vado a mangiare al ristorante. E’ più uno strumento di analisi. Tipo: se a casa non hai fame mi piacerebbe tanto sapere quale sontuosa zoccola t’ha rimpinzato di parmigiana di melanzane. Perchè è elementare che, se per una settimana non mangi, la sontuosa cuoca zoccola c’è.”
A: “Ottimo. Quindi: è ragionevole che io pensi questo se puntualmente i piatti a casa mia rimangono pieni?”
T: “Non è ragionevole. E’ così. Punto. Matematico ed elementare.”
A: “Ottimo. E quindi a quel punto cosa dovrei fare secondo me? Non mi merito un Mc Donald’s?”
T: “Naaaa. A quel punto la cosa da fare è solo una.”
A: “Quale?”
T: “Mettersi a dieta.”
A: “Cioè?”
T: “E cioè niente. Appurato che uno mangia al ristorante sicuramente…appurato che, tanto, non puoi scoprirlo a meno che frugare nel suo portafogli e trovare la ricevuta, cosa che non puoi fare…niente. Non fare niente. Ma niente di niente. Aspetta. Lascia scorrere il tempo, gli eventi. Senza muovere un dito. Prima o poi le cose diventeranno chiare.”
A: “Ossia?”
T: “Beh. O ti dice che ha prenotato un tavolo per i prossimi cinque anni e quindi non aspettarlo più per cena…o, tonti come sono, prima o poi tornano a casa coi baffi di zabaione e a quel punto, davanti all’evidenza, dovranno pur dirti dove si sono abbuffati di dolce. Oppure…senti senti…alla fine si stufano del ristorante e ricominciano ad apprezzare il pane e latte di casa. E tu farai finta di niente. E servirai pane e latte. Perchè quando vuoi bene a qualcuno è così, soprattutto in situazioni particolari devi far finta di essere scema. Se ti va, eh. I ruoli son pure questi mica solo quando ci fan comodo a noi.”
A: “Ah ecco. Quindi una deve fa’ cornuta, consapevole e mazziata. Ad aspettare. Aspettare. E nel frattempo ci riempiamo di rughe così quando Lor Signori si decidono ad ammettere la loro irrefrenabile golosità a noi non ci vuole più nessuno!”
T: “Alice…Alice. Non ti azzardare mai più a pronunciare la parola “rughe” in mia presenza perchè quant’è vero Pippo Baudo ti ammollo un ceffone che tra una settimana la cartomante legge il mio futuro sulla tua faccia.”
A: “Quant’è vero Pippo Baudo, Tif? 😀 😀 😀 ”
T: “Sì! Quant’è vero Pippo Baudo. Hai qualcosa contro Pippo Baudo?”

50 sfumature di grigio

A: “Ciao Tif, siamo alle solite…”
T: “Cappuccini che non arrivano?”
A: “Ho ordinato un quarto d’ora fa…nada, niente, zero, un cazz.”
T: “E’ perchè siamo vecchie, Alice. Se avessimo 18 anni farebbero a botte per portarci il cappuccino. E invece niente, se lo vogliamo, adesso, dobbiamo comprarci la mucca. Tant’è.”
A: “Ma vedo che sei di buon umore stamattina, eh. Ottimista. Positiva. Solare.”
T: “Uh sapessi. Ci ho le eliche che girano così veloce che ho già ricevuto una proposta di lavoro da Alitalia. Come turbina. E una da Imetec. Come centrifuga. Sento di avere un grande futuro davanti a me. Senza cappuccino ma grande.”
A: “Oh…sono aziende solide, eh. Soprattutto Alitalia, capirai. Suvvia cosa sarà mai successo?”
T: “Lo vuoi proprio sapere? Eeeeeeeeh? Vuoi tutto il pippone?”
A: “Sì.”
T: “Sì? Vedi perchè le amiche son fantastiche? Tu chiedi se vogliono il pippone e loro dicono sì. Meraviglioso. Dunque. Ieri sera ho preso una decisione epocale, sull’onda del momento. Ho deciso di essere arrivato a un punto maturo a sufficienza della mia vita e ho anche deciso che, decisamente, mi serviva. E ho guardato 50 sfumature di grigio. Il film. Di quei due pirla. Anastasia e Mr Gray.”
A: “Aaaaaaaaaaaaaaaah Mister Gray…che uomo meraviglioso…che uomo spettacoloso…”
T: “E certo. Perchè non esiste. O meglio. Ho capito tutto. Ho avuto un’illuminazione nel mezzo del grigior di tutto il film. E ho elaborato una teoria.”
A: “Aiuto.”
T: “Macchè aiuto. Seguimi. Mister Gray è l’uomo perfetto. Dicono. Che poi, anche qui, dopo aver visto il film, devo dire che mi son sorti ragionevoli dubbi. Ma non divaghiamo. Poniamo come ipotesi che Mister Gray sia l’uomo perfetto. Come lo conquista Anastasia?”
A: “Inciampando e cadendogli davanti.”
T: “Brava. Perchè Anastasia ha 21 anni. Se io e te cadiamo davanti a Mister Gray lo sai che fa quello? Al massimo chiama il carro attrezzi. Manco l’ambulanza, guarda, pensa che poco rispetto.”
A: “Ahahahaha…però io pagherei per vederti portar via dal carro attrezzi! 😀 ”
T: “No ma tranquilla, eh. Fai pure. Ridi, ridi. Maledetta disgraziata. Comunque. Sai cos’è? Che dopo una certa età il segreto è uno e soltanto: dobbiamo diventare noi Mister Gray.”
A: “Ma Tif noi non possiamo diventare Mister Gray, siamo donne.”
T: “Appunto. Adesso: o una donna, arrivata alla vecchiaia che, lo sappiamo tutti, secondo i calcoli stabiliti dagli uomini è dopo i 22 anni…se una se li porta bene eh…sennò no…insomma. Se dopo è in grado di farsi venire il carattere di Mister Gray, bene. Altrimenti niente, è spacciata.”
A: “In che senso spacciata?”
T: “Eh niente, Alice, su. Son finiti i nostri tempi, basta, baaaaaasta. Basta. Son loro che si possono permettere di divertirsi fino a ottant’anni. Noi no. Quindi basta. Baaaasta. Facciamo le mamme. Impariamo a cucinare. Io, perchè tu sei già capace. Mi metto lì e imparo a far la pastiera napoletana che tanto ora che imbrocco le dosi del grano e dell’aroma d’arancio passano due lustri, sicuro. Diamoci all’uncinetto che ne so. Alla maglia. Al decoupage. Ai mercatini dell’antiquariato, ai musei, a tutte quelle cose pallose che mai avremmo pensato di fare nella vita. Diamoci ai gatti. Toh.”
A: “E se invece facessimo la furbata del secolo?”
T: “Tipo?”
A: “Prendere un altro esempio come rapporto ideale. Che ne so…tipo Love Bugs. Che Fabio fa lo scemo con tutte, le guarda tutte, broccola tutte però poi torna sempre a casa a fare il micione innamorato…”
T: “E grazie al cazzo, Alice, a casa c’ha Michelle Hunziker…può broccolare finchè vuole ma se non è completamente scemo per forza che torna a casa.”
A: “Beh non è vero. Nella seconda serie c’ha la Canalis.”
T: “Aaaah beh allora…porello, eh. Presentiamogli un’amica poveraccio che c’ha la Canalis…che poi vabbè…ma le bionde vicono sempre. Lo sai come la pensano loro. Associano la bionda all’angelo, alla creatura eterea. Il giorno che poi andranno in Paradiso e scopriranno che gli angeli, in realtà, son degli strafigaccioni neri come la pece con fisici da culturisti e proporzioni inimmagginabili…vedraaaai quante risate mi farò. Ah come riderò. Sìsì.”
A: “Ma Tiffany! 😀 😀 Ma non puoi essere così arrabbiata, su…”
T: “Oh certo che posso. E credimi mi sto ancora contenendo perchè ormai sono una milf e in pubblico devo fare la signora di classe. Pensa te come stavo prima di uscire…credimi…è passato uno scaricatore di porto e mi ha urlato “Signoraaaa ma guardi che se vuole le dò due lezioni di finezza, saaaa!” ”
A: “Uno scaricatore di porto a Brescia? 😀 😀 ”
T: “E’ una metafora, Alice. Una metafora. Anche perchè se mi avesse chiamato “signora” a quest’ora non sarebbe uno scaricatore di porto ma un cadavere. Che ci manca solo lui, eh, oggi. Capita proprio bene. Sto burino.”
A: “Tif ti ricordo che è immaginario…”
T: “Appunto. Quindi posso insultarlo finchè voglio senza avere alcun tipo di ripercussione. Che belle le persone immaginarie. Le amo. Io sono follemente innamorata della gente immaginaria…”
A: “E i cappuccini però non arrivano…sono immaginari pure loro…”
T: “Sì. basta, ci rinuncio. Me ne vado. Cià.”
A: “Ma no dove vai, aspetta…”
T: “Vado…vado…”
A: “Tif torna qua…ma dove vai?”
T: “A suicidarmi! Così poi ti fo sapere come sono gli angeli!”
A: “Tiffany…Tif…guarda che tu, se muori, non vai in Paradiso eh…”
T: “Lo so, lo so! Perchè quello stronzo dello scaricatore di porto ha spifferato sicuramente quante parolacce dico…allora ti fo sapere come sono i diavoli…”
A: “Tif…prima di suicidarti cerca di fare qualcosa di veramente cattivo. Ma veramente cattivo eh…perchè sennò non finisci manco all’Inferno e ti ritroverai per l’eternità a girare in tooooondo…in toooooooondo…in tooooooondo nel limbo…”
T: “Uhm…ora che ci penso…il Purgatorio, in effetti, è tipo un trullo…tondo…sì…mi piace. Io ho bisogno di tondo. E’ da ieri che lo dico. A me serve del tondo. Ciaaaaao.”
A: “Sono arrivati i cappuccini…”
T: “Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaao…”

Non è affatto equo

T: “Pronto, Alice? Vieni con me al centro commerciale dopo?”
A: “Non posso. Stasera devo uscire col mio ragazzo quindi devo cominciare a prepararmi alle 2.”
T: “Davvero? Ci metti così poco? Ma beata te. Io di solito devo comicià la settimana prima…’na fatica…”
A: “Che poi a volte mi chiedo se sia giusto. In fin dei conti gli uomini, prima di uscire con una, che fanno?”
T: “Cosa vuoi che facciano. La doccia. E si mettono le mutande pulite. E loro sono a posto. Maledetti fortunati.”
A: “Appunto. Noi invece passiamo la vita a torturarci. Pensa solo la ceretta…già solo per quella dovrebbero darci un premio. In soldi. Altro che ci pagano la cena e poi si aspettano che tu gliela dia: dopo una ceretta all’inguine, come minimo, dovrebbero affittarci Cracco per un week end!”
T: “Sì immagino. Io per fortuna i peli non ce li ho che per quanto sono nera e con la mia soglia del dolore…a quest’ora sarei un peluche. E anche un’emarginata sociale, per la stessa ragione.”
A: “Per non parlare dello scrub.”
T: “Ah quello poi. Pensa che io ho comprato addirittura una spazzola rotante elettrica. Roba da fare invidia a Jeeg Robot D’Acciaio. Ogni volta sotto la doccia ho paura che mi lanci i componenti. Direttamente in testa, uccidendomi sul colpo.”
A: “Una spazzola rotante?”
T: “Certo, Alice. Dove vivi? Una spazzola elettrica che ruota, tipo una smerigliatrice. Fa un male cane pure quella, non bastava il coso a ultrasuoni in faccia, noooo. Ma a quanto pare con quella puoi eliminare il 50% di cellule morte in più rispetto al guanto di crine. Che noi, sappilo, non siamo persone: siamo un cimitero di cellule. Siamo piene di cellule morte che continuano a morire. Non abbiamo neanche mezza cellula viva noi.”
A: “Per non parlare di doversi scatafrattare i talloni per renderli lisci.”
T: “Cioè?”
A: “Certo. Tu non ti scatafratti i talloni?”
T: “No. Cioè fammi capire. Mo mi dovrei pure preoccupare di accertarmi di avere i talloni lisci? Che poi se li avessi ruvidi me ne accorgerei…penso…o no…boh. Certo che quante palle…”
A: “Ma secondo te…le varie Michelle Hunziker, modelle di Calzedonia e Angeli di Victoria faranno tutto questo?”
T: “Ma quando mai. Quelle disgraziate. Quelle hanno tutte le cellule vive. Che funzionano benissimo. Ecco perchè non hanno manco la cellulite. Quelle si svegliano la mattina e sono già pronte per la sfilata. E si lamentano pure…le senti mai nelle interviste? “Aaaah in effetti essere troppo belle a volte è un limite”. Ma certo tesoro. Son problemi, capisco. Invece noi cessi a pedali, guarda, una vita di porte spalancate e occasioni che ci aspettano, non puoi capire. Invidiaci. Anzi, suicidati. Facci ‘sto favore che così ne eliminiamo una. Che comunque, a gente del genere, dovrebbe essere vietato vivere. Sono un’offesa alla miseria. Tzè.”
A: “Ma che poi, parliamoci chiaro. Finchè son problemi risolvibili una s’impegna. Ma per dire: i capelli crespi. Come cacchio li sistemi che appena fa due gocce di pioggia ti trasformi in un pastore bergamasco?”
T: “Oh tranquilla, i capelli sono il minore dei mali. Gli uomini li perdono tutti insieme. Si svegliano una mattina e sfraaaat…gli cascano tutti insieme nel lavandino. Noi, invece, che siamo furbe, ce li strappiamo con tutta calma stirandoceli col phon. Ahiaaa…tirata. Ahiaaaa…tirata. Un ritmo regolare che se avessimo la stessa costanza con gli squat mo avremmo due chiappe che levati Belen.”
A: “Boh io l’ultima volta li ho cosparsi di uno strano olio che per farlo andare via ci ho messo una settimana…’na schifezza, non usarlo mai.”
T: “Sì oppure la pancia dopo il parto. Quella come la sistemi? Che se pure cala resta sempre una schifezza della consistenza di un mollusco gigante. Cioè il modo ci sarebbe: si chiama addominoplastica ed è un velocissimo e simpaticissimo intervento in cui ti squartano a metà come un capitone, ti tirano e ti ricuciono pari pari a un arrosto. Adesso…va bene tutto…ma la mia vanità non ha ancora raggiunto livelli superiori al terrore di questa cosa. Che poi dico…un mio ex mi ha fatto una testa così per ‘sta pancia…eccerto..tanto mica dovevano squartare lui. Ma santiddio pure tu. La pancia mi devi guardà? Ma guardami il culo, pure te, come tutta la gente normale…”
A: “Tiffany… 😀 😀 ”
T: “Eh. Tiffany. Tiffany. Lassa perde che lo so io lo so quante ne ho sentite da quando deambulo per il mondo…”
A: “Comunque sai cos’ho deciso? Se li faccio ricci, i capelli, anche se piove fa effetto ricciolo selvaggio e salviamo la situazione. Giusto?”
T: “Sì. Potrebbe funzionare. E naturalmente, quindi, sei a digiuno totale da stamattina…”
A: “Ovvio. Lo sanno tutti. Mai mangiare per le 24 ore precedenti un appuntamento.”
T: “Già. Così poi quando lo vedi…praticamente l’immagine che ti rimanda il cervello non è quella del tuo uomo…ma di un grosso muffin ricoperto di zucchero. Loro pensano che ci tremino le gambe dall’emozione…invece è un calo glicemico.”
A: “Tiffany…”
T: “Eh.”
A: “Ma non ci faremo troppe paranoie cretine?”
T: “Ma ovvio che sì. Ma perchè ti sembrano discorsi intelligenti quelli che stiamo a fare? Dieci anni fa non ci avremmo neanche pensato.”
A: “Mah…tu dicevi le stesse cose pure dieci anni fa, eh…”
T: “Sì ma adesso le penso davvero, prima le dicevo tanto per dire. E’ inutile Alice. Ormai siamo due milf. Paranoiche, piene di cellule morte e bisognose di pezzi di ricambio. Nel mio caso mi servirebbe un pacchetto di addominali, un’epidermide nuova dal collo in su, un ciuffetto di ciglia e un emisfero cerebrale destro. Che quello sinistro funziona pure troppo ma il destro dev’essersi rotto alla nascita.”
A: “Ma proprio per niente! Io non sono una milf. Lo dice anche il mio ragazzo. Dice che dimostro meno anni.”
T: “Vaffanculo. Tu e il tuo ragazzo.”

A: “Pronto, Tif? Ma che fai mi attacchi il telefono in faccia?”
T: “E comunque…mente. Tiè. Così impari a darti tante arie. Maleducata. E per inciso: il mio attuale moroso non vorrebbe mai che mi tagliassero in due a mo’ di porchetta e non mi ha neanche chiesto di mettermi a dieta, ho fatto tutta da sola. E scommetto che non si accorge neanche di tutte le cellule morte, anzi, secondo me gli sembrano vive. Tiè alla terza!”

T: “Pronto?”
A: “Ho appena arricciato i capelli…e beh…sembro un cavolfiore! Che faccio ora?”
T: “Spera che piova…così cresce bello rigoglioso 😀 😀 ”
A: “Ma Tiffany….”
T: “Ma Aliceeeeeee…”

 

Cosa vogliono?

A: “Senti il nuovo problema…”
T: “Ciao Alice. Innanzitutto ciao. E poi ordiniamo i cappuccini. Pensi di riuscire ad attirare l’attenzione di quello stupido barista che mi ignora da un quarto d’ora?”
A: “Basta andare al bancone, Tif.”
T: “Non riesco ad arrivare fino al bancone, Alice. Ho in corpo calorie sufficienti solo ed esclusivamente per bere il cappuccino ma senza muovermi. C’è -7. Io non sono abituata. Sta per fermarmisi il cuore.”
A: “Comunque, senti la nuova domanda esistenziale. Secondo te, un fidanzato, preferisce una morosa molto porca o molto innocente?”
T: “Alice! Ma che cacchio di termini usi? Pure te ti ci metti. Non bastano quattro colleghi anzi cinque no, ci vuole pure lei.”
A: “Ma che ho detto di male?”
T: “Ma lassa perde va’…non ti rendi manco conto…sei peggio del mio ragazzo, dice delle cose impronunciabili e poi nemmeno si rende conto di averle dette. Dicono che il fidanzato si scelga a immagine e somiglianza del proprio padre…io l’ho scelto a immagine e somiglianza di quella cretina della mia amica.”
A: “Ora non ti fossilizzare su un termine come il tuo solito. Rispondimi. Cosa preferiscono?”
T: “Ma che ne so! Ti pare che io sappia cosa vogliono gli uomini? Non riesco nemmeno a farmi portare un cappuccino…”
A: “In buona sostanza…”
T: “In buona sostanza? Ma chi è che oggigiorno dice in buona sostanza? Parlando di sesso, poi…”
A: “La pianti di fissarti sui termini? Concentrati sui concetti. La questione è: sarà vero che agli uomini piace la signora in salotto, la cuoca in cucina e la zoccola a letto?”
T: “Sì.”
A: “E quindi?”
T: “E quindi, come vedi, il termine moglie non è utilizzato. Ergo: gliene servono tre. Tu devi solo scegliere quale delle tre vuoi essere. Perchè sono tutti dei traditori broccoli fedigrafi e maiali. Loro.”
A: “Ma smettila, mamma mia, sei fissata con ‘ste corna tu. Ammettiamo, allora, per ipotesi, che ne abbiano scelta una. Vogliono che sia così? O comunque tutto dipende da quanto bene si fa sesso?”
T: “Insomma, vuoi che mi impegni cerebralmente in una riflessione di prima mattina, con -7 e senza cappuccino. Ok. Se poi muoio non piangere eh. Dunque. Mettiamola così: una donna sessualmente non totalmente passiva, per loro, è comunque sempre un po’ una zoccola. Loro proprio hanno questa scannerizzazione mentale. O la vergine innocente…che gli piace un sacco ma che dopo i 16 anni possono scordarsi…oppure se una appena appena fa sesso normalmente senza piangere disperatamente…è ormai una donna moralmente perduta.”
A: “Cioè?”
T: “Che tu puoi essere la donna più innocente, moralmente, del mondo. La più ingenua e candida. Ma se fai del sesso normale senza stare immobile come una sogliola pregandoli di non farti del male…comunque diventi, nel loro immaginario, una navigata milf mangiauomini per la quale non occorre più avere nessuna attenzione, nessun rispetto eccetera eccetera. Punto.”
A: “E quindi? O sei frigida o irrimediabilmente ti devi scordare il rispetto?”
T: “Ovvio. Ma non è così semplice. Nel senso. C’è una grande differenza tra una che tu hai definito prima…uhm…mammifero da prosciutto…e una che non lo è.”
A: “Vai avanti…”
T: “Ci sono quelle che proprio lo sono. Perchè ci sono, eh. E lasciamelo dire: campano tanto bene! Son quelle che cercano fondamentalmente un partner che le soddisfi a modo sotto le lenzuola. Se ne fottono di tutto, loro pretendono soddisfazione, si sentono libere, non gliene frega una mazza di quello che lui può pensare e anzi, se pensa che siano delle Dee del sesso si sentono addirittura gratificate. Sai, son quelle donne con una forte componente di personalità maschile. A loro piace questa cosa di essere considerate brave in quel senso. Non è imbarazzante per loro.”
A: “Beh. Sì. In effetti è una cosa che può piacere. No?”
T: “Che ne so io. E poi…e poi ci sono le donne che invece, in realtà, sono davvero innocenti e ingenue come vergini. Però fanno sesso con un uomo che a loro piace, a cui vogliono bene, si fanno coinvolgere emotivamente e fanno un sacco di cose perchè viene spontaneo, perchè il sesso è una roba naturale e quando sei coinvolta fai cose perchè ti va di farle, perchè è bello, perchè puoi fare le peggio cose ma comunque rimanere la ragazza innocente e candida che sei.”
A: “E gli uomini, questa differenza, la capiscono?”
T: “Assolutamente no. E’ ovvio. Per loro, se ti inginocchi una volta spontaneamente, sei comunque la più maiala delle milf mai incontrata in vita loro.”
A: “E allora?”
T: “E allora niente. Non c’è soluzione. Ma l’importante è che lo sappia tu chi sei e come sei, no? A un certo punto, se a loro piace pensarti diversamente, a te, tutto sommato, che te ne fotte? Soprattutto se ci si vuole bene, ogni tanto, lasciare che il tuo uomo ti vesta con la stoffa che piace a lui…va fatto. Non dico su tutto ma su qualcosa. In fin dei conti non c’è niente di male nel fatto che il tuo uomo ti consideri una mezza ninfomane.”
A: “E non è irritante che il tuo uomo non capisca questa differenza? Non incide poi su come ti tratta?”
T: “Alice. Senti. Fa freddo. Non siamo ancora riuscite a farci portare due stupidi cappuccini da quello stupido uomo che sta dietro al bancone. Il mio problema, al momento, è uno solo: perchè non riesco a convincere un uomo che per mestiere distribuisce bevande calde a portarmene una?”
A: “Ti potrei dare una risposta. Ma siccome io, invece, ti conosco benissimo e ho di te un’idea precisa, so che ti offenderesti.”
T: “Alice! Non potrei mai fare una cosa del genere solo per un cappuccino. Dovrebbe almeno intestarmi tutto il bar.”
A: “Ecco qual è il tuo problema, Tif.”
T: “Cioè?”
A: “Costi troppo.”

 

Parliamone

A:  “Ehi ciao. Ti serve qualcosa?”
T:   “Simpatica. Cioè non è che vengo a trovarti solo se mi serve qualcosa, eh. In realtà ti avevo portato il cappuccino col latte di cocco di Piccinelli. Solo che, incidentalmente, me lo sono bevuto. Colpa del semaforo rosso. E’ durato un sacco e mi annoiavo.”
A: “Quindi non mi hai portato nulla.”
T: “Alice. Che ne è di quella storia che basta il pensiero?”
A: “Sempre pensato fosse una cazzata.”
T: “Vabbè. Comunque, già che sono qui, ora, io e te ne parliamo.”
A: “Di che?”
T: “Dell’argomento.”
A: “Quale?”
T: “Quell’argomento che non possiamo nominare.”
A: “Va bene. Parliamo di una cosa innominabile che io non so cosa sia. Ti darò degli ottimi consigli, sicuramente.”
T: “Alice. Senti. Io ho bisogno di parlarne. Sto impazzendo, capisci? Ho comprato un aggeggio antirughe a infrarossi. Devi passartelo sulla faccia per 15 minuti al giorno e pizzica così forte che mi scendono le lacrime e poi per un’ora ho lo stesso colore di una melanzana andata a male! Capisci che devo parlarne?”
A: “Del coso a infrarossi?”
T: “No. Dobbiamo affrontare l’argomento. Stiamo invecchiando. Adesso io e te ci sediamo qua, prendiamo consapevolezza dell’argomento, ce ne facciamo una ragione, buttiamo via tutti i nostri vestiti da giovani e usciamo a fare shopping. E ci compriamo dei tailleur al ginocchio grigi. E gessati. E anche delle scarpe decollete.”
A: “Tu non ci sai camminare con quelle scarpe.”
T: “Che ne sai? Io so camminare su tutte le scarpe. Io ho camminato su scarpe che tu neanche ti sogni, cara la mia insinuatrice. Porta rispetto.”
A: “Ti ricordo che l’ultima volta in piazza ti stavi uccidendo perchè i due campanellini dei due stivali si erano annodati tra loro.”
T: “Vabbè, cose che capitano anche alle migliori. E poi, per l’appunto, gli stivali coi campanellini li butterò via, non sono più appropriati…anche se…cioè adesso. Non è che le vecchie non possono mettersi gli stivali, no? Guarda facciamo così. Li terrò per quando mi sento trasgressiva. Metti che un giorno io debba andare, che so, a una conferenza dove son sicura che son tutti sessantenni…lì sfodererò i campanelli per sottolineare il gap generazionale così imparano!”
A: “Imparano che? Imparano chi? Oh Tif, lascia stare…sì, parliamone. Parliamo della tua crisi di mezz’età. Forza.”
T: “La nostra crisi di mezz’età. Guarda: ho le zampe di gallina. E anche tu.”
A: “Io non ho le zampe di gallina!”
T: “Se le ho io ce le hai anche tu. Sei la mia migliore amica. Non puoi rifiutarti di invecchiare insieme a me.”
A: ” 😀 😀 😀 va bene…è che non  siamo in sintonia, Tif. Io non mi sono mai sentita giovane come ora. Il mio ragazzo continua a ripetermi che sono giovane, che lo riporto ai tempi dell’università, che l’ho…svecchiato. E mi dice pure che dimostro meno anni.”
T: “Ma santocielo ha solo 6 anni più di te! Non può dirti queste cose. O meglio. Che le te le dica è bellissimo ma non può dirle proprio a te e proprio adesso. Non esiste. Alice, mi dispiace. Spero che tu non ami molto perchè sono costretta a ucciderlo.”
A: ” 😀 😀 😀 Non mi puoi uccidere il fidanzato solo perchè mi dice le cose che vorresti che dicessero a te!”
T: “Certo che posso. Anzi, devo. Anzi sai cosa? Mi dispiace ma credo che dovrò uccidere anche te. Cioè. Magari te ti risparmio perchè ti voglio bene. Però non possiamo più parlarci. Non rientri nel regolamento che ho appena stilato.”
A: “Regolamento?”
T: “Certo. Le nostre nuove regole per la nostra vecchiaia. La terza dice, esattamente, che non possiamo rivolgere la parola a donne più giovani di noi. Anzi dobbiamo schifarle. E ho già dovuto fare un’incresciosa eccezione per la commessa di Calzedonia…però era così simpatica e gentile…mi ha spiegato che non esistono reggiseni a dolcevita.”
A: ” 😀 😀 😀 Io non sono più giovane di te…puoi parlarmi…e poi…perchè mai volevi comprare un reggiseno a dolcevita? 😀 😀 ”
T: “Perchè ho letto su una rivista che se fai sport senza un reggiseno super rinforzato, dopo una certa età, le cellule adipose delle tette, muovendosi, urtano una contro l’altra, scoppiano e le tette si afflosciano. Quindi, se esistessero reggiseni a dolcevita belli stretti attorno al collo, terrebbero tutto quanto fermo.”
A: ” 😀 😀 😀 ”
T: “La pianti di ridere, donna inutile? Guarda io te lo dico. Se non la smetti ti mando affanculo e come migliore amica mi prendo la giovane commessa di Calzedonia.”
A: “Ma non puoi…hai fatto la regola 😀 😀 ”
T: “Lascia perdere, lo sai come la penso sulle regole…un conto è farle, un conto è seguirle.”
A: “Comunque. Detto questo? Zampe di gallina, cosi a infrarossi in faccia, tailleur gessati e poi? Di cos’altro dobbiamo prendere consapevolezza?”
T: “Non possiamo più ubriacarci. Non è da signore.”
A: “Tu ti ubriachi, Tiff. Io no.”
T: “Smettila. Lo sai che reggo l’alcool come un camionista.”
A: “Sì certo. Infatti s’è visto. Molte volte s’è visto.”
T: “Non possiamo più mangiare formaggio.”
A: “E perchè? 😀 😀 ”
T: “Perchè pare che dopo una certa età il metabolismo femminile non sia più in grado di smanltire i grassi del formaggio. E così ti viene subito il culo a forma di parmigiano reggiano. E pure le vene varicose verdi, tipo gorgonzola.”
A: ” 😀 😀 😀 va bene…poi?”
T: “Non possiamo più romperci le ossa. Quindi basta cose pericolose tipo salire sugli alberi, sui mobili o sul tetto.”
A: “Ma perchè le giovani possono sfrantumarsi le ossa, secondo te?”
T: “No ma a una certa età poi viene l’osteoporosi. E se ti rompi un osso non si ripara più.”
A: “Vabbè…poi?”
T: “Non possiamo più fare figli.”
A: “Quello, tecnicamente, dopo la menopausa. Prima, volendo, sì.”
T: “Sì ma noi siamo entrate nella fase vecchiaia quindi dobbiamo ragionare come se fossimo in menopausa. Quindi ci deve venire pure caldo.”
A: “E certo. Poi? Altre regole? Ma chi te le mette in testa tutte ‘ste boiate a te?”
T: “Vanity Fair. Ho letto tutto su Vanity Fair. Ah ecco, non possiamo più uscire di casa struccate. E dovremmo iniziare a fare delle conversazioni serie e di classe.”
A: “Tiffany…ti prego…ti scongiuro…esci da questo tunnel. Torna a essere una persona normale…cioè normale…non chiedo così tanto…ma torna ad avere le paranoie di prima, non cimentarti con nuove paranoie, non sai gestirle. Fidati.”
T: “Ceeeeerto braaaaava lei. Fa presto lei a parlare. Tanto lei c’ha il fidanzato che le dice che dimostra meno anni di quanti ne ha, ‘sta vecchia befana rintronata, ‘sta strega Bacheca, ‘sta babbiona rattrappita e incartapecorita che non è altra! Facile la vita eh? Che poi, tanto, te lo dico io, te lo dice solo tanto per dire. Loro fanno sempre così: ti dicono un sacco di cretinate che non pensano solo perchè così tu sei contenta e non gli scassi la minchia! Ma non è vero niente. Guarda lì quante zampe di gallina che c’hai! Coccodè.”

A: ” 😀 😀 😀 Tif…tu sei talmente cretina…sei talmente cretina da risultare geniale!”
T: “E tu sei talmente intelligente…sei talmente intelligente da risultare cretina!”
A: “Vuoi un po’ di torrone avanzato da Natale? O vuoi prima consultare il dentista per sapere se la tua dentiera regge?”
T: “Vuoi vedere come la provo sul tuo braccio la dentiera? Approposito…secondo te…sarà ora di comprarsi un misuratore di pressione?”
A: ” 😀 😀 😀 Tif…ci sono i saldi da Mac…suvvia…anche se ormai sei vecchia e stanca…non dirmi che preferisci andare a comprare un misuratore di pressione quando a pochi metri dalla parafarmacia c’è Mac coi saldi…”
T: “…………………….”
A: ” 😀 😀 ”
T: “Beh…tutto sommato…la consapevolezza della nostra vecchiaia possiamo prenderla anche domani, no? Tanto mica scappa. Anzi. Quella, più tempo passa, meglio è. Dai, andiamo…”

A ognuno il suo ruolo

T:  “Ciao Alice. Dai, siediti, faccio il caffè.”
A: “No no. Siediti tu. Lo faccio io.”
T: “Perchè? Io lo so fare il caffè!”
A: “Sì, con l’acqua frizzante…lassa sta’…anzi, concentrati. Sto per dirti una cosa che aprirà un tunnel luminoso nella tua zona del cervello deputata ai pipponi.”
T: “Uhm.”
A: “Te la ricordi La Terribile?”
T: “Oddio e chi se la scorda. Per cinque anni ce l’ho avuta seduta nel banco davanti al mio. Mi ha suggerito una sola volta, durante una giornata epica e storica e per colpa sua ho detto che l’America era stata scoperta da Marco Columbro.”
A: “Quello è perchè tu sei ignorante. E pure sorda.”
T: “Credimi. Che io sia ignorante e sorda sì. Ma ci sono ragionevoli dubbi sul fatto che me l’abbia suggerito sbagliato apposta.”
A: “Ebbene, si è sposata.”
T: “La Terribile? E con chi? Con Gesù…l’unico in grado di poterla sopportare…sennò non si spiega.”
A: “Non lo so con chi. Si è sposata. E sai cosa sostiene ora? Che se ha un marito non ti servono più le amiche.”
T: “Ohccccheppppoveramentecatta. Un marito non potrà mai sostituire le amiche.”
A: “Che poi, parliamoci chiaro. Io e te, infine…ci frequentiamo con regolarità da anni. Molti più di quanto siano durati tutti i nostri rapporti. Litighiamo. Ci infastidiamo a vicenda. Alla fine è come se fossimo sposate.”
T: “Ma col cazzo, Alice. Anzi. Proprio a causa di quello. Che non hai. Motivo sufficiente per non ritenerti mio marito.”
A: “Ma Tiffany !!! Ma perchè se fossi un uomo mi sposeresti?”
T: “Manco morta.”
A: “Vabbè…comunque ti rendi conto che nel 2017 ci sono ancora donne che pensano che avere un marito sia la realizzazione totale di tutti i desideri?”
T: “E sbagliano. Ci sono cose che non puoi fare con un marito. Esempio. Se io ti chiamassi e ti dicessi: “Aliiiiiice Mes Dieux, devo nascondere un cadavere!” Tu cosa risponderesti?”
A: “Tu prendi la tua macchina che è più grande e io mi procuro sacchi e pala.”
T: “Vedi? Un fidanzato o un marito non capirebbero. Anche perchè ci sarebbero alte possibilità che il cadavere siano loro.”
A: “Esatto. Un marito non capirebbe mai che vuoi piangere per una cosa ma non lo fai per darti un tono…e non si metterebbe mai lì a spingerti a farlo perchè sa che dopo ti sentirai meglio.”
T: “Giusto. Un’amica è quella persona con cui puoi fare cose che non faresti mai davanti al moroso. E’ quella persona con cui puoi comprare sia un vibratore che una Bibbia senza che lei faccia una piega.”
A: “Tif tu non hai mai comprato una Bibbia.”
T: “Se è per questo neanche un vibratore.”
A: “E questo è male. Molto male.”
T: “Dici? Una cosa di cui prima o poi mi pentirò?”
A: “Assolutamente.”
T: “Un’amica è quella persona con cui puoi vedere i film in santa pace sentendoti libera di criticare le attrici. Aaaaaaaaaaaaaaaaaah che soddisfazione! Invece col fidanzato o col marito tocca sempre fare attenzione. Che poi quelli ti dicono subito che sei invidiosa e ti fanno sentire una merda. E poi ti tocca metterti a dieta e andare dal chirurgo plastico. Patire la fame spendendo un sacco di soldi che non hai, pensa che meraviglia. Quindi, per evitare, ti tocca decantare le lodi di tutte quelle cretine che piacciono a loro..”ooooh sì quant’è bella, quant’è brava ( questa zucchina lessa ) ooooh interpretazione magistrale ( sta ciofeca impanata ) aaaaah il fascino di codesta tizia ( cazzo ci troverai, poi…)”. E’ snervante!”
A: “Un’amica capisce sempre quello che dici tra le righe.”
T: “E loro non lo capiscono manco se gli fai un grafico luminoso.”
A: “E…cosa non meno importante…con un’amica puoi mangiare tutto quel cavolo che vuoi perchè non te lo rinfaccerà mai.”
T: “Ah sì. Invece loro, la prima volta che ti lamenterai di aver preso un chilo, ti rinfacceranno il pranzo al Mac Donald’s del 93. Non si ricordano come ti chiami ma si ricordano che hai ordinato due volte il dolce quattordici anni fa. Colpi bassi come se piovessero.”
A: “No. Non penso che abbia ragione La Terribile. Un marito non può sostituire le amiche nè gli aperitivi con le amiche nè le telefonate con le amiche.”
T: “Alice. La Terribile non ha amiche. Non ne ha mai avuta una. Ecco perchè dice così.”
A: “Bah.”
T: “Cosa che succederà anche a te…da questo momento…ti sei mangiata tutti i Bounty?”
A: “Uno ce n’era…”
T: “Ma lo sai che sono i miei preferiti…”
A: “Vabbè l’ho mangiato io…quindi?”

T: “Pronto, Lilli? Dovrei nascondere un cadavere…”
A: “Tiffany…. 😀 😀 😀 ”
T: “Ridi ridi…ti conviene ridere…finchè puoi…”