…puntata della fiction…

T: “Ehi Alice…senti qua…ho trovato un nuovo strepitoso articolo! 10 cose da non scrivere mai a un uomo…”
A: “Tif…ma perchè? Eppure sei una persona mediamente intelligente. Perchè cazzo ti ostini a leggere tutto il giorno quelle boiate?”
T: “Perchè oggi è lunedì e hanno spostato l’Isola dei Famosi a martedì.”
A: “Tiffany…”
T: “E comunque io non sono mediamente intelligente. Io sono eccezionalmente intelligente. Capra invidiosa.”
A: “Io ci rinuncio…avanti…dimmi ‘ste 10 cose…tanto ora, finchè non le dici…”
T: “Senti qua. Mai scrivergli ti amo…sennò si straniscono. Mai usare il “noi” …sennò si straniscono. Mai rinfacciargli che ti hanno mollato per un’altra…sennò si straniscono…essere sintetiche…sennò si straniscono…ma ti rendi contooooo? Ci dobbiamo preoccupare pure di cosa dirgli, quando dirglielo, in quanti caratteri dirglielo sennò LORO si straniscono! LORO! Loro che non hanno gli estrogeni. E neanche la sindrome premestruale. LORO che sono esenti da cellulite e da tette che si afflosciano SI STRANISCONO! Io guarda…io…aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarg!”
A: “Ti sembra il caso di farti venire una crisi isterica?”
T: “Certo.”
A: “Ah ecco.”
T: “Perchè invece tutti ‘sti problemi non se li fanno loro? Perchè non scriviamo un bell’articolo pure noi? Tipo 10 cose da non dire mai a una do…uhm…15 cose…27…150…82722283772920102887 cose da non dire mai a una donna. Ecco.”
A: ” 😀 😀 😀 ”
T: “Ma che ti ridi, non capisci che è una tragedia?”
A: “Io, qua, l’unica tragedia imminente che vedo è la tua. Ti si stanno gonfiando le vene del collo e, ti avviso, stai prendendo una strana sfumatura blu…”
T: “Davvero? Allora finalmente potrò provare quel nuovo rossetto color melanzana…che l’ho comprato…mi sembrava una bella idea…poi però ho scoperto che sulla mia carnagione color patata morta non stava niente bene.”
A: “Comunque è inutile. Alla fine il maschilismo non l’hanno creato loro, Tif. Il maschilismo è un fenomeno ideato e condotto dalle donne: siamo talmente incapaci di valorizzarci da sole che abbiamo sempre bisogno della loro approvazione. Ergo per cui poscia tendiamo a preoccuparci troppo di essere accettate, andar loro bene, eccetera eccetera. Loro, invece, che se sbattono allegramente le tartellette e si credono tutti Braddi Pitti e Razzi Deganni, non solo non si fanno tante paranoie e se ne fregano di quello che si possono o non possono dire…ma alla fine ci ammazzano pure e finiamo al TG tutti quanti. Ecco. Amen.”
T: “Hai fatto pippone, Alice?”
A: “Sì. Mi hai contagiato.”
T: “E comunque, a proposito di Raz Degan, sai che adesso mi sto impegnando con tutta la pagina di FB a tifarlo? In pratica faccio parte di un gruppo di fanatici esaltati. Tipo Forza Nuova.”
A: “Tiffany ti prego…ma perchè tu non puoi imparare a beneficiare del tempo libero? Lo sai che se una ha 10 minuti liberi in una giornata può anche oziare? Non c’è bisogno per forza di occuparli attivamente con…con…cazzate di ogni genere.”
T: “Ma lo stanno discriminando e bullizzando. Io dico no alla discriminazione e alla bulloli…bullozza…bullizzozzianozzazione…”
A: “Bullismo.”
T: “Infatti. Io dico no.”
A: “A chi?”
T: “A Raz Degan! … cioè no, spe…io dico no a Raz Degan un attimo…cioè non gli dico neanche sì perchè sono impegnata…e anche perchè Raz Degan non mi chiederà mai una mazza…però insomma…ci siamo capiti. E’ una causa sociale.”
A: “All’Isola dei Famosi.”
T: “Alura. Il no alla discriminazione e alle ingiustizie si può dire dappertutto, anche all’Isola dei Famosi. Adesso non facciamo discriminazione sui luoghi deputati a combattere la discriminazione che sennò qua…comunque torniamo al nostro discorso…qual era?”
A: “Le 10 cose da non dire mai a un uomo.”
T: “Aaah sì. Giusto. Sai che? No ma lo sai che? Il problema è un altro. Non è che ci sono 10 cose da non dire a un uomo. Il punto cruciale è che gli uomini…cioè loro…come dire…tu per farli felici…non  devi proprio parlare. E’ questo. Non è che ci siano delle cose specifiche che non vogliono sentire, loro non ti voglio proprio sentì nelle orecchie a prescindere. Per questo la Sirenetta è così amata e si è beccata l’unico Principe Disney veramente supergnocco e super etero. Perchè è muta.”
A: “Ma Tiffany… 😀 😀 ”
T: “Ma è vero! Loro non ci sopportano. E’ proprio la nostra voce che li urta….pipipipipi pipipipipi nelle orecchie tutto il giorno loro gna fanno. Per questo hanno inventato whatsapp. Per loro. Così possono far vedere che ci cercano, comunicano ma non ci sentono.”
A: “E certo. Tanto tu pipponi pure su whatsapp.”
T: “Soprattutto su whatsapp. C’ho ‘na velocità di scrittura io che te non puoi capire. 8000 caratteri al minuto. Scrivo a due mani, figurati. Metto il cellulare di piatto, stile pc, e vai col tango. Ma quantomeno non sentono la voce.”
A: “Che fa pipipipipi pipipipipi…”
T: “Sì. Da qui pippone. Da pipipipipi pipipipi che è esattamente ciò che il cervello maschile recepisce quando una donna supera i 18 secondi consecutivi di parlato.”
A: “Ah ecco, grazie per la spiegazione semantica ed etimologica 😀 😀  E comunque su. Qualche parola gli fa anche piacere sentirsela dire.”
T: “Certo. Le 10 cose che piace sentire agli uomini. 1: è pronta la cena! 2: Toh…un trapano! 3: Ma certo che puoi andare allo stadio anche se è il nostro anniversario! 4: Tua madre ha ragione! 5: Tutta la tua famiglia ha ragione! 6: Certo che lo puoi fare domani! 7: No che non voglio soldi! 8: Non fa niente! 9: Ci penso io! 10: Sì, dormiamo, buonanotte!”
A: ” 😀 😀 😀 E 11: facciamo sesso.”
T: “Quello dipende.”
A: “Da cosa?”
T: “Da molti fattori. Ricordiamoci che il sesso è impegnativo. Quindi ci devono essere le giuste condizioni. Noi abbiamo il mal di testa…che poi anche ‘sta storia del mal di testa io non l’ho mai capita. La testa è l’unica cosa che durante il sesso non ti serve…ma non sarebbe meglio inventarsi come scusa dire: ho la cistite? Il fatto che nessun uomo si sia mai posto il problema già, lo vedi, ti fa dubitare a priori della loro intelligenza.”
A: ” 😀 😀 😀 ”
T: “Comunque dicevamo. Dipende. Innanzitutto da chi è che glielo dice. Che stai serena che se glielo dice Belen tutti i fattori di contorno spariscono immediatamente e si trasformano tutti in Rocchi Siffedi. Perchè quando una nasce la camicia…poi nella vita basta che impara a togliersela e ha sfondato. Il problema è se nasci col carapace stile vecchia tartaruga. Lì so’ cazzi eh. Poi dipende anche da quanto hai parlato durante la giornata. Che se hai pipponato per 18 ore filate…poi col cavolo…eh. Quindi bisogna scegliere: o pipponi o fai altro. Entrambe le cose no. Poi dipende da cosa hanno mangiato che se hanno appena finito di sfondarsi di sofficini Findus ti serve una gru solo per alzarli dalla sedia…poi dipende da…ma lo sai che per questa primavera andrà tanto il color borgogna?”
A: “Il borgogna? Ma che schifo…”
T: “Ma infatti. Chi cacchio è che ha avuto la brillante idea di proporre il borgogna per la primavera?”
A: “Che poi è un colore che sta male a tutte!”
T: “Tranne a Belen, ovvio. Sempre lei. Maledetta. Io quasi quasi la discriminerei guarda…”
A: “Sì, infatti. E nel caso non entrerai neanche a far parte del gruppo Forza Nuova per difenderla! 😀 ”
T: “Aaah no no. Qua lo dico e qua lo giuro. In caso Belen fosse discriminata io…al massimo…ma proprio al massimo…mando un sms da 2 euro. Ecco. Di più no!”
A: ” 😀 😀 😀 “

Seconda stella a destra…e poi…ricalcolo!

Periodo di grandi cambiamenti, gente, grandi cambiamenti. Il cambio di stagione è alle porte. E non sto certo parando di quello dei vestiti: io mica lo fo il cambio di stagione dei vestiti. Ho risolto nottetempo usando due armadi diversi. Figuriamoci: con la propensione alla casalinghitudine che io, se dovessi fare il cambio di stagione, comincerei a marzo e finirei a dicembre. Ho lo stesso spirito organizzativo di una cicala ubriaca. Vi dico solo che mi si è sciolto un pollo. Sì. Lo volevo scongelare nel microonde. Voi lo sapete che bastano 8 minuti a scongelare un pollo congelato nel microonde? Sì? E quando cazzo pensavate di dirlo anche a me ???

Torniamo a noi. Ho fatto un briefing. Eravamo io, Alice, Lidia e Lilli. In teleconferenza. E’ stata una bella riunione. E’ durata 45 minuti. 35 dei quali passati a chiedere a Lilli se per caso le si fossero rotte le acque. Scusate ma io, quando qualcuna è incinta, divento apprensiva. Ho iniziato a chiedere le notizie delle acque otto mesi fa. Mettetevi nei miei panni: non posso fidarmi che Omar mi avvisi. Omar, quando a Lilli si romperanno le acque, sverrà. L’ha già fatto le due volte precedenti. Voi vi fidereste? E ditelo a Lilli. Che alla quarta volta, quella maleducata, mi ha risposto “Tif, se me lo chiedi un’altra volta si romperà qualcosa a te!” … che burina! La perdono solo perchè è incinta di otto mesi e mezzo. Di una femmina. In pratica è una gerla gigante di estrogeni grossi come pantegane tutte in sindrome premestruale…capirai.

Torniamo a noi. Sono in un momento topico di questo 2017. Ho avuto un’illuminazione. E tutto è partito da una canzone. Erano anni e anni e aaaaaanni che non cantavo. E poi l’ho rifatto. E sì. “Seconda stella a destra, questo è il cammino…e poi dritti fino al mattino…”
Io ho sempre fatto così: quando trovo una stella…io poi vado dritta. Dritta dritta dritta. Perchè ho sempre pensato che quando trovi una stella tu ti devi impegnare. Mettere sul piatto la posta più alta che hai: il cuore. E il cervello, sì, certo. Ma secondo me cuore e cervello sono la stessa cosa e ci hanno sempre imbrogliato dicendo che son divisi. E mettere questa posta sul piatto…è doloroso, difficile, è un lavoro. A volte noioso. Io ho sempre pensato che se tu spieghi…spieghi…perdi tempo…sprechi energie…ma dritto dritto fino al mattino nel tuo intento…poi le stelle capiscono e brillano.

Beh. Non avevo considerato però…che “la strada la trovi da te…porta all’Isola che non c’è”. Adesso: oggettivamente non è che sia di buon auspicio eh. Ora: è proprio vero che ci ho sto vizio di ascoltare sempre le cose a metà. Avessi ascoltato bene prima lo avrei saputo e avrei evitato di finire all’Isola che non c’è tutte le sante volte.
E allora ho deciso che…si ricalcola il percorso. Dritti dritti fino al mattino no, perchè finisco all’Isola. Imboccherò la rotonda. Prenderò la prima a sinistra. Boh.
Ho capito una cosa importante in questi giorni. Spiegare annoia. Chi ascolta. Non interessa a nessuno sapere le tue spiegazioni. Però non tutto è perduto, l’umanità non è menefreghista come pensiamo. L’alternativa c’è.

Una volta lessi un libro. Un libro che ho amato da impazzire. Una detenuta…evasa…doveva affrontare diverse peripezie per poter tornare a casa dalla propria bambina. A un certo punto si trovò su una nave da crociera con a bordo i due campioni mondiali di scacchi che avrebbero disputato una partita importantissima per stabilire chi fosse il migliore e prendersi 100mila dollari. A lei servivano soldi. Voleva rubare il premio. Ma non poteva, ovviamente, perchè sulla nave c’era una sicurezza serratissima. Così…sfidò entrambi i campioni in una partita in contemporanea. E vinse i 100mila dollari. Come? Faceva una mossa al campione 1…il campione 1 replicava…e lei usava la mossa del campione 1 dal campione 2…in pratica vinse il premio sfruttando la bravura dei due campioni a loro insaputa. Loro giocavano entrambi contro una ragazza…ma in realtà stavano giocando uno contro l’altro. E lei vinse. Come si fa a non rimanere affascinati da un tale cazzo di colpo di genio? Io l’ho amata quella protagonista del libro, follemente.

E questa è la tattica. Ghe n’è mia de banane. Io penso…che senza sprecare troppo tempo, energie, empatie, mettersi in discussione, far dei pipponi…penso che…bisogna aspettare le mosse delle persone. E, semplicemente, replicarle tale e quali. In modo che loro facciano come quei campioni…hanno a che fare con te…ma è come se avessero a che fare con se stessi. A questo punto, quando si vede il proprio riflesso in qualcun altro…solitamente non piace. Ma non puoi arrabbiarti: son cose che fai tu. Di solito questo genera una riflessione.
Si potrebbe pensare che sia la scelta più facile. E invece no. Questo significa andare contronatura. Contro la propria natura. Ma il punto è che la nostra vera natura non piace a nessuno…per andare d’accordo con la gente non bisogna essere se stessi, bisogna essere ciò che la gente vuole. E io dico ok. E’ giusto. Io posso diventare esattamente come mi vogliono, differente per ogni persona, come la Capotondi con Vaporidis, quel grandissimo adorabile pirla. Però prima guarda come sei tu…e siccome noi stessi non ci vediamo…ci possiamo vedere solo riflessi negli altri. Se mi devo snaturare che almeno lo si faccia per una buona causa, insomma.

Detto questo…se alla seconda stella a destra ricalcoli il percorso…per me…si arriva in un bel posto. Il compito è lo stesso difficile come andare dritti dritti fino al mattino…ma è diverso.

E posso dire? Funziona! Stamattina CollegaNuovo…quel gran spocchiosone di CollegaNuovo…a cui ho fatto, da quand’è arrivato, certi pipponi luuuuuuuunghi ed elaborati che mi deve due tonsille…beh stamattina si è scusato di una cosa. Evento unico, storico e irripetibile. E tutto grazie al ricalcolo. E così, adesso, la sua stella, brilla.

 

Perchè il flexi è il male?

Domanda.
Perchè si porta il cane al guinzaglio?
Risposta tipica: per non farlo scappare.
No. Ritenta, sarai più fortunato.
Allora perchè lo dice la legge.
No. Cioè sì, la legge lo dice, ma non è questo il motivo. Ritenta.

Un cane si porta al guinzaglio perchè il cane è un animale da branco. E tu, che sei l’umano, sei, per lui, il suo capobranco. ll cane si muove a suo agio esclusivamente su territori deliminati dal capo branco. Adesso tu puoi fare due cose: o fai due gocce di pipì a terra ogni 10 passi e lui ti viene dietro…o gli metti in guinzaglio.
Il guinzaglio non serve a te…tu, se sei un buon padrone, dovresti essere capace di tenere il quadrupede peloso al piede semplicemente dicendogli “piede” all’uscita e di casa e “libero” al rientro.
Il guinzaglio serve a lui.

Adesso. Se tu abitui un cane a girare col flexi…ah, approposito, cos’è il flexi? Dicesi flexi “il guinzaglio allungabile”. Le Puccimamme adoooooovano il guinzaglio allungabile. Perchè così il loro piccino può muoversi libero e felice, può sculettare in giro in tutta sicurezza ed esprimere la sua personalità che tutto il mondo chiede a gran voce di vedere.
Bon. Ma se tu lo abitui col flexi  ( e non pisci ogni 10 passi … e io ho un po’ paura a dire ‘sta cosa…perchè io lo so che…cioè io lo so come va a finire se prende piede ‘sto concetto…al grido di “Mammina Santa ti darà una vita in linea con tua naturalità!” …) il cane, nel tempo, deciderà che deve arrangiarsi da solo. Non avendo un capobranco che gli delimita il territorio durante il movimento, in puro stile lupo, deciderà che in passeggiata il capobranco è lui, per la legge del silenzio assenso.
“Pronto c’è un capobranco? Qualcuno che piscia? Un dispensatore di feromoni? Sniiiifff..No. Qualcuno che mi limita? No. Sicuri? Richiedo per correttezza. C’è un capobranco? Nessuno risponde. Bon, allora vuol dire che sono io. Avanti miei prodi, di coooorsa a mangiarci quel passante, con la forza motrice delle mie zampe 4×4 di San Bernardo…toh guarda…quel pirla che passeggia con me non vuole camminare, mi tocca trascinarlo stile slitta…ah cosa non si fa per gli amici…ttacci sua e delle lasagne che se magna ma quanto pesa ‘sto burino” ( oh lo dice il cane…non io! )

Ecco come funziona. Che vi piaccia o no, il ragionamento è questo.
Un discorso a parte meriterebbero le pettorine. Qui, onestamente, la saputella non la voglio troppo fare, perchè le due scuole di pensiero “pettorina sì” e “pettorina no” sono comunque entrambe sostenute da gente di un certo calibro in cultura cinofila. Io, personalmente, ho sviluppato un terzo filone di pensiero e, se volete iscrivermi, posso promettervi che m’impegnerò per fare il botto.
Io sono “pettorina dipende”. Per i cani trascinatori, ad esempio i praticanti di sleddog, gli accompagnatori di disabili e non vedenti, i cani poliziotto e le razze molto piccole con una conformazione “inscritta nel quadrato” tenderei a dire pettorina sì. Nel primo caso perchè, nelle attività che svolgono, non sono “i sottoposti” ma “i capobranco” e quindi già la postura che assumono potrebbe essere oppresa da un guinzaglio a collo. Inoltre la pettorina non dà loro un senso di “appartenenza” e un cane poliziotto, tutto sommato, non ha bisogno del conduttore ( anche perchè i conduttori sono talmente bravi…ma talmente bravi…che appunto…fanno fare al cane qualunque cosa semplicemente con la parola giusta, loro potrebbero persino usare il flexi e mi assumo la responsabilità di quello che sto a dì ) e quindi più son liberi meglio è. La questione dei “piccoli quadrati” invece trova la preferenziale applicabilità della pettorina in quanto questi cani hanno una conformazione di colonna quasi ad angolo retto rispetto al collo ( molto diversa dai cani inscritti nel rettangolo, dove la curvatura è molto dolce ) e, in effetti, un collare, se non lo si usare davvero bene, non è poi così indicato.

Quindi che guinzaglio devo usare?
Per i cani dai 20 kg in poi, lo sapete come la penso io, lo strangolo. Senza se e senza ma. Fine del discorso. Un collare a strangolo con guinzaglio acciaio della lunghezza indicativa del braccio del conduttore. Alternative? A mio avviso, nessuna.
Poi possono esserci trecentordici correnti di pensiero e, diplomaticamente, dico, ognuno abbracci quella che preferisce. Se chiedete a me…strangolo + lunghezza braccio, fine.
Per i cagnetti sotto i 20 kg non è che non si possa usare lo stesso metodo…si può. Il collare a strangolo non è pericoloso neanche su uno yorkshire, che sia chiaro. Però non serve, insomma. Diciamo che si spendono 60-70 euro di collare + 80-90 di guinzaglio per nulla. Tantovale comprare un bel guinzaglietto colorato da Puccimamme con collarino fashon a 5 euro dai cinesi, che son bellissimi, e lo cambi pure ad ogni stagione senza fartene cruccio. Quindi: collare a collo per tutti i cani anche sotto i 20 kg che abbiano conformazione allungata e pettorina per quelli quadrati. Guinzaglio sufficientemente lungo per arrivare dalla capoccia del nano alla mano del padrone.

E ricordiamoci che il cane non deve camminare dietro al padrone…nè davanti…quindi non serve che il guinzaglio dia disponibilità di movimento.
Il cane deve camminare un…e sottolineo UNO…UNO E NON PIU’ UNO… passo indietro al padrone. Questo perchè deve essere certo e sicuro di non essere stato promosso a capobranco ma deve anche capire che un capobranco umano non è un lupo che piscia e gli ringhia contro ma con cui ha un rapporto leggermente diverso rispetto a quello con un altro cane.
Come lo capisce? Non vi preoccupate, lo capisce. Se lo fate da quand’è cucciolo e mantenete un comportamento coerente con lui, sempre, lui lo capisce. Mica come noi che non capiamo una fava manco coi disegnini alla lavagna…quelli capiscono.

ps: io tiro in ballo sempre le Puccimamme perchè, con mio grande disappunto, purtroppo, devo ammettere che la maggior parte di questi tipi di padrone son donne…però attenzione eh…esistono anche i Puccipapi. E quelli, quando si mettono a fare i pucci, so’ peggio di noi sa’. ( solo che sono meno…ecco…)

Randagi, domestici e branchi

Questo è un articolo che ho scritto per altri luoghi ed altri motivi. Lo riporto qui, sottoforma di post, perchè così mi va. Non sarà molto popolare come argomento ma se mi va così…mi va così.

Il problema del randagismo esiste. Ed è un problema molto caro ai volontari, quelli che si occupano di cani e gatti intendo. La mentalità media di un medio amante degli animali è riassumibile nella seguente frase “oh pucci pucci bel bambino della mammina tua, ti dò la pappa buona e un bel lettino col topolino peluche dell’Ikea”.
Mentalità che va benissimo con Eros. E con Snoopy. Ma non con altri cani. Perchè? Ora ve lo spiego. Seguite…chè l’articolo è lungo, tosto, concettuale e palloso come non mai. Vi avviso, così in caso scappate ora che siete ancora a tempo.

Cos’è il cane
Il cane è un mammifero quadrupede della famiglia dei canidi. I canidi sono discendenti diretti del lupo. Il primo cane dichiarato ufficialmente domestico fu un cosiddetto “grigione” ( razza ormai, purtroppo, quasi estinta ) incrociato da un colonnello dell’esercito tedesco che fece una selezione lunga anni incrociando lupe femmine con ibridi canidi maschi. Questo per “togliere” un po’ di aggressività del lupo, che si pensava, all’epoca, fosse portata dal cromosoma maschile. Cosa falsa. Perchè, in genetica, per quanto riguarda i cani, il gene dell’aggressività è sempre ceduto dalla mamma. Il “grigione” fu il primo antenato del Pastore Tedesco. Chiamato comunemente Cane Lupo…cosa che aveva un senso ai tempi perchè derivava dal diretto incrocio di lupe. Oggi, dopo anni di selezioni, il Pastore Tedesco è un cane da pastore…il che fa immediatamente capire che tutto può essere tranne che un lupo. Da quella prima generazione di cani più o meno domestici nascono, col lavoro degli allevatori, tutte le altre razze. L’ordine della nascita delle razze è più o meno quella dei gruppi delle Expo. Gruppo uno cani nordici primitivi: Siberian Husky, Malamute, Samoiedo, Spitz…e così via. Anche il grado di domesticità va in ordine crescente. Il gruppo uno raccoglie cani meno adattabili all’uomo, il due un po’ di più…il cinque è quello dei nani da giardino tipo i Chihuahua e i Pinscherini che sono i più domestici di tutti, anzi, quelli possono sopravvivere esclusivamente in una casa con mammina santa che li imbocca. Il cane, comunque, resta quello: un canide. Mammifero quadrupede predatore e carnivoro, territoriale, che delimita il suo territorio e lo sente come suo, difendendolo dagli estranei e cacciando in branco per garantirsi la sopravvivenza.

Cane domestico: cane nato in casa o in allevamento, da madre domestica, prende l’imprintig stando con persone e fratellini, viene nutrito dalla nascita per mano dell’uomo e cresce pensando che l’umano che lo nutre sia il capobranco. Qualsiasi altro animale conviva con lui, che sia sua madre, i suoi fratelli, cani più anziani o gatti o canarini per lui sono tutti al suo stesso livello così come gli umani non dominanti nella sua vita.
Randagio: cane che vive in una casa per un periodo e poi viene abbandonato dal padrone. Si ritrova a vagare per strada. I problemi di un cane abbandonato sono tre, in questo preciso ordine: 1) il mio caprobranco mi ha lasciato, ho fatto qualcosa di male 2) non so procurarmi il cibo 3) ho paura e, se ho un’indole aggressiva, sbranerò tutto ciò che mi si avvicina
Cane da branco inserito nel territorio: è un cane che è nato per strada, da madre che vive per strada. E’ assolutamente in grado di vivere in un perfetto branco organizzato, lotta, se maschio, per conquistare la supremazia e diventare capobranco, considera gli umani bestie di una razza non appartenente alla sua e quindi inutile, sa procacciarsi il cibo e sa gestire le sue emozioni e la sua vita pratica.

Orbene. Se i volontari “vieni da mammina santa” recuperano un randagio e lo portano in canile…fanno bene. Perchè il randagio è solo. Non sa vivere da solo. Non sa inserirsi in un branco. Lui sa solo mangiare dalla ciotola e fare puccipucci con la sua mamma umana. Ora: la sua mamma umana l’ha smollato per strada e lui non sarà mai più un cane felice. Perchè potrà trovare una mamma umana molto più brava della sua. Ma il cane è un animale fedele. Anche se aveva una mamma umana di merda, lui, vuole quella lì. Ma siccome l’hanno scaricato per strada voi lo portate in canile e io dico “è giusto”. Non sarà felice come prima ma quantomeno lo sfamiamo, gli diamo una cuccia, lo ripariamo dai pericoli e prima o poi una mamma umana se lo prenderà e cercherà in qualche modo di sopperire alla sua tristezza.
Ma se tu volontario mi porti un cane da branco…io mi chiedo…perchè? I cani sono canidi. Loro vivono sul territorio. Vivono così. Fino a che noi non li rendiamo domestici. Ma quelli non sono domestici…non la vogliono la mamma umana che gli fa puccipucci. Loro vogliono pisciare su tutti gli alberi che nella loro testa delimitano il loro territorio, vogliono azzuffarsi con gli altri maschi, vogliono redarguire i cuccioli facendogliela fare sotto…perchè il branco in natura funziona così. E il mondo è anche loro. Hanno diritto a viverci pure loro.
Adesso: se un branco è pericoloso…cioè è aggressivo, aggredisce, dà fastidio…allora bisogna intervenire. Ma se un branco vive in fondo alla zona industriale da tempo immemore o in mezzo alla campagna e non sono aggressivi e si fanno i fatti loro…ma perchè cazzo tu me li devi portare in canile che questi ci muoiono in questi box, lo capisci o no? I cani inseriti nel territorio che non danno problemi devono essere lasciati lì. Non diventeranno mai domestici. O lo faranno perchè non avranno scelta ma non è giusto. Quando tu mi porti 8 cuccioli di pochi giorni…io sono contenta di dargli il biberon, a me piace fare ste cose. Ma la mamma dov’è? “Non siamo riusciti a catturarla”. Perfetto. E una cagna che ha cuccioli in età da allattamento, se le levi i cuccioli, prima di tutto le viene la mastite. Secondariamente va in gravidanza isterica. Terzo va in sofferenza. Non si ciba più. E muore. I cuccioli piccolini, senza mamma, non avranno mai l’imprintig di quello che sono: ovvero cani da branco perchè geneticamente, essendo nati da due cani da branco, lo sono. Ma io non glielo so insegnare come mamma loro a gestire le emozioni da cane. Perchè io non sono cagna, checchè se ne dica. Allora sai che succede? Che la lotta tra DNA da cane da branco e imprintig da mamma umana pucci produrrà cani incapaci di utilizzare strumenti come il morso, l’aggressività e la territorialità in maniera sana e funzionale a un branco. E verranno su cani che mordono a cavolo, cani che oggi leccano il bambino e domani gli gira e gli danno un morso in testa, cani che tenderanno a scappare, cani che non staranno bene al guinzaglio e tireranno e tu ( che usi il flexi…lo so che tu usi il flexi…) finirai a naso sull’asfalto. Se tu ti facevi i santi fattarelli tuoi, quegli 8 cagnolini sarebbero diventati 8 canidi che vivevano sul territorio, nel loro branco. E non avrebbero mai morso nessuno né buttato faccia a terra nessuno.

Randagismo e branco su territorio son due cose molto diverse. Il randagismo si combatte mettendo il microchip a tutti i cani e dando una multa da 50mila euro a tutti i proprietari di cani che arrivano in canile con microchip. Così vedi come passa la voglia di mollarli all’autogrill. Il randagismo non lo combatti sterilizzando: così annienti e metti a pericolo estinzione i cosiddetti “meticci” che non è vero che sono sfanculati dai cinofili, anzi, sono una grandissima risorsa faunistica. Il cane abbandonato non si accoppia, eh. Il randagio non si accoppia: è talmente impaurito che a tutto pensa fuorchè alla perpretazione della specie. Sono i cani inseriti nel territorio che si accoppiano. E se tu sterilizzi loro…non togli il randagismo, togli i branchi naturali. Allora facciamo estinguere anche i lupi, i panda, i procioni e i gechi, non lo so. Il cane va protetto, come famiglia, come tutti gli animali.

Nei cani, la razza, è tutto. A livello di DNA. La razza determina il carattere oltre che le caratteristiche fisiche. Un husky e un carlino non hanno lo stesso DNA. Infatti un husky se gli gira ti fa fuori, un carlino puoi fargli laqualunque non ti farà neanche grrr. Però sono entrambi cani. Un cane da branco è imprevedibile: tu non lo sai quante razze e che mescolanza di DNA ha…è ingestibile. Quindi difficilmente adottabile. Quegli 8 cuccioli, io a chi li dò? Al bambino che vuole l’amichetto? E poi magari il cane cresce, è aggressivo e non adatto a un bambino? Alla signora anziana che vuole un compagno? E poi magari idem con patate bollenti? ( posso dirlo o è maschilista? ) Non lo posso far adottare in piena coscienza. E quegli 8 cagnolini camperanno 15-16 anni in un canile. Contro la loro natura, perchè sono cani nati da cani liberi e quindi non adatti alla vita di casa.

Rispettare i cani non vuol dire solo fargli le coccole, comprargli la cuccia da 300 euro a forma di castello Disney e la magliettina firmata. Vuol dire rispettare la loro natura. Il cane domestico, probabilmente, apprezza la cuccia e la magliettina. E’ abituato così, da generazioni e non sopravviverebbe neanche tre minuti fuori dal suo castello Disney. Ma il cane da branco no. Lo sai cosa ci fa con la cuccia Disney? Sì. Quelle cose che tu vuoi insegnargli a fare fuori e lui ti farà sempre sul letto. Sai perchè? Perchè il suo DNA grida “delimita il territorio…essere bipede di razza non appartanente alla tua si sdraia su strano mobile soffice…ma quello è tuo”. Non si prendono i cani da branco e si portano in canile. Che poi, il canile, per legge, deve accoglierli e non può rimetterli in circolo altrimenti la multona la pagano loro. Ma non si fa il bene dei cani. I randagi si portano in canile o i domestici che, evidentemente, si sono persi. ( se vedo in giro un cagnolino vestito di swarosky con un tutù da 500 euro e un collare di brillanti…ecco…magari che non sia un cane da branco il dubbio mi viene )

Detto questo. I cani di razza da 2000 euro a capino peloso. Signori allevatori. I vostri cani sono altamente selezionati per rispondere ai requisiti di standard di razza, tra cui la domesticità. Occhei. Non valgono di sicuro meno dei meticci. Io son sempre stata a favore dei cani di razza ( quantomeno quelli non li abbandonano ) e non penso che chi compra un cane stia facendo torto a quelli che ho in canile. Anche i miei cani son tutti comprati. Sono scelte. Io ho passione per alcune razze e scelgo di tenermi in casa cani di alcune razze. Questo non toglie niente al mio amore per gli animali, al mio rispettarli, al mio avergli dedicato gran parte della mia vita. Amo anche i bambini, io. Molto. Io adoro i bambini, vado pazza per i bambini. Però ho una sola figlia mia, non adotto tutto l’orfanotrofio. Il paragone non è bello, lo so, ma al grido di “se compri fai schifo perchè è pieno di cani da adottare” io rispondo così. E non è snobismo. Né volere il cane bello. Ho meticci in canile che son più belli dei miei di razza e pure più simpatici. Sono scelte. Io ho anche una bambina: ho bisogno di cani che mi diano una garanzia di carattere. Inoltre, un cane da canile, è un cane dal carattere ferito e problematico: non puoi metterlo a convivere con altri cani senza seguirlo passo passo. L’ho fatto con Lupo e, vi assicuro, mi fa vedere i sorci verdi giorno sì e giorno no.
Torniamo ai cani da 2000 euro. I “cani di razza”. Signori Allevatori: la legge dice che il cucciolo si cede a 60 gg. Io adesso mi domando: perchè in Italia tocca sempre fà o tutto o niente? Da quando è uscita la legge è stata lotta dura senza paura a tutti quelli che continuavano a dar via cuccioli di 30-40 gg. Ora improvvisamene gli allevatori li danno tutti a 90. Io mi chiedo. Ma secondo voi…chi ha fatto la legge e si è documentato per fare ‘sta legge…ha parlato con dei ciula? Ha decretato 60 giorni perchè è stato estratto alla tombola?
60 giorni è il tempo ( che poi siano 63 cambia niente eh…cambierebbe manco se fossero 55 ma ormai la legge è 60 ) perfetto ed esatto per togliere i cuccioli alla mamma senza provocare traumi a nessuno. Se li togli prima…la mamma fa come quella che vi dicevo prima. E i cuccioli crescono come vi dicevo prima. Ma se li togli dopo…è peggio. Perchè dopo i 60 gg i cuccioli iniziano a capire le dinamiche del branco e iniziano a fare branco. Se tu levi un cucciolo di 4-5 mesi da mamma e fratelli o da casa sua lui ormai è inserito nel branco e si sentirà abbandonato come un randagio. Fino ai 2 mesi, invece, sono solo cuccioli che prendono l’imprinting canino, ok, ma non sviluppano ancora la territorialità…cosa che faranno a casa tua, ed è giusto, perchè quello sarà il loro territorio per la vita.
Chi glielo spiega a tutti gli allevatori che “i miei cuccioli non li cedo prima dei 75 giorni. Come sono bravo pappappero faccio più della legge”. Ma se una legge c’è…evidentemente è perchè è giusta quella no? Il troppio stroppia. Ma niente da fare. Cuccioli a 75, 90 giorni…qualcuno addirittura “non prima dei 5 mesi così controllo che siano scesi i testicoli”. A 5 mesi te ne accorgi? I testicoli, se stanno scendendo bene e scenderanno, un bravo allevatore lo vede a 3 settimane. Hai bisogno di vederli tu? E già sei un allevatore incapace, allora. E infatti dai i cuccioli a 5 mesi. Coincidenze?

Per i gatti invece la legge dice 90 gg perchè i felini ci mettono più tempo. So’ tonti. I miei poi, so’ tonti il doppio perchè son persiani e tutto quel pelo gli nasce direttamente nel cervello. Son proprio tonti eh. Io li dò via a 90 giorni. Come da legge. Piango tutte le volte. Non so perchè mi ostino ad allevare gatti che poi ogni volta piango e la gente, giustamente, mi dice “con l’assegno che ti sto dando piangi pure? Dovrei piagne io…”
Anzi, tra qualche giorno, vengono a ritirarmi due maschietti nero-blu…che già sto piangendo ora, per sicurezza. L’unica cucciolata per quest’anno che poi, le mie femmine, sono tutte a riposo perchè hanno partorito l’anno scorso e quindi quest’anno pausa. Ecco: i felini sono un discorso ancora più interessante dei cani, per quanto riguarda il comportamento in natura. I miei, purtroppo, in natura non hanno senso. Se vedono un topo scappano. Sono veramente molto tonti. Sono proprio gatti domestici. Ma a me piacciono: sono talmente scemi che li amo alla follia. Io amo gli scemi. Vi posso solo dire che l’ultima scena a cui ho assistito poco fa è stata la seguente: gatto ( animale agile per definizione ) salta su tavolo…sciiiiiivola ( quelli ci hanno i peli sotto le zampe ) si fa tutto il tavolo in lunghezza e precipita nel vuoto ( alla faccia del sapersi girare in volo ) schiantandosi di pancia al suolo. Si rialza…mi guarda…e mi miagola in faccia. ( a mo’ di “e tu che cazzo guardi?” ) Ecco. Poi ditemi come io non posso amare questi scemi. Come fai a non amare un gatto che cade di pancia come un sacco di patate. Io non mica sicura di volerli vendere quei due là…son puccini…quasi quasi me li tengo e li chiamo Trump e Putin. Perchè sono scemi ma scemi ma sceeeeeeemi.

 

 

Impariamo dall’esempio

Questo è un micromondo. Un micromondo che non funziona. Non funziona assolutamente, non c’è niente che funzioni in questo micromondo, se si dovesse veramente e con coscienza parlare di tutto quanto non è corretto, non è giusto, di quante cose sbagliate son state dette e pubblicate non basterebbero tre vite.
Io, per carità, sono una scema che non capisce un cazzo. Assolutamente. Ma un po’ il mondo lo conosco. Anzi, non è vero. Conosco due pezzi di mondo. Agli antipodi. E un po’ di esperienze di vita le ho avute. E non me ne vanto, giuro. Farei a cambio immediatamente con una vita da assoluta bambocciona messa sotto la campana di vetro e nutrita con l’imbuto. Subito. Farei a cambio in questo momento e ci aggiungo 200 euro.
Potrei raccontarne di cose, pure io. Ah se potrei raccontare di occidentali che offendono con l’intenzione di far del bene, di americani che costruiscono per le proprie tasche e basta, di dottori che fanno i prepotenti ed alzano la voce perchè sanno che il non fare i prepotenti comporterebbe infilarsi in situazioni scomode, di colleghi che fanno i prepotenti e utilizzano un tuo momento di commozione per una persona che ha perso il proprio gatto per additarti subito come donnetta sentimentale inadatta, di padri di figlie a cui portar rispetto che però ti hanno rispettata molto quando mentre tu partorivi la figlia loro erano sposati con un’altra…ah sì. Ne potrei raccontare.

Ma sarebbero personalismi. No perchè. Se qualcuno racconta di un padre che non ha avuto giustizia per un piede diabetico o di una rinuncia a un lavoro per motivi etici…è esperienza di vita. Se lo racconto io è personalismo, vittimismo, qualunquismo, sciovinismo, razzismo, interismo e vafanculo con una sola “f” chi più ne ha più ne metta.
Benissimo. Io, che conosco due pezzini di mondo molto molto piccini, una cosa, da sola, intanto l’ho dovuta fare: imparare a campare in questo pezzino di mondo tanto differente da quell’altro pezzino di mondo. E ho imparato tante cose, eh. Devo dire. Devo dire grazie al mondo civilizzato in cui ho imparato mille cose. E grazie pure a questo microcosmo dove ne ho imparate tante altre.

Ho imparato che non importa nulla in cosa si creda, tanto, se stai sul culo, devi morire. A prescindere. L’animalista dirà sempre che si devono salvare tutti i panda del mondo ma tu, se gli stai sul culo, devi morire. Ho imparato che si alza la voce per urlarsi in faccia l’un l’altro e mica per dire cos’è giusto o sbagliato. La devi alzare la voce, sì, ma per farti la tua ragione, assolutamente. Ho imparato che qui se ti azzardi a non essere d’accordo o a dimostrare che sai una cosa in più della maestra ti ritrovi contro il muro perchè non puoi farlo. E troverai sempre qualcuno di più grosso che gonfierà il petto contro di te. Ho imparato che si vogliono difendere i bambini ma poi “ragazzino, moccioso” è un termine che si usa a mo’ di insulto. Ho imparato che si vogliono difendere le donne ma se poi una donna alza la testa e cerca di difendersi da suo padre o dal padre di sua figlia, non gli sta portando il rispetto. Il rispetto. Minchia il rispetto.
Ho imparato che le persone, qui, in questo pezzino di mondo, non vengono mai giudicate per ciò che sono nell’interezza ma vengono classificate e trattate a vita per una cosa che hanno fatto o detto. Quindi Zidane sarà sempre quello della testata anche se domani regalasse tutto il suo patrimonio allo Zimbawue. Quell’altra sarà sempre quella vignetta anche se domani si convertisse alle Suore Caritatevoli di Cantù e iniziasse a nutrire i procioni malati con le dita dei piedi. Quell’altro sarà sempre quello della moto falsa e quell’altro ancora sarà sempre Cristolosacosa, qualunque faccenda scoppi in mente alla gente di affibbiargli. E quindi una sarà sempre “la cicciona” l’altra sarà sempre “quella che ha fregato il marito” l’altro sarà sempre “quello che una volta ha ruttato a tavola”. Fine. Non ne esci dall’etichetta, non ne esci. I rom saranno sempre tutti ladri, gli avvocati tutti pelo sullo stomaco e i pakistani maledetti loro e il loro cazzo di kebab. Ah, esiste uno chef stellato pakistano? E minchia, farà un ottimo kebab.
Ho imparato che non è possibile ammettere i propri sbagli e debolezze perchè qualcuno li userà contro di te. E quindi è meglio sempre urlare in faccia, a prescindere, per sicurezza. Ho imparato che dimostrare i propri sentimenti è sbagliato, si tende il fianco e la fiducia, alla gente, di vederti il fianco, non la puoi dare, perchè ci stampano un bel mozzico. Proprio lì dove hai la ciccetta più tenera.
Ho imparato che se ammetti una volta di avere sbagliato…tutti ne approfitteranno per dirti che sbagli sempre e comunque. Sei nata sbagliata, fine. Eh ma sì ma io devo esse nata sbagliata per forza, per quello poi mia madre mi ha mollato lì per terra come un sacco di merda, ma aveva ragione allora. Ma mille volte ha avuto ragione santa donna. E io che pensavo di avere un irrisolto…e invece no. Nessun irrisolto: ha avuto tutte le sue ragioni, pure quando ha pensato che le volessi fregare il marito ha avuto ragione, porcalamiseria se ha avuto ragione, se potessi chiederei scusa pure a lei per averla giudicata male. Peccato che non posso. O per fortuna, va’ a sapere. Un errore dalla nascita. Se domani mi tuffassi in un lago e salvassi 734 persone, sulla mia lapide scriverebbero “Minchia però ha sbagliato a tuffarsi, infatti è morta. ‘Sta scema.” Ma sicuro eh! Sicuro come sicuro che alla Millemiglia piove.

Che dire. Ho imparato tutte queste belle cose da questo paese civilizzato ed evoluto, questo paese che vuole “redistribuire”, che vuole “accogliere”. Questo paese che vuole “esportare la democrazia” ai poveri ignoranti vessati che non ce l’hanno. Ah guarda. Io non lo so, eh. Io son scema e non capisco. Però a casa mia non si ragiona così, no no. A casa mia i caratteri vengono rispettati, a casa mia gli errori vengono perdonati. A casa mia si perdonano pure quei fetenti che costruiscono i resort e costringono la gente ad andarsi a fare la casina un po’ più in là. A casa mia se non perdoni fai schifo. Se non stringi la mano al nemico fai schifo e non ti guarda più nessuno perchè non si fa. Si deve gareggiare e si deve voler vincere, a casa mia, perchè le proprie idee si devono difendere alla morte…ma se lungo il percorso il nemico inciampa e tu non ti fermi ad aspettarlo…anche se arrivi primo nessuno ti festeggia come vincitore perchè fai schifo…hai vinto su uno che è caduto. Ma a casa mia siamo terzo mondo, che ne sappiamo noi dei principi giusti come si portano avanti. Questi insegnamenti di casa mia, qui, non li posso usare perchè sono sbagliati. Sono intellettualmente disonesti. Fanno di me una mocciosa che non sa prendere una posizione dura e pura e che non sa rispettare gli uomini della sua vita e la gente in generale. Non si alza mai la voce contro uno in grado più alto. Mai. Qui. A casa mia sì. Minchia se sì. A casa mia, se uno in grado più alto dice una stronzata gli fan tutti le pernacchie. Ma di brutto pure. E lui mica s’offende…anzi, si fa un esame di coscienza. Ma, appunto, a casa mia siamo involuti. Siamo bagonghi, che ne sappiamo noi.

E allora…mondo aperto? Mondo cosmopolita? Interazione? Arricchimento culturale? Ma quando mai. Non vale la pena sbattersi e andare oltre al colore della pelle, della cultura, dell’abilità o disabilità, della lingua, del mondo di pregare…non vale assolutamente la pena insegnare e impegnarsi ad andare oltre tutto questo per ottenere un mondo che convive pacifico sulla stessa grossa, enorme palla di merda. Non siamo capaci nemmeno di andare oltre le antipatie personali in nome di un principio comune…come possiamo pretendere che tutti gli uomini del pianeta imparino ad andare oltre a cose più complicate e a concetti inculcati da millenni?
Quindi basta. Basta. Ognuno pensi per sè. Altro che andar contro il muro di Trump. Non muriamo solo l’America. Muriamo tutto. I quartieri, le città, i parchi nazionali. Muriamoci noi. Ognuno dentro la sua casetta, murato, che non sia mai che scambiare due parole con la panettiera sotto casa possa farci capire che…il pane…lo sa fare meglio di lei, di noi. Affronto. Affronto. Una stupida panettiera sa fare il pane meglio di me? Di me che la vita conosco e il mondo ho girato e tutto comprendo e sono integerrimo? Come si permetta. Muoia. Muro.

Questo ho imparato io. Ad oggi ho imparato queste cose. E dico va bene. Funziona così, mi adeguo. Mi muro pure io. Basta, non ne voglio sapere più di nessuno. Razzista a 360° odio il genere umano nella sua totalità. Muro. Non ne voglio più sapere. S’arrangiassero tutti, come ci siamo arrangiati noi fino ad adesso, che a te, per dire, qualcuno è mai venuto a darti una mano? E s’arrangino pure gli altri, allora. Ma che ci frega. Tanto tutto ciò che fai la risposta è sempe masticare amaro, veleno e alla fine piegare il capino perchè solo piegando il capino o sparando col cannone ne esci vivo. Io, di sparare col cannone, non ne ho punto voglia. Non fa per me. Quindi piego la testa. E siccome so’ mezza bresciana costruisco il muro, che noi bresciani, luogocomunemente parlando, in questo siamo bravi assai.

E per chiarire: non leggerò nessun commento e nessun messaggio riferito a questo post. Zero. Li cestinerò ad occhi chiusi senza nemmeno leggere di chi è. Perchè finisce che poi pure quando mando affanculo tutti diventa un modo per voler attirare le coccole e i consensi. E va bene tutto. Io mi son lasciata dire di tutto, ho anche accettato il ruolo di molliccia mocciosetta, ho sorvolato su diversi concetti e mi sono anche spesso autoinvestita di critiche giuste fino a un certo punto. Ma io sono una donna. Una donna che, a prescindere da tutto, la sua vita l’ha fatta, la fa, i suoi principi li porta avanti a testa alta e quando deve intervenire e mettersi contro qualcuno lo fa senza tanti cazzi e mazzi e l’ho dimostrato. Semmai avessi dovuto dimostrarlo, cosa non dovuta, comunque l’ho fatto. Ergo…di passare poi per davvero per quella che ha bisogno di questo e quello…se lo si fa per appianare cose e assumersi un po’ di democratica colpa, bon. Se lo si deve fare per dar modo agli altri di usarti come sfogatoio personale o come pezza da culo, ma anche no. Che nella vita non l’ho permesso a gente molto più importante sta’ a vede che inizio ora qua sopra.

 

Salvare i nostri figli

Da chi? Da noi. Quando ieri dicevo che noi genitori…e chiariamo questo concetto, va’. Chiariamolo. “Noi genitori” siamo solo noi che abbiamo messo a disposizione della natura il nostro pregiatissimo utero retroverso? ( oh…io ce l’ho retroverso…e pure piccolo. Come cazzz ho partorito ‘nvitello di 5 e passa kg resta un mistero…col cesareo, ovvio…) Non sempre. Io sono mamma di mia figlia. Ma sono anche “una mamma” a caso di tutti i bambini del mondo. Se domani incontro una piccoletta di 8 anni, come mia figlia, persa all’Esselunga…non è che siccome ho l’utero retroverso che è di mia figlia la lascio lì…finchè non troviamo la sua mamma…momentaneamente…sono mamma sua. Questo vale anche per tutte quelle che l’utero non l’hanno mai usato a mo’ di incubatrice, eh. Non è che se non hai partorito non sei tra “noi genitori”. Ci sei eccome. Sei adulta? E allora dev proteggere i bambini, come fossero figli tuoi. Punto.

Dicevo? Ah sì. Noi genitori dobbiamo proteggere i nostri bambini. Che non significa solo sapere che abbiano da mangiare, da bere, da vestire. Proteggiamoli dalle mille cazzate che rischiano di farli diventare degli adulti di merda. Dalle nostre, eh. Lassamo perde scuola, politica, criminalità…quello è già un calderone col quale, pore creaturelle, dovranno fare i conti comunque. Esempi?

Noi…sìsì noi. Noi Grandi Donne Moderne…noi diciamo ancora, per esempio, a una che risponde acida “Scopa di più”. Lo diciamo eh. Lo diciamo, non fare quella faccia perchè lo diciamo. Come se la nostra felicità e buona disposizione al mondo dipendesse dal magico tronchetto della felicità depositato tra le nobili cosce maschili. Poi pretendiamo di crescere figlie indipendenti e figli che non si sentano mortificati quando una, quel benedetto tronchetto, proprio non lo vuole?
Noi diciamo ancora…per dire, eh…che la Maria De Filippi ha la voce da uomo e quindi, se è amica di Belen, è perchè ci va a letto. Certo. Adesso, naturalmente, alla De Filippi non ne può fregare un ciufolo fritto di ‘ste stronzate però noi facciamo la battuta sulla sua voce e automaticamente la etichettiamo e automaticamente diciamo in serenità che lei fa certe cose e Belen è raccomandata perchè va con la De Filippi. Poi vogliamo i diritti per le donne e per i transgender. E per gli omosessuali. E certo. Così li prendiamo per il culo meglio, a ‘sto punto sorge la legittima domanda che sia per quello.
Noi sghignazziamo ancora quando il figlioletto maschio si vanta delle sue conquiste. Eccome se sghignazziamo che abbiamo il figlio playboy. Poi quello filma la seratina con la ragazzina e la sbatte su facebook e la ragazzina si butta dal balcone per la vergogna…perchè mentre noi ridiamo del figlio maschio playboy, contestualmente, mettiamo in testa alla figlia femmina che certe cose non si fanno. Siamo dei geni.
Noi, se litighiamo, tra donne, la prima cosa che ci diciamo è “troia”. A prescindere. Noi siamo tutte troie. Ce lo diciamo continuamente. Anche se una ti frega il posto in coda alle poste…è troia. Se il posto te lo frega un uomo è scorretto e sleale. Se te lo frega una donna è ‘na zoccola. Motivo? Non possiamo essere semplicemente stronze pure noi, come i maschi? Dobbiamo per forza sottintendere che abbiamo un gran traffico sotto le gonne ogni qualvolta siamo solo stronze? No perchè di vergini stronzissime è pieno il mondo…quelle troie! 😀 😀 ( scusate non ho resistito…ci stava troppo bene la battuta )
Noi…sì noi. Noi noi. Noi genitori. Con utero retroverso e utero dritto e utero mai usato a scopo riproduttivo. E pure quelli XY senza utero. Noi insultiamo una ragazza che celebra la felicità di essere sopravvissuta alla strage dell’albergo…le buttiamo addosso la vergogna e la colpa di essersi salvata laddove altri, purtroppo, sono morti. Anzichè gioire per la sua vita…siamo stati capaci di insultarla su FB perchè si doveva vergognare di essere felice. Noi.
Io ho sentito mamme…mamme che si sono riprodotte, eh…mamme vere, esemplari di mammiferi che hanno ottemperato al loro INSINDACABILE COMPITO di perpretare la specie…le ho sentite io con le mie orecchiette sghignazzare sulla bambina, compagna di classe della loro, cicciottella. E non era mia figlia, eh precisiamo. Che mia figlia, anzi, ultimamente è diventata talmente alta che s’è smagrita tutta d’un botto, ma beata allllei. Vorrei pure io crescere di 20 cm nel giro di un mese. E quando ho fatto notare che era un comportamento vergognoso mi hanno guardato come se fossi una povera deficiente scappata di casa. Perchè manco se glielo spieghi lo capiscono quanto sono sceme.
E ho sempre sentito mamme…e papà…pure questi perfetti mammiferi riprodotti regolarmente…dire, del ragazzino disabile, “eh poverino”. E dire, con atto di buonismo educativo, al proprio figlio “tu lo devi capire…poverino”. Poverino cosa? Poverino sei tu che quando ti hanno fabbricato si so’ scordati il cervello! Si dice “poverino” di un disabile? Si insegna ai bambini che i compagni disabili sono “poverini”? Gli si insegna che con loro anzichè giocare a pallone possono giocare a carte. Gli si insegna che anzichè parlare a parole si parla a gesti. Gli si insegna che qualcuno non parla manco a gesti e devi imparare a capire cosa ti vuole dire solo guardandolo in faccia e fine del problema, nessuno è poverino qua. A parte noi genitori che siamo una manica di balenghi.
E ho sentito un sacco di mammifere con utero ancora bello pieno portare in giro la loro bella pancia di 9 mesi e ridere da H&M dicendo “ooodddio che bella tutina rosa…ma non posso comprarla, aspetto un maschio, se lo vesto di rosa diventerà gay!” Certo. Perchè la sessualità, secondo la capa nostra, è ancora una cosa che dipende da noi. Noi decidiamo o stabiliamo se domani ci piaceranno i biondi, i mori, le donne, gli uomini. E così nasce la filosofia che l’omosessuale abbia una colpa no…non è nato così. No. Ha colpa. Perchè da piccolo lo vestivano di rosa. Ma mettigliela la tutina rosa al neonato, se proprio ti dà soddisfazione, sai quanto cazzo gliene frega a lui, quello vuole magnà. Se lo fai mangiare con la bavaglina di Minnie rigurgita lo stesso, stai serena. Che i neonati questo fanno: prima mangiano e poi ti vomitano addosso, tutti quanti eh. Fattene una ragione. Poi, da grandi, scopano comunque con chi vogliono. Tu mamma non riuscirai a impedire che tuo figlio diventi gay né tantomeno potrai convincerlo ad esserlo. E se lo diventerà saranno cazzi amari: ma mica perchè è gay! Perchè dovrà vivere in un mondo dove donne incinte fanno battute rincoglionite da H&M, povero cristo. Quello sì poverino. Ma poverino e molto!

Noi facciamo tutto questo. Noi commentiamo con l’amica, guardando un’altra “miiiinchia com’è ingrassataaaaa” come se avesse ucciso trentatre trentini a Trento e dovesse essere arrestata. Noi siamo riuscite a fare una campagna mediatica durata anni perchè la Vanessa Incontrada aveva messo su 5 chili dopo aver partorito. L’abbiamo fatta nera. Ha osato partorire e non ritornare subito figa, uccidetela, tagliatele la testa, così almeno dimagrisce che non ha più la bocca! Di contro, quelle che invece tornano perfette “eh minchia, per forza, c’ha i soldi, s’è subito rifatta”. Ma ovvio. Noi…sìsì noi…NOIIIII…noi Donne Moderne…ancora discutiamo se una mamma con neonato tira fuori una tetta in pubblico e gli dà il latte. Ancora riusciamo a pensare che stia esibendo. Cooosa sta esibendo? Ditemelo. Ancora abbiamo sta cosa che una mamma, per allattare un bambino, debba rinchiudersi in una stanza con le finestre sprangate perchè le tette delle modelle vanno bene in gigantografia ovunque ma una casalinga disperata che allata un moccioso urlante all’Esselunga perchè quello s’è schiaffato in testa che ha fame no. E’ scandalo. Pure ‘sti neonati eh. Che hanno sempre fame. Che pretese. E non contente…stiamo ancora SEMPRE NOI EH a dire che “chi non partorisce con dolore non è davvero mamma”. E certo. Perchè se fai l’epidurale o il cesareo non capisci la sofferenza. Ah no? E da quando? Io le ho fatte tutte e due, ho partorito con un cesareo in epidurale ( minchia gnare…5,2 kg con l’utero retroverso…ma vi rendete conto? Il dolore del parto? Ma sticazzi al dolore del parto! ) e vi giuro che 12 ore di travaglio tutto ho capito tranne l’importanza di diventare madre. In quelle 12 ore ho capito solo l’importanza dell’epidurale. Fatela, donne: fatela tutte! Fatevela fare già dal terzo mese…epiduralizzatevi per tutta la gravidanza e fatevi fare un’anestesia generale per i 10 mesi successivi che i neonati scassano le balle ooooo quanto scassano le balle, non dormite più. E ancora stiamo a fa’ la differenza tra “mamma che allatta è brava” e “mamma che dà il biberon è una mamma di merda”. Io ho allattato tre anni…sì, tre anni. ( mai più…ve lo dico ) Quindi? Se un domani mia figlia uccide qualcuno…di certo non è colpa dell’educazione che le ho dato. Oh. L’ho allattata tre anni.

Ci rendiamo conto in quanti ( e potrei continuare eh ) clichè mentali siamo tutti quanti chiusi? E quante volte al giorno facciamo tutti delle ingiustizie davanti ai nostri figli? Questi guardano…questi vedono…prendono esempio. Noi diciamo “cessa” parlando della nuova morosa dell’ex…e quelli lo ripetono alla bambinetta del terzo banco. Funziona così. Poi crescono. E avremo ancora altre generazioni che fanno quello che facciamo noi. E allora ok, insegnare l’uguaglianza, l’accoglienza…ma incominciamo piuttosto a renderli consapevoli di cosa sono, di che ruolo hanno, di che rispetto devono pretendere e devono dare. Ma se non lo capiamo prima noi…se noi per prime diciamo ai nostri figli “mangia meno che diventi ciccione!” se noi per prime diciamo ai nostri figli “non fare danza sennò ti prendono in giro” se noi per prime ci facciamo sentire a giudicare la mamma di Ginetto per la sua stramba pettinatura…ma ndo cazzo vogliamo andà. Ma dove andiamo, dove ci presentiamo? Nel cesso. Ecco. Lì possiamo andà. Tutti in coro. Con tutti i nostri uteri, produttivi o meno.

Tecnicamente difficile

Sarà un post faticoso. Non per i concetti eh…ma per metterlo giù in modo decente. Qualche nome lo posso fare. Qualcun altro no. E non per omertà: ma perchè non posso, oggettivamente. Seguitemi eh…tanto, chi deve capire, capisce. Mi spiace per chi non deve capire ma qua bisogna quagliarla ‘na volta per tutte.

Premettendo che: io non ho nessun disturbo emotivo o mentale. Io sono una scema sana. So’ proprio scema di mio, quindi l’esempio è su di me solo perchè tecnicamente posso fa’ solo così.

Ammettiamo che: io sia una persona dalla personalità molto fragile con gravi problemi familiari e personali. Ammettiamo che io usi la community libero per trovare degli amici che non ho, che non trovo, per colmare un grosso vuoto, perchè è la mia unica ragione di vita. Ammettiamo che io mi attacchi così tanto ai contatti qui sopra perchè sono l’unica cosa che ho. E ammettiamo che un bel giorno io litighi coi miei contatti e mi caschi il mio mondo, quello che mi tiene viva. E ammettiamo che io chiuda il pc e faccia una cazzata. ( io no eh…ve lo giuro…io no…ma ammettiamo che )
Questa cosa, su questa community, è successa due volte. Con due persone diverse.
Con la prima io l’ho presa in modo razionale. Anche aiutata da Krok che mi ha suggerito molti comportamenti, rivelatisi poi la strada giusta, tant’è che adesso questa persona è rinata ( non grazie a me, ovviamente, ma grazie a se stesso, alla sua famiglia, a chi l’ha seguito )
La seconda volta io non l’ho presa in modo razionale. No. Ho cominciato a pensare a quanta importanza possono avere le nostre azioni qua sopra, quando interagiamo con gente che non conosciamo a fondo. Di là dello schermo ci può essere qualcuno di equilibrato e qualcuno di no. Io ho avuto paura. Mi è stato detto che anche io avevo responsabilità, insieme ad altre persone. Mi è stato detto nel momento del panico, certo. Nel momento in cui un figlio se la prende con chiunque, ci sta. Ma io ci ho riflettuto per settimane. Presente? La farfalla sbatte le ali qui…e ammazza trentordici persone di là…ma lei non voleva…però lo fa.
Noi forse, qua sopra, abbiamo quel potere lì, senza saperlo. Di sbattere le ali…e succede una cosa brutta di là.

In quel periodo io ho fatto giganteschi passi indietro. Ho ricucito un rapporto con una persona che era stata molto scorretta con Elena. E questo è stato letto, giustamente, come un voltafaccia, un’incoerenza, una disonestà intellettuale. Io ero andato contro la mia amica, pur volendole molto bene: aveva sbagliato con Elena. E voler bene non è la base per giustificare gli errori. Ero andata contro e ci eravamo allontanate. In quell’occasione lì invece…del fatto…ho ricucito. E forse ho sbagliato nei confronti di Elena. Ma in tutta sincerità ( e mo litigo di nuovo con quell’altra…sicuro ) ho preso questa decisione sapendo perfettamente che Elena avrebbe capito meglio e più di lei. Tra le due ho sacrificato quella che consideravo superiore.
Sempre in quel periodo ho iniziato anche a parlare con Eva. E ho scoperto una persona diversa da quella con cui mi scannavo. Certo che non condividerò mai il suo voto politico o la vignetta…ma ho scoperto altre qualità. E ho scoperto che quell’atteggiamento non è manco il suo, in realtà. Era una reazione al fatto di essere attaccata. Più l’attaccavano più lei faceva la leghista incallita. Anche adesso: ovvio che non posso dire che condivido certi commenti suoi…ma è pur vero che son quasi sempre in risposta a insulti a lei…e invece, se non ci si insulta, con Eva, si parla di cose interessanti. Tipo oggi. Ha detto cose interessanti. Così come, quando io ho iniziato ad essere punzecchiata per il voltafaccia, ho iniziato a rispondere. Rispondi oggi e rispondi domani…poi le cose degenerano. Si dicono cose che non si pensano. Altre che si pensano. Ci si va giù pesanti e ci sono andata pesante io ma anche loro. Che qua nessuno è fesso ma nessuno è manco santo.

Io ho pensato…che su un blog…sia pericoloso mettere all’angolo qualcuno o infierire su qualcuno. Non si sa chi è. E poi, se succede un cazzo grave, siamo tutti responsabili. Voi direte: non siamo bimbi. E’ vero. Ma alcune persone possono anche essere fragili come bimbi. E cercare di “prenderli con le buone”, se si sa esattamente con chi si ha a che fare e non viene messo in discussione il tuo comportamento con altra gente…non vuol dire essere disonesti. Vuol dire essere prudenti. Forse fifoni. Forse incapaci di gestire le cose, forse incapaci di prendere posizioni dure. Ma non disonesti intellettualmente.

Poi. Qui parlano tutti? Certo. Ma parlano tutti non per fare dispetto a Elena e Krok. Da me hanno sempre parlato tutti. Ha parlato Augusto per mesi dandomi della madre di merda. Ha parlato Kit per anni dicendomi di tutto…e a me Kit piaceva. Mi insultava tutte le mattine che Dio metteva in terra ma a me piaceva. A me piacciono le persone zuccone, che insistono nei loro concetti. Tant’è che un’estate di qualche anno fa ho perso la metà dei miei contatti perchè non voluto blacklistarlo. E quelli volevano che lo facessi perchè insultava me…mica altri. Ma io no. Ho perso tutti ma non ho blacklistato Kit. Che non conosco, non so chi sia né che cavolo di faccia abbia. Quindi qui parlano tutti comunque…sia prima che ora…non parlano perchè a me fa piacere che vengano a punzecchiare gli altri. Anzi. Se potessero parlare da loro, qui, non ci verrebbero neanche, sicuro come l’oro.

Per concludere: io non sono stata coerente nel tenere certe posizioni. Ed è legittimo pensare che chi riprende certe amicizie non sia una persona di cui fidarsi. Ci sta. Ogni scelta ha un prezzo da pagare. Personalmente io preferisco pagare di essere tacciata di incoerenza ma non provare mai più il forte senso di colpa e responsabilità provato in momenti in cui si temeva l’irreparabile. Non me la sento. Quindi non ho voluto mettere al bando e all’angolo più nessuno. Questo non significa che io sia la buona samaritana. Affatto. Io so’ na cagacazzi. E se un mio amico o nemico dirà qualcosa che non mi piace…voleranno i vaffanculi, esattamente come sempre. Ma chiudere le porte in faccia alla gente no. Perchè quando l’ho fatto è successa una cosa molto brutta. Io non me la sento. Non ho le palle per sopportare un’eventualità simile. Mi dispiace. Lo ammetto non ho le palle. Adesso: tacciatemi di debolezza. Di non essere capace di tenere i principi saldi. Ma non di incoerenza o disonestà intellettuale. Quello non è giusto. Ed è per questo motivo che io ho fatto un passo indietro di fronte a una dinamica creatasi qua sopra. Ho scoperto nuove persone grazie a questo…e ho aperto gli occhi su alre che conoscevo già. Lo so chi sono. Ma non me la sento di fare gesti netti. Ripeto. Non ne ho le palle.

Un serenissimo pomeriggio di shopping

CC è il simpatico Commesso del negozio di Casalinghi. A cui auguro con tanto tanto affetto e amore che gli si incarnisca l’unghia del pollicione e poi gli diventi tutta nera e gli caschi. Oppure, a scelta, Miei Dei, potete decidere di fargli sbagliare il dosaggio dell’acqua ossigenata e fargli venire i baffetti tagliati col goniometro tutti bianchi come quelli di Babbo Natale. Anche se in realtà, a pensarci bene, la cosa che più vorrei augurargli è che la sua estetista gli sbagli le sopracciglia e, anzichè l’ala di gabbiano, si ritrovi sulla fronte due belle cagate di piccione. Ecco.

T:     “Buongiorno…”
CC: “Buongiorno. Bisogno di aiuto?”
T:     “Uhm…no…fo da me, grazie…sai…io sono molto esperta di casalinghi. Sono una casalinga molto brava. Pratico la professione con viva e vibrante soddisfazione da tempo immemore. Nessuno conosce i prodotti casalinghi meglio di me.”
CC: “Ah ok. Capisco.”
T:     ( e allora perchè mi guardi con sospetto, sciocco carciofo? Non ho l’aria di una donna di casa dedita alla scalcarazione della doccia col…col…uhm…con quel detersivo che toglie il calcare? Uh guarda…cosa sono queste cosine carine a forma di faccia di orsetto? )
CC:  “Carine quelle, eh?”
T:    “Uh sì…molto.” ( non interrogarmi…non interrogarmi…guarda che non ho potuto studiare perchè mi è morta la zia Giunchiglia di Cantù…per l’ennesima volta…muore sempre quella donna io non lo so )
CC:  “Le usi come prodotto?”
T:   “Chi? Io?”
CC: “Sì. Tu. E’ un prodotto che usi?”
T:    “Cosa?”
CC: “Quelle…”
T:    “Queste?” ( le facce di orsetto? ) “Ohh sì. Le uso moltissimo.”
CC: “E quale tipologia preferisci?”
T:   “Io…beh…ecco…diciamo che l’orso…uhm. Dicesi. Prodotto casalingo…atto a…tipo…raffigurante…uhm…in morbido materiale gommoso…”
CC: “Sono stampi in silicone per minitorte.”
T:   ( mi ha fregato! Brutto maledetto! E guarda come ride sotto i baffi…minitorte…ma chi cazzo fa delle minitorte, ditemelo! Quale donna al mondo ha tempo di fare delle minitorte a faccia d’orso in stupidi stampi al silicoso…) “Lo so! Io tutti i giorni faccio un sacco di minitorte. Decine di minitorte. Anzi. Io, come secondo lavoro, vendo minitorte. Porta a porta.” ( tiè beccati questa! )
CC: “Ma dai. Che bell’idea! Allora ricordati di lasciarmi il tuo biglietto da visita, così magari un giorno o l’altro te ne ordino qualcuna.”
T:   ( ma tu non muori mai? No perchè. C’è questa piaga dei commessi scazzati no. Quelli che faticano pure a salutarti. E invece gli appassionati della professione, quelli che svolgono il proprio lavoro con viva e partecipante soddisfazione devono capità sempre tutti a me! Mortacci tua…) “Ehm…beh sì…certo…ma dipende sai dalla lista d’attesa. Penso di avere appuntamenti già fino al 2023.”
CC: “Ah ecco.”
T:   ( ride…cioè questo mi sta prendendo in giro, io lo so. Si è accorto che non ho studiato. E come minimo non crederà alla dipartita della zia Giunchiglia di Cantù. Perchè è malfidato. )
CC: “Quelle sono tazze da cappuccino.”
T:  “Lo soooo! Io sono un’esperta di cappuccini.” ( …ma dove si mette il cappuccino qua? )
CC: “Hanno il coperchio…”
T:  ( ossignur…tazze da cappuccino incoperchiate? )
CC: “Sicura che non ti serva aiuto?”
T:  ( Sì. Mi serve aiuto. A nascondere il tuo stupido cadavere. Vabbè…) “Mah forse…ecco potresti aiutarmi sì. A me servirebbe una padella…una padella speciale.”
CC: “Sì. Di che diametro? Allumio o teflon? Da mantecare o da saltare? Tipo Wok?”
T:  “Aluuuura. Mi servirebbe una padella. Fatta a forma di padella. Per cuocere delle cose in padella. Col manico. Grazie.”
CC: “Sì ma esistono molti tipi di padelle.”
T:  “Lo soooo! Io so tutto sulle padelle. E infatti voglio una padella…una padella professionale…molto professionale. Per il mio livello di cucina serve un prodotto di grandissima, elevata e superiore qualità…magari che costi meno di 10 euro…perchè vabbè il livello elevatissimo ma mo insomma non è che davero davero.”
CC: “Insomma, come la vuoi ‘sta padella?”
T:  “Voglio una di quelle padelle…che puoi cuocere senza mettere gli ingredienti…”
CC: ” ‘Na padella magica, vuoi. Che è la padella che ti cuoce la cena senza che ci metti niente dentro?”
T:  “Ma nooo. Cioè ovvio che ci metti dentro qualcosa. Ma voglio una di quelle padelle che ci metti dentro solo la cosa che devi cucinare senza nient’altro.”
CC: “Perchè esistono padelle in cui cucinare la bistecca dovendoci aggiungere anche un carrillon così non si sente sola?”
T:  ( Ho come la vaga sensazione che mi stia prendendo in giro il ragazzo, qua. Adesso se mi fa girare le balle metto in giro la voce che è etero così impara. Verrà subissato da donne in cerca di marito che non sanno un cazzo di padelle. Tiè! ) “Insomma. Hai presente quelle padelle che cuoci l’uovo senza olio, il pesce senza olio, la cotoletta senza burro…”
CC: “Ah! Un’antiaderente!”
T:  “Oh bravo. Ci voleva tanto? Guarda che non dimostri grande competenza, eh. Mi toccherà fare una segnalazione al tuo capo.”
CC:  ” 😀 😀 😀 ”
T:  ( sìsì, ridi ridi. Ridiiiii pagliaaaaaccio. Possinammazzatte. A padellate. )

T:  “Oh eccoci. Allora, quant’è tutto?”
CC: “Dunque. Teiera di Gatto Silvestro…”
T:  “Sì perchè mi fa pandan con le tazzine dei settenani…”
CC: “Ma questa è una teiera e le tazzine sono da caffè…”
T: “Tu fatti gli affari tuoi. Io bevo il the ristretto.”
CC: “Ahahahaha ecco…cucchiaini con manico decorato a cuoricini…portabiscotti rosa…ma vivi nella casetta di Marzapane, tu? 😀 ”
T:  “Senti. Sei un bel ragazzo. Sei sano. Sei giovane. Perchè vuoi finire prematuramente il tuo soggiorno nel mondo? Guarda che vivere è bello sa’…”
CC: ” 😀 😀 😀 ma chi ti fa le sopracciglia? Dove vai a fartele?”
T:  “Nessuno me le fa. Ce le ho così di natura.”
CC: “Ma vaaaa non è possibile!”
T:  “Ma certo che è possibile. Ti sembro una che va a spellarsi le sopracciglia, pure te?”
CC: “Dai dai. Non vuoi dirmelo. Ammettilo. Vuoi tenerti il segreto.”
T:  “Ma non è vero. Non me le fa nessuno, sono così…”
CC: “Senti…hai detto tante di quelle palle da quando sei entrata qui che adesso non sei credibile…”
T: “Ma non ho detto palle!!! Guarda…se non fosse morta…te lo fare dire dalla zia Giunchiglia di Cantù che non mi faccio le sopracciglia…peccato che proprio ieri…”
CC: “Ieri?”
T:  “Sì…per questo che non ho potuto studiare le padelle wik wak wuk…o i minicosi di silicoso per fare le torte nane…”
CC: “Ah ecco…beh…che dirti. Speriamo che il the ristretto venga buono!”
T:  “Tu devi essere licenziato. Sappilo. Non ci sono alternative. Tu devi andare a lavorà in miniera o a raccogliere le carote con le dita dei piedi, questa è la verità.”
CC: “E tu devi iscriverti a un corso di economia domestica sennò non ti sposa nessuno 😀 😀 😀 ”
T:  ( colpo basso. Questa me la paghi. Settimana prossima torno. Ma prima mi documento. Vedrai…vedraaaaaaai !!!!! )

Mi arrendo?

Mi arrendo.
Non c’è nessun modo per quadrare una situazione che, evidentemente, solo io ho piacere a quadrare. Però, prima di arrendermi, in puro stile Tiffany, mi devo levare due sassetti dalla ciabatta a forma di orso. Mi sono scocciata anche di parlare per “famo a capisse”, faccio i nomi, se mi bannano amen, stiamo parlando di un blog e mi fa strano che tanta gente ancora non l’abbia capito.

  1. Io sono molto contenta di vedere che il blog di Elena e Krok diventi un blog aggregante. Sono sempre stata a favore delle collaborazioni e continuerò a leggerlo e lo dico pubblicamente. Anzi. Se acquista nuovi autori lo leggerò ancora di più. Solo vorrei ricordare che la filosofia era di “qui non esistono gruppi, non esistono amici, chi fa i blog comuni è un cretino” e questo…solo per dire che a volte…non è questione di coerenza. A volte sono le situazioni che diventano positive e negative a determinate scelte. E’ successo a me, sta succedendo a loro. A me fa molto piacere vedere la piega che sta prendendo il loro progetto e non urlo all’incoerenza.
  2. Io sono qui DA SOLA. Scrivo post partoriti dal mio cervellino labile. Dico cose che penso io. Scrivo dal mio cucinino in assoluta solitudine. Non commento nessun blog. Zero. Nessuno. Non ho coautori. Non ho, tendenzialmente, commentatori fissi che possano essere implicati nel gran bailamme degli ultimi anni. Non ho, tendenzialmente, più commentatori proprio. Nemmeno i miei amici ( veri ) o le persone che conosco realmente ( vere…tipo relazioni ecc ) commentano più. Sono SOLA. E agisco DA SOLA. In totale e piena autonomia. Eppure…continuo a essere considerata “del gruppetto di quelli là”. Perchè? Io non ho gruppetti. Voi siete un gruppo di autori che agiscono in simbiosi di pensiero su un blog. Io no. Io sono sola. Perchè devo essere inserita in una “categoria” di cui non faccio parte? Perchè devo essere ritenuta responsabile di atteggiamenti CHE IO NON USO solo perchè non chiudo la porta a chi li usa? Non è giusto. E’ come dire che tutti i rom sono ladri. E’ come dire che chi va con lo zoppo zoppica. ( e di certo non voglio insultare chi zoppica…che qua è un attimo…è un proverbio italiano, giusto? Si può dire? Se non si può aho’ scusate…però secondo me…chi va con lo zoppo…a volte è perchè non vuole che cada per terra…ecco…magari sta facendo quello )
  3. Di tutto quanto ho scritto ultimamente e per ultimamente intendo mesi…viene sempre preso un contenuto “ad hoc” ignorando scientemente tutto il resto. Mi son state messe in bocca parole non mie, rigirate. Parole che io ho spiegato mille volte ma è stato tempo perso. Adesso, tendenzialmente, mi si ignora. Mi ignorano, anche se parlo di loro, perchè pensano che sia la punizione che mi fa più male. Hanno ragione. Essere ignorati non è bello. Per nessuno, credo. L’unica che non mi ignora è Elena. A dimostrazione del fatto che l’idea che ho sempre avuto di lei è giusta. Non mi ignora del tutto ma prende le mie parole solo per darmi contro…che è comunque meglio di ignorare.
  4. Io condivido tutti i principi del blog di Elena e Krok. Li ho sempre condivisi. Dal primo all’ultimo. Sia nel loro blog, sia parlando nel mio, sia nei commenti altrove, sia nella mia vita. Quando mi si dice “sono gelosa di Simona” sì…ma mica perchè sto facendo la gelosa alla “ecco la mia amica ha un’altra amica buaaaahhhh”. No. Perchè in fin dei conti…le cose che lei dice e alla quale fanno la ola dicendosi orgogliosi di poter parlare con una persona come lei…le ho sempre dette pure io. Pari pari. Solo che non si sa perchè se le dico io…io sono una mentecatta. Se le dice lei è una grande. Ovvio che io ci rimanga male no? Mi sembra umano. Se avessi osato io tirare in ballo “il bipolarismo” a mo’ di insulto come ha fatto lei…uddio…Krok mi avrebbe buttata viva in un pentolone bollente. Mi è scappato una volta di dire scoliosi…santi numi…mi diedero l’ergastolo con l’aggravante della crudeltà contro tutte le bambine del mondo. Poi ora si dice sereni “bipolari” “malati mentali” “casi psichiatrici” “psicolabili”…e quella è brava. Boh. Tutto questo perchè io non sono capace e non sono in grado di sfanculare le persone. Ma io non sono in grado. Non so cosa farci. Io non sono capace di classificare Eva “quella ha scritto la vignetta” o Mario “quello che fa dei commenti schifosi”. Li attacco quando lo fanno…ma poi…per me sono persone che hanno un’interezza. Che oltre a quello hanno altro. Io non sono capace di togliere il saluto alla gente o di giudicarli “indegni di attenzione o di interazione”. E’ un mio limite. Lo pagherò nella vita. Lo pago.
  5. Vorrei dire una cosa. Ecco. Una delle cose che mi ha fatto più male…è stato sentirmi dire che userei raccontare fatti a me successi per “ottenere vantaggi”. E’ stato specificato, poi, che si intendeva “per fare tenerezza…per ottenere coccole…per fare simpatia”. Ebbene. Vorrei dire una cosa. Raccontare alcuni episodi…non è semplice. Non lo è perchè…ci si vergogna. Ecco, ci sono cose, nella vita, che succedono. Tu le subisci. Poi però…cominci a chiederti quanta colpa hai tu. Quanto di tuo ci sia nell’averle fatte succedere. E ti vergogni. Perchè non sono cose naturali…non sono cose che racconti e “fanno sensazione” sono cose…brutte. Vergognose. Sono cose che per anni…tanti…forse tutti…ti portano a fare cose strane, tipo lavarti cinquanta volte al giorno fino a farti venire certe chiazze grosse così e poi ti vergogni pure di quelle quindi ti metti dei maglioni immensi ad agosto e ti vergogni anche di uscire perchè sembri deficiente. Inoltre…non è molto vero che raccontare alcune cose faccia nascere negli altri sentimenti di tenerezza. Gli altri, tendenzialmente, si schifano. Così tu ti vergogni ancora di più. Magari, per politically correct non te lo dicono e ti dicono anche “oh poverina”…però tu lo percepisci..ti guardano strano…lo vedi che sono schifati. E cominci a chiederti se anche loro pensano che hai colpa tu. O se non ti credono. Perchè poi…succede anche che la gente non ti creda. Perchè tu magari sei una un po’ vivace o che si veste un po’ così o che ha un modo di porsi un po’ socievole…e magari non ti credono. Quindi…raccontare certe cose non porta poi tantissimi vantaggi, sai Krok? Certo. Aver avuto certe esperienze ti dà la possibilità di fare un po’ la vittima, se vuoi. E’ vero. Però ottieni questo privilegio pagando quello che ho appena detto: tendenzialmente lo schifo della gente e i loro sguardi sospettosi. Ti assicuro…non è poi un grande guadagno. Per quanto possa essere bello far la vittima ( ? ) Devo dire che anche qui, probabilmente, Elena è stata l’unica in grado di dirmi alcune cose che mi hanno fatto vedere la situazione da un punto di vista diverso da quello della colpa. Non l’ha fatto coccolandomi eh. L’ha fatto parlandomi da donna a donna. Non c’è riuscita, chiaramente, io mi sentirò sempre in colpa, però ho apprezzato il tentativo, fatto in modo rispettoso e intelligente.
  6. Io posso lottare contro tante cose, anche da sola. Posso lottare contro l’odio. Contro i pregiudizi. Contro chi dice che l’aborto è un diritto da togliere. Posso lottare contro il razzismo, contro chi mi accusa di essere una madre di merda, contro chi se la piglia con mia figlia, contro chi mi insulta. Contro chi insulta gli altri. Però onestamente non posso lottare contro la scorrettezza. Il comportamento che si sta usando nei miei confronti…come il rigirare le cose che dico ignorandone tutto il contesto…come l’accusarmi di cose mai pensate…come il far finta che non esista e farlo a tavolino perchè è la scelta d’elezione per farmi più male…come il continuare a volermi inserire in una categoria solo perchè non ho preso una posizione netta che prevedeva togliere il saluto a esseri umani…ecco, io contro questo, non posso lottare. Né da sola né se organizzassi un plotone d’arrembaggio. E non per scarsa volontà mia. Ma perchè lottare contro qualcuno che ha scelto, scientemente, di essere scorretto con te è impossibile. Non ci si cava un ragno dal buco. Assolutamente zero. E’ una lotta sciocca e inutile

Quindi vabbè. Bandiera bianca. Quello che potevo fare l’ho fatto. Io la coscienza ce l’ho abbastanza e sottolineo abbastanza pulita. Immacolata no, nessuno è immacolato. Ma abbastanza pulita sì. E le coscienze degli altri non sono di mia competenza. Ognuno interpellerà la sua, com’è giusto che sia. Mi arrendo. A volte, chi lotta, dimostra la sua capacità di lottare anche così: arrivando a un punto in cui ammette che la lotta non serve più.

 

ps: non ho mai detto che Elena è contro la pet therapy. Ho solo detto che sull’argomento “animali e psiche” starei attenta a parlare perchè è un discorso che è stato usato a mo’ di offesa ( e nel contesto poteva starci, a prescindere dal non condividere l’offesa ) e invece ha implicazioni piuttosto delicate. Così come io ho dovuto imparare a non nominare la scoliosi…giustamente…magari facciamo attenzione a ridurre la psicolabilità a una cretina come me che sbaciucchia il chihuahua, ecco. Perchè l’utilizzo del chihuahua può essere una cosa importante per chi non è scemo come me ma ha bisogno di un aiuto importante. Fine. Inoltre: ho già spiegato la faccenda del “maschio e femmina alfa”. E non ho mai definito il nostro caro Giornalista “un maschio alfa” l’ho usata per altre persone. A dirla tutta credo che pure Elena abbia tanto dell’alfa. E per quanto riguarda la storiella degli alfa che nel branco fanno tante cose…vale solo per i lupi. In una colonia di gatti, ad esempio, maschio e femmina alfa sono due fetenti e basta e tutti possono accoppiarsi, anche gli omega. Così come in un branco di cani domestici ( tipo i miei ) il maschio alfa ( Zeus ) è il più dolcione e pacioccone di tutti. Gli altri ringhiano e sbuffano e lui scodinzola con amore alla vita. Però…quella volta l’anno che ringhia lui…tutti gli altri si cagano sotto ( tranne Lupo…lui se ne sbatte talmente tanto i coglioni del mondo che non ha manco provato a diventare il maschio alfa del branco…a Lupo, di noi, inteso come branco familiare formato da me e dagli altri cani…non gliene fotte proprio…gli siamo totalmente indifferenti…non ci schifa nemmeno perchè già schifarci è troppo…maledetto cagnaccio pulcioso, come si permette! ) A prescindere. Anche se ha ringhiato nel sonno. Come vedete, anche il concetto di “alfa” dipende dal contesto…ed è molto facile strumentalizzarlo se si vuole esclusivamente attaccare.

Tanto deve l’amica Tiffany

Premessa: oggi non ce n’ho mezza di avere a che fare con nessuno, inclusi voi. Ho i cazzi miei e sono cazzi di una certa caratura. Ma siccome mi si chiama a esprimere parere professionale, per correttezza, facciamo alla svelta che poi ho da andarmene affanculo per conto mio.

Premessa due:
1) Ho appreso con grande dispiacere la notizia della perdita dei pappagallini. Dire qualcosa sarebbe ovvio e scontato, in questi casi solo chi vive la perdita di un rapporto vissuto per tanti anni con un animale capisce. E i rapporti sono talmente soggettivi che ognuno capisce solo il proprio. Posso solo dire che IMMAGINO che non sia stato un bel momento e me ne dispiaccio.
2) L’educazione è sicuramente un fondamentale e certi commenti che ho letto, di educato, avevano ben poco. Questo io non posso sicuramente avallarlo e condividerlo. Soprattutto M…ma che cazzo ti viene in mente di andare a scrivere, io veramente boh.
3) L’educazione, comunque, non paga. Io sono sempre stata ABBASTANZA ( in maiuscolo ) educata, eppure non paga. Il post che ho scritto, l’ultimo, era educato e, anzi, era anche a tratti affettuoso, eppure gli è stata attribuita esclusivamente connotazione negativa. Quindi, resto a favore dell’educazione ma dico anche che spesso non serve a una mazza.
4) Mi rivolgo a S. : guarda che quello che dico io…ha lo stesso valore di quello che dici tu. Non c’era nulla di negativo in quanto ho scritto, è la mia idea su di te. La tua su di me è che io sia una femmina da quattro soldi che non sa dar valore all’amicizia eppure io mica me la son presa più di tanto. Non fare che adesso, per dimostrare che ho torto, non vai più a commentare. Per cosa? Per dimostrare che una scema qualsiasi ha torto? Su. Non facciamo davvero le gattemorte. Anzi, ti hanno invitato a scrivere, fallo. Io ti verrò anche a leggere perchè, come ho già detto, non ti ritengo affatto scema.
5) Mi rivolgo al Signor L. : il signor L., con il suo humor e umanità, che io riconosco, è una persona che sa perfettamente cogliere le intenzioni dei miei post. E se lo dico vuol dire CHE LO SO non che LO PENSO. Lo so. Allora: vista l’umanità mi sarei aspettata che avesse speso almeno una parola per farla capire anche ad altri. Ma evidentemente è un’umanità più funzionale che altro. Il che va benissimo ma io volevo dirlo.

Tanto devo:

  1. I pappagalli sono animali che possono tranquillamente vivere in casa. Non tutte le razze ma molte sì. Scientificamente la prova che un pappagallo stia bene psicologicamente e fisicamente è una sola: il fatto che sia vivo. Il pappagallo ha una struttura cerebrale diversa dalla nostra ( è un uccello ) e non è in grado di sintetizzare adeguatamente il singolo ormone e il complesso ormonale che permette di sopportare gli stress. Se un pappagallo è stressato o maltrattato…muore. E non in mesi. Subito. Nel giro di poche ore. Il fatto che un pappagallo abbia campato 12 anni in una casa è la prova che stesse fin troppo bene, probabilmente meglio di me. E la prova provata di quanto dico è che, alla morte del compagno, in poche ore muore QUASI SEMPRE anche l’altro: non sa reggere allo stress. Fisicamente. Fisiologicamente. Non produce abbastanza ormone cortisolo e derivati, non riesce a sintetizzarlo se gli viene somministrato in maniera artificiale. Un uccello stressato MUORE. E se volete trovare delle analogie maliziose…fatelo…perchè non è escluso che alla base del simpatico nomignolo ci sia proprio questa motivazione.
  2. I gatti sterilizzati campano bene tanto quanto i gatti interi. La sterilizzazione è una questione etica. Personalmente non sono a favore quando non è specificamente funzionale ( problemi dell’apparato riproduttivo o necessità di evitare cucciolate ) ma è un parere personale. Il parere scientifico e inopinabile è: sterilizzare significa togliere un organo sano e secretivo a un gatto. Una volta tolto quell’organo il gatto non produrrà più ormoni quali testosterone se è maschio o estrogeni, LH e FSH se è femmina. Si otterrà in entrambi i casi un incremento della prolattina ( per reazione comparativa della ghiandola ipofisi ) e, in alcuni casi ( oltre il 60% ) un aumento del TSH ( tiroide ) che però solo nel 20% ( di quel 60% ) diventa così alto da provocare ipotiroidismo patologico. Sapute queste cose…all’atto pratico…un gatto sterilizzato campa tranquillo e sereno quanto uno intero. Decidere se metterlo nella condizione sucitata o meno è scelta del proprietario e io, personalmente, non la giudico.
  3. Io non ho mai pensato né sostenuto che “gli animali siano meglio delle persone”. Io sostengo che siamo diversi e che bisogna rispettare TOTALMENTE la natura animale. Poi c’è il sottopensiero. Comparando la struttura della società umana e quella del branco animale, PERSONALMENTE, ritengo che i branchi siano meglio organizzati e funzionino meglio rispetto alla società umana. Naturalmente non sono trasposizionabili. Esempio pratico: nel branco di lupi ( prendo sempre loro come esempio perchè li amo e li conosco ma sostituite pure con coccodrilli, non cambia ) se un elemento sbaglia, gli altri gli saranno fedeli comunque e lo difenderanno comunque uccidendo chiunque si avvicini. E, inserito nel concetto di “animale” e “branco” questo è giusto. Assolutamente giusto. Noi non possiamo farlo: se io ho un amico assassino e lo difendo…sbaglio. Però…c’è da dire…che nel branco di lupi NON SUCCEDE MAI che qualcuno decida di non ottemperare alla regola e non difendere il lupo che ha sbagliato. Da noi, che qualcuno difenda un assassino andando contro la regola, c’è. Detto ciò: la società animale funziona meglio della nostra MA NON E’ COMPARABILE NE’ SOVRAPPONIBILE alla nostra. Altro esempio. La lupa ( o la siberian husky o la lupa cecoslovacca o la cagnolina spitz ) decide scientemente di non andare in calore se l’habitat non è favorevole. Noi non siamo così. Noi figliamo, nel mondo, anche quando non riusciamo a tirare a fine mese. Questo forse è giustificato dal fatto che noi proviamo piacere sessuale e gli animali no. O forse, in questo, siamo più scemi di loro. Questo io non ho la presunzione di saperlo però il dato obiettivo è questo. Per quanto riguarda invece le altre razze canine…figliano a cazzo pure loro, tale e quale a noi, ergo…
  4. E’ vero che molti disagi psicologici possono essere curati e controllati dal rapporto con gli animali domestici. Io stessa ( e non dovrei dirlo, non mi fa onore ) mi rendo conto che qualche volta utilizzo i miei cagnolini ( i piccoli, soprattutto ) per scaricare un po’ di desiderio materno. E mi parte il “amore della mamma cuccicù smack”. Snoopy di solito mi morde il naso e mi rimette al mio posto. Eros no. Eros ci sta. E questo è male, per entrambi. Certo…ora io non penso di avere un disagio psicologico…però succede questa cosa, a volte. Detto questo: vero che chi sostiene di relazionarsi meglio con un animale che con la gente ha, sicuramente, un problema relazionale. Personalmente, però…tenderei a trattare il discorso della pet therapy con un po’ di rispetto. Non voglio addentrarmi nel tecnico perchè questo non è il luogo e io, ripetto, oggi non c’ho voglia. Invito solo a riflettere sui conosciuti benefici che un non vedente può ottenere da un cane o che i disabili possono ottenere da lezioni di equitazione con cavalli addestrati alla docilità. Farei una piccola riflessione sugli anziani soli che trovano motivazione di alzarsi la mattina per nutrire il cagnolino o il gattino o sui senzatetto che superano molte nottate abbracciati ai loro cani. Penserei un attimo ai bambini in lungodegenza in alcuni difficili reparti ospedalieri e alla gioia di quell’ora alla settimana con i cani da pet therapy e anche ai ragazzi down che, grazie alla terapia con i cavalli, fanno sport ( per loro importantissimo per tenere sotto controllo i problemi metabolici ) e acuiscono equilibrio e coordinazione. Ricorderei per un attimo i cani da salvataggio che tante vite hanno salvato…sotto la neve, sotto la macerie, in acqua. Ricorderei anche, molto banalmente, che accarezzare un cane, un gatto, un criceto per almeno 20 minuti è in grado di far scendere la pressione arteriosa di 5/10 punti e questo è pure importante. Non ultimo: i cani che lavorano con le forze dell’ordine per ritrovare corpi e i cani che lavorano, attualmente, nei laboratori addestrativi per essere impiegati, a breve, al fianco dei diabetici per prevenire in tempo le crisi ipoglicemiche. ( basandosi sull’odore della pelle in caso di calo di zucchero ) Quindi ripeto, questo argomento lo tratterei con un certo rispetto e non lo dichiarerei “i cani aiutano gli psicolabili”. Vero è che gli estremisti, spesso, hanno qualche problema psicologico. Assolutamente sì.

Tanto dovevo. Tanti saluti. Scannatevi in serenità. Amen.