Dalla prima cancellatura del ’64 Emilio Isgrò a Venezia. Il pubblico nel ventre della balena

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Il pubblico in un grande libro modificato visualmente dall’artista. Ovvero il rafforzamento del segno e del linguaggio secondo la sua cancellatura, e come gesto di senso. Di ridondanze gravose.

Di Isgrò, l’artista siciliano noto per il concetto di cancellatura e di opere più rivoluzionarie e originali nell’ambito delle seconde Avanguardie degli anni Sessanta, se ne è parlato qui in occasione della censura della  copertina dell’album   IS THIS THE LIFE WE REALLY WANT? di Rogers Waters, palese plagio delle opere di Emilio .

E domani 12 settembre 2019 a Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, la Fondazione Giorgio Cini,   con la presenza dello stesso artista e del curatore Germano Celant, apre alla stampa la suggestiva antologica dedicata all’artista sino al 24 novembre con un’ ’ambientazione che trasforma in modo inedito gli spazi espositivi .

Una ricca esposizione che si dipana dalle prime cancellature di libri, datate 1964, e continua con le poesie visuali su tele emulsionate e le Storie rosse, per arrivare agli imponenti e articolati testi cancellati nei volumi storici de L’’Enciclopedia Treccani, 1970, fino a quelli etnici dei Codici ottomani, 2010.

Le sale dell’’ala Napoleonica della Fondazione, arricchite da pareti trasversali e diagonali, utilizzate per spezzare e modificare lo spazio quasi fossero linee su un foglio, funzioneranno infatti da supporti cartacei che veicoleranno un’’enorme e nuova operazione di cancellatura, condotta ancora una volta su materiale letterario, così da far entrare il pubblico in un grande libro, modificato visualmente dall’artista.

Sarà l’’opera cancellata di Moby Dick di Herman Melville a contenere  tutte le altre e chi entra alla mostra si lascerà accompagnare nel ventre della balena, ovvero il ventre del linguaggio mediatico che copre con il rumore il proprio reale e disperante silenzio”.

Ovvero il rafforzamento del segno e del linguaggio secondo la sua cancellatura, e come gesto di senso. Concetti e inclinazioni  mai astratti, ridondanze gravose come l’opera Cancellazione del debito pubblico per l’Università Luigi Bocconi; iniziatore delle “cancellature” di testi, applicate su enciclopedie, manoscritti, libri, mappe e anche su pellicole cinematografiche, Isgrò ha fatto di questa pratica il perno di tutta la sua ricerca. Celebre l’installazione de Il Cristo cancellatore del 1969 . Nel 2018 espone in Belgio alla MDZ Art Gallery, in una doppia personale che lo vede protagonista insieme a Christo.

In estate apre Lettere, mostra dialogo tra l’artista e Osvaldo Licini presso il Centro Studi Casa Museo Osvaldo Licini.

La mostra si avvale della presenza de Il Cristo cancellatore, 1968, installazione composta di 38 volumi cancellati; Carta geografica, 1970; Storico, libro cancellato del 1972; la monumentale carta geografica cancellata Weltanschauung, 2007; Poesia Volkswagen, 1964; la Storia rossa La corsa di Alma, 1969; e il Corpus Iustinianeum, cancellato in sei volumi, del 2018.

Con Sellerio pubblica Autocurriculum

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Dalla prima cancellatura del ’64 Emilio Isgrò a Venezia. Il pubblico nel ventre della balenaultima modifica: 2019-09-11T21:48:56+02:00da Dizzly

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1 Comment

  1. L’idea di camminare in un libro mi ha sempre affascinato. E.DOLET (Il caso).

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