Novembre 2018: Editors – THE BACK ROOM (2005)

The black room

 

Data di pubblicazione: 25 luglio 2005
Registrato a: Pierce Room, Olympic Studios (Londra), The Magic Garden (Wolverhampton), Chapel Studios (Lincolnshire), Mayfair Studios (New York)
Produttore: Jim Abbiss & Gavin Monaghan
Formazione: Tom Smith (voce, chitarra), Chris Urbanowicz (chitarra), Russell Leetch (basso), Edward Lay (batteria)

 

Tracklist

 

                        Lights
                        Munich
                        Blood
                        Fall
                        All sparks
                        Camera
                        Fingers in the factories
                        Bullets
                        Someone says
                        Open your arms                    
                        Distance

 

Suonano new wave
(Michael Stipe)

 

I primi anni 2000 hanno visto un revival piuttosto sostenuto delle vecchie sonorità care all’epoca della new wave, cercando di riflettere in un certo senso lo spirito del tempo. Ad una serie di artisti importanti ed affermati, si aggiungono gli inglesi Editors, che hanno cercato una via di accordo tra le velleità melodiche del pop raffinato dei Coldplay e le atmosfere ombrose e metropolitane degli Interpol. Come per gli Arcade Fire, anche la band capitanata da Tom Smith ha potuto godere dell’appoggio di tanti grandi colleghi eccellenti, e se per i primi la lista prevedeva la stima di David Bowie e degli U2, per la seconda c’erano i R.E.M., che li hanno voluti come gruppo spalla in quello che poi è stato il loro ultimo tour (a sostegno dell’album Accelerate).
Gli Editors non si propongono come portabandiera di un genere, ma cercano di riflettere nella loro musica le inquietudini di un’epoca lontana, attualizzandole nella loro storia, nel loro contesto. Ed in questo il loro album d’esordio, The back room (con una copertina che tanto fa pensare ai Bauhaus), si inserisce perfettamente nel solco tracciato da coloro che vogliono segnare il nuovo millennio con “nuovo rock”.
The back room è un disco onesto e pieno di belle canzoni, ma anche derivativo dalla scuola del grande rock del passato, soprattutto il post punk dei primi anni ’80, con tanto di riferimento agli U2 degli esordi (soprattutto nelle asprezze chitarristiche) e una propensione melodica cupa che richiama anche i Joy Division.
Il disco viene aperto dalla scintillante Lights, che fa subito pensare ai primi Cure nei ritmi chitarristici, e Tom Smith rievoca il fantasma di Ian Curtis nella sua personalità interpretativa. Proseguiamo con Munich, che tanto rievoca gli U2 di Boy e li proietta nella nuova epoca, anche per via di una linea melodica che fa pensare al Chris Martin ancora lontano dall’autoparodia in cui presto cadrà. In Blood si sente il sangue caldo del synth-pop dei primi anni ’80, ma anche alcuni evidenti richiami ai contemporanei Franz Ferdinand. Fall è una pausa riflessiva, che si sposta in territori più congeniali al noise di scuola Sonic Youth, senza dimenticare la cara propensione alla melodia. All sparks invece profuma di Joy Division periodo Closer, tanto che è facile accostarla ad A means to an end, mentre Camera si sviluppa su un tappeto sonoro più riflessivo e sospeso.
Fingers in the factories mette insieme tanto i Cure di Disintegration quanto i Franz Ferdinand del primo album, e si procede con una Bullets scoppiettante. Someone says ha un riff di chitarra figlio del The Edge periodo Boy, mentre in Open your arms ritornano i suoni fumosi del noise anni ’90. Il disco si chiude con la spumeggiante Distance.
Gli Editors si rivelarono quindi come un grande fenomeno, interessante e stimolante sul profilo pop. Il loro approccio alla musica, per nulla banale e scontato, è stata la cifra stilistica di tanti gruppi e artisti che hanno cercato di dire la loro in un panorama musicale molto grande. Hanno detto la loro, e l’hanno detta bene!

Novembre 2018: Editors – THE BACK ROOM (2005)ultima modifica: 2018-11-08T15:21:01+01:00da pierrovox

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