Luglio 2017: Primal Scream – SCREAMADELICA (1991)

Screamadelica

 

Data di pubblicazione: 23 settembre 1991
Registrato a: Glasgow
Produttori: Jimmy Miller, Hypnotone, Andrew Innes, Andrew Weatherall, The Orb, Hugo Nicolson
Formazione: Bobby Gillespie (voce), Andrew Innes (chitarre), Robert Young (chitarre), Andrew Weatherall (tastiere), Denise Johnson (cori)

 

Tracklist

 
                        Movin’ on up  
                        Slip inside this house
                        Don’t fight it, feel it  
                        Higher than the sun
                        Inner flight
                        Come together
                        Loaded
                        Damaged
                        I’m comin’ down
                        Higher than the sun (a dub symphony in two parts)
                        Shine like stars

 

 

 

“Sai che ti dico? Dietro una grande canzone c’è sempre una grande pillola”
(Bobby Gillespie)

 
“Un nuovo linguaggio è stato creato dentro questo disco”
(Steve Sutherland)

  
Non so se succeda spesso, ma capita di interrogarsi perché la musa ispiratrice in certi periodi della storia del pop e del rock sia più influente che in altri. Some days are better than others direbbero gli U2. Lo dissero nel 1993, mentre registravano Zooropa, e il pezzo che ne scaturì si riferiva proprio al fatto che ci sono periodi in cui l’ispirazione è qualcosa che arriva naturale e porta a incidere grandissime cose, in altri invece è molto difficile prendere spunto da qualcuno o qualcosa per poter scrivere un bel pezzo e incidere un bel disco.
Ecco, più o meno la stessa cosa viene da pensare quando ci si rende conto che esistono delle annate toccate dalla grazia, e una di questa è senz’altro il 1991, anno in cui furono pubblicati diversi album importanti, “seminali”, che parlavano con nuovi linguaggi, esprimevano nuove sensazioni e aprivano nuove strade. Uno di questi è senz’altro Screamadelica, frutto dell’indipendenza, del “socialismo”, della dipendenza dalle droghe e delle peripezie dei Primal Scream, indiscutibilmente una delle band contemporanee ancora rispettate e imprevedibili.
I Primal Scream vengono formati nei primi anni ’80 a Glasgow da Bobby Gillespie (che potrà già vantare un’esperienza fondamentale come batterista in Psychocandy dei Jesus & Mary Chain, senza dubbio uno dei dischi più influenti del rock alternativo anni ’80) e Jim Beattie, attingendo buona parte della loro forza espressiva al punk, ma non disprezzando affatto le contaminazioni e la fascinazioni sixties. Punti di riferimento essenziale per la loro arte gli Stooges gli MC5 e i Rolling Stones, ma senza disdegnare i Byrds o anche i Beach Boys. Fascinazioni che andranno a costellare le tracce del loro album d’esordio,Sonic flower groove, datato 1987, sottovalutato all’epoca della pubblicazione, ma che in qualche modo si allineava con quel filone pop tutto nuovo che veniva da “Madchester”, e che aveva come esponenti di tutto rispetto gli Stone Roses e gli Smiths.
Dopo il primo disco, Jim Beattie abbandona la band per dedicarsi ad un suo progetto personale, gli Spirea X, lasciando campo libero a Bobby che subito recluta in squadra Robert Young e Andrew Innes. Quest’ultimo in particolare si rivelerà una delle menti artistiche più influenti all’interno del gruppo negli anni a venire. E dopo la pubblicazione del secondo e omonimo disco, ecco che arriva la vera e propria “rivoluzione”. E così mentre i My Bloody Valentine a colpi di “shoegaze” distruggono e ricostruiscono l’acid-rock, i Primal Scream approcciano definitivamente la psichedelia come genere di riferimento, optando però per la contaminazione pura. Fulcro di tutto sarà Loaded, nata da un esperimento del giovane produttore Andrew Weatherall, il quale prende I’m losing more than I’ll ever have del loro secondo disco, vi campiona parte di un bootleg di italian dance, e vi sparge sopra la voce di Peter Fonda dal film The wild angels di Roger Corman. È l’inizio di qualcosa di totalmente nuovo, e Screamadelica, anticipato ancora dal trip-gospel di Come together, ne sarà la testimonianza più affascinante.
È difficile dire quale anima abbia il terzo disco dei Primal Scream, poiché spazia dal soul alla dance, dal rock psichedelico all’elettronica, incrociando la rave-culture e divenendo senza alcun dubbio uno dei manifesti indiscussi della musica moderna. Pace, amore, fratellanza e consumo delle droghe, formano un quadro che all’epoca fece fuoco e fiamme, e che ancora oggi si prende come metro di paragone per spiegare come il rock e la musica dance possano amoreggiare in un lisergico amplesso.
Movin’ on up apre le danze cozzando tra acid rock e acid house, ammiccando tanto al gospel quanto al pop, e sembra imporsi come inno di un’umanità che nella musica scopre la propria anima, mentre la rilettura di Slip inside this house dei 13th Floor Elevators fluttua in divagazioni lisergiche. Don’t fight it, feel it, cantata da Denise Johnson, ha velleità danzerecce, disquisendo di dub ed elettronica con molta disinvoltura. Higher than the sun nel suo andamento sinuoso, si rivela come la cosa più psichedelica e narcotica che i Nostri abbiano mai inciso, mentre Inner flight prende in prestito un sampler da The great pretender di Brian Eno. Damaged invece è una bellissima ballata soul che si pone quasi in contrasto col resto del disco, e I’m comin’ down si addentra in alcune zone d’ombra piuttosto marcate. C’è ancora spazio per una seconda versione di Higher than the sun, detta “a dub symphony in two parts”, che ospita il genio di Jah Wobble, e chiude il disco il carillon drogato e dissonante di Shine like stars.
Screamadelica ebbe il gran merito di abbattere barriere forse ben più grandi del Muro di Berlino, ovvero quelle dei compartimenti stagni di rock e dance, ibridandoli in un disco di rara bellezza. Il resto della produzione dei Primal Scream, zigzagando tra acidi, blues, collassi e grandissimi dischi (da citare in questa sede almeno il complesso e claustrofobico XTRMNTR), emana ancora calore malvagio e insana passione, ma tornando al dilemma con cui abbiamo aperto questa recensione, è bello sapere che tra Nevermind, Blue lines, Achtung baby, Out of time, Loveless, Ten… ci sia Screamadelica, suggellando una delle annate irripetibili dell’intera storia del rock, coniando non solo nuovi linguaggi sonori, ma esprimendo per le generazioni a venire qualcosa che possa coinvolgere chiunque, appartenere a chiunque, essere chiunque…

I Primal Scream sono uno di quei gruppi che si è sempre posto come obiettivo primario l’avventura; per loro la ricerca è più importante della carriera. E continuano ad andare avanti, continuano a rialzarsi, continuano a tornare

(Ed Ball)

Luglio 2017: Primal Scream – SCREAMADELICA (1991)ultima modifica: 2017-07-22T10:59:19+02:00da pierrovox

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