DUETTO

Dopo un’anno s’incontrarono di nuovo.Lui, per la prima volta dopo tanto tempo chiede di rivederla, e non solo per guardarla, com’è già successo, magari per un momento anche da lontano,in quella contemplazione lasciva e sognante nella quale è abituata a cadere ipnotizzata, come se lui riuscisse con lo sguardo a tesserle intorno una ragnatela di desiderio, ma non per suggerirle quanto la vuole, piuttosto per ribadire che lei, piccolo insetto stretto nelle maglie del suo dominio, gli appartiene per sempre.
Questa volta la stà portando a casa sua, la famiglia è in vacanza, è estate. Ma lei ha freddo, trema. La desidera ancora dopo quello che è accaduto? Vuole tornare con lei? guarda la sua mano quadrata, la mano di un uomo, pensa mentre l’amante stringe il cambio e ingrana le marce con quell’aria viziata da eterno ragazzo in Duetto. Chiude gli occhi.S’imbozzola negli odori familiari, nel suo profumo di muschio e patchouli, ed anche se non l’ha baciata ha già in bocca il gusto della sua saliva speziata che sa di fumo e promesse mancate, ma forse mai fatte.
Non sa perchè è così spaventata: non si aspetta piu’ niente da lui, cosa potrebbe farle ormai?Cosa che non sia già accaduto?
Sono nel suo appartamento adesso, c’è stata una sola volta, tanto tempo fa, una vita prima.Essere lì non le era piaciuto allora e non le piace adesso: si sente una presenza blasfema, un’ intrusa che presto sarà scoperta e scacciata da quel luogo sacro.
Ma non è neppure questo sentimento di inopportunità che la rende inquieta; no, l’asssale l’angoscia di un presentimento mentre lui chiude la porta alle loro spalle ed è già su di lei. Sta succedendo tutto troppo in fretta. Chiude di nuovo gli occhi. Immagina di trovarsi in quel sogno di fusione perfetta che sono stati i loro amplessi e spalancarsi a lui, e non sapere piu’ chi è l’uno e chi è l’altra, nè dove sono l’uno e l’altra: gambe e braccia, bocca e sesso, sudore saliva mani, e lo desidera ancora come sempre mentre le sue gambe cedono e il suo sesso è arreso. E intanto che lui la bacia e la fruga come un musicista che attenda solo la risposta docile del suo strumento alla propria volontà di esecuzione, un pudore sconosciuto l’assale, così che le fa male quando i vestiti cominciano a cadere sul pavimento, e continua a trattenere all’impazienza di lui almeno qualcosa che la copra, un’indumento, anche piccolo, che non la lasci inerme davanti al suo sguardo che non smette di osservarla. Perchè c’è sempre stato qualcosa di freddo in lei, come un terzo occhio paranoico o una superiore volontà di controllo, anche quando poteva apparire solo un corpo grato abbandonato tra le sue braccia.
Cadono a terra. Lui la trascina giu’ e la apre cercandola con una furia che non gli appartiene, e lei lo lascia fare, ma avverte che qualcosa dentro di lei sta accadendo, rallenta i suoi movimenti inizia un esitazione che preannuncia la resa. Continua a baciarlo ma intanto sta scostando i suoi fianchi, gli cade di lato, e gli sussurra: “Non posso”. Si scusa con un sorriso affranto:”Non credo che potrò mai piu'”.
Aveva smesso di volerlo. In tutto questo tempo deve aver continuato a sognarlo come il suo uomo perfetto e irragiungibile, le sue mani che le tenevano i fianchi, il suo sorriso appena accennato che si trasformava in un sole caldo in pieno autunno, e quei suoi occhi dallo specchio del bar…era ora il risarcimento di un tempo già vissuto….
Ora chiude gli occhi. Vuol tornare al suo sogno.sogno

E se il mare potesse portare via i miei pensieri ,
sono certa il vento me li restituirebbe per correttezza dicendomi sono tuoi…
non mi lascerebbe senza di loro neanche un istante……
se potessi farei una buca qui in riva al mare…
e ce li nasconderei dentro, in fondo in fondo….
sperando forse che all’arrivo della prima onda coprendola li dissolvesse mischiandoli con la sua schiuma soffice…
potrei aprire la mano che li tiene stretti e con un soffio leggero 
vederli volare via
ma la mano non vuole lasciare andare nulla
e stringe forte per non perderli
ma poi mi chiedo come potrei vivere io….
senza pensare….
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L’aveva incontrato, la prima volta casualmente

e casualmente gli aveva rivolto la parola

incuriosita l’aveva cercato di nuovo

La faceva sentire sicura di se

andava a dormire piena di lui

delle sue parole

Era riuscito a tirar fuori da lei molto

quello che non sapeva di avere

quello che non riusciva a esternare

Gli aveva dato la fantasia

quella che teneva nascosta

L’aveva messa nel suo sguardo

Ora sogna

Le aveva fatto ascoltare

la musica del suo cuore

Ora sente

Aveva trovato la serenita’

quella sconosciuta

e ne ha riempito il suo sorriso

Ora ride

Aveva preso l’energia che fluiva da lei

e l’aveva distribuita nei suoi muscoli

ora fa salti lunghissimi

Poi e’ andato in fondo

dove non aveva permesso a nessuno di andare

La’ dove e’ impossibile capire

La’ dove poi e’ difficile uscire

Dove basta poco per soffrire

E solo il tempo puo’ ricostruire

Ha tirato un filo

il nodo si e’ sciolto

Ora è felice

HO MOLTE CICATRICI, MA PORTO CON ME ANCHE IL RICORDO DI MOMENTI CHE NON SAREBBERO MAI ACCADUTI, SE IO NON AVESSI OSATO SPINGERMI AL DI LA DEI LIMITI

 

Ero sola ed avevo deciso di passare
così quella serata
entro non sò neanche perchè
avevo deciso di non farlo
volevo sentirmi sola completamente
i miei occhi vengono colpiti da quella
frase forse buttata lì senza neanche
pensarci dall’autore del libro
incuriosita
la leggo e cerco di comprendere il perchè
di tanta curiosità
un nome sconosciuto
continuo ad osservare
e sempre piu’ curiosa
giro il libro
e guardo la copertina
penso…simpatico…
simpatico…già
le mie mani continuano a sfogliare
avide di scoprire dell’altro
andando avanti
un autore a me noto da pochissime ore….
ma lì da tempo…penso che coincidenza…
sfoglio ancora..
fin quando trovo quella foto…
di cui io avevo un quadro da anni…
l’avevo scelto e amato nel momento
stesso in cui ci avevo poggiato lo sguardo…
Continuo a sfogliare questo libro
e leggere quello che è scritto
ma soprattutto quello che trapela da
ciò che leggo 

e quello che mi provoca…..
sono un pò spaventata da tutto questo
ma continuo…leggo…aspetto con ansia
di poter continuare a leggere dell’altro
….. sento..mi ascolto…
mi ci infilo dentro….
tutto da una casualità….
e pensare che volevo stare sola….

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per te

Un giorno scriverò di te,
di te che non leggerai mai
delle ferite tante
dei segni lasciati nel cuore
dell’anima sgualcita dalle tue parole
dei sogni gettati via
mentre erano ancora stretti tra le mie braccia
cullati come un bimbo indifeso
Scriverò di te
che non sei stato bambino
ne adolescente, ma uomo sbandato
lasciato cadere nel burrone
e in quel burrone hai trovato casa e immaginato una famiglia
Scriverò delle tue paure
che hai imparato a nascondere
con l’immagine che ti sei costruito
con gli occhi che da duro hai stretto forte
per non vedere il dolore e il male intorno
Scriverò dell’Amore che hai sempre fuggito
per non aggrappartici e farti male
hai preferito infierire ogni ferita che avevi e fartene ancora
pur di non sentirne di nuove …..
dove vedevi da lontano la possibile felicità.
Scriverò di te
te che i tuoi occhi hanno visto tutto il cattivo e il brutto di questo mondo
te che da questo mondo hai pensato di andartene
te che sei diventato improvvisamente padre
quando ancora il bambino che avevi dentro chiedeva di essere coccolato.
Scriverò di tutte le coccole che io avevo in serbo per te
quando ancora non sapevamo coccolarci da soli
e non comprendevamo
cosa era quella tanta, paura di Amarci.

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Tolgo la mia anima
tengo il mio corpo
divido ogni cosa
il bello e il brutto
cercherò di uscire con il sole
e non con la pioggia
andrò al mare
e non piu’ al lago
frenerò l’istinto e la passione
e manderò avanti la testa e la ragione
toglierò i miei tacchi alti
e scenderò giu’ un pò piu’ in basso
quel tanto per provare a guardare con altri occhi
lì terrò socchiusi
e non piu’ splendidi ed attenti come ora
nasconderò il mio seno
con grandi maglioni
toglierò il rosso brillante dai miei capelli
cambierò anche il mio segno zodiacale
inizierò ad ascoltare un’altra musica
a leggere altri libri
ad amare meno
si insomma
non sarò piu’ Cristina
e forse sarà meglio

ALICE

alice-small
Oggi è così
L’Amore pretende l’espressione.
Non può stare zitto, non sarà buono, e invisibile…non rimarrà muto, no no…
Irromperà diretto con una nota acuta che spezzerà il bicchiere e ne farà versare il contenuto.
Non è un conservatore
l’amore è ribelle
E’ un cacciatore armato e del suo gioco noi siamo la preda.
Maledetto gioco.
Come si puo’ essere preda con delle regole che cambiano continuamente
…cambierò nome,
mi chiamerò Alice mi è sempre piaciuto questo nome e bevendo dalla bottiglia magica entrerò diventando piccola piccola nel paese delle meraviglie
Nel Paese delle meraviglie dove tutti barano, e l’amore è il Paese delle meraviglie, giusto?
L’amore fa girare il mondo,
dicono,
ci fa girare la testa non ci fa riflettere e agiamo d’impulso e vorremmo che gli altri facessero come noi…ma io farò di tutto per distogliere lo sguardo,
perchè l’amore o quello che sia non si accorga di me.
Voglio un altra versione, il linguaggio sdolcinato i gesti insignificanti…tutto ciò che non mi piace,
tutto per allontanarmi da te per non legarmi a te…..
terrò le braccia aperte non per aspettare un tuo abbraccio perchè di quel semplice abbraccio di saluto già avuto, ne ho avuto timore,
terrò le braccia aperte per stare in equilibrio…
per non cadere, camminando mentre continuerò la mia vita.
Come saremo felici ognuno per la sua strada
Come saranno tutti felici, il cappellaio matto , il bianconiglio…..
tutti.

…..il piano-forte…

Certe volte vorrei essere un
…pianoforte
avere tutti quei tasti
forse potrei toccare provando quello giusto…
forse troverei quello dal suono piu’ dolce
proverei chiudendo gli occhi un altro tasto  così a caso
rimanendo sorpresa
dalla nota
che inaspettatamente
mi renderebbe felice
ma forse,
guardando la tastiera
vorrei un tasto nuovo
da carezzare
quando il mio
antico s’è guastato
ma mi conosco
sò che suonerei
sempre
sul tasto malato 

Boscolo