Il bambino non dorme,
ha la boccuccia schiusa in un sorriso
e l’Angelo gli chiude gli occhi
e gli mette una rosa
fra le manine giunte.
Nella stanza buia
la donna veglia il proprio dolore
e preme i pugni chiusi
contro il grembo vuoto.
Il suo pianto silenzioso
arriva fino all’Angelo
e gli tocca il cuore
con dita ad artiglio.
L’Angelo la osserva pensoso
poi ha un sospiro
che gli allarga le ali.
Così attraversa tutta la notte
per potersi curvare
sulla sua solitudine
e soffiarle sul viso
un alito di conforto.
È per quel volo che abbandona
il piccolo corpo
al suo sogno di luce.
Ma il bambino non se ne accorge.
Soltanto la rosa ha un brivido
e illividisce i suoi petali
fra le piccole dita intrecciate.
Lucia Intartaglia
L’angelo consolatoreultima modifica: 2019-08-02T10:56:19+02:00da