18\03\2019

Viviamo sciolti nel presente rinunciando a qualsiasi velleità di costruire o decostruire se stessi demolendo,deliberatamente,l’idea di costruire qualcosa nella propria vita,per la propria vita.C’è una fanatica attrazione per il cupio dissolvi,ognuno è inchiodato ai parametri di una realtà casuale,non scelta, si approda così all’idea che alla base di tutto vi sia il caos orrendo e primigenio; coloro che non formulano questa idea sono preda delle illusioni:ogni struttura d’ordine è uno stratagemma ,una costruzione artificiale prodotta dall’animale uomo cui è necessario credere in qualcosa per vivere:ogni progetto di dare senso al mondo manifesta la sua irreducibile arbitrarietà.Sofferenza e morte restano non riscattate da alcuna remunerazione metafisica ,nasce così un senso di pietà per la vita,pietà che trova le sue radici nel comune destino di degradazione di tutte le cose;ne scaturisce una mancanza di rispetto per la vita  considerata una molto triste buffoneria ,risultato di fragili costruzioni illusorie:chi non si inganna non prova piacere per la vita ,ma la feroce irrisione del destino condanna l’uomo all’inganno.L’eroica discesa nel baratro dei conflitti dell’esistenza provoca l’acuta consapevolezza del dolore di vivere.Siamo ragni di una razza più nobile a cui serve un piccolo mondo per vivere,unideale,un sentimento,un’abitudine,senza tutto questo è impossibile vivere,senza tutto questo non rimane che voltare le spalle alla vita.C’è un’esigenza imprescindibile :liberare l’individuo dalle trappole della vita,risarcirlo del suo essere obbligato a vivere nel mondo,isolarlo dalla monotona successione di attimi opachi mettendolo di fronte alla vita nella sua totalità;tutto ciò si ottiene considerando la norma come ciò che è straordinario,centrale ciò che è marginale.Avanzare nella vita con la sicurezza del sonnanbulo,seguire la vove che vibra nella cavità della coscienza così si realizzano possibilità ritenute remote,desideri emarginati si spostano verso il centro proprio mentre la nostra vita abituale retrocede verso la sua periferia.L’ad-ventura,cioè il muoversi verso le cose future,è contenuta nel presente,nel fulmineo trascorrere delle esperienze e ciò che si dimostra estraneo è già in noi,anzi è noi,così si elimina l’esser pe sè dell’io e il ripiegarsi egoistico della volontà di vivere su se stessa.L’essenziale si annida nell’inessenziale così che il centro dei nostri interessi gravita nelle periferie della vita consueta.L’unico appagamento si incontra solo nell’ulteriorità che siamo ,nelle esperienze laterali,nelle possibilità insature che ci vengono incontro senza nessun ordine.Si aprono impreviste finestre di senso ritagliate nella realtà,ogni illusione diventa più vera di tutta la realtà che ci circonda ,illusioni che ci appaiono come meta di aspirazioni inestirpabili,estirpando così la sensazione di essere esiliati in questo mondo finendo per amare la via senza la meta e la meta senza la via.

18\03\2019ultima modifica: 2019-03-18T16:41:02+01:00da domeniconipaolo