Valute emergenti, lunedì opaco per quelle latino-americane

A parte qualche eccezione, l’inizio di settimana non è stato ricco di soddisfazioni per la valute emergenti, in special modo quelle latino americane.

Valute emergenti latinoamericane

La maggior parte infatti si è indebolita contro un dollaro che eppure a sua volta era stato più debole. Se prendiamo una delle migliori piattaforme forex online italiane ed esaminiamo l’andamento delle valute emergenti latinoamericane, vediamo che il peso del Messico e il Real Brasiliano sono entrambi calati dello 0,3%, mentre la valuta cilena ha registrato il suo nono giorno di declino sugli ultimi dieci, a causa del fatto che i prezzi del rame – principale esportazione del Cile, sono calati. I prezzi volatili del petrolio hanno invece pesato sulla Colombia e la sua valuta, dal momento che il paese è un esportatore netto di greggio.

Il peso argentino

In questo quadro negativo per le valute emergenti, fanno eccezione il peso argentino e il Sol peruviano. Il peso è infatti aumentato del 3,7%, e ha registrato il suo maggiore guadagno infragiornaliero dall’inizio di ottobre, dopo che la banca centrale ha detto che attenuerà i limiti dei suoi interventi sul mercato dei cambi. Questo evidenzia la disponibilità della Banca centrale a vendere riserve per controllare meglio la volatilità della valuta. In precedenza questo non era consentito dall’accordo di finanziamento di 56 miliardi di dollari con il Fondo Monetario Internazionale. Ricordiamo che la valuta argentina ha perso metà del suo valore rispetto al dollaro l’anno scorso. Il Sol peruviano invece è salito e ha avuto il suo miglior giorno in due mesi.

Annotazione: prima di fare investimenti sulle valute, è buona cosa studiare i concetti relativi al trading. Ad esempio cosa sono (come calcolare) supporti e resistenze trading.

Le previsioni di Morgan Stanley

Secondo gli analisti di Morgan Stanley, il punto di vista riguardo alle valute emergenti è diventato neutrale (dal precedente orientamento al rialzo). Il motivo di questo arretramento è che nonostante una FED più colomba e una stabilizzazione in Cina, i mercati emergenti non sono cresciuti e nuovi rischi sono all’orizzonte. In special modo il riferimento è al commercio tra Europa e Stati Uniti, all’aumento dei prezzi del petrolio che danneggiano gli importatori di greggio.