Cda del Teatro di Roma blindato, è tregua tra i soci

Dentro il teatro Argentina la riunione del Consiglio di amministrazione del Teatro di Roma, la prima dopo giorni di scontro sulla governance. Fuori, attori, registi e maestranze del mondo della cultura che chiedono di entrare, tenuti a distanza da un cordone di polizia, col presidente Francesco Siciliano che fa iniziare la riunione in ritardo per uscire a confrontarsi con loro. Scene dall’istituzione culturale della Capitale che da giorni fa discutere la politica e il mondo dello spettacolo.
    Scintilla, la nomina a direttore generale di Luca De Fusco da parte dell’ala destra del Cda e la reazione dell’ala sinistra guidata dal sindaco Roberto Gualtieri, che ha visto il Campidoglio scavalcato. Poi l’accordo tra le istituzioni: i direttori saranno due, uno ‘artistico’ l’altro ‘manageriale’.
    Per il presidente del Teatro Francesco Siciliano non si tratta di una mediazione al ribasso, ma anzi la rivendica come “la scelta della forma migliore per la gestione e la vita di un organismo complesso come è il Teatro di Roma”. E ringrazia tutti quelli che l’hanno resa possibile: Comune, Regione, ministero.
    A complicare il quadro però è arrivato il forfait di Ninni Cutaia, già candidato in pectore per la poltrona di dg. Posto al momento formalmente occupato da De Fusco (ha firmato un contratto) che però non ha le deleghe, che sono tutte ancora in mano al presidente Siciliano. Nel futuro assetto dovrebbe avere le competenze artistiche, lasciando quelle organizzative a un nome che al momento non c’è. Anche Paola Macchi, dirigente ai Due Mondi di Spoleto – era uno dei nomi ricorrenti nei boatos – si sarebbe sfilata.
    Prima dei nomi, però, bisogna capire il quadro in cui muoversi. Per la governance duale servirà un cambio di statuto e l’iter prevede prima l’Assemblea dei soci, che al momento sono solo Comune e Regione: già a partire da domani Siciliano potrà convocarla quando le parti glielo chiederanno. A questo punto le vie si biforcano: alla Regione per la modifica dello statuto basterà un atto di giunta, mentre il Comune dovrà fare un doppio passaggio giunta-assemblea. Solo consolidata la cornice normativa si potrà procedere a riempire le caselle dei dirigenti. E sarà da capire se si andrà a pescare tra le 42 risposte alla precedente manifestazione di interesse arrivate in Teatro oppure se ce ne sarà una nuova, e il vaglio ricomincerà da capo.
    Oggi intanto il Cda, a cui era presente anche De Fusco, ha affrontato alcuni aspetti più tecnici ma non meno fondamentali per la vita di una istituzione che gestisce, oltre all’Argentina, anche l’India e il Torlonia (e in futuro il Valle), a partire dall’approvazione del bilancio. Una riunione che però si è svolta sotto l’assedio di molti operatori del settore, molto critici rispetto alle politiche culturali pubbliche. Dopo essersi riuniti in assemblea ieri sera all’Altraeconomia – c’era anche lo stesso Siciliano – si sono dati appuntamento oggi pomeriggio ai piedi dell’Argentina. E hanno trovato un cordone di agenti: “La polizia davanti al Teatro di Roma che si protegge dalla sua città e dai suoi artisti” ha scritto sui social lo scrittore Christian Raimo, animatore della protesta.
    Siciliano, con loro, avrebbe difeso il merito dell’accordo.
    Lo farà anche a fine Cda: “La riunione di oggi e l’approvazione del bilancio – ha commentato – mettono fine a una fase aspra: abbiamo superato un momento difficile, in cui le lacerazioni sembravano aver avuto il sopravvento. Il mio compito è ora garantire il completamento di questo percorso e insieme di assicurare il migliore svolgimento del lavoro del Teatro al servizio di Roma e dei cittadini. Sono convinto che, a regime il Teatro di Roma riuscirà ad assicurare una gestione equilibrata e positiva”.
   

Cda del Teatro di Roma blindato, è tregua tra i sociultima modifica: 2024-01-31T08:29:35+01:00da newsconulana

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