Droga, mafia e geopolitica, l’inconfessabile intreccio deviato

Per molti la droga è una piaga sociale, un esteso business illegale, al massimo una fonte di reddito della criminalità organizzata. I danni della droga, in fin dei conti, nell’immaginario collettivo più comune, riguardano i tossicodipendenti. Ora però un libro-inchiesta di Marco Birolini, cronista di Avvenire e Premio Vergani 2022, partendo da documenti desegretati, incontri con ex magistrati, agenti dei servizi di sicurezza e cablo internazionali, ne svela il retroscena inconfessabile: l’intreccio tra droga, mafia, armi e geopolitica.
    ‘Stato Canaglia – Droga, armi, operazioni clandestine: gli affari sporchi dei servizi segreti italiani e stranieri” (Ponte alle Grazie) si concentra sul secondo livello, che si intreccia con molte altre realtà, anche istituzionali. Emergono così le storie “di una base nevralgica delle operazioni ‘coperte’ italiane e Cia, il ‘Centro Scorpione’, un crocevia per armi e droga a Trapani, le indagini meno note di Giovanni Falcone, i retroscena dei casi Rostagno e Alpi, le politiche pro talebani e narcos degli Usa”.
    “In questo lavoro frutto di anni – spiega Birolini – ho provato a fare un po’ di luce su avvenimenti rimasti nascosti nella penombra della storia italiana. La speranza è di aver portato un contributo allo stantio dibattito sul narcotraffico, troppo spesso declassato a mero fenomeno criminale. Per comprenderne a fondo il suo impatto sociale, invece, non si può più prescindere dalle sue implicazioni geopolitiche e macroeconomiche”.
   

Droga, mafia e geopolitica, l’inconfessabile intreccio deviatoultima modifica: 2023-11-18T11:37:28+01:00da newsconulana

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.