Yannick, quando lo spettatore mette mano alla pistola

(di Francesco Gallo) Nessuno considera troppo i diritti dello spettatore che può ritrovarsi ostaggio di un cattivo spettacolo per cui ha anche pagato un biglietto. Una tragica e affatto rara eventualità che non è però sfuggita a quel genio di Quentin Dupieux (alias Mr. Oizo) che ce la racconta in Yannick – La rivincita dello spettatore in sala da oggi, 18 gennaio, con I Wonder Pictures.
    Presentato in anteprima mondiale al 76esimo Locarno Film Festival, dove ha ricevuto il Premio Europa Cinemas Label come Miglior film europeo, e poi passato al 41esimo Torino Film Festival, Yannick ci porta dentro un teatro parigino, dove va in scena una mediocre pièce intitolata Le Cocu (Il cornuto). In scena solo tre attori: una donna, Sophie Denis (Blanche Gardine), e due uomini Paul Riviere (Pio Marmaï) e William Keller (Sébastien Chassagne) che se la contendono dialetticamente dentro una cucina dimessa.
    A un certo punto tra i pochi spettatori che assistono a questa piece se ne alza uno, Yannick (Raphaël Quenard ), un guardiano notturno trentenne visibilmente confuso. Sarà lui a fermare lo rappresentazione al grido: “Lo spettacolo non è affatto divertente! Ho pagato il biglietto per sentirmi bene e voi state ingigantendo i miei problemi”.
    Da lui poi il minuzioso racconto di come abbia fatto di tutto per poter assistere a quello spettacolo e la successiva delusione per la qualità dello stesso.
    E poi ancora con un vero colpo di scena teatrale e molta follia, Yannick prende il controllo del teatro, anche grazie a una pistola, ridicolizza gli attori e poi, davanti a un pubblico ormai suo ostaggio, si misura nella scrittura di un’opera teatrale da rappresentare al momento ai tre interpreti terrorizzati.
    Scritto, diretto e montato dallo stesso regista dallo stile spiazzante e grottesco, il film è stato definito da Dupiex (Due uomini e una mosca e Daaaaaaali!) così: “Il 99% dei film è noioso. Questo non lo è”.
    E ancora il regista, musicista e produttore discografico: “Volevo fare un’opera al di fuori dai soliti schemi, tornare ai miei primi amori, cioè al film impossibile. Ho sempre dentro di me questa cosa che brucia, il sapore di un film che non dovrebbe esistere. Yannick è come un’uscita di strada nella mia filmografia”.
   

Yannick, quando lo spettatore mette mano alla pistolaultima modifica: 2024-01-18T14:11:35+01:00da newsconulana

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