Volatività, questa sconosciuta

Chi si avventura da solo sui mercati finanziari per provare a compiere delle operazioni in proprio, deve necessariamente fare i conti con la volatilità. Ma chi è questa “sconosciuta”? Nella sua definizione più precisa per volatilità si fa riferimento ad uno dei concetti fondamentali delle scienze statistiche. Ipotizziamo, per fare un esempio, che un dato investimento negli ultimi 5 anni abbia prodotto un guadagno medio annuo del 5%. Questo dato, preso a sé stante, non ha quasi nessuna importanza, perché oltre a nascondere i reali risultati ottenuti, lascia irrisolto un dubbio ancor più importante: quanto lontani da quel 5% sono stati rispettivamente il risultato annuo migliore e quello peggiore? Dare risposta è il fulcro di tutto il discorso, per capire proprio il comportamento di questo investimento preso ad esempio. Se scoprissimo che il risultato peggiore è stato del -10% e quello migliore del +20%, ci troveremmo di fronte ad uno strumento finanziario da maneggiare con estrema cautela. Nello scenario meno favorevole il rischio di esposizioni importanti è molto alto. Ma compensiamo l’amara pillola con il fatto che vi sono stati anni in cui abbiamo ricavato un poderoso 20%. Tutto questo si traduce nella parola VOLATILITA’.

A definire meglio il tutto finora esposto non possiamo fare a meno di menzionare un altro dato molto importante: la deviazione standard. Il fondamento scientifico alla base dell’utilizzo di questo indicatore è quello della distribuzione nel tempo dei rendimenti finanziari, con un occhio attento a quelli azionari. Il tutto a mezzo di una curva a campana detta Curva di Gauss (https://it.wikipedia.org/wiki/Distribuzione_normale). #mercatifinanziari #wallstreetjungla #simpletrading