Ancora su Mara

Il disegno di Laliberte poteva essere presagio su una scena futura, ma io non potevo immaginarlo…
Ora che da giorni ormai sono partito, lontano dai binari di Milano, allora ripenso su quanto accaduto.

Ripenso a quell’ultima scena veduta: il buio dell’ora solare, le lancette che segnano le nove e la pioggia battente.
Il mio indugio al riparo del porticato della stazione ed il vederla in attesa della ripartenza del treno appena fermatosi al nostro comune arrivo. Il suo allontanamento nello svincolo di un sovrappasso prudente, oltre i binari, verso il vecchio passaggio dismesso che porta in via Antonio Gramsci.
L’ombrello spiegato ed i suoi passi incerti tra una pozza d’acqua ed uno snodo di metallo.

Avrei voluto seguirla, avrei dovuto seguirla?

Il desiderio di riuscire a trovare un punto, un percorso comune, uno spunto di recapito per una lettera.
Un foglio di carta scritto, un pensiero tra un viaggio, tra un ritardo, tra uno scambio di rotaie ed una coincidenza… una coincidenza di incroci tra treni…
…e sguardi… tra noi.

Mara

Ancora su Maraultima modifica: 2017-07-03T08:12:07+02:00da RiccardoPenna
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3 pensieri su “Ancora su Mara

  1. Ho appena letto alcune pagine del tuo diario…. sono colpita dall’espressione : “Avrei voluto seguirla, avrei dovuto seguirla?” la percepisco come qualcosa di sospeso in perfetto equilibrio tra un desiderio e un rimpianto.

    Suggestive le tue foto con tema ricorrente “ripresa di spalle”… come un allontanarsi .
    Symphony

    • Forse e’ proprio quel sensazione ‘sospesa’, di incertezza come dici tu… oppure di non chiarezza dell’epilogo di ogni storia… è proprio questo che caratterizza ogni racconto tra queste pagine.

      Proprio perchè l’idea dell’istantanea è quella di un ‘momento’ che non è sempre caratterizzato dal prima o dal dopo, ma da quell’istante.

      Vivere e ricordare un attimo senza mai pensare a cosa era… o a cosa sarà…

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