Green House Hotel

Ancora una volta ti ritrovo di fronte, non è un incrocio andante come tanti altri, non stai attraversando sulle strisce pedonali. Davanti a me, si ripresenta un’insegna dopo venti anni; Green House Hotel.

Non mi sono mai documentato in che parte di Milano si localizzasse, eccolo… è li, ci capito per caso andando in tutt’altra direzione. Mi ritornano in mente quei tre giorni. C’erano scie lucenti di automobili dietro gli alberi. Ricordo che poggiavo i gomiti sulla ringhiera di ferro, poco piegato, passavo una mano sul viso stanco, dopo ore che facevamo l’amore. Ricordo le scarpe slacciate, i pantaloni neri con la cinta allentata. Ricordo le ombre dei tuoi movimenti su di me… quanto mi hai amato, quanto ti ho amata.

Ricordo che avevi tolto le lenti e che per la prima volta ti vedevo portare gli occhiali. Ricordo il ciondolo che mi avevi regalato… non ti ho mai raccontato che me lo rubò una sconosciuta in un locale a Roma; si abbracciò con insistenza a me, la musica era alta ed io ero ubriaco. Mi penetrò con le mani sul collo parlandomi in un orecchio. Che stupido, me ne accorsi il giorno dopo facendo la doccia. Ti ho invece detto che era caduto nel sifone del lavandino… e ho mentito…

mentito stupidamente.

Green House Hotelultima modifica: 2017-09-17T08:52:46+02:00da RiccardoPenna
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