dove non avevamo mai guardato ( forse)

finalmente l’altro giorno mi sono imbattuto in un articolo particolarmente interessante che ha attirato la mia attenzione e che puntualmente riporto qui,rispettando quelle parole e riservandomi di commentarlo solo alla fine..

” era stata all’inferno e  ne era uscita :Convenzioni,inibizioni,convenienze,ipocrisie : erano tutte cose che aveva visto bruciare tra le fiamme del manicomio. Per usare una locuzione scientifica : se ne fotteva di tutte le regole.

Marcello Marchesi diceva : volete un grande amore? fatevelo da soli

…lei si portò in casa un clochard e lo fece diventare il suo amore …

Alda Merini era una grande provocatrice ,irregolare,dispettosa,trasgressiva,capace di ironie fulminanti e politicamente scorrette . Forse per questo piace tanto ai giovani..”

ovviamente l’articolo continua..io ho voluto estrapolare quanto di pittoresco ,anticonformista e geniale questa descrizione riesce a fare emergere,opponendosi nei fatti,al comune buon senso di questo nostro mondo borghese che tutto allinea ed appiattisce,in un grigiore senza fine..

fascino indicibile di chi vede il mondo in maniera molto diversa dal consueto e riesce a raccontarlo in modo altrettanto originale ed autentico.

l’originalità di un carattere,la bellezza di quell’intelligenza che sa dire ( e fare..) le cose che pensa senza infingimenti..appunto fottendosene di quello che può pensare la gente..

in fondo la vita è nostra..adagiandoci sul senso comune delle cose si rischia di vivere non la nostra  esistenza bensì quella degli altri..

è davvero bello..essere sé stessi..saperlo essere fino in fondo..sempre.

 

 

 

Ti chiesi…

Ti chiesi perché mai posi il tuo occhio

di buon grado nel mio,

come una stella vivida del cielo

in un oscuro flutto.

Tu mi guardasti a lungo,

come si saggia un bimbo con lo sguardo,

poi mi dicesti con tenerezza :

Ti voglio bene perché sei tanto triste.

(H. Hesse)

 

Ecco..forse oggi ci sarebbe tanto bisogno di parlare così

di parlarsi dentro gli occhi,dentro il silenzio degli occhi.

 

Il mondo nostro sogno

Di notte in sogno le città e la gente

mostri,castelli in aria,

tutto,sai,tutto si leva

dall’oscuro antro dell’anima,

è tua immagine e tua opera,

è tuo sogno.

Và di giorno per strade e vie,

guarda nelle nuvole,nei volti,

e sorpreso capirai:

sono tuoi, ne sei tu il poeta!

Tutto ciò che davanti ai tuoi sensi

cento volte vive e fa giochi di prestigio,

è tuo,è in te,

sogno che  culla la tua anima.

Incedi in eterno dentro di te,

ora ti limiti,ora ti dilati,

sei oratore e ascoltatore,

sei creatore e distruttore.

Virtù magiche a lungo dimenticate

ordiscono un sacro inganno.

E il mondo,sconfinato,

vive del tuo respiro.

 

Parole che regalano armonia infinita e riflessioni profonde queste di Hesse,dolcezza e volontà ,quasi dentro ad un respiro fresco nel mezzo di un giorno caldo d’estate.

Quanti confini autoimposti dentro di noi un senso rigido del vivere ,come una prigione del sentimento..quando in fondo basterebbe forse poco per dilatarli e finalmente..sconfinare

cosa sia questa incapacità di vivere,essere sé stessi,finalmente liberi da lacci,in un sentimento di coerenza a sé stessi,fedeltà pura ad un ideale sentito autentico e non giustapposto in noi da una cultura,un modello,insomma..una sovrastruttura.

occorre essere,apparire saggi,coerenti,ma dimentichiamo di onorare noi stessi..cosa è poi questa tenacia,forse..una parola dimenticata :

…” delle molte virtù di chi leggiamo nei libri e di chi sentiamo parlare i maestri  non  so che farmene .E,d’altro canto,tutte le molte virtù che l’uomo si è inventato potrebbero essere raccolte sotto un’unica denomi nazione.

Virtù significa obbedienza…solo che c’è da chiedersi a chi si obbedisce..

anche la tenacia infatti è obbedienza

chi è tenace obbedisce infatti a un ‘altra legge,una legge particolare,assolutamente sacra ,la legge che ha in sé stesso,

“il tenere a sé stesso”.

 

 

 

 

Vittimismo e determinismo

scrive  H. Hesse :

..TI ABBIAMO TAGLIATO,ALBERO,

COME SEI SPOGLIO E BIZZARRO! CENTO VOLTE HAI PATITO FINCHÉ TUTTO IN TE FU SOLO TENACIA E VOLONTÀ !

io sono come te. Non ho rotto con la vita incisa,tormentata

e ogni giorno mi sollevo dalle sofferenze e alzo la fronte alla luce.

Ciò che in me era tenero e delicato,il mondo lo ha deriso a morte,

ma…

indistruttibile è il mio essere,sono pago,conciliato. Paziente genero nuove foglie da rami CENTO volte sfrondati e a dispetto di ogni pena rimango innamorato del mondo folle.

Ho notato ,recentemente,un senso di resa diffuso,negli atteggiamenti,tra le persone,ovunque.. un senso di disfatta preventiva senza aver provato comunque una resistenza,anche piccola,nei confronti di un potere,una sovrastruttura, una visione del  mondo .

persone molto intelligenti,con cui ho avuto  modo di interagire in qualche modo,seppur nei limiti di una comunicazione astratta ed artificiosa per me..continuano a reiterare un atteggiamento sconsolato,triste,negativo della realtà ,che evidentemente non è funzionale,da sola,a modificarla questa realtà che resta comunque la nostra vita ,pur nei limiti del contesto degradato in cui l’abbiamo confinata,quasi umiliandola.

Comodo ed abile dire che la responsabilità è quella altrui..che la vita fa schifo e che ormai…va tutto come deve andare.

il vittimismo aiuta a commiserarsi ,e quel dolore che provi,vero e forte diventa un crogiuolo da cui non sai liberarti.

non tutti sentono fortemente che…

…anche le formiche combattono guerre..

anche le api hanno stati…

ma

la tua anima cerca altre strade

e se non riesce a proseguire,per te non sboccia felicità.

 

 

 

Isole

20190524_213718Mi ha sempre affascinato l’immagine dell’isola,territorio meraviglioso e primordiale,raccontato mirabilmente nei poemi dall’antichità,fonti insostituibili di umanità e bellezza..mito e realtà si confondono in un intreccio sinuoso ed accattivante,come insomma dovrebbe essere ogni vera storia d’amore..

scrive Bufalino :

” è  destino di ogni isola essere sola dell’angoscia dei suoi sigillati confini,

infelice e orgogliosa di questo destino”…

inizialmente ho assaporato la musica aspra di queste parole,ripetendole tantissime volte dentro la mia testa,quasi a fissarle indelebilmente nella coscienza..appunto come un sigillo;

ho iniziato poi a ragionarci un po’ su,sottoponendo a critica feroce quanto mi fosse capitato nella vita,e verificando se per me questa frase potesse risultare vera,aderente al senso ultimo delle cose.

isole come persone,ed evidentemente persone come isole….,inarrivabili ed incomprensibili nell’intensita del sentimento,spesso quasi mai attraversate,anzi molti spesso temute per quanto di ameno ed inusuale rappresentano..

chissà forse è giusto che un destino si compia e tutta quella bellezza resti mai profanata,sporcata dall’incomprensione di viaggiatori poco accorti ,avventurieri d’occasione..

eppure qualcosa dentro preme e reclama..ti sfida a credere ed osare..

qualcuno dall’antichità avverte ..un  monito  : … ” è folle andare oltre i propri limiti…”

io,per me,credo che c’è bisogno di aprire mondi,a condizione che si ritrovi il coraggio di saper desiderare uno spazio più vero e luminoso per noi.

 

 

 

 

 

 

appartenenza

casualmente  ho letto stamattina che ricorre,in questi primi giorni di primavera,l’ottantottesimo anno di Alda Merini, quella che potrebbe senza dubbio alcuno definirsi la poetessa dell’amore,di un amore intellettuale,esclusivo,totale :

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non sapevo quasi nulla di questa donna,non avevo mai letto nessuna delle sue poesie..mi ” introdusse” a lei,per così dire una donna,conosciuta casualmente in chat,e mi venne la curiosità di approfondire e documentarmi sulla sua poetica,il suo genio;

respirai immediatamente un’aria particolare,difficile da dire a parole,sentita respirare dentro di me con un sentimento contrastante;

dissi tra me e me : ” sembra la descrizione di un amore etereo,molto leggero,sganciato dalla pesantezza della materia,quasi mistico..santificato appunto e descritto in quell’espressione sopra riportata : ” appartenere a qualcuno ,significa entrare con la propria idea,nell’idea di lui o di lei..e farne un sospiro di felicità ..

mi colpirono poi queste parole :

 

 

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un dolore che sembra trasudare perfino dalle parole,un dolore però accettato e sublimato dentro la coscienza,un sentimento che non ha più nulla di gesticolante..la rabbia e la disperazione vengono così universalizzate,in una dimensione ideale,all’interno della quale vengono capite e superate..trasfigurate in poesia.

e quindi..questa sensibilità particolare,stretta tra terra e cielo..riconosce che …

” la sensibilità non è donna..la sensibilità è umana..quando la trovi in un uomo,diventa poesia..” ….

ed ovviamente che.. : ” è necessario che una donna lasci un segno di sé ,della propria anima,ad un uomo..perché a fare l’amore,siamo brave tutte.”

 

Lo spreco della vita..

20190219_194130al di là di tante parole..di quelle dette e quelle che sono rimaste dentro..delle cose fatte o peggio, di quelle solo pensate ed incompiute …della vita che non sa essere come dovrebbe essere,una e meravigliosamente unica…

un senso di sconfitta resta ed è innegabile credo..nel vedere come non riusciamo a parlare oggi,come si dovrebbe,tra veri uomini e vere donne.

 

iene e gattopardi

20190210_112704In questi giorni,senza un’apparente motivazione,mi sono tornate in mente alcune delle parole presenti nelle ultime pagine di quel capolavoro frainteso,di Giuseppe Tomasi di Lampedusa,quale è appunto il Gattopardo.

Parole evidentemente assorbite dentro di me,fatte mie,e che probabilmente appartengono all’uomo,inteso come essere umano,sganciato pertanto dalla sua dimensione ” biologica”,di essere uomo ed essere donna.

diceva il principe Salina..

….. ” nell’ombra che saliva si provò a contare per quanto tempo avesse in realtà vissuto.Il suo cervello non dipanava più il semplice calcolo: tre mesi,venti giorni ,un totale di sei mesi ,sei per otto trentaquattro…quarantottomila…840.000. Si riprese. Ho settantatre’ anni ,all’ingrosso ne avrò vissuto ,veramente vissuto un totale di due ..tre al massimo.

E  i dolori,la noia,quanti erano stati?

Inutile sforzarsi a contare : tutto il resto : settant’anni.

Sentì che la mano non stringeva più quella dei nipoti . Tancredi si alzò in fretta ed uscì..

Non era più un fiume che  erompeva da lui,ma un oceano tempestoso,irto di spume e di cavalloni sfrenati..dalla finestra il riflesso spietato del mare lo accecava : nella  camera si udiva un sibilo : era il suo rantolo  ma non lo sapeva..”

ed ancora:

” attorno vi era una piccola folla…fra il gruppetto ad un tratto si fece largo una giovane signora,snella ,con un vestito marrone da viaggio ad ampia tournure, con un cappellino di paglia ornato da un  velo a pallottoline che non riusciva a nascondere la  maliziosa avvenenza del volto .Insinuava una manina guantata di camoscio fra un gomito ed un altro dei piangenti,si scusava,si avvicinava. Era lei,la creatura bramata da sempre che veniva a prenderlo : strano che così giovane com’era si fosse arresa a lui ;

l’ora della partenza del treno doveva essere vicina. Giunta faccia a faccia con lui sollevò il velo e così, pudica, ma pronta ad esser posseduta,gli apparve più bella di come mai l’avesse intravista negli spazi stellari.

Il fragore del mare si placo’ del tutto . ”

evidentemente questo capolavoro,si presta a molteplici letture,che attraversano trasversalmente il tessuto narrativo…la letteratura agisce sempre anticipando gli avvenimenti,qualificandosi sempre come realtà premonitrice..ed è suggestivo attualizzarne  ” la visione ” :

chi sono oggi le iene,quale interpretazione del mondo caratterizza queste figure? e parallelamente,chi sono i gattopardi ai tempi nostri ?

io penso che,schematicamente,oggi il modello di cultura dominante,promuove un uomo (ed una donna?)..caratterizzato dal bisogno di possedere,cinicamente il mondo,lasciando meschinamente fuori ed ai margini,tutto quanto si frappone tra sé e la propria affermazione nel mondo..come chi applica anche ai sentimenti le leggi della convenienza e dell’opportunismo,dimenticando che amare significa non pensare..che significa mettersi in gioco..ed ovviamente significa pure potere perdere..

il gattopardo rappresenta l’eleganza e lo stile di chi lascia correre,osservando attentamente il mondo..chi riesce a ” vedere la propria vita”..proiettandosi idealmente alla fine di quel percorso,che rappresenta per tutti il momento della verità. .

 

 

Contrabbasso…

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occorre ricordare agli altri ed ovviamente anche a noi stessi..che occorre saper desiderare una vita migliore,ed ovviamente provare nel concreto ad accorciare la distanza tra l’idealizzazione di una cosa e  la sua conseguente realizzazione nel tangibile.

insomma,che mai alcuno ci rappresenti in quel piccolo ed angusto spazio della coscienza,dove a volte per preventiva arrendevolezza,rinchiudiamo i nostri sogni :

..codesti i tuoi confini: quattro pareti nude,da tanti anni le stesse ;

e in esse

un susseguirsi monotono di necessità crude.

Invano con disperate ali la tua fantasia corre tutto

il fastoso dominio della vita universa;

non uscirai tu,viaggiatrice spersa,

dai limiti del ” Brutto”…

E.  M.

 

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