Una nuova era di libertà in Brasile

ProfessoreIorio   17 novembre 2018   Commenti disabilitati su Una nuova era di libertà in Brasile

17 Novembre, 2018

Con l’elezione di Jair Messias Bolsonaro alla carica di Presidente del Brasile, una nuova era si avvicina da gennaio del prossimo anno. Un’era di libertà nell’economia, di lotta contro la corruzione in politica e il salvataggio dei valori morali tradizionali che sono stati sotto attacco per tre decenni e che si sono approfonditi dal 2003, quando il ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva (oggi condannato al carcere per corruzione e riciclaggio di denaro) e il suo partito – il Partito dei Lavoratori, PT – hanno  asceso al potere.

Infatti il Brasile è stato per decenni sotto il dominio dei governi di sinistra, sia la sinistra più sofisticata rappresentata dalla socialdemocrazia di Fernando Henrique e il suo partito socialista Fabian (PSDB), sia la sinistra più rudimentale di Lula e della sua creatura Dilma Rousseff, che ha sofferto impeachment nel 2016, da negligenza amministrativa.

Durante questo lungo periodo, l’economia brasiliana fu intrappolata in una trappola a lungo termine, che la condannò alla stagnazione.

Infatti, dopo il successo del Plano Real del 1994, Fernando Henrique non ha mostrato alcuna intenzione era disposto ad approfondire le riforme che erano già necessarie negli anni 90. Durante i suoi due termini consecutivi, il Brasile avrebbe potuto avanzare nell’agenda dei liberali, ma ciò non accadde, perché il suo partito non ha mai smesso di essere di sinistra e, quindi, di essere attaccato all’intervento dello Stato in Economia.

Tutto è peggiorato a partire dal 2003, quando il PT ha assunto il potere, durante quattro periodi, due di Lula e due di Dilma, l’ultimo interrotto nella sua metà dal processo costituzionale di impeachment. Internamente, il PT ha aumentato (specialmente dal 2007) scandalosamente l’interventismo nell’economia; creato decine di imprese statali, equipaggiato lo stato con la macchina del partito, aumentato il deficit di bilancio del governo e il debito interno, dominato dai media attraverso pagamenti non etici, e coinvolto in due mega scandali, il “Mensalão” e il “Petrolão”, i più grandi casi di corruzione mai visti nella storia del Brasile.

In termini culturali, la sua agenda era quella della sinistra mondiale, con il sostegno di tutti i noti movimenti “politicamente corretti”: anti-cristianesimo, femminismo, aborto, ideologia di genere, razzismo, globalismo e cose del genere, giocando sempre l’uno contro l’altro, come la dialettica marxista ha sempre insegnato. C’era, in altre parole, un’occupazione di tutti gli spazi in stile Gramsci e della Scuola di Francoforte.

Nella sfera esterna, la politica adottata dal 2003 è stata disastrosa, con la sua agenda mondiale anti-americana e favorevole alle dittature comuniste sparse in tutta l’America Latina, il Medio Oriente e l’Africa. Il governo brasiliano ha raggiunto il punto di costruire un porto a Cuba e un gasdotto in Bolivia, oltre a diverse opere sostenute dai contribuenti brasiliani in Mozambico, Angola e Venezuela. “Aiutare sempre le dittature comuniste”, sembrava essere la parola d’ordine!

Il popolo finalmente si è svegliato da questo incubo ed ha eletto un candidato di destra, un capitano dell’esercito in pensione e un deputato federale per molti anni, Bolsonaro.

Nonostante fosse di destra, il suo programma economico era il più liberale di tutti, formulato da Paulo Guedes, un noto economista dell’Università di Chicago. Questo programma include privatizzazioni, deregolamentazione, eliminazione della burocrazia, apertura dei mercati, tagli fiscali, tagli profondi alla spesa pubblica, una radicale riforma delle pensioni e l’approfondimento della riforma del lavoro avviata sotto il governo di Michel Temer, il successore di Dilma Rousseff.

Nel contesto delle relazioni internazionali, possiamo aspettarci una maggiore approssimazione con la globalizzazione e un rifiuto della dannosa agenda globalista. Inoltre, la partenza del Mercosur, la recinzione di tutti gli aiuti alle dittature comuniste e la firma di molti accordi bilaterali di commercio e cooperazione.

Una nuova era, quindi, viene inaugurata in Brasile. La strada è lunga, piena di difficoltà. L’opposizione sarà molto forte da parte dei media, completamente occupata dalle idee antiquate della sinistra che affondò il paese. Ma nulla può escludere dalla sua missione l’uomo che è sopravvissuto all’attacco col coltello che un fanatico di sinistra gli aveva dato il 6 settembre e che, per pochi millimetri, non gli ha tolto la vita.

Una nuova era di libertà in Brasileultima modifica: 2018-11-17T14:22:21+01:00da ProfessoreIorio