Le antiche Rune

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Le Rune sono state utilizzate come metodo di predizione sin dall’antichità, soprattutto nel mondo gotico, dalle tribù nordiche e teutoniche e presso i celti, per la divinazione e per rituali (curativi e non).
Successivamente, con l’affermarsi del Cristianesimo, le rune cominciarono ad essere assimilate ad un rito pagano e conseguentemente furono represse.
La parola gotica “Runa” significa “segreto da sussurrare” (dal tedesco raunen: sussurrare) e, da lì, mistero, magia, cosa segreta. Infatti, il loro utilizzo è stato sempre insegnato e tramandato oralmente.
I caratteri venivano spesso dipinti sui sassi, talismani, armi o carta.
Oggi l’utilizzo delle Rune come metodo di predizione sta divenendo sempre più popolare.
Ogni runa contiene una lettera su di essa che rappresenta un vero e proprio fonema alfabetico.
Quello runico, infatti, è molto simile all’alfabeto greco, padre di quello
latino e, quindi, italiano…
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L’utilizzo delle rune può essere duplice… Esse possono essere, come una tavola Ouija, oggetti di utilizzo di possessioni spiritiche, tanto da formare vere e proprie frasi, decifrabili, appunto, con l’alfabeto runico, le cui parole, successivamente, vanno tradotte.
Un altro utilizzo delle antiche rune, molto più popolare, canonico e privo dell’influsso spiritico, è quello di prenderne in mano un gruppo di numeri dispari, lanciarle in alto dopo aver fatto una domanda e aspettare che queste ricadano, sotto la mano, su una superficie… Se la maggior parte delle rune sono girate (una volta cadute) dal lato della lettera, la risposta alla domanda sarà SI, se la maggior parte di esse, invece, sono girate dal lato vuoto, la risposta sarà NO… Nel caso in cui tutte le rune dovessero essere girate da uno dei due lati, la risposta sarà assolutamente certa!
Non tutte le pietre possono essere incise con alfabeto runico e, perciò, diventare “rune indovine”, bensì solo quelle di fiume bagnate dall’acqua e fatte asciugare al sole oppure qualsiasi tipo di dente animale (dimensione ottimale che dovrebbe essere ricoperta anche dalle pietre di fiume).
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L’utilizzo delle rune è noto nella leggenda delle streghe cacciatrici di stelle.
Si crede, infatti, che, nel Medioevo, la congrega di streghe fedeli alla Regina Lamia (la più potente e malvagia di tutte) fossero costantemente alla ricerca di stelle cadute dal cielo le quali, una volta atterrate sulla Terra, assumevano l’aspetto di una fanciulla… Le streghe sostenevano che, mangiando il cuore pulsante di una di quelle fanciulle, ne avrebbero ricavato giovinezza, tanta quanto il cuore brillava… Quest’ultimo, infatti, a sua volta, era lucente tanto quanto la donna materializzata era felice… Le malvagie maghe, infatti, irretivano le fanciulle dando loro ospitalità, serenità e gioia, per poi, al massimo della loro vulnerabilità, strappar loro il cuore dal petto e divorarlo…
In realtà molte giovani fanciulle, credute stelle cadute a causa del loro candore e della loro bellezza, morirono nel Medioevo in questo modo, dilaniate da folli donne alla ricerca dell’eterna giovinezza.
Le rune assumono ruolo da protagoniste in questa leggenda in quanto, mediante le domande ad esse rivolte, ci si poteva mettere sulle tracce di una stella caduta fino a trovarla.
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