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Ascari: I Leoni d' Eritrea. Coraggio, Fedeltà, Onore. Tributo al Valore degli Ascari Eritrei.

 

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L'Ascaro del cimitero d'Asmara.

Sessant’anni fa gli avevano dato una divisa kaki, il moschetto ‘91, un tarbush rosso fiammante calcato in testa, tanto poco marziale da sembrare uscito dal magazzino di un trovarobe.
Ha giurato in nome di un’Italia che non esiste più, per un re che è ormai da un pezzo sui libri di storia. Ma non importa: perché la fedeltà è un nodo strano, contorto, indecifrabile. Adesso il vecchio Ghelssechidam è curvato dalla mano del tempo......

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Storia. Problema demarcazione confine tra Etiopia e Somalia Italiana.

Post n°184 pubblicato il 26 Novembre 2008 da wrnzla

GUERRA ETIOPIA.

Problema demarcazione confine tra Etiopia e Somalia Italiana.

Il trattato italo-etiope del 1928 non stabiliva con esattezza il confine tra la Somalia italiana e l'Abissinia, ovvero non indicava espressamente quali località e zone fossero da considerare appartenenti all'Italia od all'Abissinia. Tale accordo si limitava a stabilire che il confine era da situare a 21 leghe parallele alle coste della regione del Benadir.

Proprio per questa indeterminatezza, sorsero sin da subito violente controversie tra i firmatari del patto, le quali furono tra le cause della successiva guerra di Etiopia: allo scopo di ingrandire la porzione di territorio spettante, gli Abissini ritenevano che le 21 leghe cui si accennavano fossero quelle nautiche, mentre gli Italiani che esse fossero quelle standard.

Di fatti, ambedue gli stati dimostravano l'intenzione aggressiva di estendere il proprio dominio: il negus Hailè Selassie desiderava ottenere uno sbocco sul mare per il proprio impero (che otterrà dai Britannici nel 1941 con l'annessione dell'Eritrea), mentre il duce Benito Mussolini ambiva a unificare le colonie dell'Eritrea e della Somalia, tra loro separate.

Diversamente da quanto affermato dagli storici anticolonialisti, lo scoppio dell'ostilità fu provocato dall'Etiopia e dallo stesso negus Selassiè, che dalla metà del 1934 consentì a bande armate guidate da ras locali di sconfinare in Eritrea e di attaccare i presidi italiani. Selassiè sperava così di intimorire le autorità italiane e di indurle ad avviare una trattativa per la revisione dei confini, ma presto la situazione gli sfuggì di mano. Fra gli episodi più gravi vi furono l'attacco al consolato italiano a Gondar da parte di gruppi armati etiopici, che causarono numerosi morti tra gli ascari eritrei (4 novembre 1934), e l'Incidente di Ual Ual (5 dicembre 1934).

Ad Ual Ual 1500 soldati abissini aggredirono una postazione militare italiana di confine, composta da circa 200 militari, uccidendone 80: tale episodio sarà usato dal duce come pretesto per dichiarare guerra.

Mussolini chiese delle scuse ufficiali e il pagamento di un'indennità per le famiglie degli uccisi da parte del governo etiope, conformemente a quanto stabilito nell'accordo del 1928. Il negus Haile Selassie, avendone la possibilità in virtù del medesimo trattato, decise invece di rimettersi, tra le riserve italiane, alla Società delle nazioni (2 gennaio). Ciò provocò la cosiddetta crisi abissina all'interno della Società delle Nazioni, che, per far luce sulla vicenda, si impegnò in un arbitrato tra le parti, temporeggiando. Tuttavia, i rapporti italo-etiopi erano irrimediabilmente compromessi e entrambi gli stati iniziarono a mobilitare le proprie truppe in previsione di un prossimo conflitto.

Tra il 4 e il 7 gennaio 1935 Mussolini incontrò a Roma il ministro degli esteri francese Pierre Laval, col quale vennero firmati accordi in virtù dei quali la Francia prometteva di appoggiare diplomaticamente l'Italia in caso di una guerra contro gli Etiopi.

Laval sperava in tal modo di avvicinare Mussolini alla Francia, al fine di dar vita ad un'alleanza in funzione anti-nazista (Hitler rivendicava l'Alsazia-Lorena, persa dai tedeschi dopo la prima guerra mondiale).

Il 16 gennaio Mussolini assunse la direzione del Ministero delle Colonie.

Il 19 gennaio la Società delle nazioni riconobbe "la buona fede" di Italia ed Etiopia nell'incidente di Ual Ual e decise che il caso dovesse essere trattato tra le due parti interessate; tuttavia, il 17 marzo gli abissini presentarono un altro ricorso, appellandosi all'articolo XV dell'organizzazione.

L'8 giugno a Cagliari, di fronte all'ostilità mostrata in tal senso dalla Gran Bretagna, il duce rivendicò il diritto dell'Italia ad attuare una propria politica coloniale e, il 18 settembre, in un articolo pubblicato sul Morning Post, garantì che non sarebbero stati lesi gli interessi francesi e britannici nell'Africa orientale.

Il 2 ottobre Mussolini dichiarò guerra all'Etiopia dal balcone di palazzo Venezia.

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- Perchè viva il ricordo degli Ascari d'Eritrea caduti per l'Italia in terra d'Africa.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare alla bandiera al corpo Truppe Indigene d'Eritrea.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare al gagliardetto dei IV Battaglione Eritreo Toselli.

 

 

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Unatù Endisciau 

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

 

QUESTA È LA MIA STORIA

.... Racconterà di un tempo.... forse per pochi anni, forse per pochi mesi o pochi giorni, fosse stato anche per pochi istanti in cui noi, italiani ed eritrei, fummo fratelli. .....perchè CORAGGIO, FEDELTA' e ONORE più dei legami di sangue affratellano.....
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A DETTA DEGLI ASCARI....

...Dunque tu vuoi essere ascari, o figlio, ed io ti dico che tutto, per l'ascari, è lo Zabet, l'ufficiale.
Lo zabet inglese sa il coraggio e la giustizia, non disturba le donne e ti tratta come un cavallo.
Lo zabet turco sa il coraggio, non sa la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un somaro.
Lo zabet egiziano non sa il coraggio e neppure la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un capretto da macello.
Lo zabet italiano sa il coraggio e la giustizia, qualche volta disturba le donne e ti tratta come un uomo...."

(da Ascari K7 - Paolo Caccia Dominioni)

 
 
 
 

 
 
 
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