SOGNI

racconta i tuoi sogni su questo blog. E' aperto a tutti

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

ADOTTA ANCHE TU QUESTO OVETTO!

immagine

questo ovetto si schiuderà!
adottalo anche tu!
per scoprire come cliccaci sopra

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: zeupheus
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 45
Prov: EE
 

FIRULÌ FIRULÀ2

immagine

clicca QUI

 

ZEUSIKO!

giocate qui a questa variante di Risiko!

immagine

 
Citazioni nei Blog Amici: 22
 

TAG

 

ULTIME VISITE AL BLOG

diprisco72fuscoangysaradegliangeli1979ruocco_giacomolellaerricoannaviglione1985pocho70alessandra.spadanoimieicristallimarco.faxdattebay00totadonataGuido095cuoreruotantesaudade970
 
 

ULTIMI COMMENTI

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Inseguimento...impronte di mani nella pancia »

LA ROTONDA | Il sogno parte 1

Post n°148 pubblicato il 20 Luglio 2015 da xinit2015
 

LA ROTONDA
PARTE 1

Prefazione:

Vorrei raccontare di un sogno che ho fatto ripetutamente nell'arco di vari anni. Si tratta di un sogno molto strano...che probabilmente, riprende una parte del mio subconscio di quando ero piccolo (la prima volta che ho sognato quello che vi sto per raccontare è stato diversi anni fa, quando avevo meno di 11 anni). Purtroppo non potrò narrare tutto quello che avrei voluto raccontare, cioè il sogno completo...perché sono stato svegliato di soprassalto dalla sveglia sul mio comodino e non sono riuscito a finire di vivere e tanto meno di ricordare tutti i particolari della mia esperienza immaginaria.
Quando ho visto nuovamente le scene del sogno per la seconda volta sono rimasto sbalordito, perché erano tali e quali, solo sotto certi aspetti erano leggermente diverse, forse. Purtroppo dopo tanti anni non ricordo più il primo sogno, anche se rifacendolo ho avuto come un déjà-vu di un'esperienza già vissuta e ho ricollegato il susseguirsi degli eventi.
Prima di raccontare la storia, voglio dirvi come è andata la mia giornata prima del sonno, in modo da dare indizi che potrebbero riflettersi anche nel sogno. La mia giornata è durata molto perché sono andato a dormine all'una di notte: ho mangiato una pizza, ho guardato un film, che si chiama lo squalo 2 e ho notato con certa sorpresa che alcuni personaggi che ho sognato quella notte erano uguali a quelli del film (i personaggi erano quel gruppo di ragazzi che erano finiti in mezzo all'oceano con quelle piccole imbarcazioni) e che erano continuamente attaccati dallo squalo. I personaggi principali del sogno erano 2, il bambino attaccato dallo squalo (nel sogno aveva un nome diverso, non ricordo bene quale ma era di 3 lettere e nel mezzo c'era una 'a' quindi -a-) per questo mi viene spontaneo chiamarlo Sam (lo chiamerò così anche nel racconto), ma non sono sicuro che fosse quello il nome. Sam era un bambino molto giovane, non so di preciso che età avesse avuto, anche se azzardando un numero direi tra gli 8 e i 9 anni, mentre io ero ben più grande, con i miei 17 anni. Non manca la componente fantastica tipica dei sogni, anche se questo, mi ha davvero impressionato, non nel senso che mi ha spaventato, ma ha rievocato una sensazione strana, che non so descrivere. Vedere nuovamente quegli avvenimenti...mi ha sorpreso, e soprattutto il tipo di avvenimenti mi ha spiazzato. Sono arrivato a pensare che il sogno, per quanto dettagliato che fosse, poteva avere qualcosa di veritiero nella realtà.
Tutto inizia all'improvviso, non ricordo di preciso ne perché né come, sta di fatto che siamo un gruppo di ragazzi (6 o 7 me compreso, ma non ricordo il numero esatto anche se so con certezza che erano quasi tutti della mia età a parte Sam).

Il sogno:

Era estate, e come voi sapete, in estate si fanno pazzie di ogni genere, e questa era diversa da tutte le altre. Ci trovavamo vicino ad una strada molto grande (non saprei descrivere il luogo degli avvenimenti perché sembra che il luogo sia stato "assemblato", ci sono vari elementi riguardanti il luogo ma discordanti tra loro). Il posto era come dicevo, vicino ad una strada molto grande, delimitata da un grande Guard rail, al centro della stessa c'era una grande rotonda; al di fuori della strada c'erano un gruppo di case, forse il luogo era vicino ad un paesino.
Noi ragazzi sentivamo il caldo dell'estate e sapevamo che combinare una delle nostre pazzie ci avrebbe unito ulteriormente (eravamo un gruppetto molto legato). La nostra idea consisteva nel posizionare delle sdraie al centro della rotonda e passare una giornata in questo strano posto molto trafficato da macchine e camion. Io e Sam eravamo persone speciali, in grado di fare qualcosa che gli altri potevano soltanto sognarsi, noi potevamo volare. Chiaramente questa cosa bizzarra poteva sembrare strana ma per me e per i nostri amici sembrava normale (forse anche loro sapevano farlo, ma io e Sam non li avevamo mai visti volare). Il nostro era un modo di volare non era da super eroe, ma eravamo in grado di sollevarci da terra solo di una decina di metri, ed il peso influenzava molto l'altitudine raggiungibile; per questo motivo cercavamo di stare il più leggeri possibile rimuovendo oggetti inutili tenuti nelle tasche dei pantaloni. Ci piaceva molto volare e io e Sam stavamo sempre insieme, ci sfidavamo continuamente, cercavamo di volare più in alto possibile, di fare acrobazie e di passare in mezzo alle fessure tra le varie case. Ci volevamo molto bene, e forse tra noi due c'era un legame, ci assomigliavamo anche.
Ma le nostre idee erano rivolte altrove, dovevamo realizzare il progetto delle sdraie in mezzo alla rotonda, anche se chi si occupava del progetto erano solo alcuni componenti del nostro gruppo che avevano il ruolo di posizionare le tipiche sdraie da mare in mezzo a questo spazio libero...in mezzo ad una strada.
La rotonda mostrava i segni evidenti del caldo atroce che eravamo costretti a sopportare: l'erba era secca e l'inquinamento delle macchine che passavano rendeva l'aria più calda e afosa. Però non vedevamo questi elementi come un problema, anzi, non vedevamo l'ora di posizionarci in mezzo a questa rotonda e di passare una giornata intera all'insegna del divertimento.
Mentre alcuni di noi posizionavano tutto l'occorrente, attraversano a piedi la pericolosa strada trasportando con carichi pesanti. Io e Sam eravamo presi da qualcosa di diverso, avevamo deciso di volare assieme per un po' e di fare qualche gioco. Così iniziammo a sfogarci giocando assieme. Volare richiedeva un grande impegno, molta concentrazione ed era molto stancante, per questo non potevamo farlo continuamente e passavamo buona parte delle nostre giornate con i piedi per terra.
Quel giorno riuscimmo a raggiungere quote molto elevate, eravamo molto carichi e non avevamo altra cosa in mente se non volare. Successivamente, preparato l'occorrente per allestire la rotonda, decidemmo di riunirci con i nostri amici sulle sdraie e passammo diverse ore sdraiati a parlare confrontandoci fra di noi.
Ma dopo un po' di tempo accadde qualcosa di strano (qualcosa che non sono riuscito a cogliere nel sogno), uno dei tantissimi veicoli che facevano la rotonda, prese di mira tutti, si aprì lo sportellone del furgone e delle persone mascherate con cappucci da rapinatore tenevano delle armi in mano e ci urlavano contro, fummo costretti a scappare, anche se nessuno di loro iniziò mai a spararci. Molti dei nostri amici attraversarono di corsa la grossa strada e superando il Guard rail si rifugiarono in uno spiazzo davanti ad una casa. Io e Sam invece, cercammo di non attraversare la strada ma di volare oltre. Fu qui che lo persi di vista e molto spaventato pensai di volare cercando di fare da esca per farmi inseguire da questo furgone. Volai attraverso alcune case senza riuscire a liberarmi da questi individui continuavano a seguirmi. Ma poi dopo diversi tentativi, i malintenzionati all'interno del veicolo decisero di lasciar perdere e se ne andarono.
Mi diressi verso lo spiazzo dove erano radunati i miei amici che erano scappati dalla rotonda ma, con mia grande sorpresa, Sam non era ancora arrivato. Solo successivamente mi accorsi che per arrivare in quello spiazzo non bastava attraversare il Guard rail ma si doveva passare anche un piccolo sotto passo dove c'era una pista ciclabile. Il sottopasso però era arginato da due muri molto alti ed era difficile da attraversare.
Passarono i minuti e eravamo tutti nello spiazzo, sfiniti dalla paura, Sam non era ancora arrivato e questo mi fece preoccupare molto. Per questo motivo decisi di dirigermi verso la strada a cercarlo ma nulla, lui non c'era. Mi lasciai percuotere dall'angoscia e dalla paura che gli fosse successo qualcosa di veramente brutto, ero terrorizzato e per la prima volta nella mia vita mi sentivo davvero impotente. Come avevo potuto lasciare un bambino così piccolo in un posto tanto pericoloso? Questa era la domanda che mi ponevo minuto per minuto, in preda alla disperazione, piangendo e urlando dalla paura che il nostro legame si fosse spezzato per sempre.
E fu solo pochi minuti dopo che vidi al lato della strada, vicino al Guard rail, Sam; era sdraiato attera, sembrava morto, avevo paura e continuavo ad urlare ed a imprecare dalla disperazione. Non mi avvicinai nemmeno al suo corpicino, ero davvero spaventato e non avevo la forza di muovermi. Chiamai urlando a squarcia gola i miei amici, nella speranza che loro avessero più fegato di me e si decidessero ad andare a prendere Sam. Ero sotto shock, decisi di tornare trascinandomi come uno straccio dove fino a pochi minuti prima si trovavano i miei amici che erano accorsi in soccorso di Sam.
Poi, dopo circa 15 minuti vidi tornare anche loro, piangevano, erano disperati e uno di loro portava Sam in braccio...era morto.
A quel punto, non sapendo più come sfogare la mia rabbia e il mio dispiacere presi piangere e a tirarmi i capelli, ero così triste che non mi sentivo abbastanza forte da vivere un solo minuto in più della mia misera vita e pensavo che ormai, avevo perso Sam per sempre. Continuai a ripetere nella mia mente: "Come farò senza di te?". Ero ormai entrato come in catalessi, non capivo più nulla, forse stavo impazzendo. Ma continuavo a vedere i miei amici intorno a me, continuavo a vedere quello spiazzo desolato ma, da una prospettiva diversa, mi sembrava che il mondo si fosse chiuso attorno a me e vedevo tutto molto cupo, provavo agonia, angoscia, sentivo un silenzio terrificante, come quando uno sta sott'acqua, sul fondo di una piscina e sente solamente il leggero sibilo di chi si tuffa dall'alto. Era come se stessi affogando nella disperazione e...a questo punto...iniziavo a domandarmi se prima di essere investito Sam avesse provato dolore, oddio che paura che provavo, stavo affogando in quella piscina immaginaria, ero sommerso da tormento e non avrei resistito a lungo. Ormai ero inerme, e come me anche i miei coetanei mugolavano dal dolore e nessuno di noi osava guardare il corpicino del piccolo Sam per paura che i loro rimpianti venissero amplificati mille volte. Avevamo fatto una pazzia e una stupidata e ora ne pagavamo le conseguenze.
Dopo un paio d'ore vidi affianco a me un'ombra indefinita, dopo essere ritornato un po' in me, mi accorsi che era l'anima di Sam, o forse il suo fantasma. Era vestita come lui, era identica a Sam, era la stessa persona. Mi rivolse la parola e mi disse che non era stata colpa mia e che aveva vissuto una vita molto bella. A queste parole, mi sentii opprimere da paure travolgenti, rievocavo tutti i miei pensieri del passato, di tutti i momenti passati insieme, in cui ci eravamo divertiti assieme, li rivedevo nella mia mente come il peggiore dei film horror, continuando a pensare che quei momenti sarebbero stati gli ultimi, che quei pochi minuti prima di perdere di vista Sam erano stati davvero gli ultimi con lui. Poi Sam mi disse che era stato investito da un furgone (simile a quello che mi aveva inseguito e che ero riuscito a seminare), disse che non riuscì a spostarsi in tempo e spaventato mi disse che aveva paura e voleva tornare a casa, dovevamo portarlo a casa.
Rimasi ancora un po' di tempo a rimuginare tra i miei pensieri, non avevo la forza di parlare, non riuscivo a dire ai miei amici che il corpo di Sam doveva essere riportato a casa...avevo paura. Non riuscivo a sopportare il peso della morte del mio migliore amico e tanto meno sarei riuscito a sopportare la tristezza dei suoi genitori dopo aver dato una simile notizia.
Ma poi venni travolto da una forza emotiva improvvisa, ero determinato a riportare a casa Sam e mi feci dire da lui dove abitavano i suoi genitori. Mi rispose che era rimasto solo con sua madre e che suo padre se ne era andato quando lui era appena nato; mentre Sam mi parlava mi sentivo strano, era evidente che non stavo bene, ma qualcosa mi dava un senso di pace e mi resi conto che solo io sentivo quello che il fantasma di Sam mi stava dicendo...i miei amici sembravano essere in un'altra dimensione, o forse io ero in una dimensione opposta alla loro. Così, dopo essermi fatto spiegare da Sam dove voleva essere portato, gli chiesi per quale motivo solo io riuscivo a sentirlo e a vederlo e per quale motivo la sua anima era rimasta con me.
Lui mi rispose che io ero stato il suo migliore amico durante la vita, che io ero un ragazzo speciale e diverso dagli altri e che il mio avvenire si sarebbe distinto da quello degli altri. Tra me e Sam c'era sempre stato un legame particolare, qualcosa che andava oltre la nostra amicizia, ma non riuscivo a capire di cosa si trattasse. Dopo tutto Sam aveva ancora 9 anni, e non riusciva a spiegarmi cosa gli fosse accaduto nei minimi particolari...ma per me questo bastava.
Passammo diverse ore seduti sulla ghiaia di quello spiazzo, piangemmo così tanto che la polvere sotto di noi, mescolata alle nostre lacrime era diventata ormai fango, ma nessuno di noi ancora reagiva. Fui io a cogliere l'occasione giusta per comunicare a loro che io vedevo Sam e che dovevamo portarlo a casa...ci fu un momento di silenzio, in cui tutti i mugolii si placarono e la paura lasciò spazio al rimorso. Così, molto lentamente e con cautela riportammo il corpo di Sam in una di quelle case dove avevamo volato diverse volte io e lui. Procedemmo a passo di processione e dopo un'ora arrivammo a casa di Sam, erano le 5 del pomeriggio, la giornata volgeva al termine, ma non per noi, forse per noi quel giorno non sarebbe mai finito. Fui il primo a bussare alla porta dell'abitazione, molto intimorito da quello che avrei dovuto dire e fare, non avevo coraggio e lo avevo già dimostrato quando avevo visto Sam rivolto attera ad un lato della strada. Venne ad aprirci una signora che vedendo i nostri volti capì subito che era successo qualcosa di veramente grave. Iniziai a balbettare...non riuscivo proprio a parlare...non ne avevo la forza...pensai nuovamente a Sam e in pochi secondi ebbi nuovamente una crisi..."cosa avevamo fatto" mi ripetevo. Così scoppiai a piangere...non avevo niente da dire e i miei amici presentarono il corpo di Sam davanti alla madre che scoppio a piangere ed abbracciò e baciò Sam incessantemente. Non ci fu bisogno di raccontare niente...non c'era nulla da raccontare...e nessuno di noi lo avrebbe mai fatto.


Parte 1 terminata, grazie per la lettura, questo è un sogno vero ma ho aggiunto qualche piccolo particolare ed è diventato un racconto.
Questo racconto appartiene a Xinit.

 

 
Commenta il Post:
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 
 
 

INFO


Un blog di: zeupheus
Data di creazione: 30/07/2006
 

BOLLA NATALIZIA

immagine

potete metterla sul vostro blog!

cliccateci su per sapere come

 

ADOTTA ANCHE TU QUESTO OVETTO!!!

immagine

questo ovetto si schiuderà!
adottalo anche tu!
per scoprire come cliccaci sopra

 

COMUNICAZIONI

immagine

 

LAMPADA LAVICA DA BLOG

immagine

 

IL SOGNO NELLA PITTURA

PICASSO

MATISSE

CHAGALL

KANDINSKY

DALI'

MAGRITTE

TANGUY

 

VOLIMI BENE

 

FIRULÌ FIRULÀ3

immagine

clicca QUI

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963