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Marina e il suo lungomare

Post n°1118 pubblicato il 13 Aprile 2016 da galatolomariuccia
 

Brevestoria delle abitazioni intorno

al lungomare Leopoldo II di Lorena

enotizie sulla sua costruzione


Comegià ricordato nelle precedenti lezioni, Non si parlava di Marinadi Grosseto e nemmeno di San Rocco ,se non per indicare un Forte,cheaveva iniziato a costruire Leopoldo I di Lorena,nel punto dellaspiaggia più vicino al capoluogo maremmano,ma che era statocompletato soltanto nel 1793 da suo figlio il Granduca FerdinandoIII. Dopo quindici anni,nel 1808 ,dopo il lavoro compiuto, no solodai valenti geometri granducali ,era stato scavato anche il canaleSan Rocco,che tagliava la rigogliosa pineta del Tombolo ,mentre iltracciato stradale parallelo alla via d'acqua era già un presuppostoper i primi stanziamenti vicini al Forte. Tracciato e non stradaperché tale percorso serviva ai cacciatori-raccoglitori che sirecavano in pineta per le loro escursioni,ai contadini della zona,che portavano rifornimenti al distaccamento dei cavalleggeri delForte ,per questo il ponte a nord o diciamo a levante,prese il nomedei Cavalleggeri.

Edè proprio intorno a quel Forte che inizierà l'antropizzazione diSan Rocco ,la marina di san Rocco poi Marina di Grosseto.

Unfatto importante per San Rocco è stato dato dal fenomeno della“statatura”che ebbe inizio dopo il 1815, per decreto granducale.Gli uffici pubblici di Grosseto,per diminuire agli impiegati ilrischio di contrarre la malaria, dovevano emigrare a Scansano,doveil clima era migliore che nelle pianure e zone costiere. Quando nel1897 venne posta fine alla “statatura”,la popolazione continuò a optare per le colline,almeno fino al 900.Ma buona parte deigrossetani seguì l'esempio degli amministratori restandosene incittà e in quanto a salubrità ci si accorse che non c'era tantadifferenza tra Grosseto con San Rocco. A favore di questo ultimogiocava però il fatto che d'estate,in riva al mare,si stava moltomeglio,facendo bagni nelle acque fresche che lambiscono le spiagge.C'è da dire che nonostante fosse una cittadina vicino al mare ilGrossetano non era di grande tradizione marittima,ma la gente poco apoco cominciò a conoscere il mare e a frequentarlo. E' proprio inqueste circostanze che alcuni grossetani, subito dopo la prima guerra mondiale ,quella del 1915/18,si arrischiarono a costruire unabaracca sulla prima duna della spiaggia,in modo da pernottare vicinoal mare e queste erano una trentina localizzate tra il canale e viaVerdi, oltre a baracche più grandi che erano residui della prima guerra mondiale adibite a colonie per bambini e una chiesetta.

La famiglia Madioni/Copertini ad esempio arrivò negli anni 20 daMonticello Amiata. Al babbo badilante ,padre di molti figli,impegnato nella bonifica ,gli fu data in affitto una zona della Fortezza di San Rocco , la guardia di finanza li tenne lì fino al1944 .

Ildemanio aveva venduto al Comune la spiaggia e ad esso ,a sua volta,aveva concesso la possibilità di comprare, oppure dare inconcessione i lotti per costruirci case, seguendo dei precisi criteriedilizi, sia d'igiene che di pulizia urbana. Ogni costruzione eogni quartiere doveva avere almeno un gabinetto con pozzo nero atenuta e le immondizie dovevano essere raccolte in appositirecipienti e mai gettati sul terreno proprio od altrui. Testimonianzescritte raccontano che già nel 1920 sulla spiaggia si contavanoanche 4000 persone e la RAMA faceva servizio con grandiautomobili(pulman),ma c'era sempre il timore delle febbri malariche enei periodi a seguire il servizio diventò molto scadente creandodissapori con la popolazione.

Ed è con quelle pochebaracche, che prima del 1924 nacque la località balneare e civiledi San Rocco. Il Comune iniziò così a costruire qualche strada non a fondo naturale . Non si parlava ancora di urbanizzazione,nonc'era condutture dell'acqua,né illuminazione e per avere l'acqua in casa ,non potabile, si attingeva alla falda sottostante ,tramite delle pompe a mano. L'acqua non era potabile perché accanto alpozzo trivellato, per servire la pompa a mano c'era la fogna aperdizione del rudimentale bagno. Di solito il bagno era una buca ,unsecchio o una tazza fuori casa .L'acqua potabile era venduta adamigiane da Amelia Bianchi e gliela portava la ditta Roncucci diGrosseto. Amelia era la nonna di Vittorio e Giuseppe Bianchi del barInsolito. La famiglia Bianchi aveva un negozio dove si spacciavaverdure, carbone per i fornelli ed altro.


Unadelle prime case, negli anni 30, fu il Villino Tirreno ,oggi sempreesistente col suo colore grigio topo ,sul viale XXIV maggioall'angolo opposto alla farmacia.


Siamocosì arrivati nel periodo storico del fascismo e inItalia come a Grosseto durante quegli anni nel campodell'architettura, si svilupparono due correnti artistiche diversefra loro; da un lato l'architetturarazionalista cherappresentava il movimento più moderno, in sintonia con le tendenzeeuropee del funzionalismo. Sull'altro versante nell'intento didiffondere i propri ideali tra le masse e trasmettere quindi l'ideadi grandezza del regime, il fascismo privilegerà le realizzazioni diedifici monumentali e con forte caratterizzazioni scenografiche.


AMarina, diverse le testimonianze di tale stile architettonico,egregiamente conservato lo si trova nella Villa Gaia,un tempocolonia marina ,la SNIA VISCOSA,oggi è l'albergo ristrutturato Leopoldo II di Lorena.


Comeci racconta Remo Giulietti,costruttore della maggior parte delle caseedificate a Marina, dopo gli anni 60 del secolo scorso,il suo babbo muratore, venuto da Senigallia nelle Marche,con altri parenti ,erano alle maestranze della ditta edile Sgarroni e Bacillieri diRoma. Il Commendator Sgarroni,gerarca fascista , nonché reduce della1° guerra mondiale, era proprietario anche della fornace di SanMartino e acquistato il terreno costruì la villa ,che eracostituita da due immensi appartamenti . La villa venne edificata nel1933 e al servizio della famiglia c'era la signora Nasini mogliedel falegname che aveva la sua bottega d'artigiano di là dal pontein via Tasso e nonna degli eredi Nasini, che abitano in via Bramante.


Siera arrivati a delle agevolazioni allo scopo di valorizzare laspiaggia di san Rocco e così la giunta comunale ,il 21 ottobre1932 ,decretò la morte del villaggio pionieristico di baracche denominato San Rocco decidendo di favorire e premiare lo sviluppodi costruzioni di stabile muratura sulla spiaggia e si diede il viaad un processo che stimolò l'edilizia.

Adurbanizzazione iniziata , al completamento di una strada , non eranopiù concessi affitti da parte del Comune , per baracche che nonavessero avuto un minimo di requisiti estetici, di solidità edigiene .


Iniziaronoi primi casotti balneari isolati , che il Comune concedeva previo pagamento di un affitto del terreno. il prezzo per una stagione finoa 120 giorni era di 5 lire al mq. Considerandoche un casotto non doveva misurare più di 2 mt x 4.


Nel1933 fu costruita in via XXIV maggio lanuova Rotonda in stile Liberty, che divento sala da ballo ,con lasua terrazza affacciata sul mare e nel 1937/38 , sempre su progettodell'ingegner Umberto Tombari ,venne edificata  laColonia dedicata ad “Ivo Saletti”giovane studente fascistaucciso a Roccastrada ; questa fu creata per ospitare 150 bambini.Edifici che a Marina, nellostile liberty, hanno trovato la massima espressione di questa architettura. 


Semprenel 1933 furono dati in appalto alla ditta Porzi di Milano , gliarenili rimasti invenduti, costruendoci dei villini, le venditecontinuarono e oggi ritroviamo quei cognomi nella nostra memoria:Ferroni della pensione Lola, Barth e la sua gelateria dove ora c'èl'agenzia del nipote Biancotti, Isolina Palmieri,la suocera di Carladella gelateria in via IV Novembre, e tanti altri grossetani ,perché solo dopo la seconda guerra sarebbe arrivata la fase dei ferraresi,senesi, aretini fiorentini e romani,come la famigliaColosi,Scarpelli,Agnoletti,Mantovani,Telloli, ecc... che per lamaggior parte andarono ad antropizzare la zona sud chiamata Shangai.


IlComune assunse delle guardie municipali, dei bagnini con la barca,che provvedevano ai bagnanti ,mala spiaggia invece di progredire andava sempre più indietro e nonfosse stato per la pulizia che veniva effettuata da personeincaricate , la natura avrebbe preso il sopravvento concedendo almare ed ai venti la formazione delle dune con le loro piantepioniere.

Marinaera nata e con essa una evoluzione, che ha portato la nostracittadina ad essere oggi una delle mete preferite, per il turismodelle famiglie.

  Trail 1946 e il 1948, fu costruita la nuova e ampia chiesa e per ilprogetto fu incaricato l'ingegner ErnestoGanelli .I lavori ebbero termine nel 1954,stesso anno della consacrazione e venne dedicata a San Rocco. Ilnuovo edificio religioso venne costruito modificando radicalmentequelli che erano gli elementi stilistici che caratterizzavano illuogo di culto originario. 

Lagrande chiesa venne costruita da :Alberto Madioni , OrioGiardini,dagli umbri Dori Ermanno ed Elbo, dal santostefaneseVincenzo della Monaca , Arrighi Beppe, e tanti altri ,il guardiano era Leonardo, detto il tunisino che in quanto a tatuaggi la sapevalunga e a noi ragazzi dalla fantasia fertile sembrava un pirata.Uomo dal passato torbido,approdato dall'Africa in Maremma chissàperché.


E viavia il paese si ingrandì, generando vie di patrioti , musicisti enella zona più d' élite :nomi di fiori e isole Toscane.Abitazioni che ospitavano personaggi politici dell'epoca comeAmintore Fanfani originario di Soci, un paese vicino Arezzo.Lavecchia colonia fu dedicata a Giuseppina Saragat ed intervennel'allora presidente della repubblica lo statista Giuseppe Saragat .


Siparlava già intorno al 1970 della costruzione di un lungomare opasseggiata a mare, a Marina di Grosseto .

Progettisu progetti rimandati dalle amministrazioni Comunali,per vari motivie poi ,sulla fine degli anni 90, lo studio dell' ingegner Bastreghi e architetto Baldo si aggiudicò il lavoro , che andava dal bagnoGabbiano Azzurro fino al bagno Capri.

Il progetto con il lungo colonnato in tufo,il pavimento a lastre ditravertino e le tegole in cotto sui tetti dei casotti dell'Enel .Per l'opera sono stati usati tutti materiali delle nostre zone .Iprogettisti ,per sviluppare l'idea della prima parte del lungomarepresero spunto nei molti viaggi dai lungomare di molti paesi rivieraschi , che li portò a valutare i materiali da utilizzare,ma l'amministrazione li costrinse a rivedere sia il progetto inizialesia i materiali .

Nel2002 iniziò la seconda parte della passeggiata ,il cui progetto èdell'architetta Elisabetta Cinti,la passeggiata a mare che va dalbagno Stella al bagno Moreno.


Questavolta un progetto molto minimalista , semplice e oculato neiparticolari degli arredi , dalle panchine in legno ,ai lampioni, aicestini tutto in acciaio marino per durare nel tempo. Il percorso èstato abbellito da un filare di palme venute dalla Tunisia ,maacquistate in un vivaio specializzato di Castel Porziano, vicino Roma.Le palme vennero preferite perché sono piante resistenti aiventi, e nella nostra zona essi non si risparmiano e posso esseremolto insidiosi .

Lapavimentazione è in tozzetti di porfido su sabbia, per unmigliore drenaggio delle acque piovane,con decori deliziosi ad ondedel mare rossi e blu .In un primo momento venne valutato l'acquistodi un tozzetto cinese, più colorato e molto più pratico per lasua forma alla messa in opera,ma i venti di guerra che soffiavano nelgolfo Persico e così l'incertezza dell'arrivo della nave chetrasportava tale materiale, fece optare gli amministratori ,per unprodotto nazionale : il porfido del Trentino. La costruzione del lungomare terminata definitivamente nel 2003 ,comportò lametamorfosi della spiaggia a ridosso della strada, la quale nonaveva un nome; era ricca di vegetazione ; e costeggiava glistabilimenti coi loro parcheggi per le auto e le case che siaffacciano a poche centinaia di metri dal mare ; e per le dune chenaturalmente erano nate con le mareggiate e i venti. Tutto il lungomare dedicato a Leopoldo II° di Lorena è ora lungo 1400 metricirca.


Nellasperanza di aver trasmesso, anche attraverso i nostri ricordi,almenoil minimo per capire come è nata la nostra cittadina,invito iposteri a rispettare quei sassi , che furono bagnati non solo dalsalmastro del mare, ma anche dalla miseria e dal sangue : essi sonola nostra patria!





GRUPPODI LAVORO:Carlo Cavanna,Roberto Soldati,Arch. Elisabetta Cinti,Ing.Mario Bastreghi,Remo Giulietti,Galatolo Mariuccia.


Marina12 marzo 2016

 
 
 
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Tutta la nostra vita dipende dai giorni dell'infanzia. Anche il nostro carattere è frutto di quei giorni lontani.

Quando veniamo al mondo siamo piccole piante delicate, nate sotto il cielo assieme a  tante altre creature palpitanti

.... ma se la semina è stata arida e la crescita non ha avuto amore e  né cure

allora le piante saranno deboli e incerte. (R.Battaglia)

 

 

 

 

    

 

 

 

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