Creato da galatolomariuccia il 02/05/2008
 

Zia Mariù racconta

favole filastrocche e...

 

Messaggi di Marzo 2014

Dudù il superfarfallone

Post n°1033 pubblicato il 25 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

C’era una volta una casetta bianca circondata da un giardino , che in primavera si riempiva di mille fiori colorati . Il farfallo Dudù, si posò un giorno sul recinto del giardino e pettinandosi esclamò. “Oh ,finalmente ho trovato un giardino come dico io,con fiorelline degne della mia bellezza, chissà se riuscirò a maritarmi con una di loro!” .

I fiorellini, incantati dalle sinuose forme del farfallone ed emozionati per le sue dichiarazioni, iniziarono a corteggiarlo cercando di ammaliarlo con i propri colori. Dudù iniziò la sua ricerca adagiandosi sui petali della margherita; la guardò ben bene e domandò: “ Cara amica mia, dimmi cosa potresti offrire ad un farfallo bello come me?”. La margheritina ,intimidita chiuse un po' i petali sul viso ,poi prese fiato e rispose aprendo arditamente i petali: “Caro Dudù, io potrei darti tutta la semplicità e purezza possibile, e sono qualità che oggi giorno non si trovano facilmente!”.

Dudù si fermò a pensare qualche istante, ma poi fu catturato dalle eleganti movenze della signorina Girasole, vanitosa assai e sempre impegnata nella ricerca del sole, e si allontanò lasciando la povera margherita senza una risposta.

Oh signorina Girasole”, disse Dudù, “il tuo colore giallo mi abbaglia tanto è luminoso”.

Grazie caro Dudù”, rispose la signorina Girasole, “io sono il fiore che porta allegria e gioia sotto i raggi del sole; potremmo divertirci molto insieme. Perché non rimani con me?”.

Dudù , non sentendosi ancora pronto per prendere una decisione, riprese a svolazzare per il giardino lasciando anche il girasole senza una risposta.

Mentre volava in qua e là, Dudù pensò tra sé e sé: “Sarà difficile trovare un fiore con cui trascorrere il resto della mia vita. Ancora non ne ho visto uno degno della mia bellezza”. Mentre era assorto nei suoi pensieri, Dudù sentì un vocina sottile. Era la Gerbera, che lo invitava a posarsi sui suoi petali delicati.

Oh caro Dudù”, disse la gerberina, “con me passeresti proprio una bella vecchiaia, perché io ti darò amore e tenerezza”. Dudù, quasi infastidito dall’insistenza del fiorellino rispose cercando di mantenere un tono gentile: “Cara Gerberì, sei molto gentile, ma temo proprio di essermi sbagliato. In questi giardino proprio non c'è un fiore degno di me .I colori delle mie ali sono troppo  sgargianti per potersi sposare con quelli di voi piccoli fiori comuni. Io ho bisogno di un fiore raro, di quelli di cui si legge sui libri di fiabe di quelli che col loro profumo e i loro colori fanno perdere il senno se gli si passa vicino. Ecco, con un fiore a quel modo , io potrei perdere la testa e potrei anche ,anche,anche sposarmi!”.

Anche se ferita nell’orgoglio dalle parole di Dudù, Gerberina azzardò un suggerimento al farfallone vanitoso. “ Se non trovi tra di noi l'amore della tua vita,dovresti andare da Orchidea”, gli rispose un po' delusa “Penso che lei sia la più bella di tutte, è come un arcobaleno dopo un acquazzone d'estate,fresca e vellutata e sorridente. Si dice inoltre che venga da paesi lontani ricchi di foreste e fiumi. Forse con lei potrai trovare la felicità che cerchi”, concluse la Gerbera.

Esaltato dalle parole del fiorellino, Dudù svolazzò alla ricerca di Orchidea e una volta trovata le si avvicinò nel modo più aggraziato di cui fosse capace.

Il povero Dudù però non riuscì neppure ad aprir bocca, perché Orchidea, che aveva visto e sentito tutto , lo scacciò .

Vattene via, specie di moscone senz'anima,ho visto come hai trattato le mie sorelle di campo e le tue parole false e piene di presunzione suonano alle mie orecchie come un fastidioso ronzio. Vattene da questo giardino che merita la tua assenza e non tornare mai più”.

Dudù, abbattuto da quelle parole,che gli risuonavano nelle orecchie come l'acqua rimbombante delle cascate, rimase sconsolato a svolazzare per il giardino . Alla fine pensò di ritornare da Margherita.

Lei non mi rifiuterà”, pensò Dudù. Ma questa girò la sua corolla dall'altra parte e lo stesso fecero tutti i fiori che aveva cercato di corteggiare.

Alla fine della giornata, triste e stanco il farfallone si posò su una ramo e da lì, ammirando la distesa di fiorellini addormentati, pensò: “ Che sciocco che sono, con il mio atteggiamento da superfarfallone ho avuto tante possibilità ma le ho sciupate tutte e perché? per la sola presunzione di ottenere di più. E adesso cosa mi rimane se nessuna di loro non mi vuol nemmeno parlare, nulla,dovrò essere più modesto !

In fin dei conti nessuno è più bello dell'altro,la vera bellezza è dentro ,nel cuore !

E se ne volò speranzoso ,alla ricerca di una compagna, che gli volesse bene.


fiaba di H.C.Andersen rielaborata da Zia Mariù 2014

 
 
 

Il drago di Longwitton

Post n°1032 pubblicato il 25 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

In Inghilterra,in un bosco non lontano dal villaggio di Longwitton usciva zampillando tra l'erba soffice, una sorgente di acqua purissima. Il re vi fece fare tre pozzi e negli anni erano talmente diventati famosi che anche dalla vicina Scozia , la gente si spostava per bere quell'acqua e si racconta ancora oggi che possa curare molte malattie a uomini e animali.

Un giorno un contadino intento a far abbeverare le sue bestie trovò vicino ai pozzi un drago gigantesco il quale , per sostenersi dall'immenso peso, aveva arrotolato la coda attorno a un albero. Esso faceva un rumore incredibile con la bocca;tenendo  la testa infilata nel pozzo  lappava l’acqua proprio come un lupo.

-Ah,dopo tutto questo fuoco è proprio quello che mi ci vuole- disse fra sé e sé il drago e giù a ingoiare acqua a litri.Quell'acqua gli piaceva molto,era zuccherina e aveva le bollicine che gli facevano pizzicar il naso.

Ma qualcosa lo disturbò. Forse il belare delle pecore e quando  si accorse di essere osservato,ZACCHETE... scomparve!

Nascosto tra gli alberi c'era  un  giovane contadino che non aveva mai visto nulla di simile. Impaurito,  capì  che il Drago era solo diventato invisibile. Egli sentiva il rumore di foglie secche calpestate e avvertiva sia il vapore che il soffio caldo del suo fiato. IL ragazzo, freddo dalla paura, riuscì a fuggire   e da quel giorno più nessuno osò andare a bere l’acqua ai pozzi .
Si raccontava che fosse un mostro spaventoso, con la pelle ruvida e squamosa , la schiena ben corazzata e ricoperta di spine molto appuntite e una lunga coda e due enormi ali e quando camminava , con le sue zampacce lasciava delle impronte così profonde che scalzava le radici e la pelle dura scrostava via la corteccia agli alberi.

Ben pochi al villaggio erano riusciti a vederlo ,esso aveva un udito infallibile e appena sentiva arrivar qualcuno ,dopo una botta secca a terra e una sventagliata alle foglie , diventava invisibile.
Il drago ,quando non volava qua e là per il cielo, se ne stava tranquillo nel bosco a bere quell'acqua buona e fresca e con la coda a guazzo . Ogni tanto gli uomini del villaggio si avventuravano ad attaccarlo ,ma esso si infuriava talmente che in men che non si dica: erano a terra decine di alberi fumanti abbattuti dalla sua furia e dalle fiamme della sua gola .
Il problema era che oramai il drago considerava i pozzi di sua proprietà e non permetteva a nessuno di avvicinarsi. I pozzi divennero perciò sporchi e furono invasi da insetti e da una incontrollata vegetazione che li nascondeva.

Un giorno giunse a Longwitton un cavaliere in cerca di avventure,specializzato proprio sulla cattura dei draghi: Ser Moscardo da Nuthangerhill.
- Qui c’è un drago spaventoso, signore, – lo informarono subito gli abitanti del paese – e saremmo ben lieti se lei riuscisse a sbarazzarcene, ma è capace di diventare invisibile e non riusciamo mai ad assestargli una bella mazzata sul capo.
- Vi libererò io!- rispose il cavaliere sicuro di sé – Domattina indosserò la mia corazza antidrago,e gli darò battaglia, a quella stufa volante!

Così il mattino dopo si passò sugli occhi un unguento magico che aveva avuto in dono durante i suoi viaggi e si diresse verso il bosco,alle sorgenti.
Il drago giaceva spaparacchiato accanto a uno dei pozzi, con un occhio semichiuso, quando sentì il rumore degli zoccoli del cavallo del cavaliere. Rizzò subito le orecchie ,sgranò gli occhi e :

dadan ...sfoderò gli artigli. Poi, sicuro della propria invisibilità, si lanciò all’attacco.
Il cavaliere lo aspettava, pronto. Il drago lanciò all'aria qualche colpo con le zampe ma il cavaliere, veloce, gli affondò la spada in un fianco. La belva grugnì di dolore e indietreggiò, mettendosi a difesa dei pozzi, pronto però a scagliarsi con la forza che gli rimaneva contro il cavaliere Moscardo .
Continuarono a combattere tutto il giorno ma, per quanto tremendi fossero i colpi inflittogli dal cavaliere , il drago non perdeva mai la forza e come per magia le ferite si cicatrizzavano in pochi attimi.
Al calar del sole il cavaliere se ne andò, distrutto e con le braccia dolenti, ma ben deciso a riprendere la lotta l’indomani.

Il giorno dopo stessa musica. Nonostante le mille ferite ,tagli e botte, alla fine della giornata il drago era forte come al mattino e di nuovo il cavaliere fu costretto anche per quella sera a ritirarsi.
- Non mi do per vinto e proverò finché avrò forza – disse. – Quel malefico drago deve avere qualche potere magico di cui non mi sono accorto. Domani sarò più astuto e userò più gli occhi che le braccia e PATAPUM ,cascò addormentato su un giaciglio di foglie.
Così il mattino dopo il cavaliere,tutto pimpante, attaccò per la terza volta il drago. Ma questa volta tenne gli occhi ben aperti e finalmente si accorse che questo non si allontanava mai dai pozzi, anzi si metteva in modo da tenere sempre la punta della coda immersa nell’acqua.
- Ah, ecco quale è il tuo segreto,malandrino di un furbacchione di un dragoncello! – pensò il cavaliere.-E' l'acqua che ti dà tutta questa forza da vendere,ma ti sconfiggerò!-
Così da prode che era, scese dal suo cavallo sguainando la spada e assalì il drago, a piedi, punzecchiandolo qua e là, finché la bestia infuriata gli saltò addosso sputando ardenti lingue di fuoco e ruggendo. Allora Moscardo indietreggiò, combattendo debolmente e facendo credere al mostro di essere ormai vinto ed esausto; in questo modo, a poco a poco lo attirò lontano dai pozzi di acqua . Poi, balzando a cavallo all’improvviso, aggirò il drago e si mise tra lui e l’acqua.
La belva, rendendosi conto di essere stato ingannato, lottò con tutte le sue forze per tornare vicino ai pozzi la cui acqua gli dava la forza. Ma il cavaliere, che ormai lo aveva in pugno, continuò a colpirlo,ed infierì più che mai sulla coda, recidendogliela un pezzo e togliendogli l'equilibrio,finché esso cadde con le zampe all'insù, immobile.
La notizia della sconfitta del drago fece il giro delle contee e in men che non si dica gli araldi del re lo annunciarono in ogni dove con squilli di trombe; si organizzò una gran festa e gli abitanti del villaggio fecero una profonda buca e vi seppellirono il loro nemico e sopra vi fecero scorrer un bel ruscello. Poi ripulirono i pozzi e resero di nuovo l'acqua pura e benefica e tutto ritornò finalmente alla normalità.

 (leggenda Inglese)

 

rielaborata da Zia Mariù 2014

 
 
 

I disegni dei bambini

Post n°1031 pubblicato il 23 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 
Tag: VARIE

 
 
 

UBUNTU

Post n°1030 pubblicato il 23 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 
Tag: VARIE

UBUNTU Un antropologo propose un gioco ad alcuni bambini di una tribù africana. Mise un cesto di frutta vicino ad un albero e disse ai bambini che chi sarebbe arrivato prima avrebbe vinto tutta la frutta. Quando gli fu dato il segnale per partire, tutti i bambini si presero per mano e si misero a correre insieme, dopodiché, una volta preso il cesto, si sedettero e si godettero insieme il premio.  Quando fu chiesto ai bambini perché avessero voluto correre insieme, visto che uno solo avrebbe potuto prendersi tutta la frutta, risposero “UBUNTU: come potrebbe uno essere felice se tutti gli altri sono tristi?”  UBUNTU nella cultura africana sub-sahariana vuol dire: “Io sono perché noi siamo” (Matteo Gracis)
UBUNTU
Un antropologo propose un gioco ad alcuni bambini di una tribù africana. Mise un cesto di frutta vicino ad un albero e disse ai bambini che chi sarebbe arrivato prima avrebbe vinto tutta la frutta.
Quando gli fu dato il segnale per partire, tutti i bambini si presero per mano e si misero a correre insieme, dopodiché,
 una volta preso il cesto,
si sedettero e si godettero insieme il premio.

Quando fu chiesto ai bambini perché avessero voluto correre insieme,
 visto che uno solo avrebbe potuto prendersi tutta la frutta,
risposero “UBUNTU: come potrebbe uno essere felice se tutti gli altri sono tristi?”

UBUNTU nella cultura africana sub-sahariana vuol dire: “Io sono perché noi siamo”
(Matteo Gracis)

 
 
 

Ma cosa succede a Bravibimbilandia

Post n°1029 pubblicato il 22 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

BraviBimbilandia è l’unico paese al mondo
dove le leggi vengon approvate facendo girotondo.

Si bisbigliano nell’orecchio le proposte che devon passare,
poi, chi salta più in alto, ha il potere decisionale.

Figuratevi che la legge sui gelati, “non meno di un chilo”,
è stata approvata con la lana sul filo,
si, insomma, sul filo di lana,
e, l’unità di misur, a ora è una piccola campana!

La legge: ”chi si alza primo è un pidocchio”,
ha visto tutti star per due giorni chiusi in casa,
senza chiudere occhio!

Poi uscì, sbadato, per primo il conte Adalberto, col suo cocchio
e si sentì urlar in coro: “SEI UN GRAN PIDOCCHIO!”

Lui mise subito le mani sul viso dalla vergogna,
ma oramai la nomea gliela avean affibbiata,
manco fosse una carogna!

Ah, quest’altra poi più bella è, la legge: “chi nasce domani diventa re?”
E fu un vero problema, perché nacquero in tre;
e per non far torto a nessuno,
portaron la corona in testa ott’ore ciascuno!

Meno male che a Bravibimbilandia
succedon solo cose divertenti e felici,
e se qualche legge non ci piace più
la cambiam da buoni amici!

 

 

Zia Mariù 2012

 
 
 

I Colori

Post n°1028 pubblicato il 22 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

Un argomento strettamente legato alla luce, sono i colori. Per fare delle buone fotografie è necessario avere almeno una piccola infarinatura. E io cosa sono qui a fare? :-)

I colori a seconda della tonalità evocano emozioni differenti. Prova a fare un gioco con tuo figlio, mostragli un colore e chiedigli di indovinarne  il significato:

Rosso: è il primo colore che i neonati percepiscono, denota un senso di forza e sicurezza. E’ il colore dell’amore e della passione;

Blu: è il colore della calma, la pace interiore, l’armonia;

Giallo: suggerisce allegria e libertà. Tradizionalmente associato all’oro e alla regalità;

Verde: esprime stabilità, forza, tenacia, equilibrio. E’ spesso usato per richiamare la freschezza e la natura;

Viola: il colore della trasformazione, della metamorfosi ( colore ottenuto mescolando il rosso e il blu) , del passaggio da uno stato a un altro;

Arancione: colore dinamico,, corposo, materiale. Si pensa stimoli l’appetito, per questo motivo è usato spesso nei ristoranti.

Ora quello che ti serve sapere è che la luce che normalmente vedi bianca, è in realtà un insieme di onde di diverse lunghezza. Quando  queste onde colpiscono una superficie, alcune vengono assorbite e altre vengono riflesse, andando a colpire i recettori del nostro occhio, che registra quella particolare lunghezza, e riesce a vedere i colori.

L’argomento è vasto, se vuoi, puoi approfondirlo facendo una ricerca su internet.

Detto questo, abbiamo diversi tipi di colori, vediamoli insieme:

- i colori primari :( quei colori che non possono essere generati mischiandoli con altri) e sono Il Rosso, il giallo e il blu.

- i colori secondari: che si ottengono mischiando i colori primari (Arancione, viola, verde)

- i colori terziari: colori che si ottengono mischiando i colori primari con quelli secondari ( arancio giallastro, viola bluastro, verde giallastro etc.)

- i colori analoghi: sono colori vicini come tonalità, spesso presenti in natura ( prova a pensare a una foresta in autunno) risultando armoniosi e piacevoli alla vista.

- i colori complementari: immaginado una ruota di colori, sono quelli che si trovano uno all’opposto dell’altro. Utilizzati in fotografia creano un piacevole contrasto. ( prova a pensare, per esempio, al giallo e il viola)

- i colori caldi: I gialli, i rossi gli arancioni, che evocano il fuoco, o il sole.

- i colori freddi: tendenzialmente i colori blu e i verdi sono considerati colori freddi.

Mentre i colori caldi, hanno la prerogativa di “avanzare” dando l’impressione di venire incontro all’osservatore, i colori freddi sembrano allontanarsi. Per questo motivo, vengono usati spesso, come sfondo.

Infine ci sono i colori neutri: il Nero che corrisponde alla completa assenza di luce. Il bianco è la somma di tutti i colori. Quando vengono aggiunti ad un altro colore, lo rendono o più chiaro o più scuro, non ne cambiano la tonalità.

Lo so che non ti piacciono queste lezioni tecniche, ma servono, fidati.

Per tua somma gioia, ecco la ruota dei colori:

File:Colorwheel.svg

Articolo pubblicato su Bravi Bimbi.it

 
 
 

Gerberina

Post n°1027 pubblicato il 21 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

 

Era il 21 di marzo di un anno che non so ricordar

e per il suo compleanno la fata Gerberina

 chiese alla regina di esprimere un desiderio come regal:

Vorrei sceglier per ogni fiore un nome ed un colore!”

E Gerberina con canzoncine e sogni  cominciò a colorare.

A Mughetto e  Margherita  ,

dono il bianco del gesso e della matita;

A Ciclamin del prato un tuffo nel fucsia delicato;

A Fresia regalo il giallo, luminoso come il cristallo;

polvere di lapislazzulo a Speronella e soffi di rosso  

 a madama Acetosella!

Per Viola un pensiero e a Fiordaliso

 il blu del cielo nascosto in un sorriso!

Ma poi un vento sibilante e freddo ,

si mise a strappar petali e foglioline

e tante piantine intorno, abbassaron meste le loro testoline.

 Ma Gerberì , da in cima alla collina,

 fece arrivar dolce la sua vocina :

Tu forza del creato, puoi scalzare ogni radice,

se questo ti rende felice,

ogni fiorellino puoi strappare ,

ma alla primavera ,non puoi impedire di sbocciare!”

Zia Mariù 2014

 

 
 
 

Benvenuta primavera

Post n°1026 pubblicato il 21 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

 

Una margheritina,

bianca e carina,

chiese al pittore:

togli il pallore,

dipingi il prato e fallo tutto colorato!

Lui le rispose, svegliando con  un tocco di pennello un altro piccolo fiore :

sì e userò ogni colore!

Il rosa,per l'aurora,

verde per tutta l'erbetta e ancora,

e il violetto,il giallo,il rosso,

in ogni angolo fiorellini

e le piume al pettirosso

e con il vento, e i profumi ,

colorerò d'azzurro il cielo ,il mare ,

i laghi e i fiumi!

Zia Mariù 2014

 
 
 

Il faro solitario

Post n°1025 pubblicato il 19 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

Sopra uno scoglio  , al buio e  sperduto nel mare ,

un faro assonnato era intento ad osservare

le nuvole veloci che non sapevano dove andare.

Ma  d'un tratto nel cielo scoppiò

un gran baccano e  tutto s' illuminò.

Un  lampo color zafferano,

colpì  un veliero col suo capitano!

Al fuoco, al fuoco! cominciò egli ad urlare.

Perché le vele e le mutande gli avevan preso a bruciare.

Ma con un fischio sonoro, lanciato nel vento,

qualcuno fece riunir le nuvole in un solo momento.

E al richiamo  del faro, le nuvolette si apprestaron ad ubbidire:

e giù acqua a non finire!

E si  spensero le lingue di fuoco,

ma s'inzupparono il capitano ,i marinai e anche il cuoco!

Con tanta allegria finì il viaggio

del grande veliero e del suo equipaggio.

Ancora una volta, il solitario padrone del mare,

capitano e marinai era stato chiamato ad aiutare .

Il faro è amico di tutti,

un occhio solitario dalla grande pupilla ,

che vigila sull'orizzonte come un'altra luna,

che nel buio brilla!

 

Zia Mariù 2014

 


faro delle Formiche di Grosseto


Senti come urla il mare severo

mentre intorno tutto è tinto di nero,

ma da una luce lontana arriva un raggio,

 illumina il mare e dà speranza all'equipaggio!

Zia Mariù 2014

 



 

 

 
 
 

storia dei pirati

Post n°1023 pubblicato il 16 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

 


Tratto da http://www.monkeyislandsite.it/storiapirateria.html


 Con questo termine si indica l'attività di quei marinai, denominati pirati che, abbandonando per scelta o per costrizione, la precedente vita sui vascelli mercantili, abbordano, depredano o affondano le altre navi in alto mare, nei porti, sui fiumi e nelle insenature.
Diversi sono i termini con i quali si sono indicati i pirati nel corso del tempo. Tra questi:

  • Filibustieri (derivato dal nome francese Filibustirs, in inglese Freebooter, "saccheggiatori")
  • Bucanieri (derivato da Boucan)

I Filibustieri erano corsari e pirati che operavano nelle Antille nel XVII e XVIII secolo. Essi stretti in associazioni (filibuste) assalivano e depredavano navi spagnole e francesi nei mari d'America.
Il termine bucaniere, utilizzato dal tardo XVII secolo nei Caraibi, deriva dal francese Boucanier e indicava cacciatori di frodo che affumicavano la carne su una graticola di legno detta. Questo metodo, chiamato barbicoa e dal quale deriva il barbecue, sarebbe stato insegnato loro dagli Arawak, tribù di Santo Domingo.
Tuttavia, gli abitanti delle isola utilizzarono ben presto questa parola per indicare i pirati dei Caraibi. I coloni inglesi che occuparono la Giamaica usarono questo termine per indicare pirati ribelli che navigavano nei porti e nei mari caraibici. Questo nome divenne poi d'uso universale con l'uscita, nel 1684, del libro di Alexander Exquemelin: The Bucaniers of America.
Sebbene ve ne fossero di molte nazionalità, i bucanieri erano per lo più protestanti provenienti da Inghilterra, Olanda e Francia settentrionale. All'inizio i bucanieri ebbero come basi Hispaniola, Tortuga e Port Royal.
I bucanieri, detti anche Fratelli della costa attaccarono le navi francesi e spagnole che navigavano nelle Indie occidentali nel XVII e XVIII secolo. Attorno al 1630, alcuni francesi che erano stati scacciati dall'isola di Saint Kitts si recarono prima a Hispaniola e poi nella vicina Tortuga (che oggi fa parte di Haiti). Qui vissero di caccia e vendendo pelli ai mercanti olandesi. Gli spagnoli tentarono di cacciarli, ma ai bucanieri si aggiunsero molti altri francesi, olandesi e inglesi. Essi divennero infine così potenti da attaccare le navi spagnole e da conquistare città nel Nord America.
Vedendo nei bucanieri degli utili alleati, l'Inghilterra li assoldò per attaccare la rivale Spagna, legalizzando in questo modo le loro operazioni. Gli fu quindi offerta come base Port Royal in Giamaica. Col benestare della Corona inglese, i bucanieri attaccarono le navi francesi, spagnole e olandesi, e così Port Royal divenne la città più fiorente delle Indie occidentali. Furono anche inviati ufficiali navali per comandarli, tra cui Christopher Myngs. Alla fine furono misconosciuti dal governo inglese.
Ben diversi sono invece i Corsari, fra cui debbono essere compresi i marinai barbareschi (ossia delle regioni "barbaresche" - cioè a maggioranza berbera - che s'affacciano sul Mar Mediterraneo), che operarono tra il XIV e il XIX secolo dalle coste marocchine, algerine, tunisine o libiche.
Che i Barbareschi non fossero pirati è dimostrato dal fatto che mai costoro aggredirono naviglio musulmano, riservando le loro azioni di rapina alle sole imbarcazioni cristiane
Il pirata infatti era colui che saccheggiava e rubava in mare, un fuorilegge, mentre il corsaro era chi - a bordo di un vascello armato e autorizzato dal proprio governo attraverso lettere di corsa o di marca - s'impegnava a catturare navi di nazioni ostili. La differenza più evidente fra i pirati e i corsari era che i corsari, se catturati, soggiacevano alle norme previste dal diritto bellico marittimo, venendo imprigionati, al pari di un qualsiasi prigioniero di guerra, mentre i pirati catturati erano sommariamente giustiziati, in genere per impiccagione alla varea del pennone di un fuso maggiore, al fine di fornire una tangibile prova della potenza della giustizia umana e fungere al contempo da salutare ammonimento per chi fosse tentato d'intraprendere una simile attività.
fenomeno della pirateria è antichissimo. Vi sono esempi di pirati nel mondo classico tra i Greci ed i Romani, nell'alto Medioevo con i Vichinghi e i Danesi, nel Basso Medioevo e nel Rinascimento con i pirati Saraceni.
La pirateria moderna inizia nel XVII secolo nel Mar delle Antille ed in meno di mezzo secolo si estende in tutti i continenti; il Mar delle Antille rimane ad ogni modo il centro della pirateria sia perché là i pirati riescono a godere di una serie di appoggi e favori sulla terraferma sia perché le numerose isole presenti sono ricche di cibo e i fondali bassi impediscono inseguimenti da parte delle già lente navi da guerra.
Tra le cause dello sviluppo della moderna pirateria vi fu l'azione di Francia ed Inghilterra che, per contrastare la Spagna nel Mare dei Caraibi, finanziarono vascelli corsari che saccheggiassero i mercantili spagnoli. Successivamente, sia per il venir meno dell'appoggio anglo-francese, sia per una acquisita abitudine allo stile di vita libero ed indipendente molti corsari divennero pirati.
Nel 1717 e 1718 Re Giorgio I d'Inghilterra offrì il perdono ai pirati nella speranza di indurli ad abbandonare la pirateria ma il provvedimento si dimostra di nessuna efficacia. Per rendere i mari più sicuri si organizza allora una sistematica "caccia ai pirati" da parte di navi corsare specificamente autorizzate dai governi per combattere i pirati. Infatti, sebbene nel momento della sua massima espansione, attorno al 1720, i pirati dell'Atlantico non superassero il numero di 4.000, essi furono in grado di porre una pesante minaccia sullo sviluppo capitalistico dei commerci tra Inghilterra e colonie. Ciò fu reso possibile, oltre che dalla oggettiva difficoltà di opporsi alla pirateria, da alcune cause più generali. Con la pace di Utrecht, la fine della guerra di successione spagnola ed il nuovo equilibrio tra potenze che si venne a creare a partire dal 1714, le marinerie militari di Francia, Spagna e Gran Bretagna furono molto ridotte e da quel momento fino al 1730 circa vi fu anche un certa diminuzione dei commerci internazionali. La disoccupazione che colpì i marinai, la drastica diminuzione dei salari che ad essa si accompagnò, ed il contemporaneo peggioramento delle condizioni di vita a bordo di vascelli spinse un gran numero di marinai verso la pirateria che prometteva loro guadagni più facili e condizioni di vita più umane.
Il covo più famoso dei pirati fu un'isola a forma di tartaruga, detta San Cristoforo (nei pressi dell'isola di Hispaniola).
Diverse erano inoltre le aree considerate ad alto rischio perché infestate dai pirati. Tra queste la zona dello stretto di Gibilterra, il Madagascar, il Mar Rosso ed il Golfo Persico, la costa indiana di Malabar, tutta l'area tra le Filippine e l'Indonesia dove spadroneggiavano i pirati filippini mentre il Mar Cinese Meridionale ospitava la più numerosa comunità di pirati, circa 40.000 all'inizio dell'Ottocento, e la più temuta per le atrocità di cui si rendevano responsabili.
La vita a bordo di una nave pirata era piena di contrasti. Sulle navi non mancava il lavoro per l'equipaggio impegnato in una costante manutenzione della nave. Le regole per la ciurma erano poche ma alcune molto dure.
Ecco alcune regole che i Pirati dovevano rispettare:

  • Ognuno ha il diritto di voto, a provviste fresche e alla razione di liquore.
  • Nessuno deve giocare a carte o a dadi per denaro.
  • I lumini delle candele devono essere spenti alle otto.
  • Tenere sempre le proprie armi pronte e pulite.
  • Donne e fanciulle non possono salire a bordo.
  • Chi diserta in battaglia viene punito con la morte o con l’abbandono in mare aperto.

I pirati prendevano le loro decisioni in maniera collettiva: non esisteva un leader assoluto, il capitano veniva eletto da tutta la ciurma riunita (dall'ultimo mozzo al timoniere) per effettuare le scelte relative alla conduzione del vascello e il bottino veniva diviso in quote uguali assegnando in certi casi due quote al capitano e una e mezzo al nostromo.
In oltre ogni Capitano aveva un "suo" codice (o regolamento) che poteva cambiare alcuni punti rispetto a quello base.
I pirati erano egalitari: per questa ragione liberavano gli schiavi che venivano trovati sulle navi catturate. Tra i pirati c'era un grande spirito di corpo, ed era questo che gli permetteva di vincere le battaglie. Per un certo periodo esistette anche un sistema di assicurazione per chi era rimasto ferito in battaglia o durante il lavoro. Tuttavia le loro comunità persero col tempo molte di queste caratteristiche.

La storia della bandiera pirata su Flags-Bandiere dal Mondo

Pirati celebri:

  • William Kydd
  • Edward Teach detto Barbanera
  • Francio Barke
  • Bartholomew Roberts detto Black Bart
  • Stede Bonnet
  • Anne Bonny
  • John Rackham detto Calico Jack
  • George Clifford
  • Bennet Craham
  • Edmund Condent
  • Captain Dulaien
  • Francis Drake
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Festa del papà

Post n°1021 pubblicato il 11 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

 

Un papà come ce l'ho io

 è una grande cosa 

e  lo voglio  scrivere anche in prosa!

Caro papà ,uno come te

in tutto il mondo proprio non c'è,

non se ne trova uno migliore

dal polo nord all'equatore!

Insieme papà proviamo a navigar per  tutti i mari,

su una nave di corsari.

oppure con un razzo sfidiam la fortuna

e arriviamo fin sulla luna!

Vi garantisco che  il mio papà

è l'uomo migliore che c'è

e assomiglia proprio a me!


Zia Mariù 2014

 
 
 

Chi salta più in alto di me?

Post n°1020 pubblicato il 11 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

Chi è chi salta più in alto di me?

ruggì a tutti gli  animali  il loro re.

La belva

voleva lucidar dei  denti suoi lo smalto,

e s'inventò la scusa di un salto!

Rispose la pulce : io son piccina,

ma faccio salti alti come una ballerina !

E se ne saltò lontano...

“Ah ah ah”rispose la rana “mi fai proprio ridere tu,

con due salti io arrivo fino nel Perù!

E se ne andò...

“Quando salto io ,faccio tremar tutta la foresta!”

disse l'elefantessa , molto modesta.

Io so saltar oltre quel muro,rispose il canguro !

“Oh no no,io so saltar di filata per un miglio”

e fuggì anche il coniglio!

“Insomma,non c'è nessuno che salti più in alto di me?”

ruggì  il re.

“Una medaglia volevo regalare

a chi nella foresta è il più bravo a saltare,

ma se nessuno vuole la medaglia

la darò a primo animale che... raglia!

Zia Mariù 2014

 

 
 
 

8 marzo-ho conosciuto una donna

Post n°1019 pubblicato il 05 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

Ho conosciuto

una donna una volta,

mi disse che le era stata troppo spesso sbattuta in faccia la porta!

Aveva gli occhi di un blu velato,

le mani ruvide , il capo spettinato.

Non ti scoraggiare amica mia:

e la feci entrare nell'anima mia.

Da quel giorno ha guadagnato il mio cuore

lei mi ha arricchito di fede,di pace e di amore.

Quella donna è la serenità che ognuna dovrebbe avere

insieme ad una famiglia ,

con la tenerezza e qualche emozionante battito di ciglia.

 

Zia Mariù 2014

 
 
 

Gugù

Post n°1018 pubblicato il 04 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 
Tag: FAVOLE

 

Viveva sotto l'ombrello di una vecchia quercia una famigliola di gufi grigi.

La mamma si chiamava Gufetta, il babbo Gufotto Gufotti e il piccolino dagli occhi grandi e stralunati si chiamava Gugù.

Avevano a disposizione una bella casetta sopra quell' alberone pieno di foglie e rami alti più del cielo.Tutti intorno gli alberi erano più bassi e da lì si dominava davvero il mondo. Gugù era un gufolino molto curioso e la mamma gli si raccomandava sempre di stare attento perché le insidie c'erano, eccome se c'erano, anche se loro stavano molto in alto.

Un giorno gufolino birichino cominciò a saltellare tra i rami,ancora non aveva mai provato a volare e faceva un po' di prove allungando le sue alette inesperte tra un ramo ed un altro. Ma da sopra un ramo bagnato fece un capitombolo sopra un altro e cominciò a piangere. La mamma andò a riprenderlo borbottando e sgridandolo che era stato troppo imprudente. Ma il giorno dopo punto a capo. Gugù saltellò sopra il solito ramo bagnato e ...mammina mammina son caduto!

E Gufetta con due battiti d'ali se lo riportò nel nido e lo tenne per un po' sotto la sua calda ala.

-Non devi esser troppo ambizioso- ,gli disse- porta pazienza ,ce la farai col tempo! - Vero signora Guferoni?- La mamma di altri due gufetti che stavano due alberi più in là.

- Oh,si Gufetta ha proprio ragione, anche io coi miei Gufolì e Gufoletta ,ho un bel da fare sa!-

Mammina cosa è la pazienza e cosa è il tempo,-chiese Gugù curioso.

Ma la mamma chiuse gli occhi e si addormentò lasciandolo con la sua curiosità.

Il tempo,il tempo,il tempo,pazienza pazienza,chiedeva Gugù ogni minuto, fino a che la mamma si svegliò con quella cantilena .- Ma come fai con le orecchie! le disse un giovane picchio da qualche ramo più in giù . -Ah,son pulcini e bisogna aver comprensione-

E spazientita:- e tu come fai a picchiettar tutto il giorno e non sentir confusione nel cervello!rispose la mamma gufa.

E il picchio se ne volò più in là indispettito a martellar un nuovo buco.

Gufetto era diventato un batuffolo di piume grigie delizioso e un giorno se ne stava nella penombra quando gli svolazzò vicino una farfallina. - E tu chi sei? - le domandò

Io son Lalla la farfalla! - e gli svolazzò sopra al becco curvo. Lui con la zampetta si grattò divertito mentre guardava Lalla allontanarsi e cominciò a ripeter saltellando :farfalla, farfala, farfalla.

Il giorno a seguire un nuvolone nero rimase impigliato alla vecchia quercia. Gugù goffamente gli si avvicinò e da curioso come era gli chiese cosa stesse facendo lì fermo.- Ah,piccolo mio- rispose - sono così stanco che mi voglio riposare un po' - e tossì. Ma tossì così forte che gli fece fare un salto il quale  lo fece cader di un ramo . La mamma  allarmata dai suoi pigolii  uscì e quando  vide il nuvolone chiamò il vento perché lo spostasse. Il vento Matteo stava riposandosi in fondo alla valle, spaparazzato in mezzo ai ciliegi fioriti e in men che non si dica ,salì la collina e :issa,issa,issaaaa,spostò il nuvolone grasso in mezzo al cielo ,con le altre nuvole pronte per la pioggia. Altri due colpi di tosse forte e giù tante goccioline di acqua allegre e fresche sui prati. Dopo qualche ora ,a notte fonda, Gugù con la sua mamma uscirono dal nido, per fare le prove della vista e dell'udito. E' risaputo da tutti nel bosco che i gufi di notte hanno una vista e l'udito molto sviluppati e per questo tutti gli animaletti stanno molto attenti,specialmente i topolini. Gugù rimase abbagliato dalla palla di cera che illuminava il cielo. Mammina cosa è quella cosa luminosa là ? - E' madama Luna Gugù ,vedrai essa diventerà tua amica! - Ma come faremo a giocare se  è lassù,potrò andare a casa sua a trovarla? Domandò felice il gufetto.- No,non ho detto che potrai andare a giocare su da lei,lei ti aiuterà nei tuoi giochi da grande,solo questo! Si era fatto tardi e rientrarono nel nido sbadigliando.

Un pomeriggio arrivò mamma Guferoni coi suoi piccoli. Oh signora Gufetta che bella vista che ha lei da qua,un vero paradiso.- Oh si,davvero bello rispose,con mio marito ci siamo impegnati molto e ora ne siamo felici, specialmente per Gugù che sta imparando a volare. Ma oggi anche lei coi suoi piccoli potrà beneficiare di questo incanto- e le due mamme gufo cominciarono ad insegnare ai piccoli a volare.

Forza ragazzi,tutti in fila,cominciamo le prove,ma attenzione a come vi fermate!

Gugù prese di mira un ramo e viaaaaaa...

Oh mammina sto volando, ma non so come girare,mammina aiutoooooooo e badabam contro delle foglie . La mamma gli volò incontro e: su su che non è successo nulla!-lo incoraggiò

Gufoletta ,la più piccola del gruppo , stava per prendere il volo quando era rimasta solo sul ramo e vide tra  le foglie due occhi verdi e gialli! Se ne accorse anche la sua mamma e cominciò a chiamarla .- Scappa Gufoletta,vola ,vola piccola mia ,è il gatto selvatico,il nostro acerrimo nemico, fuggi,fuggi.E la gufetta prese, con un respirone, tutto il coraggio che non aveva e si lanciò ad occhi chiusi e cadde tra le ali della sua mamma. Il vecchio gatto rimase a bocca asciutta sul ramo ad affilarsi le lunghe unghie.

Ah, l'hai scampata bella piccola mia,ma sei stata coraggiosissima! E anche gli altri gufetti le si fecero intorno acclamandola. Evviva evviva Gufoletta!

Da quella sera dovettero tutti cambiare alberi.

Arrivarono sfiniti sopra un campanile e i piccoli si accoccolarono sotto le ali delle loro mamme.

Signora Guferoni,io e il mio piccolo riprenderemo il volo domani mattina presto,per questo la saluto già da ora ,buona fortuna,buona fortuna mamma Gufetta,buona fortuna,noi ci fermeremo qui! E si addormentarono tutti.

Verso le sette del mattino mamma e Gugù erano già lontani dal vecchio campanile. - Mammina ho tanta fame - disse Gugù. E si fermarono a fare una bella colazione di grilli freschi in un prato, tra i fiori colorati .- Mammina mi piace questo posto perché non rimaniamo ? chiese il gufetto.

- Gugù,stai diventando grande ed è l'ora che tu te la cavi da solo,io ritornerò alla vecchia quercia dal babbo-gli rispose

Gugù rimase in silenzio ,per un po' ,poi fece un sospiro si nascose dentro un buco di un albero e si addormentò e nel sonno udì solo:un piccolo schiocco in mezzo agli occhi e ciao piccolo della mamma. Al mattino dopo la mamma se ne era volata via.

Per tutto il giorno Gugù,pensò alla sua mamma ,ma al calar della notte allungò le sue belle ali grigie e marroni ,sgranò gli occhi e si lanciò a catturare un topo,il primo della sua vita e pensò:me la caverò!

Qualche sera dopo,leggermente  illuminato da madama Luna, se ne stava in silenzio con un occhio aperto e uno chiuso,le orecchie tese e ad ogni minimo rumore girava il collo, qui e là. HUUU huuuuhhh, udì.Sgrano gli occhi e attraversò con l'acuta vista il bosco . Quella stessa notte incrociò i due occhioni gialli di Gufina e non si sentì più solo!

 

 

 

 

 

 

Zia Mariù 2014

 
 
 

Mario Lodi

Post n°1017 pubblicato il 03 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

"Oggi è difficile educare perché il nostro impegno di formare, a scuola, il cittadino che collabora, che antepone il bene comune a quello egoista, che rispetta e aiuta gli altri, è quotidianamente vanificato dai modelli proposti da chi possiede i mezzi per illudere che la felicità è nel denaro, nel potere, nell'emergere con tutti i mezzi, compresa la violenza. A questa forza perversa noi dobbiamo contrapporre l'educazione dei sentimenti: parlare di amore a chi crede nella violenza, parlare di pace preventiva a chi vuole la guerra. Dobbiamo imparare a fare le cose difficili, come disse Gianni Rodari in una delle sue ultime poesie: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco, liberare gli schiavi che si credono liberi."
(Mario Lodi)

 

Cipí è un passerotto un pò birichino che fin dalla nascita dimostra una grande curiosità per il mondo. Dapprima imprudente e sventato, impara a sue spese a essere saggio e ragionevole....

A crescere e a maturare lo aiutano, insieme alle avventure cui va incontro, tanti personaggi ora buoni ora cattivi: la passeretta Passerí, un gatto, un gufo, una margherita, ma anche il sole, le nuvole, il vento.

Un classico della letteratura per ragazzi, coinvolge nella lettura i bambini perché ne rispecchia le emozioni e le prime scoperte...

 

 
 
 

E' arrivata la primavera

Post n°1016 pubblicato il 03 Marzo 2014 da galatolomariuccia
 

 

Se senti cantar gli uccellini dalla mattina alla sera:

è arrivata la primavera!

Se le coccinelle si confondono coi fiori

e le farfalle, vedi tuffarsi nelle corolle tinte di bei colori

è arrivata, è arrivata!

fin laggiù dove una gatta se ne sta sul ramo accoccolata.

Là c'è un ciliegio il cui profumo arriva fino in fondo alla strada,

il vento lo porta, pungente, e poi su tutto lo dirada.

Al mattino è ancora fresco

e i bimbi hanno le guance come la frutta matura,

è primavera,

la stagione più bella,

per ogni creatura!

Zia Mariù 2014

 

illustrazione di Anna Burighel

 

 
 
 
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PERCHÉ LEGGERE FA DIVENTARE GRANDI

http://filastrocche.it/ 

 

 

 

 

 http://www.bravibimbi.it/

 

 

 

 http://www.giochiamocoibimbi.it/

 

 

 

Il racconto di Zia Mariù

illustrato da Valentina Ravagni :

GONGO il mostro succhiatutto(Edigiò)

 Foto di galatolomariuccia

 

 

 

  

"Riuscire a trarre gioia dalla gioia altrui, ecco il segreto della felicità !"

(G.Bernanos)

 

La storia del leone che non sapeva scrivere

 

Giù le mani dai bambini

 

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Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. 


Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride 


e ognuno intorno a te pianga. 

 Paulo Coelho

 ............................................................................................................................

 

Tutta la nostra vita dipende dai giorni dell'infanzia. Anche il nostro carattere è frutto di quei giorni lontani.

Quando veniamo al mondo siamo piccole piante delicate, nate sotto il cielo assieme a  tante altre creature palpitanti

.... ma se la semina è stata arida e la crescita non ha avuto amore e  né cure

allora le piante saranno deboli e incerte. (R.Battaglia)

 

 

 

 

    

 

 

 

"Il bambino ha diritto al più grande rispetto."

Decimo Giunio Giovenale

 

 

 

"Non permettere che qualcuno venga da te e che poi vada via senza essere migliore e più contento."

 

 

Vivi con i bambini ed imparerai ad amare.

Così diventerai tu un bambino

e più ancora: un essere umano.


Georg Walter Groddeck

 

 

"Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini".
Dante Alighieri

 

 

 

 

 

 

Videofiaba:Un profumo puzzoloso

 

 

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