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Eduardo Savarese, Le inutili vergogne (edizioni e/o, 2014)

Post n°221 pubblicato il 15 Giugno 2014 da HansSchnier
 

Se un uomo nato più o meno cento anni fa avesse sfogliato questo libro, probabilmente avrebbe esclamato: "Ma se hai tendenze omosessuali, perché cerchi di nobilitarle con codesta infarinatura di cattolicesimo misticheggiante? Così mi diventi blasfemo!".

Ma siamo nel terzo millennio e un'accusa del genere sarebbe ingenerosa ed eccessiva, nei confronti di un autore che ha senz'altro le doti del coraggio e della franchezza, oltre a quella che suol dirsi "una bella penna".

Se posso esprimere, sommessamente, una valutazione su questi argomenti così delicati, l'anelito religioso di Savarese mi sembra autentico. Proprio per la sua autenticità esso finisce inevitabilmente per interagire con il tumulto dei desideri del protagonista. La sua grande passione - e vogliate scusate la banalità - è la bellezza dei maschi (tra adulti liberi e consenzienti, non c'è problema...) e si sa che la dottrina cattolica maggioritaria non è precisamente "gay friendly".

Certo, nel libro c'è un approccio un po' disinvolto alla religione. Di fronte al Dio cristiano, il buon Savarese non mi pare particolarmente propenso a mettersi in discussione: il suo cattolicesimo paradossale comporta molta autocoscienza ma scarsa attitudine al "rinnegare sé stessi".

C'è tutta una simbologia di "spudorata" matrice cristiana: il calice eucaristico che appare sullo specchio di casa (dinnanzi al quale si dice essere "cosa buona" il coito con il trans Nunziatina!), ma c'è anche la scala di Giacobbe (Gen 28,12); ricorre sovente, nel romanzo, la "compresenza degli angeli"; addirittura, alla fine del libro, c'è un'icona trinitaria, dissimulata in una scena di danza (proprio in quel momento, avvertendo un soffio di vento che lo rianima, uno dei tre personaggi mormora: "Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto").

Secondo Savarese - così mi pare di aver capito, e chiedo scusa se ho frainteso - i corpi sono tendenzialmente santi, gli amori sono santi per definizione, le vergogne sono inutili, anzi, sono paralizzanti, costituendo in definitiva una resa alla "durezza del cuore" tanto deprecata dal Signore Gesù; Dio non ci chiede di soffocarci, ma di obbedire alla voce interiore ovunque essa ci conduca; dopo, semmai, verrà il tempo della purificazione ("bisogna mangiare il frutto e poi metterlo da parte", pag. 140).

Questa purificazione potrà consistere in un grottesco eccidio di bamboline "Barbie" collezionate fin dall'adolescenza, in un "coming out" che per la verità è piuttosto un "acting out" e in un'abiura del sesso compulsivo cercato in chat (mi pento di non aver procreato, di essermi messo il rossetto e di aver fatto sesso orale con sconosciuti immeritevoli: così parlò Benedetto de Notaris, ginecologo cinquantenne, dopo aver avuto un mezzo infarto in chiesa, al matrimonio della nipote con un bellissimo giovane).

Non mi interessa il "merito" degli orientamenti sessuali e delle vicende personali. Non sono omofobo e non sono un censore. Papa Francesco ha detto: "Chi sono io per giudicare un gay che con sincerità cerca Dio?". Ciò che mi dispiace di questo libro è l'eccesso di profezia. Troppo invadente la pretesa di parlare a nome dell'Altissimo, anche se a profferir parola non è Eduardo Savarese e non è nemmeno Benedetto de Notaris bensì Raffaele-Nunziatina ("il mio cuore è nel cuore di Dio", pag. 150); altre volte provvede zia Gilda (la quale, negli inserti diaristici, veramente pontifica a tutto spiano).

Consapevole, forse, di questa debolezza l'autore sente il bisogno del sostegno di un'autorità spirituale e munisce la sua opera della postfazione di un dottissimo padre gesuita.

Domando: è proprio scritto in Cielo, nel battito delle sante ali degli Angeli, che il mythos debba diventare logos? Non lo si carica, in questo modo, di improprie responsabilità? Oltre tutto, trattasi - nella fattispecie - di un mythos di ottimo livello letterario, ed è peccato, è proprio un peccato, quest'ansia di trasformarlo in parabola esemplare.

Commenti al Post:
UnaCattivaAbitudine
UnaCattivaAbitudine il 15/06/14 alle 23:30 via WEB
Non ho letto il libro, ma conosco Eduardo Savarese. Adesso mi costringi a leggerlo.
 
HansSchnier
HansSchnier il 14/08/14 alle 07:38 via WEB
Savarese presenterà la sua opera alla Libreria Tasso, a Sorrento, il 30 settembre se non vado errato.
 
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