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LA QUARTA PARETE

ESEGUIRE UNA INVERSIONE A U CONSENTITA

 

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Prefazione di Mimmo Repetto al libro "Hanno tutti ragione", di Paolo Sorrentino

Post n°355 pubblicato il 06 Febbraio 2012 da ziryabb

Due o tre cose che non sopporto

Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità. Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza. I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddotica esasperata. La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive. Ma non sopporto neanche le generazioni successive. Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus. Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù. La prosopopea eroica dei giovani è patetica. Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto in autobus. Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili. Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancora più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste. Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e il loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e disoccupati e l’ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina. Che sfortuna non è. Solo mancanza di impegno. Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l’ascella? Impossibile sopportarli. Non sopporto i manager e non c’è nemmeno bisogno di spiegare il perché. Non sopporto i piccoli borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza sapere nemmeno il significato della parola. Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano. Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono. Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati. Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili. Tutto consentito tranne l’omicidio. Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma, mettono in difficoltà. Perché boicottano la cattiveria. Quindi, sono insopportabili. Ti chiedono: “come stai?” e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l’interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate. Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani. Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli incisivi, i non fumatori, lo smog e l’aria buona, i rappresentanti di commercio, la pizza a l taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, color che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent’anni ti rincontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai l’occasione che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d’arte, gli ex comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono “intrigante”, i modaioli che dicono “figata” e derivati, gli sdolcinati che dicono carino, bellino, stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti “amore”, certe bellezze che dicono “ti adoro”, i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ti ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci […] Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sé, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, gli attutisti,i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità. Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessari età, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità. Non sopporto niente e nessuno. Neanche me stesso. Soprattutto me stesso. Solo una cosa sopporto. La sfumatura.

 

Commenti al Post:
angiolhgt
angiolhgt il 06/02/12 alle 14:14 via WEB
comè è vero!!Oltre lo zuccherificio ipocrita della tolleranza dal bon ton, oltre ai mulini bianchi, di buono trovi poco negli esseri umani ed io mi sento molto spesso un essere umano. Condivido le opinioni altrui solo quando non ho capito bene di che cosa stiano parlando.
 
 
ziryabb
ziryabb il 07/02/12 alle 12:14 via WEB
Ciascuno di noi ha in mente la propria lista di insopportabilità che va nostro malgrado arricchita ogni giorno. Ma hai visto il fruttivendolo al mercato settimanale che non sa dire altro che:Lascio?. Non lo sopporto.
 
   
lorifu
lorifu il 07/02/12 alle 15:05 via WEB
E' peggio la mia estetista. Lascio (l'attività) ma ai cinesi. Pagano di più. Non la sopporto :-)
 
     
ziryabb
ziryabb il 07/02/12 alle 17:24 via WEB
La cinesizzazione incomincia già negli uffici istituzionali.Basta pagare e a loro si aprono tutte le porte:agevolazioni,permessi vari,corsi obbligatori saltati senza nemmeno conoscere la lingua ecc.Saranno stacanovisti ma il know-how,il lavoro bene fatto, senza effetti collaterali,lasciatelo fare a chi il mestiere lo fa da una vita.
 
     
lorifu
lorifu il 07/02/12 alle 21:10 via WEB
Loro hanno un unico obiettivo: abbattere i costi, ragion per cui evitando buona parte dei passaggi della filiera non è improbabile trovare, come è realmente accaduto, nella fodera di un piumino di marchio cinese, un topo morto.
 
     
ziryabb
ziryabb il 08/02/12 alle 10:24 via WEB
E' vero.Ma ormai siamo nella morsa dei cinesi.Da quando hanno comprato i debiti di mezza Europa siamo diventati ancora più vulnerabili.Decidono loro la regolamentazione sui dazi doganali.
Sono 35 milioni in Europa.Lavorano come dipendenti solo da un connazionale.Riescono a battere la concorrenza per ragioni puramente culturali.Non hanno gli stessi bisogni, di consumo e di stile di vita di un Europeo. Campano con poco,sanno aspettare la loro ora e al bar sanno essere gentili perché a loro piace servire che è per noi servitù.
 
     
lorifu
lorifu il 08/02/12 alle 14:35 via WEB
Dici bene, diversi per cultura. Per loro lavorare 15-16 ore al giorno non è un problema perchè non hanno ancora maturato una coscienza lavorativa ma è questione di tempo.
 
roseilmare
roseilmare il 07/02/12 alle 21:30 via WEB
Non sopporto chi non sopporta a priori, chi non si schiera da nessuna parte, chi critica tutto e tutti senza prendere posizione. Chi sputa sentenze. Inetti.
 
 
ziryabb
ziryabb il 08/02/12 alle 10:42 via WEB
Ottimo spunto!Anche la neutralità può essere una presa di posizione.Non è sempre sinonimo di indifferenza o d'ignoranza.L'arbitro o il giudice può essere ideologicamente coinvolto ma è tenuto a moderare(moderatore) le parti in conflitto. La tua critica è valida nel caso della mancanza di obiettività delle persone che maliziosamente o no, non prendono posizione.E hai tutto il diritto di non sopportare tale atteggiamento.
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 08/02/12 alle 23:45 via WEB
Non lo invidio: non sopportare tutto quell'elenco di cose insopportabili deve essere realmente insopportabile! :))
 
 
ziryabb
ziryabb il 09/02/12 alle 17:02 via WEB
:-)L'arroseur arrosé!(L'annaffiatore annaffiato)
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 19/02/12 alle 17:36 via WEB
Mi capita, talora di incorrere in questo tipo di insofferenza generalizzata. Significa che è tardi. Per cosa? Per guardare l'orologio senza chiedermi quanto tempo ho sprecato a rimuginare l'esistente senza averlo realmente vissuto. Che fare, in questi casi? Ricominciare. Ciao. Cinzia
 
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