Creato da zivas il 05/11/2004
Vivere bene la vita amando quello che c'è di buono e condannando duramente quello che c'è di cattivo...

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Il giorno di pasqua, un nuovo amico

Post n°21 pubblicato il 12 Aprile 2012 da zivas
 

E' stata dura attendere dei mesi dalla scomparsa del povero Cico, ma ora siamo di nuovo all'opera per crescere ed accudire il nuovo pullo di Agapornis che è arrivato in casa nostra il giorno di Pasqua 2012, domenica 8 aprile.

Pappatoria

Si chiama Nellie ed è molto piccola; ha bisogno di essere nutrita in maniera assistita.
Si fa coccolare senza problemi. La scoperta che fosse una femmina è arrivata solo dopo qualche mese, quando ha iniziato a sfornare uova. Il nome inizialmente previsto qualora fosse stato un maschio era Nello, poi l'abbiamo modificato :-)

Dimensioni mini

Dal secondo giorno ha già imparato a non farsi pregare e già sta in equilibrio sul dito e vuole a tutti i costi interagire

Curioso

Ora siamo già al quinto giorno e le penne sono un pò cresciute, mangia voracemente e inizia a fare i primi cinguettii di gratitudine.
Cresci Nellie, sono sicuro che diventerai bellissima e sarai per noi una gioia infinita

 
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Pensieri d'inverno

Post n°20 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da zivas
 

Fuori nevica, è tutto bianco e la moto sembra un lontano ricordo, anche se l'ho presa solo 5 giorni fa.
In questi momenti mi vengono dei pensieri, stimolati anche dalla visione di tante foto fatte durante i nostri numerosi viaggi.
Stamattina ho visto un articolo sulle isole Skellig (IRL) sul giornale del Touring Club, di cui sono socio. Ho potuto vedere cosa ci siamo persi per non averle potute visitare durante la nostra vacanza del 2008 in Irlanda a causa del mare mosso.
Da lì è stato facile ripensare a tutti i bei posti visitati, la gente incontrata, i compagni di viaggio, i colori, i paesaggi.
Poi cambio cartella di foto e mi trovo davanti i panorami della Norvegia del 2011 durante il viaggio a Caponord; posti diversi, sensazioni uguali: tanta nostalgia di certi momenti che sembrano lontani anni luce.
E così via, mi rivedo le meravigliose Highlands scozzesi, le coste polacche che si affacciano sul mar Baltico, le bellezze di Praga o l'oceano visto da Capo Fisterra in Spagna, oppure ancora la costa croata e il suo bel mare blu, e ancora le bellezze nascoste della Slovacchia o quelle conosciutissime della Francia, dell'Austria, della Germania e della Slovenija.

Dopo un pò vado in confusione, e mi viene da ridere pensando a quanto siamo fortunati a poter fare turismo in moto, a poter mangiare così avidamente con gli occhi i più bei posti che ci viene in mente di voler vedere. La moto è limitata solo dalla fantasia di chi la guida: il mondo è ai tuoi piedi, poi sta a te decidere, certo che la moto ti ci porterà sempre felice e senza protestare.

Il 2012 per noi è l'undicesimo anno di turismo in moto in coppia: il mio primo viaggio serio in moto fu in Valtellina nel 2000 con un amico, io a bordo della mia XL 600 RM e lui con una BMW F650 prima serie e secondo restyling, mentre il primo viaggio in coppia lo facemmo nel 2002, l'anno dopo il nostro matrimonio, in Croazia, con una capatina in Montenegro.
Da allora non ci siamo più fermati e non c'è stata più una che una vacanza estiva che non sia stata fatta in moto.

Che peccato per chi non è mototurista, non sa cosa si perde!!

 
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Al mio fratellino Cico, che oggi ha spiccato il suo ultimo grande volo.

Post n°19 pubblicato il 22 Novembre 2011 da zivas
 
Foto di zivas

Lunedì 21 novembre 2011

Li chiamano Inseparabili, o anche più propriamente Love Birds.
Sono dei pappagallini splendidi che si meritano degnamente questi nomi, e il nome scientifico è appunto Agapornis (uccello dell'amore universale, l'agape).

Chi ne ha avuto uno e lo ha allevato allo stecco, come si dice nel gergo tecnico, o a mano, cioè preso piccolo e abituato a prendere confidenza con gli esseri umani, non può non essersi accorto della splendida natura di queste piccole creature che hanno un cuore enorme, e che quando se ne vanno lasciano delle ferite profonde, tanto è l'attaccamento che si guadagnano nel corso degli anni.

Se vi capita di desiderare di avere un pappagallo, non usatelo come soprammobile vivente, non lasciatelo sempre nella gabbia, ma permettetegli di prendere confidenza con voi: vi ripagherà con l'oro sonante della sua compagnia, del suo affetto e della sua fantasia.

Lui arrivò in casa nostra in una sera di fine inverno del 2003, era il 20 marzo.
Lo prendemmo da un appassionato allevatore non professionista.
Essendo piccolo aveva ancora il becco parzialmente nero e i colori delle piume non ben definiti.

Per addomesticarli, quando sono piccoli gli si tagliano parzialmente le penne remiganti per evitare che volino via e che si possano perdere; operazione assolutamente indolore che poi viene annullata dalla ricrescita naturale delle medesime. Alcuni le ritagliano anche dopo la ricrescita, per disabituare completamente l'animale al volo; io non l'ho fatto perchè ho voluto farci amicizia, ma ho sempre tenuto a che tornasse rapidamente ad essere un uccello con tutte le sue caratteristiche; quando le penne sono ricresciute io e lui eravamo già fratelli inseparabili.

Inizialmente, visto che non poteva volare, si arrampicava sui fili della TV o si  incamminava per terra a scrutare il mondo, sotto il nostro occhio vigile.
Subito prese confidenza e passava il tempo a dormire addosso a me la sera sul divano, oppure durante il giorno nelle tasche o nel cappuccio della felpa di pile di mia moglie quando era a casa.
Iniziò a fare esperienza con gli oggetti, e a sviluppare piano piano quella curiosità tipica dei pappagalli per cui qualunque cosa tocchi il padrone lui deve saggiarne la consistenza e prendere contatto con il becco.

Poi ricominciò pian piano a volare e prima andava in orizzontale senza prendere quota, e via via che le penne ricrescevano, andava sempre più su.
I suoi colori divennero decisi e splendidi: mantello verde acceso, collo rosa e fronte rosa acceso tendente al rosso, pancia verde chiaro e sottoali celeste come il cielo, schiena da metà in poi blu cobalto, con un decoro rosso su tutte le piume della coda. Un magnifico esemplare ancestrale di Agapornis Roseicollis!

La nostra amicizia crebbe al punto che in poco tempo lui iniziò a seguirmi dovunque io andassi in casa; se cambiavo stanza e lui rimaneva sopra la sua lampada preferita, in un attimo sentivo un frullo d'ali alle mie spalle e un atterraggio sulla mia spalla con un piccolo cinguettio...Cì!

Amava rosicchiare le mie magliette e camicie, motivo per cui dopo un pò, quando stavo con lui, ero costretto a mettermi indumenti vecchi e da lui già sforacchiati pesantemente.

Non ho mai capito se a quel punto l'inseparabile ero diventato io e lui era il mio padrone, ma mi aveva conquistato a tal punto che non potevo fare a meno di tenerlo sempre con me, in tutto il tempo in cui stavo in casa, salvo quando ritenevo che ci  fossero dei pericoli per lui, come in cucina o in altri luoghi di lavoro; allora lui  protestava senza stancarsi fino a che non andavo di nuovo a liberarlo e a farlo stare con me.
Per questo motivo spesso stando in casa non combinavo niente delle cose che avrei dovuto fare, perchè ho sempre preferito stare con lui piuttosto che lasciarlo in gabbia a lamentarsi.

Gli anni sono passati in allegria, solo con qualche problema di salute dovuto all'aria secca prodotta dai termosifoni che gli provocava un fastidio alla cute per cui si  grattava, si spennava, fino ad arrivare a ferirsi; quando abbiamo capito il problema abbiamo risolto un paio di anni fa con un potente umidificatore.

Durante le vacanze lo trasferivamo da mia mamma, amante degli animali esattamente come me; lei non lo faceva uscire dalla gabbia per paura di non riuscire a riprenderlo, e quando tornavamo, lui lì per lì faceva il sostenuto, ma appena rientrati a casa si profondeva in una lunga fila di festeggiamenti e cinguettii festosi eseguiti da sopra la mia spalla, dove assumeva una posa 'petto in fuori' aspettando che io  depositassi sul medesimo una fila di bacini a lui tanto graditi.

Se una sera io tardavo ad andare sul divano, lui si posava sul cuscino del medesimo e mi aspettava; se ancora non mi vedeva arrivare allora mi veniva a chiamare, mi  beccava leggermente sulla guancia e poi tornava sul divano ad aspettare.
Non mi andava mai di deluderlo e quindi le sue abitudini sono diventate presto le mie perchè amavo accontentarlo e vederlo felice.

Conosceva i miei orari e se ne stava tranquillo fino all'ora giusta per il mio rientro a casa; a quel punto si metteva a fare festa, anche se magari una sera tardavo e non tornavo per niente fino a notte.

Le sere si sono allungate fino a notte fonda, al punto che dormivamo insieme anche fino alle 2, ora in cui mi risvegliavo e lo prendevo per metterlo nella sua casa, dove lui a quel punto andava di buon grado.

Non date per scontato che chiunque possa tenere così un pappagallo in mano: anche se sono di taglia piccola mordono forte, qualche volta anche per gioco, e fanno molto male; lui si fidava di me e bastava che io facessi prendere la forma alla mano perchè lui felice ci si mettesse dentro, ma solo quando lo decideva lui.

La mattina al risveglio, non ho mai capito come facesse, era sufficiente un mio battito di ciglia che subito sentivo il suo richiamo; forse una forma di telepatia perchè non muovevo nemmeno un'unghia del piede. Così mi alzavo a prenderlo per poi tornare un pò nel letto dove riceveva una nutrita dose di coccole.

Per lui ogni sgridata era motivo di gioco: così, se si metteva a fare il merletto ai bordi dei miei giornali e io lo sgridavo, dopo poco tornava lì e lo faceva di nuovo, e lo stesso faceva per tutti i suoi comportamenti che attiravano la mia attenzione; se viceversa lo ignoravo, dopo un pò smetteva e veniva a cercarmi.

Amava tenerci compagnia a colazione, mangiando qualche briciola di biscotti e un pò di yogurth; sapeva però distinguere bene tra i prodotti: i suoi biscotti li riconosceva anche con la confezione chiusa appena comprata, e se erano di un'altra marca nemmeno li assaggiava.

L'ultimo volo della sua vita è stato appunto quello che ha fatto per andarsi a posare sullo scolatoio dei piatti in cucina, da cui abitualmente fissava la busta dei biscotti fino a che non lo accontentavamo.
Quella che segue non è la foto di quando si è sentito male, ma la posa era la stessa di quel tragico momento (panorama dal coperchio sulla busta dei biscotti).


Si comportava in maniera analoga per la sua grande passione per le spighe di panico, che tenevamo dentro una credenza in sala: lui sapeva esattamente qual'era lo sportello e quando ne voleva mangiare si metteva sulla tavola davanti e fissava quello sportello preciso, volandoci ogni tanto sopra per attirare l'attenzione.

Amava farsi la doccia settimanale, e lo faceva capire perchè al momento in cui mi lavavo le mani, lui dalla spalla scendeva lungo il braccio verso la mano gonfiando tutte le penne e facendo delle mosse inequivocabili; al chè io mettevo le mani a conchetta sotto l'acqua corrente e lui eseguiva tutto un rituale di alternanza tra le ali sotto l'acqua corrente e la pancia nel laghetto che si formava tra le mani.
Quando ne aveva abbastanza, bello come non mai, con tutte le penne arruffate e bagnate, si avviava verso il culmine della mia spalla e iniziava la procedura di asciugatura e pettinatura.

Poi è arrivato un brutto giorno del mese di ottobre in cui ho notato che dopo un volo si è bloccato con le gambe tese, le zampe chiuse, le ali leggermente aperte, il collo proteso e gli occhi aperti fissi.
Ho notato subito che la cosa non era normale, ma dopo qualche secondo si è ripreso ed ho pensato ad una cosa passeggera.
Via via che il tempo passava ho notato che le crisi si presentavano praticamente in maniera sistematica dopo ogni volo, e che per riprendersi ci metteva sempre di più.
Abbiamo tentato cure a base di vitamine e su consiglio della veterinaria, negli ultimi giorni  anche un anti-infiammatorio e la carnitina per il cuore.
Lui era entusiasta della vita e come si sentiva meglio riprendeva con le sue solite frenesie, i giochi e i voli, ma io sapevo che dovevo impedirglielo il più possibile.
Ieri, 20 novembre, ero riuscito a tenerlo a bada tutto il giorno e in conseguenza di ciò stamattina stava meglio e cinguettava.
Appena l'ho preso dalla gabbia con l'intenzione di somministrargli le gocce, lui, preso dall'entusiasmo, è volato in cucina sopra lo scolapiatti per chiedere i suoi biscotti per colazione; gli sono corso dietro aspettandomi il peggio, e così è stato: era fisso sopra un coperchio, in piena crisi; l'ho portato sul divano e tenuto sulla mia mano sotto alla coperta, ma lui non si riprendeva, anzi, aveva le zampe molli e il collo proteso in avanti.
Dopo qualche minuto in cui ho cercato di farlo riprendere e lo accarezzavo, è arrivato lo spasmo e la morte è sopraggiunta.
Mi ha guardato fino all'ultimo e io avrei fatto qualsiasi cosa per salvarlo, ma non me ne è stato dato il potere.

Ora sono qui con il pensiero fisso dei suoi begli occhi e del suo tepore che mi trasmetteva quando si addormentava dentro la mia mano messa a conchetta.

Chi dice che gli animali sono esseri inferiori all'uomo non ha mai avuto il coraggio di conoscerli da vicino e di aprirsi all'amore per loro; questo succede perchè la gente ha paura di soffrire e siccome la maggior parte degli animali vive meno di noi, arriva il giorno della separazione, come oggi è capitato tra me e Cico.
Non rimpiango nulla di quello che ho fatto, e so che la sofferenza di questo momento è stata generata da un credito che io e lui abbiamo maturato nel corso di questi 8 anni e 8 mesi.
Le persone non sanno capire che alla fine è un bilancio che deve tornare per forza in pareggio: chi ama molto e viene amato alla stessa maniera, arriverà il giorno che per forza dovrà soffrire molto. Però chi non è capace di amare non conosce nemmeno la gioia dei momenti migliori della vita.

Arrivederci Cico, spero di poterti incontrare di nuovo un giorno, e di poter volare felice nel cielo insieme a te, senza più la paura della morte e della separazione, perchè io e te saremo per sempre INSEPARABILI.

 
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Corsica, 4-11 giugno 2011 - Parte 2

Post n°18 pubblicato il 15 Luglio 2011 da zivas
 
Foto di zivas

 

Martedì 7 giugno
Il tempo non è bello e decidiamo di prendercela comoda.
Partiamo intorno alle 11 alla volta di Corte, e appena iniziamo a salire sulle montagne la nebbia ci avvolge, tanto da non vedere minimamente lo splendido panorama delle Gorges de Spelunca, nei pressi di Evisa; è un peccato ma non possiamo farci niente; proseguiamo salendo fino a 1500 metri e poi riscendendo dall'altro versante, dove nei pressi di un fiume incontriamo dei simpatici maiali neri selvatici, alcuni molto piccoli, che si fanno avvicinare e fotografare grazie anche al fatto che Matteo gli dice: "Vieni pure, guarda che io non ti mangio!"

Maiali

Maiali

Prima di Calacuccia

Prima di Calacuccia

Proseguiamo per la bellissima e stretta strada prima di Calacuccia, dove ci fermiamo varie volte per fare delle imperdibili foto,

Prima di Calacuccia

Prima di Calacuccia

e godendo delle tutte curve (non c'è un pezzo dritto) a vista che ci fanno dondolare fino ad arrivare a Corte, dove naturalmente piove.
Un pranzetto veloce e niente male in centro, accompagnato naturalmente dalle fidate 'Pietra', e smette di piovere, per cui dopo due passi a piedi

Corte

Corte

ci affrettiamo a guadagnare la stretta e spettacolare strada che percorre la valle della Restonica: un paesaggio imperdibile per chiunque si rechi in Corsica; sembra di stare nei migliori posti delle Alpi o delle Dolomiti, e per un attimo ci si dimentica di essere su un'isola, a due passi dal mare.

Restonica

Restonica

Restonica

Restonica

Restonica

Restonica

Restonica

Restonica

La strada finisce nel consueto piazzate con baita; qualche foto e decidiamo di tornare giù, anche perchè qui l'unica toilette disponibile è la natura e io non ne voglio approfittare!

Restonica

Restonica

Restonica

Restonica

Torniamo sui nostri passi e poco dopo Corte, invece che fare la strada principale verso Francardo, prendiamo una bella deviazione per Castirla, un tratto di strada semideserta che ci fa risparmiare forse un paio di km ma è più bella dell'altra, anche se meno scorrevole.
Sulla strada del ritorno altre imperdibili foto lungo la via (il tempo è un pò migliorato rispetto all'andata)

Francardo

Vicino Francardo

Vicino Francardo

Vicino Francardo

Vicino Francardo

e poi, prima di Evisa, giriamo per Sagone, con l'intenzione di fare poi la strada costiera tra questa cittadina e Porto, dando quindi un primo sguardo a Les Calanche.
La nebbia ci ha accompagnato anche sul passo tra Evisa e Sagone, per cui ben poco abbiamo visto degli splendidi panorami; stessa cosa nei pressi de Les Calanche, anche se i blocchi rossi a strapiombo sul mare, avvolti nella nebbia e velatamente visibili, ci hanno regalato delle immagini che purtroppo, essendo tardi e noi infreddoliti,
non ci siamo curati di fotografare.
Belli stanchi facciamo due passi per andare a cena al porto, dove ci aspettano delle belle pizze accompagnate dalla nostra bevanda preferita, che ormai non sto più a dire qual è

Mercoledì 8 giugno
Ultimo giorno di permanenza a Porto, il tempo è discreto e decidiamo di andare al mare e a vedere Les Calanche; ci dirigiamo per pochi km verso Piana, facendo lunghe soste nei pressi dei meravigliosi blocchi rossi visibili ora dalla strada a strapiombo, e con il mare come sfondo;

Les Calanche

Les Calanche

Les Calanche

Les Calanche

c'è tanta gente, e pure un raduno di Citroen 2CV che scorrono in fila sulla stretta stradina.

Les Calanche

Lo spettacolo oggi è davvero mozzafiato, e abbiamo tempo da dedicarci, per cui ci dilunghiamo un pò.
Da Piana prendiamo la stretta e ripida stradina che ci porta a Marina di Ficajola;

Marina di Ficajola

lasciate le moto legate insieme nel piazzale parcheggio, facciamo il chilometro di sentiero che ci porta nella splendida ansa, dove facciamo in tempo a fare un fresco bagno nella trasparente acqua del mare,

Marina di Ficajola

Marina di Ficajola

e a comsumare il pranzo al sacco, fatto di Taboulè (pasto freddo a base di couscous), formaggio e frutta, prima che ricominci violentemente e improvvisamente a piovere; ci rifugiamo sotto la tettoia dell'unica casetta presente, e in 10 minuti passa.

Marina di Ficajola

Marina di Ficajola

Marina di Ficajola

Marina di Ficajola

Saliamo al paese (Piana), lungo la stretta strada, dove troviamo un idiota camperista nel nostro stesso senso, che ha preso quella improbabile strada nonostate il tassativo divieto di accesso per i camper; per fortuna riusciamo a liberarcene quando rimane incastrato con una macchina che scende in senso contrario.
Al paese notiamo ancora una volta quante BMW GS ci siano in giro (soprattutto tedeschi e francesi), mentre ci gustiamo l'ennesima Pietra fresca al riparo del tendone di un bar. Due passi per il piccolo paese, e ci avviamo a tornare verso Porto, senza disdegnare un'altra sosta presso Les Calanche, che ora sono un pò meno piene di turisti.

Les Calanche

Les Calanche

Les Calanche

Les Calanche

Les Calanche

Les Calanche

Torniamo in albergo, per cambiarci e uscire con abiti 'civili'.
Questa sera abbiamo intenzioni 'bevitorie' e dopo esserci cambiati consumiamo un aperitivo a base di Pietra in lattina e patatine, il tutto preso al vicino supermercato.

Porto

Ci rechiamo alla darsena, dove gustiamo una quantità di colori e di immagini straordinarie, prodotte dall'insieme delle montagne parzialmente coperte dalle nuvole, il sole al tramonto e il mare mosso che produce ondate e spruzzi che stimolano la nostra vena creativa fotografica.

Porto

Porto

Porto

Porto

Porto

Porto

Porto

Porto

Porto

Tra una Pietra e l'altra, tante foto e due chiacchiere, passiamo quel paio d'ore che ci separano dalla cena, e poi ci sediamo al ristorante, per gustare ancora una volta un'ottima cena al ristorante già visitato ieri sera.

Giovedì 9 giugno
Pagato il conto dell'albergo e caricate le moto, oggi partiamo senza membrane antiacqua e molto tranquilli, alla volta di Porto-Vecchio, facendo la costiera fino ai pressi di Ajaccio, e poi tagliando per il centro.
Arrivati a Sagone, un piccolo imprevisto, per fortuna senza conseguenze: un idiota (definirlo diversamete sarebbe impreciso), si immette da sinistra davanti alla macchina che mi precede, provocando una protesta con clacson da parte di quest'ultima; io che stavo dietro, penso di sorpassare, visto che la strada è dritta (un lungomare), ma mentre mi appresto a superare l'idiota, questo gira di nuovo a sinistra senza preavviso, e mettendo la freccia solo nel momento della svolta!!
Per fortuna andavo piano e riesco a non colpirlo sulla fiancata, ma la brusca frenata mi provoca uno sbilanciamento che mi costringe ad accompagnare la moto a terra sul lato destro, per fortuna senza alcuna conseguenza, grazie al fatto che con un sovrumano sforzo di muscoli e con l'aiuto della borsa laterale (che non ha riportato nemmeno un graffio), rimango a cavallo della moto, tenendola per il manubrio; qualche attimo e l'uomo scende dalla macchina scusandosi, e aiuta insieme a Valeria a rialzare la moto.
Sono rimasto tranquillo per tutto il tempo, perchè ho visto subito che avrei frenato, ma con manovre simili a moto carica, direi che quello che è successo è il minimo, che potesse accadere; probabilmente Matteo e Lavinia che hanno visto la scena da dietro, si saranno di certo agitati più di noi.
L'uomo, dopo aver chiesto varie volte se era tutto ok, ci saluta, sale in macchina, e fa inversione di marcia per tornare sui suoi passi...doveva proprio avere le idee chiare su dove voleva andare!!
Proseguiamo senza ulteriori intoppi lungo la noiosa e trafficata strada fino alla periferia di Ajaccio, da cui lasciamo la costiera e prendiamo la principale per Bonifacio, fino a Petreto Bicchisano, da cui saliamo sui monti per fare la strada interna che passa da Aullène, Serra di Scopamène, Zonza, e infine Porto-Vecchio.
I panorami di questa strada sarebbero stati bellissimi, se non ci fosse stato nel 2009 un incendio che ha devastato tutte le montagne e le valli nella zona compresa tra Aullène e Quènza; il disastro è tristemente commemorato in un grande cartello posto in cima al passo, che ne riporta tutti i dati.
Superata Zonza si risale sopra le montagne, attraverso la Bocca D'Illarata e incontrando prima la Foresta de Barocaggio Marghèse, e poi lo splendido lago nei pressi di Agnarone, dal sapore tipicamente alpino;

Lago di Agnarone

Lago di Agnarone

nei pressi c'è anche la cascata de 'Piscia de Gallo', che le guide dicono essere molto bella, ma che non andiamo a visitare, per premura di andare a trovare da dormire, e anche perchè sono solo 13 gradi, e il freddo si fa sentire.
Dopo poco la strada ci offre un impagabile panorama su Porto-Vecchio, sull'arcipelago della Maddalena, e sulla Sardegna in lontananza.

Porto Vecchio

Ormai siamo vicini, e scendendo dai 1000 metri del monte, la temperatura sale fino ad arrivare ai 28 gradi di Porto-Vecchio.
In poco tempo prendiamo due stanze nell'ottimo Hotel Le Mistral (80 euro la doppia senza colazione, ottime camere con aria condizionata, bagno con doccia idromassaggio), e consumiamo il pasto di Taboulè, frutta secca, e Pietra in lattina
(avanzata dalla scorta fatta ieri sera).
Ci cambiamo e iniziamo il nostro giretto per il grazioso e frequentatissimo centro del paese, con un allungamento sul porto più in basso per prendere informazioni per le escursioni in barca per il giorno dopo.

Porto Vecchio

Porto Vecchio

Porto Vecchio

Porto Vecchio

Porto Vecchio

Porto Vecchio

Acquistiamo dei formaggi, che Matteo e Lavinia fanno assaggiare a me, sia perchè lui non ne mangia, sia perchè lei mi ritiene un esperto (ci sarà una sorpresa, poi vi dirò quale).
La cena è in un'ottima pizzeria probabilmente italiana (in parte se non completamente), salvo per il fatto che ci portano birra alla spina, e per questa sera non beviamo la Pietra.
Concludiamo la giornata con una crèpe per me, Valeria e Lavinia, mentre Matteo colma la sua voglia di birra con una bottiglietta di Pietra!!!
Domani mattina sveglia presto, per colazione ed escursione all'isola di Lavezzi. Buona notte.

Venerdì 10 giugno
Oggi festeggiamo il nostro decimo anno di matrimonio, e Matteo e Lavinia ci aspettano fuori, facendoci trvare la sorpresa: il formaggio e la confettura acquistati ieri erano come regalo per noi!!! Che gentili!!!
Andiamo in una pasticceria, e per ricambiare almeno in parte, offro la colazione.
Corriamo al porto e prendiamo il biglietto per l'escursione costiera e all'isola di Lavezzi (50 euro a testa senza pranzo, 65 con il pranzo); optiamo ovviamente per il biglietto senza pasto perchè non mangiamo carne e pesce, ma la colazione a bordo, l'aperitivo, il caffè e il digestivo sono comunque compresi nei 50 euro.
Alle 9 in punto salpiamo e ci godiamo la giornata, vedendo da vicino tutta la costa,

Bonifacio

Bonifacio

Bonifacio

Bonifacio

Bonifacio

Bonifacio

le falesie bianche di Bonifacio,

Bonifacio

Bonifacio

Bonifacio

Bonifacio

Bonifacio

Bonifacio

fino ad approdare a Lavezzi, dove ci fanno scendere con il tender; sono le 12, ripartiremo alle 15.

Lavezzi

Il mare è stupendo, del colore che conoscevamo già; essendoci stati nel 1996, ce lo ricordavamo bene perchè è un posto indimenticabile!

Lavezzi

Lavezzi

Io e Valeria ci concediamo un freddo bagno nelle celesti acque, purtroppo pure infestate dalle meduse, che riusciamo agevolmente ad evitare, grazie alla trasparenza dell'acqua e alla maschera da sub che abbiamo portato con noi.

Lavezzi

Consumiamo il pasto al sacco e dopo un pò ci facciamo un giro dell'isola, scattando tante belle foto.

Lavezzi

Lavezzi

Lavezzi

Il ritorno ci risulta un pò noioso perchè dura circa 3 ore, e passa al largo delle coste, salvo una piccola sosta fatta per chi vuole fare il bagno (freddo e vento, noi non lo facciamo), prima di rientrare nel golfo di Porto-Vecchio.
Dopo il rientro ci rechiamo in albergo per doccia e cambio, e poi dopo un altro giro di ispezione, decidiamo di tornare nella pizzeria di ieri sera, dove stavolta chiediamo espressamente birra Pietra da mezzo litro (purtroppo in lattina, meglio di niente).
Concludiamo con un ottimo e costosissimo gelato, due passi per il centro, e buonanotte.

Sabato 11 giugno
Per noi è giorno di partenza, mentre Lavinia e Matteo si fermeranno qui altre due notti.
Facciamo colazione e poi carichiamo la moto; alle 8.45, dopo aver salutato gli amici, siamo già in viaggio, che procede senza alcun intoppo, salvo un pò di traffico nei pressi di alcune cittadine, fino a Bastia, dove prenderemo il traghetto per il ritorno, che parte alle 14 e arriva a Livorno alle 18 (Moby Lines).

Bastia

Lungo la costa rivediamo l'entrata del villaggio nei pressi di Moriani Plage, dove venimmo per la prima volta nel 1996; in questa zona, a differenza dell'altra costa dell'isola, è tutto poco interessante e le coste assomigliano molto a quelle nostre laziali, con sabbia a granelli grossi, e fondali piatti.
Arriviamo a Bastia con largo anticipo (ore 10.45) e nell'attesa facciamo il pieno alla moto, mangiamo qualcosa, e facciamo due chiacchiere con altri motociclisti italiani in attesa del traghetto.
Durante il viaggio abbiamo modo di vedere da vicino l'isola di Capraia, che viene costeggiata dal traghetto; sbarchiamo puntuali alle 18, e riprendiamo subito la via di casa, dove arriveremo alle 20.45.

Ultime cose da segnalare
Costo del biglietto Moby a/r due persone con moto e assicurazione sul bigliletto: 183 euro.
Costo della benzina al minimo uguale a quello italiano (1,535 euro), al massimo, anche 1,63 euro al litro.
I nostri pasti sono stati tutti vegetariani, e sono oscillati comunque sempre tra i 15 e i 20 euro a testa.
La Corsica è splendida, e di sicuro ci torneremo ancora, per approfondire e visitare meglio tutte le zone che ancora ci mancano, e per fare un altro tentativo di vedere lo straordinario paesaggio di Cap Corse con il sole e il cielo azzurro!!

 
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Corsica, 4-11 giugno 2011 - Parte 1

Post n°17 pubblicato il 08 Luglio 2011 da zivas
 
Foto di zivas

 

Venerdì 3 giugno

Alle 16, preparati i bagagli e caricata la Transalp, partiamo alla volta di Pisa; due cari amici motociclisti, Antonio e Stefania con la loro bimba Aurora, ci aspettano per cena, e ci ospiteranno per la notte. Alle 19 siamo arrivati. Dopo poco arrivano anche il cognato Roger con Ilaria; anche loro era qualche tempo che non li vedevamo, e siamo doppiamente felici dell'incontro...ora la combriccola è al completo!

La notte, appunto è troppo piccola per noi, e facciamo molto tardi, tra chiacchiere di moto, viaggi, cordialità, e qualche bottiglia di birra; dal momento che è da un pò che non ci vedevamo e che siamo amici da quasi 10 anni, dovevamo recuperare parecchio tempo e non ci accorgiamo nemmeno che si è fatta l'una e mezza ed è ora di riposare.

Sabato 4 giugno
La mattina alle 6, Antonio prende la sua Tiger 800 nuova e ci accompagna al porto di Livorno, sperando di riuscire a fare colazione insieme...invece appena arriviamo gli addetti al traghetto ci fanno salire subito e non resta che salutarci in fretta.
Sono le 6,30 e il traghetto della Moby Lines salpa puntuale alle 8.00.
Il viaggio scorre in poco tempo e alle 12 siamo già a Bastia.
Prendiamo dal centro cittadino la strada più breve che porta a Saint-Florent passando da Patrimonio: una miriade di curve che all'inizio si snoda sopra la città offrendo un bellissimo panorama sulla medesima e sul porto, poi arrivati al valico si scopre anche il versante opposto e il mare dall'altra parte.

Dalle alture nei pressi di Patrimonio

Ci fermiamo sul piazzale per un paio di foto e notiamo la massiccia presenza di smanettoni per lo più italiani (faccio mente locale...siamo in pieno ponte del 2 giugno).
Iniziamo a scendere e a godere dei bellissimi paesaggi rocciosi, che ci porteranno prima a Saint-Florent e poi, dopo il Desert des Agriates (strada che lo costeggia con curve da libidine assoluta),

Dalla strada delle curve

attraverso i bei paesaggi all'interno da cui si scorgono le cime imperiose,

Prima de L'Ile-Rousse

a l'Ile-Rousse, nei pressi della quale da casa abbiamo individuato un campeggio con bungalow che ci è piaciuto:
Camping Village de L'Ostriconi
Il posto non tradisce le aspettative, e prendiamo due notti per 49 euro senza lenzuola (abbiamo i sacchi lenzuolo) e senza colazione, ma con bagno e doccia calda, molto confortevole e pulito.

Bungalow

La giornata più o meno finisce così, con una doccia e la cena al ristorante del campeggio, con prezzi onesti, ottima qualità, e una sorpresa che sazierà la nostra sete e voglia di gusto per tutta la vacanza: la birra Pietra, fatta con la farina di castagne...una meraviglia!

Birra Pietra

Birrificio Pietra

Domenica 5 giugno
Partiamo per il giro del centro nord dell'isola, e da poco prima de l'Ile-Rousse, prendiamo la strada per Belgodere (il nome è tutto un programma)

Strada dopo Belgodere

e in effetti la zona è spettacolare, con la strada piena di curve che in pochi km fa salire in zona panoramica, con il mare a vista e le montagne verdissime che si perdono nell'orizzonte interno.

Prima di Olmi Cappella

Decidiamo di andare al paesino di Olmi Cappella, dove la strada sembra finire (anche su google maps),

Olmi Cappella

ma che invece prosegue fino a riportarci a Belgodere, in mezzo a panorami solitari e natura incontaminata; il Monte Cinto, il più alto della Corsica (2706 metri) domina il panorama,

Monte Cinto

e le aquile volteggiano indisturbate sopra le nostre teste: riusciamo anche a fotografarle...mai viste 5 o 6 tutte insieme!!!

Aquile

Aquila

Completiamo l'anello e torniamo a Belgodere, da cui prendiamo la strada per scendere a Ponte Leccia, per poi prendere la strada che velocemente ci riporterà a Bastia.
La nostra intenzione infatti è di completare il giro del 'dito', prima di tornare al campeggio.

Dopo Bastia inizia la strada costiera curvosa, con qualche paese in mezzo e un pò trafficata.

Verso Cap CorseCe la godiamo, notando che il tempo sta cambiando e promette forse pioggia.
Arrivati a Macinaggio facciamo una breve sosta per uno spuntino, e guardiamo il cielo verso ovest, preoccupati del suo colore nero scuro; ci vestiamo con gli antipioggia ed andiamo incontro alla bufera, che inizia dopo un paio di km con una violenza inaudita, e ci accompagnerà fin quasi a Saint Florent, quasi sempre con la stessa forza.
Si va piano perchè la strada spesso è allagata, ci sono delle pietre cadute dalle scogliere rocciose, a tratti c'è del fango, e il mare dall'altra parte in basso, molto più in basso, è scuro.
E' la seconda volta che veniamo in questo posto, e anche l'altra volta il tempo era brutto; spero che la terza volta ci consenta di vedere in santa pace le magnifiche scogliere a strapiombo sul mare, e con un bel sole che possa farci gustare i colori di questa affascinante striscia di terra.
A Saint Florent ricompare il sole, e di nuovo, con la strada asciutta, mi godo le curve e il panorama sul 'Desert des Agriates', fino al campeggio, dove concluderemo la giornata con cena sotto la tettoia del ristorante, mentre fuori piove a scroscio; per fortuna che c'è la Pietra a tenerci compagnia

Lunedì 6 giugno
Oggi arrivano Matteo e Lavinia, che ci raggiungeranno a L'Ile-Rousse intorno alle 14.30, quindi decidiamo per un programma di zona che ci faccia trascorrere piacevolmente le 4 ore e mezza che abbiamo a disposizione.
Partiamo alla volta delle Gorges de L'Asco, che distano pochi km e ci permetteranno, in uno splendido scenario,

Gorges de L'Asco

Gorges de L'Asco

Gorges de L'Asco

Gorges de L'Asco

Gorges de L'Asco

di raggiungere Haut Asco, dove finisce la strada e si ha accesso d'inverno agli impianti sciistici.

Vista su l'Haut Asco

La strada è molto stretta e trafficata dai motociclisti (oggi sono tutti francesi o tedeschi, il ponte è finito e gli italiani sono tornati a casa); si procede piano e con la telecamera sul casco accesa a riprendere la corona di monti, sempre con il possente monte Cinto che troneggia su tutti, e il bello scenario delle gole che sembrano scene di qualche film di Indiana Jones.

Verso l'Haut Asco

Verso l'Haut Asco

Verso l'Haut Asco

Una cosa buffa: mentre andavo con la telecamera accesa, una signora (non so quanto lo fosse, in verità), se ne stava accucciata sulla strada, di fianco alla sua macchina, non dietro come avrebbe dovuto fare, ma davanti alla bella vista di tutti i motociclisti che passavano, con le braghe calate a fare un bisognino la cui entità e natura non mi sono sognato di controllare....ahahahahah....ovviamente ripresa dalla telecamera!
In cima alla strada c'è un grande piazzale che era pieno di motociclisti.

Haut Asco

Zivas

 

Valeria

Lo scenario ci fa dimenticare completamente di essere in Corsica: siamo a 1600 metri circa e sembra davvero di essere sulle nostre Dolomiti, se non fosse per lo strano colore verde delle rocce che ci circondano (non è erba, è la natura stessa della roccia).

Haut Asco

Haut Asco

Haut Asco

Haut Asco

Piano piano riscendiamo usando il freno motore: abbiamo i bagagli e la discesa è forte, e torniamo sui nostri passi e fino a l'Ile-Rousse, dove al centro parcheggiamo in mezzo ad altre moto

L'Ile-Rousse

e andiamo a mangiare un'ottima pizza, accompagnata da un paio di Pietra;

L'Ile-Rousse

mando un messaggio a Matteo con la posizione GPS dove siamo, e puntuale alle 14.30 sento un rumore inconfondibile di motore Guzzi..sono loro!
Illustro il menù ai nuovi arrivati (Matteo gradisce da subito la Pietra) e terminato il pasto ci avviamo in direzione Porto, attraverso la strada costiera che ci porterà a Calvi, poi a Galeria e infine a Porto.

Vicino Calvi

Inutile dire quanto siano belle queste strade, a parte l'ultimo tratto, tra Argentella e Galeria, che è pieno di fastidiosi avvallamenti, ma che non creano problemi: tutto scorre in alto sopra il mare, e con le rocce dall'altra parte, in mezzo a panorami mozzafiato che culmineranno poi con le rocce rosse che preannunciano 'Les Calanche', nei pressi di Porto.

Dopo Calvi

Dopo Calvi

Prima di Galeria

Prima di Galeria

Galeria

Da Galeria al Col de Palmarella saliamo allegramente, seguiti da altri due motociclisti, che un pò faticano a starci dietro, nonostante i bagagli che abbiamo a bordo...è un carosello di curve gustosissime in salita che ci fanno sudare ma che ci divertono moltissimo.
Ci fermiamo in cima e godiamo del panorama sui golfi di Focolara, Solana e Girolata, inframezzati di speroni rocciosi, e con il sole che è quasi al tramonto...uno spettacolo che appaga gli occhi e lo spirito.

Golfi

Golfi

Valeria

Zivas, Matteo, Lavinia

Con grande sforzo ci stacchiamo dalla bellissima vista e affrontiamo gli ultimi km fino a Porto, nei pressi del quale, in corrispondenza di una strettoia in mezzo alle rocce rosse, un ragazzino pazzo con lo scooter ci sorride, comincia a fare dei numeri improbabili e ci incita a superare la macchina che ci precede, come ha fatto lui poco prima, rischiando di stamparsi sulle rocce stesse; considerate che in quel punto due macchine ci entrano difficilmente e lui non so come ha fatto a sorpassare!

Porto

Porto

Porto

Porto

Ci godiamo la scena con una risata e con segnali eloquenti di battitura del dito indice sul casco in corrispondenza della tempia, ad indicare "ma quello è tutto matto!!".

Porto

Porto

Porto

Porto

Arriviamo all'Hotel Le Porto (grazie M@X per il consiglio, ormai lo so che sei affidabile!) e sistemiamo le moto nell'apposito garage; l'hotel è bello e confortevole, con aria condizionata ed ascensore; abbiamo prenotato da casa e spendiamo 80 euro a notte con colazione per la camera doppia.

Porto

Ci cambiamo ed andiamo a cena poco lontano a piedi, con un'altra pizza (non è facile trovare del cibo adatto a noi vegetariani) e 4 belle Pietra
Dopo cena una passeggiata verso il porto è sufficiente per farci stramazzare dalla stanchezza.

 
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