Dirlo con un clic

Parte sei


L’odore di questa confezione era lo stesso della macchinina gialla, oramai dimenticata dalla mia mente e nascosta in quello che tutti chiamano oblio e che io, con scarsa presunzione del sapere, chiamo semplicemente volontà di non ricordo. Forse perché poteva associare qualcosa di spiacevole e la cosa non mi ha preoccupato più di molto, visto che la macchinina era, appunto, nascosta sotto le tendine di un antico lavandino alla genovese, di marmo, uno stile puramente ligure, da alcuni considerato retrò ma che oggi, se acquisti una casa, altro non fa che innalzare il valore della stessa. Almeno della cucina.Quindi ricordo il suo odore, intenso, quasi fastidioso e chissà perché il termine cianoacrilato mi dice qualcosa. Forse suona solo bene, ed io sono soddisfatto lo stesso.Aprivi le tendine di questo piccolo ripostiglio e al suo interno trovavi un mondo nascosto volutamente dalla mamma, fatto di detersivi aperti, talvolta dimenticati, dall’odore dolce ed aspro che si mescola alla mielosità lassativa di un coccolino prima maniera o dalle spugnette al cui interno vivono come tesori nascosti lontani ricordi di cene concluse e lavandini disinfettati.Quando ero li sotto mi immergevo in una realtà non mia, di adulti, quindi rubata per alcuni minuti fino a quando la mamma non chiamava perché non ti trovava (e le tende erano chiuse) o semplicemente ti esortava ad allontanarti, sbraitando sul fatto che i giocattoli esistono e perché mai lasciarli morire di noia. Forse la noia era lì, tra i Big Jim e gli scenari Atlantic, bruciacchiati da esplosioni e bombardamenti inventati, frutto di guerre infinite verdi e rosse, giallo o nere, blu o bianche. E con questi abbinamenti scorreva fluida e veloce la mia esistenza, la mia giovinezza, la mia guerra. Ero fiero e felice, comunque, di sparare a salve.